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venerdì 17 novembre 2017
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una gioia per gli occhi!
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“I'M infinita come lo spazio” è una ventata di aria fresca e di fantasia per il cinema italiano. Meravigliosa la protagonista, set up potente, splendidi e fantasiosi i costumi, un uso del 3D originale e un Guglielmo Scilla finalmente alla prova di un ruolo di spessore e profondità. Il finale (che non spoilero) lascia con il groppo in gola che si scioglie in commozione sui bellissimi titoli di coda. Intenso e commovente. Ce ne fossero uno a settimana di film così!!
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annaviola
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martedì 21 novembre 2017
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veramente molto brutto
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Scopiazzato goffamente, sia come trama che come estetica e trovate narrative, da altri film del genere decisamente più riusciti, il film ha una intreccio di consistenza poverissima e non si riesce in nessuna maniera a identificarsi o provare simpatia, nemmeno per un attimo, per nessuno dei personaggi, ma si avverte solamente un diffuso senso di fastidio, dall'inizio del film fino alla fine. La recitazione di tutti gli attori è pessima, e si capisce che sono malamente diretti. I personaggi vorrebbero essere psicologicamente interessanti, ma la loro interiorità è approfondita in maniera pasticciata, superficiale e banale. In definitiva si tratta di un film adolescenziale, non solo per l'argomento, ma anche per il modo in cui è stato pensato e realizzato.
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Scopiazzato goffamente, sia come trama che come estetica e trovate narrative, da altri film del genere decisamente più riusciti, il film ha una intreccio di consistenza poverissima e non si riesce in nessuna maniera a identificarsi o provare simpatia, nemmeno per un attimo, per nessuno dei personaggi, ma si avverte solamente un diffuso senso di fastidio, dall'inizio del film fino alla fine. La recitazione di tutti gli attori è pessima, e si capisce che sono malamente diretti. I personaggi vorrebbero essere psicologicamente interessanti, ma la loro interiorità è approfondita in maniera pasticciata, superficiale e banale. In definitiva si tratta di un film adolescenziale, non solo per l'argomento, ma anche per il modo in cui è stato pensato e realizzato. Non vale i soldi del biglietto, ma nemmeno il tempo speso per vederlo.
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franciridolf
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venerdì 17 novembre 2017
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da non perdere in sala
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Attirato dalle entusiastiche recensioni di Sentieri Selvaggi e Taxi Drivers sono corso a vedere il film al suo primo spettacolo in sala, avendo la fortuna di incocciare la proiezione in 3D al cinema Adriano di Roma. Una volta tanto la critica non ha preso un abbaglio, i film è un assoluto fuoriclasse, meticolosamente costruito in ogni suo particolare, cesellato come un gioiello antico. La cura del dettaglio nel costruire con pochissime pennellate personaggi di un realismo ed una profondità estrema (Bobulova straordinaria) seppur abitanti di un mondo fantastico lascia di stucco, specialmente nel panorama del cinema nazionale. Affascina la capacità dell'autrice di prendere a pretesto gli stilemi del teen movie di matrice USA per stravolgerne l'esito formale ed emotivo, in un turbine di citazioni cinephiles di altissimo livello (da Burton a Eisenstein passando per Mendes e Kaurismaki).
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Attirato dalle entusiastiche recensioni di Sentieri Selvaggi e Taxi Drivers sono corso a vedere il film al suo primo spettacolo in sala, avendo la fortuna di incocciare la proiezione in 3D al cinema Adriano di Roma. Una volta tanto la critica non ha preso un abbaglio, i film è un assoluto fuoriclasse, meticolosamente costruito in ogni suo particolare, cesellato come un gioiello antico. La cura del dettaglio nel costruire con pochissime pennellate personaggi di un realismo ed una profondità estrema (Bobulova straordinaria) seppur abitanti di un mondo fantastico lascia di stucco, specialmente nel panorama del cinema nazionale. Affascina la capacità dell'autrice di prendere a pretesto gli stilemi del teen movie di matrice USA per stravolgerne l'esito formale ed emotivo, in un turbine di citazioni cinephiles di altissimo livello (da Burton a Eisenstein passando per Mendes e Kaurismaki). L'ambientazione straordinaria è infine esaltata dall'uso di un 3D utilizzato con inusitata maestria, il quale guarda molto più a Pina di Wenderes che ai blockbuster americani. Un film assolutamente da vedere, e soprattutto assolutamente da vedere in sala.
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robby
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venerdì 17 novembre 2017
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decisamente interessante
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Manca un po' di ritmo, soprattutto nella prima parte, ma poi il film cresce fino ad arrivare ad un colpo di scena finale molto sorprendente. Alcuni passaggi della storia non sono perfettamente sviluppati e non tutte le interpretazioni pienamente a fuoco (ma mi sembra di capire che sia stato girato in inglese quindi può essere anche colpa del doppiaggio), però l'originalità e la ricchezza dell'approccio visivo compensano ampiamente queste piccole lacune – senza dimenticare una colonna sonora da sentire a tutto volume.
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francoraggi
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venerdì 17 novembre 2017
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felicemente inconsueto
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Un fantasy adolescenziale che sembra proporsi ad un pubblico di affezionati del genere ma in realtà contiene molto di più. Fin dalle prime inquadrature, l'opera ci trasporta in un mondo visivamente, narrativamente e concettualmente lontano anni luce dal solito tran-tran del cinema italiano, quasi sempre diviso fra commedie impalpabili e neo-neo-realismo di borgata (preferibilmente romana), e solo per questo meriterebbe di essere visto. Certo, in alcuni punti la costante ricerca di originalità e la voglia di far volare la fantasia sembrano aver preso un po' la mano alla regista ed ai suoi collaboratori, portando a volte a soluzioni stilisticamente troppo marcate.
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Un fantasy adolescenziale che sembra proporsi ad un pubblico di affezionati del genere ma in realtà contiene molto di più. Fin dalle prime inquadrature, l'opera ci trasporta in un mondo visivamente, narrativamente e concettualmente lontano anni luce dal solito tran-tran del cinema italiano, quasi sempre diviso fra commedie impalpabili e neo-neo-realismo di borgata (preferibilmente romana), e solo per questo meriterebbe di essere visto. Certo, in alcuni punti la costante ricerca di originalità e la voglia di far volare la fantasia sembrano aver preso un po' la mano alla regista ed ai suoi collaboratori, portando a volte a soluzioni stilisticamente troppo marcate. Ma sono peccati veniali che siamo ben disposti a perdonare a chi mostra il coraggio di osare. Una conferma, la splendida Barbora Bobulova, e due sorprese, l'esordiente Mathilde Bundschuh, stralunata ninfa d'acciaio, e un inaspettato Guglielmo Scilla che trova (pur mettendo in scena un diciassettenne) il primo vero ruolo adulto della sua carriera.
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