jonnylogan
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mercoledì 26 giugno 2024
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i''m lovin it
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L’idea meravigliosa di un uomo che s’imbatté in qualche cosa di assolutamente anomalo, un modo nuovo e rivoluzionario per interpretare prima il rito del mangiare e poi la nostra società, in altre parole il concetto di catena di montaggio applicata ai pasti che portarono le consumazioni di Hamburger e patatine in una vera rivoluzione dei tempi, che dalle cucine dei fratelli McDonald invase in breve tempo tutto il mondo.
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L’idea meravigliosa di un uomo che s’imbatté in qualche cosa di assolutamente anomalo, un modo nuovo e rivoluzionario per interpretare prima il rito del mangiare e poi la nostra società, in altre parole il concetto di catena di montaggio applicata ai pasti che portarono le consumazioni di Hamburger e patatine in una vera rivoluzione dei tempi, che dalle cucine dei fratelli McDonald invase in breve tempo tutto il mondo.
Michael Keaton prosegue alla ricerca di un nuovo modo di interpretare la propria carriera regalando un’altra perla alla sua folta collana di personaggi portati sul grande schermo con abile maestria. Questa volta l’ex Bruce Wayne e Adrian Toomes, e che entro l’anno rivedremo nei panni di Beetlejuice (Beetlejuice Beetlejuice; 2024), si limita a una parte capace di narrare esclusivamente le gesta di Kroc, un uomo innamorato di una personale visione del mondo e del suo ruolo di grande venditore d’idee e prodotti. Keaton fa tutto questo senza aggiungere nulla d’introspettivo a un personaggio sul quale sarebbe stato facile imbastire la più semplice delle retoriche capitaliste degli ultimi sessant’anni. Un personaggio istrionico quanto basta per riuscire a rubare la scena, e non solo il marchio McDonald, a tutti coloro che gli si avvicinavano, risucchiati da una personalità decisamente ingombrante.
Il biopic firmato John Lee Hancock, latita proprio nell’assenza di qualche riferimento extra professionale e di qualche cosa che vada oltre la più classica delle storie americane: quella dell’uomo di mezza età, perché non v’è limite alla capacità del singolo, capace di trovare la propria strada a dispetto di possibilità economiche non certo favorevoli, ma dotato d’idee, anche se altrui, vincenti.
Al tempo stesso i limiti della pellicola diventano anche il suo marchio distintivo, perché priva di quella retorica che tratteggia il protagonista come un vincente e anzi capace di descriverlo per quel che era e senza porre accento morale sulle sue scelte.
Visione da consigliare a persone di certo con la voglia di scoprire da vicino l’ascesa di un impero e di un’idea che anche se nacque fra le pieghe di carte bollate ha reso in seguito l’America quel che è, ovvero uno degli standard, non solo per il fast-food, per eccellenza. Si astengano invece tutti coloro che spererebbero di conoscere meglio le pieghe personali di un uomo e una storia decisamente molto controverse.
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maumauroma
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sabato 4 febbraio 2017
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the founder
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Alzi la mano chi conosceva, prima di vedere questo film, magari sbocconcellando un hamburger e sorseggiando una bibita presso un qualsiasi locale Mc Donald's, la vera storia riguardo la nascita e la grandiosa affermazione su scala mondiale della piu' grande catena di fast-food statunitense. The Founder rievoca la ascesa cinica e geniale al tempo stesso di Ray Kroc, che, da oscuro e anonimo venditore di frullatori nell' America alacre e produttiva dei primi anni 50, riusci' dapprima, sfruttando una sagace intuizione di Mac e DIck Mc Donald, due fratelli esperti di ristorazione conosciuti per caso, che si erano inventati un nuovo modo di consumare un pasto di qualita' velocemente aprendo un locale per la vendita' di panini lungo una statale nel deserto californiano, a mettersi in societa' con loro a condizioni favorevoliissime per lui.
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Alzi la mano chi conosceva, prima di vedere questo film, magari sbocconcellando un hamburger e sorseggiando una bibita presso un qualsiasi locale Mc Donald's, la vera storia riguardo la nascita e la grandiosa affermazione su scala mondiale della piu' grande catena di fast-food statunitense. The Founder rievoca la ascesa cinica e geniale al tempo stesso di Ray Kroc, che, da oscuro e anonimo venditore di frullatori nell' America alacre e produttiva dei primi anni 50, riusci' dapprima, sfruttando una sagace intuizione di Mac e DIck Mc Donald, due fratelli esperti di ristorazione conosciuti per caso, che si erano inventati un nuovo modo di consumare un pasto di qualita' velocemente aprendo un locale per la vendita' di panini lungo una statale nel deserto californiano, a mettersi in societa' con loro a condizioni favorevoliissime per lui. Successivamente, aiutato in questo da alcuni veri e propri pescicani della finanza, dopo aver acquistato molte proprieta' immobiliari da destinare alla apertura di punti di ristorazione in franchising, riusci' ad annullare il contratto di societa' con i fratelli fondatori e si approprio' addirittura del marchio Mc Donald, costringendo in breve tempo i due alla chiusura del loro locale e al fallimento della loro attivita' . Da li a pochi anni la catena di fast food Mc Donald's raggiunse una fama e una ricchezza senza pari che continua ancora oggi . IL film di Hancock,anche se risulta a volte un po' didascalico, si fa apprezzare per l' accurata ricostruzione degli ambienti e per la buona prova fornita dagli attori. In particolare spicca l'interpretazione di Michael Keaton con il suo inquietante luciferino sguardo colmo di smodata ambizione e di voglia di successo, successo da ottenere a qualsiasi costo, senza porsi particolari problematiche morali o rispetto verso gli altri, in particolre verso coloro che avevano creduto nella sua buona fede. D' altra parte le esperienze di vita quotidiana di tutti noi ci pongono in continuazioni dinanzi a episodi di prevaricazioni e soprusi compiuti dai nostri simili. Forse sarebbe utile, chissa', come faceva Ray Kroc ogni mattina seguire una bella lezione di cinismo prima di andare al lavoro ascoltando una voce registrata che ci da' consigli su come avere successo nella vita. Tre stelle e mezzo
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lupo67
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martedì 25 luglio 2017
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kroc sta per coccodrillo
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Voto: 6,5
Se pensate che The Founder sia un brutto titolo avete tutto il mio appoggio. La locandina è pure peggio.
La storia è presto detta: Ray Kroc (Michael Keaton) è un rappresentante di certi frullatori “a cinque mandrini” che nessuno vuole comprare. Un giorno si imbatte nei fratelli Mac e Dick McDonald, i quali hanno inventato un sistema per preparare hamburger e patatine in pochi secondi che loro stessi chiamano “espresso”. Kroc intuisce il potenziale dell’idea e convince i fratelli all’affiliazione.
Keaton è un attore straordinario. Il suo stile è fluido, pieno, accattivante, e interpreta due persognaggi.
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Voto: 6,5
Se pensate che The Founder sia un brutto titolo avete tutto il mio appoggio. La locandina è pure peggio.
La storia è presto detta: Ray Kroc (Michael Keaton) è un rappresentante di certi frullatori “a cinque mandrini” che nessuno vuole comprare. Un giorno si imbatte nei fratelli Mac e Dick McDonald, i quali hanno inventato un sistema per preparare hamburger e patatine in pochi secondi che loro stessi chiamano “espresso”. Kroc intuisce il potenziale dell’idea e convince i fratelli all’affiliazione.
Keaton è un attore straordinario. Il suo stile è fluido, pieno, accattivante, e interpreta due persognaggi. All’inizio è il rappresentante frustrato e mediocre al quale non dareste un centesimo. Il secondo fuoriesce dalla muta della pelle un pezzo alla volta, e sarà il Kroc che vedremo alla fine.
Il regista John Lee Hancock (The Blind Side) lascia parlare la storia e i suoi protagonisti, senza obbligarci ad una posizione, senza sbilanciarsi né dalla parte dell’intraprendenza né da quella dell’onestà, ma confezionando forse proprio per questo un film spoglio, inodore e insapore.
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florentin
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sabato 21 gennaio 2017
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"negli affari mai fidarsi di una.,.stretta di mano
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Ho già lasciato un commento, però dando qualche annotazione solo sulla figura del 'salesman 'americano.
In aggiunta vorrei dire che ormai siamo agli spottoni che i dotti dello 'story telling' chiamano biopic. Strada già battuta nel passato da parte di Fedex per esempio -Tom Hanks che parla col pallone Wilson in Cast Away, e altri. Anche se lui non era il 'Founder' di quel business.
Buona la costruzione, carina la Cardellini-pianista di Chicago che lo 'colpisce' come i fratelli Mc Donald's 'colpirono' lui, e che poi oltre che socia ne diventa moglie; buona la fotografia, buona la colobnna sonora, e ovviamnet buono lui Keaton.
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Ho già lasciato un commento, però dando qualche annotazione solo sulla figura del 'salesman 'americano.
In aggiunta vorrei dire che ormai siamo agli spottoni che i dotti dello 'story telling' chiamano biopic. Strada già battuta nel passato da parte di Fedex per esempio -Tom Hanks che parla col pallone Wilson in Cast Away, e altri. Anche se lui non era il 'Founder' di quel business.
Buona la costruzione, carina la Cardellini-pianista di Chicago che lo 'colpisce' come i fratelli Mc Donald's 'colpirono' lui, e che poi oltre che socia ne diventa moglie; buona la fotografia, buona la colobnna sonora, e ovviamnet buono lui Keaton.
Però il film a tratti è lento. Ma un prodotto appena appena accettabile.
E soprattutto con una morale: negli affari, specialmente se ti trovi davanti uno che ti dice che là fuori "ratto mangia ratto" e che "se il mio concorrente sta affogando io gli metto altra acqua in bocca", be' stringergli la mano a coronamento di un affare senza che rimanga nulla di scritto...è proprio da campagnoli (-dicono le note di coda che se i fratellio Mc Donald's avessero insistito sulla richiesta dell'1% sui profitti per ottenerla, non avrebbero perso 100 Milioni di dollari all'anno.
Un film che Trump adorerà visto che lui vuole fare ritornare l'America 'Great'...ma quello era il 1954, non il 2017.
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antonio ruggiero
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domenica 22 gennaio 2017
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meglio le patatine fritte di mcdonald's
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Leggo che Il regista John Lee Hancock è specializzato in biopic ( film girati intorno ad una persona reale). Infatti nel 2013 ci aveva scodellato un film su Walt Disney dal titolo Saving Mr. Banks. Discreto. Dopo tre anni il nostro decide di fare un quasi sequel. Siamo sempre in California negli anni 50\60 usando le belle Caddillac , Pontiac dell'epoca ,dedica la sua attenzione ad un amico di Walt Disney, tale Ray Kroc, suo commilitone durante la prima guerra mondiale. Il sig. Kroc , all'età di 54 anni, ormai alla soglia della pensione, ha un incontro ravvicinato con il primo Fastfood del mondo, inventato da due bonaccioni fratelli di cognome McDonald's.
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Leggo che Il regista John Lee Hancock è specializzato in biopic ( film girati intorno ad una persona reale). Infatti nel 2013 ci aveva scodellato un film su Walt Disney dal titolo Saving Mr. Banks. Discreto. Dopo tre anni il nostro decide di fare un quasi sequel. Siamo sempre in California negli anni 50\60 usando le belle Caddillac , Pontiac dell'epoca ,dedica la sua attenzione ad un amico di Walt Disney, tale Ray Kroc, suo commilitone durante la prima guerra mondiale. Il sig. Kroc , all'età di 54 anni, ormai alla soglia della pensione, ha un incontro ravvicinato con il primo Fastfood del mondo, inventato da due bonaccioni fratelli di cognome McDonald's. Il nostro protagonista ne rimane folgorato, e decide di entrare in società con i due fratelli, per cui per il resto del film ci sobbarcheremo tantissimi sopralluoghi nei MacDonald's di mezza America: vediamo hamburghers che arrostiscono, patatine che friggono, fette di cetriolini, frappè alla vaniglia.....ma non sentiamo nessun odore o puzza. Tutto procede noiosamente: tante telefonate, tanti contratti firmati e non rispettati, assegni di milioni di dollari che girano. Forse se i fratelli McDonald's non si fossero lasciati infinocchiare dall'avido Kroc, il mondo sarebbe andato un pò più slow ......Chissà.....Però a me le patatine di MacDonald's piacciono, il biopic un pò meno.
Antinio Ruggiero
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