L'Insulto

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Un film di Ziad Doueiri. Con Adel Karam, Rita Hayek, Kamel El Basha, Christine Choueiri.
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Titolo originale L'insulte. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 113 min. - Libano 2017. - Lucky Red uscita mercoledì 6 dicembre 2017. MYMONETRO L'Insulto * * * 1/2 - valutazione media: 3,67 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
tonimais martedì 9 gennaio 2018
diciotto confessioni...per nulla Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Si è più volte detto che un 'arma è di per sè neutra , è l'uso che se ne fa a renderla uno strumento d'offesa o di difesa. Sta di fatto che se ne circolassero  meno non avremmo così tanti ammazzati o feriti da arma da fuoco. La religione nasce per sua natura per tentare d'offrire un senso ai problemi dell'esistenza e un sostegno psicologico in momenti gravi e delicati della vita  ma è sempre  in nome di Dio si commettono le più assurde atrocità: in Libano albergano diciotto confessioni dagli islamici sunniti o sciiti ai cristiani maroniti ai drusi etc etc. E' l'unico paese ,non interamente islamico, dove le campane delle chiese cristiane si confondono con i versi del muezzin. [+]

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emanuele1968 sabato 6 gennaio 2018
fa riflettere Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
0%

Mi ricordava un po quei Talk show di politica oppure di carettere giudiziario che si vedono in TV. In alcuni momenti si faceva un po pesantino, pero bello, certo che di cose ha norma ce ne stanno li da sistemare, altro che un tubo, bello quando dice di mescolare la pittura. Alla fine del film il pubblico soddisfatto ed un certo brusio in sala, molte analogie con la vita quotidiana. 

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zarar venerdì 29 dicembre 2017
parole come pietre Valutazione 3 stelle su cinque
82%
No
18%

Libano, oggi. Cristiani maroniti, musulmani, profughi palestinesi convivono in un clima di tensione estrema in un contesto politico precario e agitato. Alle spalle una lunga storia di conflitti sanguinosi, a partire dalla guerra civile che dal 1975 al ’78 e poi dal 1982 al 1990  devastò il paese, coinvolto direttamente nel conflitto tra i palestinesi dell’OLP e lo Stato di Israele. Dai pesanti strascichi di questa guerra nacque poi l’occupazione siriana alla fine degli anni ottanta, il conflitto tra sunniti e sciiti e ancora la guerra del 2006 con Israele…  Un paese senza pace da quarant’anni. Il film mette di fronte Tony, un meccanico cristiano maronita e Yasser, un ingegnere palestinese, quest’ultimo costretto come profugo a guadagnarsi da vivere come semplice capocantiere. [+]

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blufont giovedì 28 dicembre 2017
così diversi... così uguali.
100%
No
0%

Due uomini, due religioni, due culture, due generazioni, due caratteri, che si tollerano finché un banale episodio non accende la miccia dell'odio. Odio che, si capirà, non ha nulla di personale e trascende perfino l'orgoglio, ma affonda le radici in un passato di soprusi e dolore, di esilio e di violenze in cui è difficile capire chi sia la vittima e chi il carnefice. Nell'opporsi, in modo involontariamente sempre più mediatico e pubblico, in un processo che esce dal tribunale per coinvolgere gruppi di estremisti per le strade e perfino il presidente, i due contendenti si scoprono in fondo aver vissuto esperienze simili, avere le stesse reazioni, la stessa emotività, le stesse ferite, la stessa umanità. [+]

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mauro2067 lunedì 18 dicembre 2017
guardare oltre Valutazione 4 stelle su cinque
86%
No
14%

La storia di una banale lite che inizia da un tubo, passa attraverso qualche parola di troppo, sfocia in un'aggressione fisica e finisce, inevitabilmente, in tribunale. Ne succedono a milioni ogni giorno in ogni angolo del mondo, sfamano gli avvocati. Ma nel film i due contendenti sono uno palestinese rifugiato e l'altro libanese cattolico e siamo a Beirut. E così la lite viene cavalcata dai media, dalla gente che vive in città, dagli stessi avvocati che vorrebbero trasformare i due protagonisti nell'emblema dei rispettivi popoli.
Solo i due uomini non vogliono questo, non ci si riconoscono ed anzi, durante il processo, si scoprono più simili di quanto credessero arrivando anche a rispettarsi. [+]

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lapo10 giovedì 14 dicembre 2017
l'inimicizia tra due popoli Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

Mi perdoni Israel Zangwill (lui drammaturgo ebreo, inglese e sionista, per giunta) per la divertita insolenza di utilizzare un termine da lui coniato nel 1908 nella sua opera omonima, per classificare la nuova fatica del regista libanese Ziad Doueiri. Già, perché mi viene naturale definire "L'insulto" come un'opera "Melting Pop", peraltro in salsa mediorientale. Un po' perché Doueiri, come Zangwill prima di lui, scrive, speranzoso, di un ideale società senza divisioni religiose e culturali, un po' per la diversa estrazione sociale dei due protagonisti del film, l'uno, Tony Hanna (Adel Karam), libanese e cristiano, l'altro, Yasser Salameh (Kamel El Basha), palestinese e musulmano. Ma questo crogiolo è anche artistico, basta focalizzare l'attenzione sul poliedrico regista e le sue precedenti esperienze personali. [+]

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michelino giovedì 14 dicembre 2017
michelino va al cinema Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

Siete mai stati a Beirut?
Michelino non c'è mai stato
Michelino sa veramente poco di Beirut e quasi niente del Libano
Michelino è andato a vedere questo film
Ora a Michelino è rimasta qualche bella immagine delle strade di Beirut
Ora Michelino ha in testa pure qualche informazione in più sul Libano

Ma la cosa più importante è stata quella di potersi fare qualche idea
sui rapporti quotidiani tra Libanesi e Palestinesi

Basta questo per far dire a Michelino che il film meritava di essere visto

Da un punto di vista morale nel film viene detta una frase
che racchiude benissimo in se il senso di questa storia
La frase non la ricordo tanto bene
Ma dice più o meno che troppo spesso una persona che soffre
ha un alta considerazione della propria sofferenza
ma tende a negare quella degli altri
No. [+]

[+] concordo (di no_data)
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michelecamero mercoledì 13 dicembre 2017
film bellissimo. da oscar Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

  Film libanese bellissimo che ritengo andrà ad Oscar per il miglior film straniero, che pone all’attenzione la doppia tragedia dei palestinesi profughi in terra straniera ove non sono voluti e di quei popoli che, ospitandoli contro voglia, hanno visto mutare in peggio le proprie condizioni di vita, avendo importato insieme ai profughi, la guerra e le sue drammatiche vicende. La storia ci racconta come certe fratture dell’animo umano sono difficili a rimarginarsi, alimentandosi di continuo con il rancore, l’insofferenza verso il nemico o comunque considerato tale, fino al punto, dinanzi alla incapacità di una presa di coscienza collettiva che consenta finalmente di fare i conti con la storia, di cercare attraverso un pretesto futile e banale, una vendetta personale, individuale ad una tragedia collettiva e familiare mai rimossa. [+]

[+] concordo in tutto (di flaw54)
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flyanto lunedì 11 dicembre 2017
una questione non più tanto privata Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

 Da un banale litigio tra due individui che comporta un brutto termine rivolto da uno all'altro, si scatena una sorta di diatriba di una portata esagerata che coinvolgerà ben presto l'intera nazione libanese in un conflitto tra cristiani e palestinesi. Finito il caso in tribunale, i due schieramenti combatteranno legalmente affinché prevalga la ragione di ognuno. Questa, in breve, la vicenda dell' "L'Insulto".

Premiato quest'anno all'ultima Mostra del Cinema a Venezia come miglior film, l'opera del regista Ziad Doueiri effettivamente merita ampiamente questo riconoscimento in quanto molto ben diretta, ben interpretata e ben presentata l'intera storia. [+]

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danielamontanari domenica 10 dicembre 2017
l'insulto primario è quello rivolto a noi stessi Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Il regista libanese Ziad Doueiri ci accompagna in una Beirut in ricostruzione. Almeno per quanto riguarda strade, palazzi e quartieri. Per gli animi dei suoi abitanti no, ci vuole ancora tempo.
In una Beirut contemporanea, Toni Hanna è un sanguigno meccanico che durante il tempo libero, seppur poco, milita nel partito di destra cristiana. Yasser è un capocantiere tacituro, apparentemente, e vive la condizione di profugo palestinese come una sfida. E' per questo che nulla più di un tubo rotto li mette uno di fronte all'altro: l'insulto. L'insulto che li attende, li provoca e li mette davanti al medesimo vissuto dell'essere invasi, della guerra civile, della resa, e del fatto, soprattutto, che nessuno dimentica ciò che li ha costretti a vivere lontano da dove vorrebbero. [+]

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