Sulle ali delle aquile (On Wings of Eagles) è una sorta di sequel di Momenti di Gloria del 1981, in cui si raccontava la storia del campione olimpico Eric Liddell. Il nuovo film di Stephen Shin e Michael Parker prende avvio negli anni '30, dopo che Liddell (interpretato da Joseph Fiennes) si è trasferito in Cina con la sua giovane famiglia. I ricordi delle Olimpiadi del 1924 appartengono al passato, e la storia di Liddell si intreccia con la tragedia dell'invasione giapponese avviata nel 1937.
Sulle ali delle aquile racconta dunque una storia vera, particolarmente drammatica e complessa, che esalta i valori della fratellanza e della determinazione dello spirito umano. In ultima analisi, però, il film risulta un lavoro assai limitato: i toni epici ricordano certe pellicole hollywoodiane in cui il supereroe di turno combatte il male, in una visione manichea della realtà; la quantità di temi affastellati (dall'esperienza personale di Liddell alle atrocità della guerra, dalla narrazione storica all'innesto di una pletora di personaggi secondari, i cui caratteri sono appena abbozzati) si traduce in una drammatizzazione schematica e superficiale, dal gusto di un insipido melodramma.
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Sulle ali delle aquile (On Wings of Eagles) è una sorta di sequel di Momenti di Gloria del 1981, in cui si raccontava la storia del campione olimpico Eric Liddell. Il nuovo film di Stephen Shin e Michael Parker prende avvio negli anni '30, dopo che Liddell (interpretato da Joseph Fiennes) si è trasferito in Cina con la sua giovane famiglia. I ricordi delle Olimpiadi del 1924 appartengono al passato, e la storia di Liddell si intreccia con la tragedia dell'invasione giapponese avviata nel 1937.
Sulle ali delle aquile racconta dunque una storia vera, particolarmente drammatica e complessa, che esalta i valori della fratellanza e della determinazione dello spirito umano. In ultima analisi, però, il film risulta un lavoro assai limitato: i toni epici ricordano certe pellicole hollywoodiane in cui il supereroe di turno combatte il male, in una visione manichea della realtà; la quantità di temi affastellati (dall'esperienza personale di Liddell alle atrocità della guerra, dalla narrazione storica all'innesto di una pletora di personaggi secondari, i cui caratteri sono appena abbozzati) si traduce in una drammatizzazione schematica e superficiale, dal gusto di un insipido melodramma. Non aiutano una fotografia troppo manieristica e una colonna sonora convenzionale, lontana dall'ispirazione di Vangelis.
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