Se nel primo Smetto Quando Voglio, Sydney Sibilia ci aveva mostrato le singolari tecniche del riscatto morale della banda dei ricercatori, in Masterclass allarga il punto di vista e ci mostra quanto ancora c'era da raccontare di questo universo affascinante e tragicamente divertente.
Il film comincia facendo un salto indietro, e la prima scena (come in ogni film action che si rispetti) è subito adrenalina e bellezza. Il contrasto della musica classica del flauto magico di Mozart sul goffo e rocambolesco incidente di Alberto (ancora una volta uno straordinario Stefano Fresi) mette subito in chiaro una cosa: non è il solito sequel “minestra riscaldata” a cui siamo (e ci hanno) abituati.
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Se nel primo Smetto Quando Voglio, Sydney Sibilia ci aveva mostrato le singolari tecniche del riscatto morale della banda dei ricercatori, in Masterclass allarga il punto di vista e ci mostra quanto ancora c'era da raccontare di questo universo affascinante e tragicamente divertente.
Il film comincia facendo un salto indietro, e la prima scena (come in ogni film action che si rispetti) è subito adrenalina e bellezza. Il contrasto della musica classica del flauto magico di Mozart sul goffo e rocambolesco incidente di Alberto (ancora una volta uno straordinario Stefano Fresi) mette subito in chiaro una cosa: non è il solito sequel “minestra riscaldata” a cui siamo (e ci hanno) abituati.
L'obiettivo dei ricercatori questa volta non è far soldi e migliorare la qualità della loro vita, ma ripulire la loro fedina penale dalle macchie degli eventi precedenti, e lo fanno in accordo segreto con la polizia. Una banda della magliana “più educata” insomma, specializzata ormai nel settore delle droghe sintetiche, che per salvarsi dalla galera dovrà scovare e "debellare" 30 nuove smart drugs che non sono ancora illegali per via di quel vuoto legislativo (idea tra le più geniali e potenti del primo film).
Scritto meravigliosamente bene, mantenendo ed espandendo le regole che ci avevano dettato nel primo capitolo e rispettando e approfondendo le caratterizzazioni di ogni singolo personaggio, Masterclass ci prende e ci porta in mezzo alla banda, traghettandoci da scena a scena in un'escalation di situazioni surreali e al limite dell'assurdo ma, per quanto improbabili, sempre e comunque possibili.
E' questa la vera bellezza dell'universo “Smetto Quando Voglio”: l'ironia intelligente che si respira in ogni scena, in ogni battuta, in ogni tassello della trama che si infittisce e si complica sempre di più fino a portarci ad un finale, così meravigliosamente bastardo, che ti fa venir voglia di rapire il produttore (o chi per lui) e minacciarlo di consegnarti subito, adesso, una copia del capitolo finale per sapere come andrà a finire.
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