End of Justice - Nessuno è Innocente |
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Un film di Dan Gilroy.
Con Denzel Washington, Colin Farrell, Carmen Ejogo, Lynda Gravatt.
continua»
Titolo originale Roman J. Israel, Esq..
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 122 min.
- USA 2017.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 31 maggio 2018.
MYMONETRO
End of Justice - Nessuno è Innocente
valutazione media:
2,80
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Signori della corte troppo Denzel non aiuta il film
di Roberto Nepoti La Repubblica
Attore di indubbie qualità, Denzel Washington ha un difetto che si sta evidenziando col passare del tempo: nel film d'azione (The Equalizer) come nel dramma (il recente "Barriere") tende sempre più a fare il monumento a se stesso. Così, gli pare cucito letteralmente addosso questo "legal drama" dove interpreta un trasandato avvocato di mezza età, Roman J. Israel, piombato nel bel mezzo di un dilemma morale. Brava persona vissuta sempre nella zona d'ombra della professione legale, Israel è messo in crisi dal coma del suo socio, noto avvocato che non lo ha mai stimato davvero. Rifiuta la proposta di un giovane legale rampante (Colin Farrell), che ritiene troppo cedevole all'ipocrisia e al compromesso; ma poi, trovandosi in ristrettezze economiche, compie un atto immorale usando a proprio vantaggio le informazioni raccolte in una causa. Proprio lui, l'idealista che voleva difendere i fratelli neri e intentare una class-action contro l'iniquo sistema del patteggiamento in uso nei tribunali americani. Ed è tanto più un peccato in quanto, proprio mentre le certezze di una vita vacillano, Roman ha incontrato una attraente volontaria per i diritti civili, Maya, che si mostra attratta dallo sgarrupato legale e potrebbe essere la sua "seconda occasione". Tornato dietro la macchina da presa dopo il debutto con il bel Lo sciacallo - Nightcrawler, lo sceneggiatore Dan Gilroy sceglie di nuovo un soggetto ansiogeno. End of justice - Nessuno è innocente è una sorta di via crucis del protagonista, che non può sopportare la divaricazione tra gli ideali di gioventù e la realtà del presente. Al punto di intentare un surreale processo a se stesso, dove è insieme parte accusatoria, testimone e giudice. Più che un "courtroom movie" del genere, claustrofobico, che si svolge in tribunale (le scene "obiezione vostro onore/"respinta" sono pochissime), il film è un dramma etico pieno di disquisizioni sui delitti e le pene, i diritti civili, la giustizia, la prigione eccetera, molto parlato e un po' lungo. Nella sua ennesima interpretazione "più grande della vita" Denzel è senz'altro bravo, perfino troppo: ti costringe a identificarti col personaggio, ti obbliga a commuoverti per la sua sorte, ma ricorre anche a "trucchi" del mestiere (tic, un testone di capelli crespi, andatura bizzarra...) che lo rendono vagamente caricaturale. Se ne va in giro con un cagnone di legno massiccio, il suo unico amico, e assume atteggiamenti autistici alla "rain man", del tipo che è sempre piaciuto tanto ai giurati dell'Oscar.
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