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martedì 11 febbraio 2025
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insopportabile
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Pollice verso assolutamente. Un film insopportabile!!!
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elgatoloco
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mercoledì 25 novembre 2020
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scrittore di thriller esordiente alla regia
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Donato Carrisi, autore, non ancora cinquantenne, di "gialli"di successo, passa alla regia(o meglio è passato alla regia"con questo"La ragazza nella nebbia"(2017, da lui scritto anche per lo schermo-sceneggiatura., da un suo omonimo romanzo, facendo quanto è stato fatto da vari scrittori nel passato(Pasolini, Bevilacqua in Italia, Dalton Trumbo negli States), dove l'ambientazione(in Su"dtirol/Alto Adige ma a livello di"fiction"siamo in una località montana imprecisata o meglio volutamente indeterminata, che, seguendo vari indizi, potrebbe far pensare piuttosto alla Val d'Aosta)è in qualche modo sintomo di un"dilslocamento"spaziotemporale non alieno da una volontà di "dislocare"la vicenda della ragazzina sedicenne, adepta come i genitori di una"confraternita"religiosa decisamente inquietante(come lo è ogni gruppo religioso integralista-.
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Donato Carrisi, autore, non ancora cinquantenne, di "gialli"di successo, passa alla regia(o meglio è passato alla regia"con questo"La ragazza nella nebbia"(2017, da lui scritto anche per lo schermo-sceneggiatura., da un suo omonimo romanzo, facendo quanto è stato fatto da vari scrittori nel passato(Pasolini, Bevilacqua in Italia, Dalton Trumbo negli States), dove l'ambientazione(in Su"dtirol/Alto Adige ma a livello di"fiction"siamo in una località montana imprecisata o meglio volutamente indeterminata, che, seguendo vari indizi, potrebbe far pensare piuttosto alla Val d'Aosta)è in qualche modo sintomo di un"dilslocamento"spaziotemporale non alieno da una volontà di "dislocare"la vicenda della ragazzina sedicenne, adepta come i genitori di una"confraternita"religiosa decisamente inquietante(come lo è ogni gruppo religioso integralista-.oltranzista)che sparisce nella nebbia di un 23 dicembre, dunque proprio a ridosso di Natale. Complice un brillante super-investigatore già famoso per altri"scoops", il tutto vede coinvolto il professore della locale scuola superiore, con meri indizi a suo carico, evidentemente "fabbricati", che però rendono ragione di una vicenda risalente a vari anni prima, decisamente diversa da quanto si potrebbe credere a prima vista, soprattutto pensando a quanto i mass-media vogliono far credere... Confesso di non aver letto il libro da cui il film è tratto, dunque mi manca il diretto"terminus comprationis", ma l'impressione di fondo è che il libro"guidi"decisamente il film(premio alla sceneggiatura a Carrisi come esordiente al Globo d'oro, candidatura al"David "di Donatello, oltre a un premio come regista esordiente allo stesso scrittore allo stesso"David"), dove regia e messa in scena rimangono , diremo così, fin troppo vicine-probabilmente, cfr.sopra-al romanzo, mentre le uniche vere invenzioni registiche sono l'insistenza sul ruolo dei mass-media e certi flash-backs che vedono lo psichiatra(non definito espressamente anche quale criminonologo)alle prese con i suoi amati pesci, ossia con certe trote particolari(chi scrive non ha alcuna competenza ittiologica), da pescatore incallite qual è. Per il resto, lunghi silenzi-dubbi incertezze dello zelante(?)investigatore, dei"vuoti"e poi le sorprese rispetto all'identigà del killer. Efficace Jean Reno(lo psichiatra)che, da buon "Francese del Sud", recita in italiano con la sua bella pronuncia italo-francese(nato a Casablanca, di origini spagnole, è però de facto un Marsigliese), in qualche modo anche Toni Servillo quale brillantissimo superdetective, brevo Alessio Boni , il prof(con e senza barba, qui), efficace la caratterizzazione di Greta Scacchi, convincente il commento sonoro di Vito Lo Re.. El Gato
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lichimin
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venerdì 5 giugno 2020
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dozzinale ma regge
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Ho trovato il film con parecchi errori, già quando ho visto Servillo uscire dalla casa della ragazza rapita e vedere da fuori che la casa era evidentemente un'altra mi ha innescato la modalità trova l'errore. Comparse che guardano in camera... ne abbiamo. E' un'opera prima, glielo permettiamo anche se mi aspetto che un film con Tony Servillo e Jean Reno abbia un livello più alto. Ho trovato il suono del film verametne poco curato, i suoni di certi passi sebravano presi da una libreria gratuita o non mixati, il che mi fa ha fatto scadere abbastanza il livello del film. Il personaggio di Servillo penso che sia il peggiore che abbia interpretato, non che lui lo abbia fatto male, ma mi è sembrato eccessivo banale e stereotipato.
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Ho trovato il film con parecchi errori, già quando ho visto Servillo uscire dalla casa della ragazza rapita e vedere da fuori che la casa era evidentemente un'altra mi ha innescato la modalità trova l'errore. Comparse che guardano in camera... ne abbiamo. E' un'opera prima, glielo permettiamo anche se mi aspetto che un film con Tony Servillo e Jean Reno abbia un livello più alto. Ho trovato il suono del film verametne poco curato, i suoni di certi passi sebravano presi da una libreria gratuita o non mixati, il che mi fa ha fatto scadere abbastanza il livello del film. Il personaggio di Servillo penso che sia il peggiore che abbia interpretato, non che lui lo abbia fatto male, ma mi è sembrato eccessivo banale e stereotipato. Come lo è la giornalista con cui parla sempre. In generale tutti i personaggi mancano di spessore. Però la storia mi ha preso. Alla fine è un film che si guarda. Non certo un capolavoro.
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domenica 29 marzo 2020
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recensione la ragazza nella nebbia
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Gentile signora Casella, grazie di aver dato voce alle nostre sensazioni e perplessità sul film. Concordiamo precisamente con il suo acuto e puntuale quadro. Speriamo di imbatterci presto in altre sue recensioni e saremmo lieti se potesse suggerirci un film, magari meno noto, che di recente ha molto apprezzato. Grazie e buon lavoro Ilaria e Alberto
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onufrio
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giovedì 27 febbraio 2020
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sbatti il mostro in prima pagina
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Avechot, alpi italiche, la 16enne Anna Lou scompare di casa senza lasciare nessuna traccia, per risolvere il caso viene chiamato il famoso Ispettore Vogel, in grado di mettere in moto la macchina dei media, montando il caso ad interesse nazionale e cercando a tutti i costi un colpevole. Il film si muove tra la nebbia del paesino, fra indagini e spettacolarizzazione del macabro evento. Il doppio colpo di scena finale accresce l'interesse per un thriller italico che tende al mercato internazionale, ma che a tratti sembra essere lento e al tempo stesso "vanitoso", presuntuoso, come se il regista, autore dell'omonimo romanzo, se la tiri un pò trasmettendo questo senso di tuttologo e al tempo stesso di superiorità ai personaggi principali.
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Avechot, alpi italiche, la 16enne Anna Lou scompare di casa senza lasciare nessuna traccia, per risolvere il caso viene chiamato il famoso Ispettore Vogel, in grado di mettere in moto la macchina dei media, montando il caso ad interesse nazionale e cercando a tutti i costi un colpevole. Il film si muove tra la nebbia del paesino, fra indagini e spettacolarizzazione del macabro evento. Il doppio colpo di scena finale accresce l'interesse per un thriller italico che tende al mercato internazionale, ma che a tratti sembra essere lento e al tempo stesso "vanitoso", presuntuoso, come se il regista, autore dell'omonimo romanzo, se la tiri un pò trasmettendo questo senso di tuttologo e al tempo stesso di superiorità ai personaggi principali.
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matteo colombo
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martedì 24 dicembre 2019
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mi aspettavo di più
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Nel complesso un film abbastanza gradevole nonostante l'impostazione molto lenta; sulla digressione in stile "i soliti sospetti" non ci siamo, risulta abbastanza forzata. Il finale però troppo complicato, si è forse ecceduto con colpi di scena che hanno contribuito a far percepire il tutto come irreale. Toni servillo resta comunque una garanzia, senza di lui sarebbe stato un film per nulla accattivante.
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brata
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lunedì 9 dicembre 2019
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la ragazza nella nebbia
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Esordio facile per lo scrittore che ha conquistato con i suoi libri tantissimi lettori.
La storia è risaputa anche se sullo schermo vengono inspiegabilmente tagliati alcuni punti che potevano dare più spessore al film.
Recitazione di Servillo e Boni praticamente perfette, totalmente fuori parte Reno ma nel complesso un film da vedere.
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terry d'
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martedì 5 novembre 2019
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la sindrome delle scatole cinesi
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Guardando il primo film alla regia di Carrisi, subito dopo aver visto il secondo in questi giorni nelle sale (L'uomo del labirinto) la sensazione che rimane dentro è di latente incomputezza. Fermo restando il perno comune di Servillo, senza il quale entrambi i film perderebbero di rilevanza, Carrisi implode tutte e due le volte nel finale. Si intuisce l'amore sfegatato per il regista, per un certo cinema americano (la scena in cui l'ispettore Vogel decide di montare il caso mediatico attrezzando una immensa sala vuota con decine di computer e molti poliziotti rimanda al Dafoe di Mississipi Burning) e si palesa la passione per il thriller a scatole cinesi che è tipico della scrittura cinematografica di David Mamet.
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Guardando il primo film alla regia di Carrisi, subito dopo aver visto il secondo in questi giorni nelle sale (L'uomo del labirinto) la sensazione che rimane dentro è di latente incomputezza. Fermo restando il perno comune di Servillo, senza il quale entrambi i film perderebbero di rilevanza, Carrisi implode tutte e due le volte nel finale. Si intuisce l'amore sfegatato per il regista, per un certo cinema americano (la scena in cui l'ispettore Vogel decide di montare il caso mediatico attrezzando una immensa sala vuota con decine di computer e molti poliziotti rimanda al Dafoe di Mississipi Burning) e si palesa la passione per il thriller a scatole cinesi che è tipico della scrittura cinematografica di David Mamet. Ma il meccanismo serrato e precisissimo della costruzione del crimine alla Mamet in questi film di Carrisi si inceppa sovente. Il finale nel finale è uno di questi. Le mancanze che allontanano questo film dal capolavoro? Forse l'uso didascalico delle luci: buio, buio e ancora buio e squarci luminosi quando la verità comincia a farsi strada. E poi Personaggi che non riescono a farsi amare o odiare fino in fondo, molto manierati, mai scomposti, mai appassionati. Su tutti Jean Reno assolutamente fuori ruolo. Eppure il film si chiuderà di lui come un tuffo finale capriato in una piscina vuota.
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frascop
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giovedì 19 settembre 2019
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oscuro, hanno risparmiato sulle luci di scena
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Il film scritto e diretto da Donato Carrisi è un thriller ambientato in Alto Adige con una storia ben costruita che non ti fa sentire i 127 minuti. La presenza di Toni Servillo e Jean Reno dimostra le ambizioni internazionali dell'autore, mentre la presenza di Alessio Boni le scorie televisive. L'autore ha visto le grandi serie tv alla Fargo, guardate i cappelli delle poliziotte, ma avrebbe dovuto lasciare il copione ad un regista vero. Il film è claustrofobico, hanno risparmiato sulle luci e in mano a David Fincher sarebbe stato un bel film. Ci saremmo accontentati anche del nostro Andrea Molaioli (ricordate La ragazza del lago?). Peccato.
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toty bottalla
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martedì 30 aprile 2019
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la cronaca che ispira!
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Il film di Carrisi è chiaramente ispirato dalla cronaca recente sulla quale è difficilissimo creare una trama più agghiacciante dei fatti reali, ed è così che il racconto del regista finisce per deludere pensando di stupire, l'epilogo sa di minestra riscaldata due volte mentre sotto tono, per usare un eufemismo, è la recitazione degli interpreti Servillo compreso, andrà meglio la seconda! Saluti.
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