flyanto
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lunedì 8 gennaio 2018
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inseguendo la propria passione sin nel regno dei m
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A Natale puntualmente esce nelle sale cinematografiche un film cartoon per il pubblico dei più giovani o giovanissimi e quest'anno, per la precisione, "Coco" della Pixar.
Ambientato in Messico, la storia racconta di un ragazzino che ama ed è particolarmente dotato per la musica.
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A Natale puntualmente esce nelle sale cinematografiche un film cartoon per il pubblico dei più giovani o giovanissimi e quest'anno, per la precisione, "Coco" della Pixar.
Ambientato in Messico, la storia racconta di un ragazzino che ama ed è particolarmente dotato per la musica. Ma la sua famiglia, poichè generazioni addietro vi è stato un avo che abbandonò la propria consorte e la figlia piccola (la Coco del titolo) proprio per inseguire il suo sogno di diventare cantante e musicista, non approva affatto questa inclinazione e, pertanto gliela vieta. Il piccolo, nel giorno dei Morti che in Messico viene celebrato in maniera particolarmente sentita, decide di disobbedire al divieto impostogli e provare a partecipare ad un'audizione con la sua chitarra nella pubblica piazza del paese. Da questo momento per lui inizierà un'avventura fantastica che lo farà passare addirittura nel regno dei morti dove vivrà numerose esperienze che lo condurranno anche ad una verità mai conosciuta.....
Un film ricco di temi e molto ben rappresentato dal punto di vista sia della grafica che soprattutto della cultura e delle tradizioni messicane a noi così lontane e poco conosciute. Soltanto per come "Coco" è strato realizzato dal puntio di vista visivo vale già la pena di essere visto: il regno dei morti tanto profondamente sentito in Messico, viene in "Coco" così ben presentato, e pure in forma buffa, molto colorata e simpatica tale da non spaventare i più piccoli del pubblico, che rende perfettamente l'idea di popoli così diversi da noi. La storia, inoltre, pone l'accento sia sull'importanza di realizzare, nonostante gli ostacoli, i propri sogni e le proprie passioni, che soprattutto sul valore della famiglia, dei ricordi legati al passato insieme all'affetto sempre vivo dei propri avi che contribuiscono ad arricchire e legare tutti gli individui di uno stesso nucleo familiare. Un bel messaggio per pubblico dei più giovani che però induce a riflettere anche gli adulti ed, anzi, occorre specificare, che "Coco" è un cartoon, sicuramente molto più adatto e comprensibile ad un pubblico di ragazzini più grandi, come anche dei loro genitori che ben sapranno apprezzare, divertendosi, l'intero sviluppo e significato della vicenda.
Senza alcun dubbio consigliabile.
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stefano73
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domenica 7 gennaio 2018
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per famiglie enche se con trama intrecciata
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Miguel per rincorrere la sua passione per la musica, passerà involontariamente nel regno dei morti e rincontrerà i suoi antenati di famiglia.
La grafica animata è davvero impeccabile e l'ambientazione messicana è ben ricostruita.
Anche se è un film di animazione per famiglie, la trama è complessa e piuttosto intrecciata.
Il divertimento c'è ma sono soprattutto le vicende , l'azione e soprattutto i sentimenti a farci godere questo spettacolo.
Qualche lacrima è concessa.
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ladygio99
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venerdì 5 gennaio 2018
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un uomo muore solo quando viene dimenticato
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Un uomo muore solo quando viene dimenticato.
È questo quello che "Coco" cerca di comunicare. A ognuno di noi è capitato di perdere una persona cara e nonostante non la vediamo tutti i giorni, quest'ultima la ricordiamo attraverso foto o magari oggetti che in vita era solita usare. La morte è un tema delicato da capire e comprende , specie se vuoi esporlo ad un bambino. Ma "Coco" ci riesce e funziona in tutte le sue scelte.
Miguel, il protagonista del film, entra per errore nella Terra dei Morti, un posto uguale al nostro mondo ma popolato da scheletri anziché persone in carne ed ossa.
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Un uomo muore solo quando viene dimenticato.
È questo quello che "Coco" cerca di comunicare. A ognuno di noi è capitato di perdere una persona cara e nonostante non la vediamo tutti i giorni, quest'ultima la ricordiamo attraverso foto o magari oggetti che in vita era solita usare. La morte è un tema delicato da capire e comprende , specie se vuoi esporlo ad un bambino. Ma "Coco" ci riesce e funziona in tutte le sue scelte.
Miguel, il protagonista del film, entra per errore nella Terra dei Morti, un posto uguale al nostro mondo ma popolato da scheletri anziché persone in carne ed ossa. Il suo sogno è diventare un musicista ma la sua famiglia da intere generazioni ha sempre disprezzato quest'arte sonora, per questo il bambino, prima di tornare a casa vuole ricevere da uno dei suoi parenti defunti una benedizione per poter realizzare il suo sogno. Al suo fianco, ci sarà lo scheletro Hector, personaggio dal cuore d'oro e forse il migliore all'interno del film perché è lui quello che trasmette le morali più importanti di questo cartone. I messaggi che "Coco" manda sono all'ordine del giorno e sarebbe ridicolo definirli scontati. Insegna ad inseguire i propri obbiettivi ma allo stesso tempo di non mettere in secondo piano la famiglia che, in un modo o nell'altro sarà sempre vicino a te e ti darà sostegno. E in fine, quello di non dimenticare mai chi non c'è più come fa la nonna di Miguel che nonostante la sua età non ha mai scordato il suo caro papà morto a causa dell'avidità di un uomo che il bambino protagonista credeva suo eroe.
La seconda parte del film è la più emozionante, piena di canzoni meravigliose, colpi di scena, dove Miguel e Hector rischiano la vita l'uno per l' altro e un finale strappa lacrime.
Un film che tutti i bambini dovrebbero assolutamente vedere, sia per i suoi valori ma anche per far conoscere loro una cultura diversa e, grazie ad una sceneggiatura semplice ma elettrizzante, riuscirà a farli sognare.
Il doppiaggio è buono e l'adattamento in italiano della canzone "Un Poco Loco" non mi è affatto dispiaciuto nonostante la preferisco in originale.
Anche se non sono una fan della Pixar e trovo la maggior parte dei suoi film non meritano tutta la lode che hanno, per Coco non lo penso affatto così e credo che si merita di entrare nella Top ten de "I migliori film del 2017". Un cartone che emoziona tutti e forse, può aprire gli occhi a chi pensa che il mondo dell'animazione è solo per bambini.
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michelecamero
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venerdì 5 gennaio 2018
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per tutti
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La Pixar ha trasformato i cartoni animati in cinema d’animazione. Personalmente ne scelgo uno all’anno non essendo mai stato un fans accanito di cartoni. L’opzione quest’anno è andata su questo film molto bello sia per la scenografia, le musiche, i colori ma soprattutto per la scelta dei temi da trattare ed i contenuti. Sembra veramente un film con una sua anima dentro che per tutta la durata ci riconnette ai buoni sentimenti, agli affetti familiari, al doveroso rispetto dei defunti, un culto che in fondo unisce tutti gli uomini di buona volontà, indipendentemente dalle appartenenze culturali, religiose, linguistiche, di razza. Se proprio dovessi individuarne un neo, direi che non mi è parso proprio adatto ai bambini di ogni età, ma piuttosto a quelli già in età scolare oltre che ai grandi.
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La Pixar ha trasformato i cartoni animati in cinema d’animazione. Personalmente ne scelgo uno all’anno non essendo mai stato un fans accanito di cartoni. L’opzione quest’anno è andata su questo film molto bello sia per la scenografia, le musiche, i colori ma soprattutto per la scelta dei temi da trattare ed i contenuti. Sembra veramente un film con una sua anima dentro che per tutta la durata ci riconnette ai buoni sentimenti, agli affetti familiari, al doveroso rispetto dei defunti, un culto che in fondo unisce tutti gli uomini di buona volontà, indipendentemente dalle appartenenze culturali, religiose, linguistiche, di razza. Se proprio dovessi individuarne un neo, direi che non mi è parso proprio adatto ai bambini di ogni età, ma piuttosto a quelli già in età scolare oltre che ai grandi. Comunque per la famiglia rappresenta un bel modo di passare un Pomeriggio/sera tutti insieme fuori di casa.
michele camero
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udiego
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giovedì 4 gennaio 2018
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musica maestro
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Miguel ha la musica nel sangue ed il suo grande sogno è diventare un grande musicista. Purtroppo i suoi famigliari ha deciso ormai da parecchi anni di bandire definitivamente la musica dalle loro vite, dopo che uno dei loro avi in passato ha deciso di abbandonare moglie e la figlia piccola per dedicarsi alla musica e raggiungere il successo. Ma Miguel non si da per vinto ed è disposto a tutto per raggiungere i suoi sogni. Sogni che passano per un viaggio straordinario che lo porterà ad attraversare il mondo dei morti.
Lee Unkrich e Adrian Molina decidono, con COCO, di esplorare un mondo nuovo per l'universo PIXAR.
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Miguel ha la musica nel sangue ed il suo grande sogno è diventare un grande musicista. Purtroppo i suoi famigliari ha deciso ormai da parecchi anni di bandire definitivamente la musica dalle loro vite, dopo che uno dei loro avi in passato ha deciso di abbandonare moglie e la figlia piccola per dedicarsi alla musica e raggiungere il successo. Ma Miguel non si da per vinto ed è disposto a tutto per raggiungere i suoi sogni. Sogni che passano per un viaggio straordinario che lo porterà ad attraversare il mondo dei morti.
Lee Unkrich e Adrian Molina decidono, con COCO, di esplorare un mondo nuovo per l'universo PIXAR. Un mondo che forse ancora oggi risulta essere un tabù nella nostra società, un mondo dove gli adulti faticano molto a dare spiegazioni ai più piccoli. Il mondo dei morti. I creatori di COCO riescono nel non semplice obiettivo di immergerci completamente in questa dimensione, sia dal punto di vista visivo, bella ed azzeccata la scelta di ambientare il tutto in un paese come il Messico dove le tradizioni ed il folklore riguardanti il mondo dei morti sono molto forti e radicate nelle famiglie, sia dal punto di vista dei contenuti. La Pixar prosegue nel suo percorso di formazione, intrapreso inizialmente con INSIDE OUT, che tocca aspetti riguardanti la famiglia ed il rapporto tra gli adulti ed i sogni e le aspirazioni dei più piccoli passando attraverso i loro sentimenti e le loro emozioni. Il tutto è sviluppato in maniera armoniosa, in un continuo crescendo di emozioni. La sceneggiatura è gradevole, mai troppo pesante ma in grado di colpire nel profondo anche il pubblico più adulto. Come già citato in precedenza ottimi gli spunti visivi che si accompagnano ad alcune chicche musicali veramente notevoli. COCO è un film completo, capace di regalare momenti più divertenti e leggeri e situazioni dalle forti emozioni. Vengono toccati i diversi aspetti dei rapporti all'interno della famiglia, dalla voglia di emergere e di spaccare il mondo dei più giovani alla saggezza regalata dall'esperienza e dai ricordi dei più anziani. Tutti gli aspetti sono sviluppati alla pari e nessuno prende il sopravvento rispetto agli altri e solo la loro convivenza armoniosa regalerà gioia e serenità alla famiglia. COCO è un film che saprà divertire i più piccoli ma anche emozionare i più grandi, rivelandosi esattamente per quello che è, un ottimo film dedicato e creato per tutte le famiglie.
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domenica 31 dicembre 2017
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consigliatissimo.
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Bellissimo e con una tematica complicata ma ben riuscita. Per me uno dei film più belli della Disney.
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sabato 30 dicembre 2017
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emozione rara
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Un film che trasmette un emozione che in rarissimi casi mi è capitato di provare,lo consiglio a tutti
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sabato 30 dicembre 2017
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stupendo...
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Bellissimo film, ricco di emozioni, coloratissimo e commovente. Da vedere e rivedere...
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eugenio
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lunedì 25 dicembre 2017
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musica, miguel!
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La Pixar segna ancora un punto a suo favore con un film che di natalizio non ha nulla, almeno di primo acchito.
Sfavillante e sgargiante, Coco di Lee Unkrich (già regista di Toy Story 3) narra le avventure di Miguel, dodicenne baldanzoso e sincero con un sogno, come da tradizione Disney: seguire le gesta del suo idolo, Ernesto de la Cruz, famoso chitarrista e partecipare a un concorso musicale, contro il volere della famiglia.
Infatti, nonostante Miguel abbia la musica nel sangue, la sua famiglia, al contrario, non vede di buon occhio questa sua “inclinazione” perché l’anziana bisnonna, la Coco del titolo, fu lasciata in tenera età dal padre che abbandonò tutti e tutto per seguire la sua inclinazione naturale: la carriera e il successo in ambito canoro.
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La Pixar segna ancora un punto a suo favore con un film che di natalizio non ha nulla, almeno di primo acchito.
Sfavillante e sgargiante, Coco di Lee Unkrich (già regista di Toy Story 3) narra le avventure di Miguel, dodicenne baldanzoso e sincero con un sogno, come da tradizione Disney: seguire le gesta del suo idolo, Ernesto de la Cruz, famoso chitarrista e partecipare a un concorso musicale, contro il volere della famiglia.
Infatti, nonostante Miguel abbia la musica nel sangue, la sua famiglia, al contrario, non vede di buon occhio questa sua “inclinazione” perché l’anziana bisnonna, la Coco del titolo, fu lasciata in tenera età dal padre che abbandonò tutti e tutto per seguire la sua inclinazione naturale: la carriera e il successo in ambito canoro. Da quel momento, madre, figlia hanno bandito ogni nota, escludendo la musica dalla loro vita.
Ebbene, nel giorno dei morti, in Messico, nella ricorrenza di commemorazione dei defunti, dopo un incidente alla chitarra, rotta con veemenza dall’anziana nonna, Miguel ruba nella cappella del suo trisavolo (senza volto -a mò di spregio della famiglia abbandonata-), l’atavica chitarra e non appena ne tenta un accordo, si ritrova a sorpresa “trasportato” in un altro mondo, quello dei morti.
Inizialmente sconvolto, Miguel ritroverà, in una comunità scintillante e umanamente “viva” malgrado l’ossimoro, i suoi cari defunti ora arzilli scheletri e cercherà di chiarire con la sua determinazione e intraprendenza, il mistero del suo avo, ricucendo i rapporti sospesi tra vivi e morti.
Il legame con i defunti, il valore della memoria, la libertà dell’espressione con la musica, le usanze celebrative delle comunità latine, una venata ispirazione al Libro della vita di Jorge Gutiérrez, unite a una vitalità da cartoon e una musica propedeutica allo sviluppo sono gli ingredienti di Coco.
Un cartoon commovente, meraviglioso, trascinante che come già i precedenti Inside Out eUp, rende lo spettatore partecipe attivo di temi complessi che entrano ed escono dalla sceneggiatura con la massima naturalezza, sulla spinta di un “pretesto-ossessione”, il perseguimento della vocazione musicale e gli effetti che questa crasi inevitabile genera con la famiglia, fino alla colpa più grave: il tradimento da parte chi sembrava volerci bene.
Cocoè Miguel, è lo specchio giovane di quella vecchina dalla vita in bilico pronta a volare via, a dimenticare suo padre. Coco è un cammino, un vagare per la città dei morti. Coco è conoscenza della morte, incontro e superamento della meretrice verso un maggior grado di consapevolezza di sè. Coco è amicizia, quella che si crea tra Hector, uno scheletro allampanato e stravagante dal passato inaspettato e Miguel, grazie alla quale “il giovane adulto”, compirà quel faticoso conseguimento della maturità, nonostante il trauma e il dolore della perdita.
Morire significa dimenticare, non avere più memoria. Non è l’allontanemento di un corpo il tema di Coco, ma il recupero con l'aiuto del ricordo, della memoria di qualcuno che non è più tra noi ma il cui spirito aleggia in un trait-union tra morte e vita.
E non è un caso che in una delle scene più belle e commoventi del film, questo trait-union lo rappresenti la musica, uno degli arieti più spontanei, uno dei mezzi espressivi più poetici e al tempo stesso potenti. Originale e realistica, la musica accompagna Coco nel suo viaggio, al termine del quale, morti e vivi danzeranno insieme, uniti in un cammino, etereo e formale, divertito e elegiaco, coinvolgente e commovente.
Capolavoro Disney triste e felice al tempo stesso, in una leggerezza che sa di magia.
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(di pellicola74)
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gigi22562
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venerdì 8 dicembre 2017
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incredibilmente bello.commovente e divertente
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ho avuto la fortuna di vederlo in spagna dove non solo escono prima che da noi,ma molti capolavori anche internazionali da noi non arrivano proprio.la colonna sonora ,importante per un film sulla musica e' bellissima,e anche la trama scorre velocemente.basta dire che alla fine il pubblico ha applaudito.erano anni che non mi capitava di sentirlo per un film.
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