felicity
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lunedì 22 agosto 2022
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una storia di fratellanza e senso di comunità
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Quella di Fire Squad – Incubo di Fuoco è la storia di un gruppo di “eroi della porta accanto”, ma è anche e soprattutto una storia di fratellanza e di senso di comunità.
La sceneggiatura cerca di evitare un tono eccessivamente agiografico mettendo in scena personaggi combattuti e relazioni sfaccettate che conferiscono al film una doppia anima: quella più intimista e talvolta ironica che esplora i rapporti personali, e quella più spettacolare e tragica che culmina nella tensione delle scene finali. In mezzo il cameratismo dei Granite Mountain Hotshots, il legame fortissimo e indissolubile di compagni che insieme, coprendosi a vicenda le spalle, si trovano ad affrontare le forze della natura.
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Quella di Fire Squad – Incubo di Fuoco è la storia di un gruppo di “eroi della porta accanto”, ma è anche e soprattutto una storia di fratellanza e di senso di comunità.
La sceneggiatura cerca di evitare un tono eccessivamente agiografico mettendo in scena personaggi combattuti e relazioni sfaccettate che conferiscono al film una doppia anima: quella più intimista e talvolta ironica che esplora i rapporti personali, e quella più spettacolare e tragica che culmina nella tensione delle scene finali. In mezzo il cameratismo dei Granite Mountain Hotshots, il legame fortissimo e indissolubile di compagni che insieme, coprendosi a vicenda le spalle, si trovano ad affrontare le forze della natura.
Sebbene i personaggi siano ben delineati e gli interpreti di indiscusso valore, a Fire Squad manca quel guizzo che avrebbe potuto renderlo più coinvolgente e allontanarlo dal classico film celebrativo.
Lo svolgimento della trama, portato avanti sul modello di uno war movie, senza essere sostenuto da un ritmo particolarmente incalzante risulta trascinato eccessivamente per le lunghe anche a causa della sua prevedibilità. Il trucco meglio riuscito allora risulta essere una certa sensazione illusoria e senza speranza d’invincibilità, sostenuta per tre quarti di film in virtù della passione e della competenza dei protagonisti, e frantumata davanti all’impossibilità, anche del più eroe fra gli eroi umani, di domare la natura.
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carloalberto
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sabato 26 febbraio 2022
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noia e sensi di colpa
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La narrazione romanzata, con un pathos artificiosamente creato a tavolino, prevale, dall’inizio e fino ai titoli di coda, sulla drammaticità della storia vera, cui si ispira un film dalla scrittura convenzionale, che alterna scene d’azione spettacolari a lente, lunghe e noiosissime sequenze sulla vita familiare dei protagonisti.
Con un cast di così alto livello, in cui spicca il vecchio Jeff Bridges, sebbene in un ruolo secondario, e con un soggetto di questo tipo si sarebbe potuta realizzare un’opera diversa, meno familistica ed intimista e più realistica, ma Joseph Kosinski punta fin da subito a coinvolgere emotivamente lo spettatore al fine di suscitare una forzata empatia con i personaggi principali e lo fa con quella retorica insopportabile ed il sentimentalismo melenso e sdolcinato tipicamente hollywoodiano che purtroppo producono l’effetto opposto.
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La narrazione romanzata, con un pathos artificiosamente creato a tavolino, prevale, dall’inizio e fino ai titoli di coda, sulla drammaticità della storia vera, cui si ispira un film dalla scrittura convenzionale, che alterna scene d’azione spettacolari a lente, lunghe e noiosissime sequenze sulla vita familiare dei protagonisti.
Con un cast di così alto livello, in cui spicca il vecchio Jeff Bridges, sebbene in un ruolo secondario, e con un soggetto di questo tipo si sarebbe potuta realizzare un’opera diversa, meno familistica ed intimista e più realistica, ma Joseph Kosinski punta fin da subito a coinvolgere emotivamente lo spettatore al fine di suscitare una forzata empatia con i personaggi principali e lo fa con quella retorica insopportabile ed il sentimentalismo melenso e sdolcinato tipicamente hollywoodiano che purtroppo producono l’effetto opposto.
Il tanto sospirato coinvolgimento è ottenuto soltanto con le foto dei veri protagonisti della tragica vicenda, collocate, come è d’obbligo in questo genere di film, nelle sequenze finali. A questo punto, forse, sarebbe stato meglio se Kosinski avesse invertito le sequenze, facendo scorrere le immagini dei diciannove pompieri di Yarnell Hill prima dei titoli di testa, così da influenzare lo stato d’animo dello spettatore predisponendolo ad una partecipazione commossa alla storia, che subentra invece soltanto alla fine, insieme al senso di colpa per aver sbadigliato continuamente durante la visione del film.
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stenoir
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giovedì 19 agosto 2021
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"cenere alla cenere", purtroppo
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Fire Squad è uno di quei casi di film in cui è prevalente, per una valutazione generale, il contributo emozionante ed emozionale. Pur giudicando il prodotto più che buono, effetti speciali compresi, è indubbio che la parte toccante -e probabilmente migliore- sia quella relativa al perché il film sia stato girato (tratto da un articolo apparso su GQ e scritto da Sean Flynn) e sia conosciuto. Siamo nel 2013 in Arizona ed Eric Marsh (Josh Brolin) è a capo di una squadra Fire and Rescue, un reparto speciale di Vigili del fuoco, ma comunque qualificato come comunale; il suo sogno ed il suo obiettivo sono di diventare Hotshots (in breve, coloro che, soprattutto nei boschi, cercano di bloccare il fuoco che avanza, accendendo un altro fuoco).
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Fire Squad è uno di quei casi di film in cui è prevalente, per una valutazione generale, il contributo emozionante ed emozionale. Pur giudicando il prodotto più che buono, effetti speciali compresi, è indubbio che la parte toccante -e probabilmente migliore- sia quella relativa al perché il film sia stato girato (tratto da un articolo apparso su GQ e scritto da Sean Flynn) e sia conosciuto. Siamo nel 2013 in Arizona ed Eric Marsh (Josh Brolin) è a capo di una squadra Fire and Rescue, un reparto speciale di Vigili del fuoco, ma comunque qualificato come comunale; il suo sogno ed il suo obiettivo sono di diventare Hotshots (in breve, coloro che, soprattutto nei boschi, cercano di bloccare il fuoco che avanza, accendendo un altro fuoco). Brendan McDonough (Miles Teller) è un ragazzo disoccupato e abusa di droga e sta per diventare padre; quando verrà rilasciato a seguito di un furto, decide di arruolarsi come vigile del fuoco, proprio nella squadra di Marsh, il quale, nonostante le opinioni contrarie di alcuni del gruppo, concede una possibilità a Brendan. Quando loro due, insieme ad altri diciotto uomini, riusciranno (dopo alcuni esami di valutazione) ad essere promossi ufficialmente al rango di Hotshots con il nome di Granite Mountain, la loro esistenza sarà segnata. In un cast comprendente anche Jeff Bridges e Andie MacDowell, spicca su tutti, la sempre meravigliosa Jennifer Connelly (interpreta in maniera intensa Amanda Marsh, la moglie di Eric) desiderosa di allargare la famiglia con il proprio marito, considerato anche l’età non più giovane di entrambi, ma lui è sempre stato restio. Forse dopo un’ultima missione, con il conseguente addio a un lavoro così pericoloso, le cose sarebbero potute cambiare.
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wolvie
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domenica 15 novembre 2020
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meglio "fuoco assassino"
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Che tipo di film è "Only the Brave" ? Forse l ennesimo racconto dedicato ad un gruppo d eroi dediti al sacrificio in nome di un valore più alto? Ennesimo racconto tratto da una storia vera ? Classico dramma con sovrapposizione delle fotografite dei reali protagonisti sui titoli finali? Certamente è tutto questo, in più aggiungeteci l ambientazione western dell' Arizona, frullate il tutto e il film è fatto.
Però poi ci pensi e aggiungi che il film è raccontato un po' troppo alla repubblican-way e si respira un po' troppa aria proto machista- razzista.
Squadra di vigili del fuoco ambientali, per avere la certificazione di gruppo d élite, deve affrontare gli incendi più devastanti che scoppiano in zona.
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Che tipo di film è "Only the Brave" ? Forse l ennesimo racconto dedicato ad un gruppo d eroi dediti al sacrificio in nome di un valore più alto? Ennesimo racconto tratto da una storia vera ? Classico dramma con sovrapposizione delle fotografite dei reali protagonisti sui titoli finali? Certamente è tutto questo, in più aggiungeteci l ambientazione western dell' Arizona, frullate il tutto e il film è fatto.
Però poi ci pensi e aggiungi che il film è raccontato un po' troppo alla repubblican-way e si respira un po' troppa aria proto machista- razzista.
Squadra di vigili del fuoco ambientali, per avere la certificazione di gruppo d élite, deve affrontare gli incendi più devastanti che scoppiano in zona. Guidati da un super macho ( Brolin oramai è il Gerald Butler della Hollywood che conta !) che ha rapporti difficili con la moglie (allevatrice di cavalli !!!), una Jennifer Connelly nel personaggio meglio costruito del film.
Cameratismo, sacrificio e senso di appartenenza ad un gruppo, succedaneo della famiglia, c è tutto, manca però l emozione e la commozione....alla prossima !
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st7n
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venerdì 29 maggio 2020
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quando l' emozione non ha voce
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Eroi, che diventano cenere, ma che per fortuna, anche con questo film, non si dimenticano. Il film racconta la vicenda di un gruppo di vigili del fuoco che combatterono per spegnere l' incendio di Yarnell Hill, avvenuto in Arizona nel 2013, in cui persero la vita 19 membri del gruppo. Quei 19 membri oggi non vengono dimenticati e riposano in pace, sotto una meraviglisa quercia, quella che loro stessi, hanno salvato qualche tempo prima.
C'e' sicuramente poco da dire e raccontare, rispetto purtroppo alla tragedia gia' accaduta.
Stupefacente la colonna sonora finale di Dierks Bentley "HOLD THE LIGHT".
Tutto il resto e nel mezzo, semplicemente la vita di un gruppo di eroi.
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Eroi, che diventano cenere, ma che per fortuna, anche con questo film, non si dimenticano. Il film racconta la vicenda di un gruppo di vigili del fuoco che combatterono per spegnere l' incendio di Yarnell Hill, avvenuto in Arizona nel 2013, in cui persero la vita 19 membri del gruppo. Quei 19 membri oggi non vengono dimenticati e riposano in pace, sotto una meraviglisa quercia, quella che loro stessi, hanno salvato qualche tempo prima.
C'e' sicuramente poco da dire e raccontare, rispetto purtroppo alla tragedia gia' accaduta.
Stupefacente la colonna sonora finale di Dierks Bentley "HOLD THE LIGHT".
Tutto il resto e nel mezzo, semplicemente la vita di un gruppo di eroi.
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vepra81
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martedì 7 aprile 2020
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troppa cenere
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Per quanto riguarda la vicenda realmente accaduta non esprimo nessun parere in quanto non può essere in alcun modo recensita. Se parliamo del mero film come struttura e sceneggiatura devo dire che l'ho trovato un pò noioso. Un film di due ore di cui più della metà a guardarsi intorno. Avrei dato più spazio all'incendio finale. Più emozioni, più storie, più realtà.
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mauro@lanari
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mercoledì 26 settembre 2018
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d'aerei e metafisica
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(In collaborazione con Orietta Anibaldi) "Only the Brave" termina con una fras'in sovrimpressione: "The Yarnell Hill fire is the greatest loss of firefighters in the U.S. since the September 11 attacks" ("L'incendio di Yarnell Hill è la più grande perdita di pompieri negli Stati Uniti dagl'attacchi dell'11 settembre"), e il pensiero corre ai legami coll'episodio d'Iñárritu incluso nel collettaneo "11 settembre 2001" del 2002: strage (pure) di pompieri causata da un'o più aeroplani. S'avverte il senso di caducità biblica descritta in Genesi 3, 19: "polvere tu sei e in polvere tornerai", e si può reagire evocando la strofa di Neil Young citata da Cobain alla fine della sua lettera d'addio: "It's better to burn out/than to fade away".
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(In collaborazione con Orietta Anibaldi) "Only the Brave" termina con una fras'in sovrimpressione: "The Yarnell Hill fire is the greatest loss of firefighters in the U.S. since the September 11 attacks" ("L'incendio di Yarnell Hill è la più grande perdita di pompieri negli Stati Uniti dagl'attacchi dell'11 settembre"), e il pensiero corre ai legami coll'episodio d'Iñárritu incluso nel collettaneo "11 settembre 2001" del 2002: strage (pure) di pompieri causata da un'o più aeroplani. S'avverte il senso di caducità biblica descritta in Genesi 3, 19: "polvere tu sei e in polvere tornerai", e si può reagire evocando la strofa di Neil Young citata da Cobain alla fine della sua lettera d'addio: "It's better to burn out/than to fade away". Ma il regista messicano chiud'il proprio cortometraggio con una didascalia ch'è una denuncia sociopolitica al teismo o alla sua variante fondamentalista, la sua filmografia s'esaurisce nell'analisi critic'antropologica, gl'è estraneo un ragionamento più vasto, esteso alla globalità dell'ecosistema. "Riempitevi di questa splendida vista, tenetela dentro di voi, perché quando farete il battesimo non saprete più guardare un bosco e apprezzarne la pura bellezza. Dopo che avrete assaggiato il bastardo sul campo, riuscirete a vedere soltanto una cosa: combustibile." Kosinski usa tale discorso dell'Eric Marsh di Josh Brolin per aprirsi a un "malum mundi" che permea la realtà con una ferocia come forse solo nel paesaggio tanto sbalorditivo quanto crudele di "Kekexili: Mountain Patrol" (2004). Non è la natura matrigna di Leopardi, bensì una natura violenta m'ancor prima violentata da leggi che vèssan'ogni entità cosmica, e ciò spiega l'altrimenti contraddittoria "Battaglia in paradiso". "Fire Squad" non indugia su presunti atti d'eroismo, raccont'invece d'una "quotidianità del male" contrappost'a un'analoga epicità del e nel quotidiano, ch'emerge alla cronaca e fa notizia se o quando càpita ch'abbandoni il proprio consueto basso profilo. Siamo dunque dalle parti del Bowie d'"Ashes to Ashes", non d'"Heroes". Il "malum mundi" di Kosinski ha un'ulteriore prerogativa nient'affatto umana: irrompe con le sembianze della fatalità metafisica, un velivolo che sgancia il carico d'acqua sbagliando le coordinate. Nulla del genere nei due aerei d'Iñárritu. Viceversa è Klimov che, in "Va' e vedi" del 1985, trasfigura i bombardieri nazisti nel nefasto rombare di piccole macchie scure volteggianti sopra la terra.
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mauro@lanari
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lunedì 24 settembre 2018
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d'aerei e metafisica
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(In collaborazione con Orietta Anibaldi)
"Only the Brave" termina con una fras’in sovrimpressione: "The Yarnell Hill fire is the greatest loss of firefighters in the U.S. since the September 11 attacks" ("L'incendio di Yarnell Hill è la più grande perdita di pompieri negli Stati Uniti dagl’attacchi dell'11 settembre"), e il pensiero corre ai legami coll'episodio d'Iñárritu incluso nel collettaneo "11 settembre 2001" del 2002: strage (pure) di pompieri causata da un'o più aeroplani. S'avverte il senso di caducità biblica descritta in Genesi 3, 19: "polvere tu sei e in polvere tornerai", e si può reagire evocando la strofa di Neil Young citata da Cobain alla fine della sua lettera d'addio: "It's better to burn out/than to fade away".
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(In collaborazione con Orietta Anibaldi)
"Only the Brave" termina con una fras’in sovrimpressione: "The Yarnell Hill fire is the greatest loss of firefighters in the U.S. since the September 11 attacks" ("L'incendio di Yarnell Hill è la più grande perdita di pompieri negli Stati Uniti dagl’attacchi dell'11 settembre"), e il pensiero corre ai legami coll'episodio d'Iñárritu incluso nel collettaneo "11 settembre 2001" del 2002: strage (pure) di pompieri causata da un'o più aeroplani. S'avverte il senso di caducità biblica descritta in Genesi 3, 19: "polvere tu sei e in polvere tornerai", e si può reagire evocando la strofa di Neil Young citata da Cobain alla fine della sua lettera d'addio: "It's better to burn out/than to fade away". Ma il regista messicano chiud’il proprio cortometraggio con una didascalia ch'è una denuncia sociopolitica al teismo o alla sua variante fondamentalista, la sua filmografia s'esaurisce nell'analisi critic'antropologica, gl'è estraneo un ragionamento più vasto, esteso alla globalità dell'ecosistema. "Riempitevi di questa splendida vista, tenetela dentro di voi, perché quando farete il battesimo non saprete più guardare un bosco e apprezzarne la pura bellezza. Dopo che avrete assaggiato il bastardo sul campo, riuscirete a vedere soltanto una cosa: combustibile." Kosinski usa tale discorso dell'Eric Marsh di Josh Brolin per aprirsi a un "malum mundi" che permea la realtà con una ferocia come forse solo in "Kekexili: Mountain Patrol" (2004) e nel suo paesaggio tanto sbalorditivo quanto crudele. Non è la natura matrigna di Leopardi, bensì una natura violenta m'ancor prima violentata da leggi che vèssan'ogni entità cosmica, e ciò spiega l'altrimenti contraddittoria "Battaglia in paradiso". "Fire Squad" non indugia su presunti atti d'eroismo, raccont'invece d'una "quotidianità del male" contrappost'a un'analoga epicità del e nel quotidiano, ch'emerge nella cronaca e fa notizia se o quando càpita ch'abbandoni il proprio consueto basso profilo. Il "malum mundi" di Kosinski ha un'ulteriore prerogativa nient'affatto umana: irrompe con le sembianze della fatalità metafisica, un velivolo che sgancia il carico d'acqua sbagliando le coordinate. Nulla del genere nei due aerei d'Iñárritu. Viceversa è Klimov che, in "Va' e vedi" del 1985, trasfigura i bombardieri nazisti nel nefasto rombare di piccole macchie scure volteggianti sopra la terra.
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samanta
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sabato 25 agosto 2018
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il fuoco del dovere
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Il 28 giugno 2013 19 vigili del fuoco municipali di Prescott della squadra denominata hotshots che costituisce l'élite dei vigili del fuoco, muoiono in Arizona a Yarnell durante un colossale incendio nei boschi, sorpresi dal cambiamento di direzione del fuoco.
Il film parte da questo episodio vero per descrivere la nascita di questa squadra di vigili municipali che lottano per avere la certificazione di hotshots, la comanda e dirige Marsh (Josh Brolin, Non è un paese per vecchi, nomination Oscar attore n.p. per Milk) ) capo carismatico e cocciuto che fa di tutto per ottenere l'ambita certificazione e che affronta il lavoro con notevole grinta, mettendo talvolta in crisi il rapporto con la moglie Amanda (Jennifer Connelly: C'era una volta il West, Oscar attrice n.
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Il 28 giugno 2013 19 vigili del fuoco municipali di Prescott della squadra denominata hotshots che costituisce l'élite dei vigili del fuoco, muoiono in Arizona a Yarnell durante un colossale incendio nei boschi, sorpresi dal cambiamento di direzione del fuoco.
Il film parte da questo episodio vero per descrivere la nascita di questa squadra di vigili municipali che lottano per avere la certificazione di hotshots, la comanda e dirige Marsh (Josh Brolin, Non è un paese per vecchi, nomination Oscar attore n.p. per Milk) ) capo carismatico e cocciuto che fa di tutto per ottenere l'ambita certificazione e che affronta il lavoro con notevole grinta, mettendo talvolta in crisi il rapporto con la moglie Amanda (Jennifer Connelly: C'era una volta il West, Oscar attrice n.p. per A Beautiful Mind), in una parte secondaria c'é anche Andie MacDowell (Ricomincio da Capo) brava attrice che però non è riuscita a sfondare sugli schermi. Altro personaggio su cui si sofferma il film è Brendan (Miles Teller: Whiplash, The Divergent series), Brendan è un soggetto debole, tossicodipendente, con piccoli precedenti penali che mette incinta la sua ragazza che dà alla luce una bambina, la responsabilità di padre lo induce a entrare nel corpo dei vigili; Marsh malgrado tutti dubitino di lui, lo mette sottopressione con l'addestramento e lo fa diventare un uomo responsabile. La squadra ottiene la certificazione e raggiunge la fama salvando dal fuoco un albero di 2500 anni. Il giorno della tragedia Marsh fa allontanare dal Gruppo Brendan perché faccia da vedetta per avvistare la marcia del fuoco, sarà così l'unico della squadra a salvarsi, i 19 compagni investiti dall'immane incendio muoiono. E' evidentemente un film celebrativo, ma c'é poca retorica e sentimentalismo nel film che si vede agilmente, certo alcuni temi ad esempio se il lavoro condotto all'estremo possa mettere in crisi i rapporti famigliari ovvero se la famiglia sia avanti al lavoro, avrebbero potuto essere meglio approfonditi. Peraltro il film si vede con interesse le scene degli incendi non appesantiscono la narrazione, il cast degli attori è molto buono e l'interpretazione non indulge a facili apologie di un mestiere che i fatti di tutti i giorni mostrano non solo la sua importanza ma evidenziano l'eroismo di una professione. Ha diretto con mano sicura Joseph Kosinski (all'inizio della sua carriera cinematografica precedenti film: Tron Legacy, Oblivion).
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ashtray_bliss
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giovedì 8 marzo 2018
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land of the free, home of the brave!
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Joseph Kosinski esce dalla sua comfort zone, ovvero il cinema sci-fi, e prova a cimentarsi nel genere drammatico tratto da una storia vera; una tragedia realmente avvenuta e di recente memoria che coinvolse un gruppo di vigili del fuoco, i Granite Mountain hotshots (AZ). Precisamente il film è incentrato sul devastante incendio scoppiato nel 2013 nei pressi della piccola cittadina di Yarnell, Arizona, durante il quale fu dispiegato il gruppo speciale di pompieri Granite Mountain Hotshots, normalmente con base operativa a Prescott. Durante la missione le cose si complicano, mentre l'incendio, inizialmente sottovalutato, inizia a divampare sulla collina mettendo a rischio la vita del gruppo.
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Joseph Kosinski esce dalla sua comfort zone, ovvero il cinema sci-fi, e prova a cimentarsi nel genere drammatico tratto da una storia vera; una tragedia realmente avvenuta e di recente memoria che coinvolse un gruppo di vigili del fuoco, i Granite Mountain hotshots (AZ). Precisamente il film è incentrato sul devastante incendio scoppiato nel 2013 nei pressi della piccola cittadina di Yarnell, Arizona, durante il quale fu dispiegato il gruppo speciale di pompieri Granite Mountain Hotshots, normalmente con base operativa a Prescott. Durante la missione le cose si complicano, mentre l'incendio, inizialmente sottovalutato, inizia a divampare sulla collina mettendo a rischio la vita del gruppo. Tragico epilogo della vicenda furono le 19 vittime che persero drammaticamente la vita nel tentativo di spegnere il fuoco e mettere al sicuro la cittadina sottostante.
Concluse le debite premesse, il film in questione non offre alcuna particolare novità, spunto interessante o perlomeno originale, ma segue pari-passo la ricetta ormai consolidata delle pellicole drammatiche ispirate a eventi reali tragici e dal tono innegabilmente autocelebrativo, colme di un'americanismo anacronistico e talvolta ridondante. Il risultato è quello ambito dalle pellicole in questione: enfatizzare il lato eroico dell'uomo comune, il senso di sacrificio e sprezzo per il pericolo ma anche evidenziare il bonding spontaneo che si crea tra gli uomini che, volenti o meno, sono costretti a proteggersi a vicenda e fidarsi l'uno dell'altro in situazioni estreme. La pellicola di Kosinski in tal senso porta a termine la missione al cento per cento.
E probabilmente il pubblico americano saprà apprezzare questo film molto di più rispetto al pubblico d'oltreoceano, non soltanto per la vicinanza con la tragedia, la quale non conosce confini geografici - essendo il dramma umano sempre universale, in grado di toccare, ferire ed emozionare a prescindere dal soggetto che viene colpito - ma appunto per il tono enfatico della pellicola, a sostegno della retorica intrisa di americanismo, alla quale sono maggiormente esposti e abituati.
Il vero difetto del film va quindi individuato nella ripetitività del argomento proposto: lo spirito eroico (fieramente americano) dell'uomo della porta accanto che sfida il pericolo, sacrificando spesso se stesso, per un bene più grande. E' proprio questo motivo, cinematografico e narrativo, ad essere stato abbondantemente sfruttato dalla filmografia a stelle e strisce, dalla più remota a quella più recente, dove cambiano solo i registri, i personaggi e le condizioni ma le premesse restano identiche (basti guardare la filmografia recente di Peter Berg o quella dell'irraggiungibile Estwood, passando dai film bellici più freschi, come Act of Valor e 13 Hours e finendo col catastrofico -in tutti i sensi- Geostorm). L'eroismo americano è quello che ruba la scena ai veri protagonisti, alle persone reali che hanno rischiato e infine perso la vita tra le fiamme, le quali non vengono omaggiate adeguatamente attraverso il prodotto in oggetto.
Only the Brave, è composto da una storia tutto sommato godibile seppur spaventosamente prevedibile, fortunatamente con poca azione ed effetti speciali che si concentra sopratutto sulle dinamiche che si creano tra protagonisti; ciò che interessa maggiormente al regista. L'amicizia, la fratellanza, il senso di bonding e la complicità che si crea e che lega i soggetti fra loro, accomunati da un lavoro ad alto rischio, spirito di abnegazione e sprezzo per il pericolo.
La caratterizzazione psicologica è interessante ma ovviamente lo script si concentra soltanto su tre dei protagonisti (anzichè su diciannove), interpretati rispettivamente da Josh Brolin, Miles Teller e Taylor Kitsch. Attorno a loro gravitano attori di livello, rilegati a ruoli di supporto senza infamia e senza lode, quali Jeff Bridges nei panni di un saggio supervisore, e Jennifer Connelly nelle vesti di una moglie incompresa e talvolta trascurata dal marito, Eric Marsh, costantemente assorbito dal proprio lavoro e dal peso delle responsabilità. I problemi, le pressioni, gli scheletri negli armadi dei rispettivi protagonisti vengono elaborati bene da Kosinski ma sa tutto di già visto: il giovane con problemi di droga alle spalle che vuole mettere la testa a posto, il capo dei forestali con problemi coniugali, il ragazzotto di provincia un po' bullo ma sotto-sotto dal cuore d'oro.
Nei minuti restanti, Kosinski si focalizza sul duro e costante allenamento che questi vigili del fuoco devono subire, costituito da lunghe e faticose prove, necessario per guadagnarsi il titolo di "Hotshots", ovvero il titolo ambito che certifica le qualità di una squadra speciale di forestali; Hotshots sono i migliori nel loro ambito, i più esperti e adeguati nel gestire situazioni di emergenza. Le sequenze in questione sono girate molto bene, l'utilizzo coscienzioso degli effetti speciali e delle scene non particolarmente sensazionali è senza dubbio pregevole ma al contempo è anche a discapito della pellicola stessa, essendo priva di scene memorabili.
La linearità della trama, segue uno schema preciso e consolidato come quello di un classico war movie, ma appare anch'essa priva di un ritmo particolarmente incalzante, di colpi di scena memorabili o dell'elemento di suspense necessario per creare e mantenere l'interesse degli spettatori. Per quanto mi riguarda, non si riesce nemmeno a creare e instaurare una vera e propria empatia coi protagonisti, dei quali si visiona la routinaria quotidianità senza sentirsi tuttavia partecipi. Davvero notevole la fotografia, con alcune memorabili riprese dall'alto, e la regia di livello di Kosinski che costruisce però un dramma umano piatto, privo del necessario pathos, poco coinvolgente e a tratti noioso, conducendolo passo dopo passo verso il finale, che rappresenta l'acme della drammaticità. Il finale è veramente costruito bene, ma la rigorosità con la quale viene rappresentato, naturalmente privo di scene sensazionalistiche o crude dal gusto discutibile che avrebbero fatto deragliare la pellicola, non riesce a smuovere totalmente lo spettatore e coinvolgerlo emotivamente nemmeno nell'atto finale.
In conclusione, Only the Brave è un prodotto davvero ben confezionato, costellato da una valida regia e da attori di indiscusso talento fra cui dei Premi Oscar. La storia, tuttavia, non riesce mai del tutto a catturare e coinvolgere lo spettatore, complice forse una sceneggiatura improntata a far emergere l'americanismo di facile consumo, ben inquadrato del resto, sin dal titolo originale. Consigliato: Nì, si lascia seguire ma non lascia alcun segno, 2/5.
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[+] "non lascia alcun segno"
(di mauro@lanari)
[ - ] "non lascia alcun segno"
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