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mercoledì 12 dicembre 2018
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non e' lei
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ma non è Keira Knightley, è Kristin Scott Thomas...
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piercarla
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lunedì 22 gennaio 2018
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sono marito da 4 anni e soldato da 4 anni.
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Questo film mi è piaciuto particolarmente e mi ha veramente commosso. La Williams è veramente brava nel rendere il passaggio alla consapevolezza di quanto accade intorno a lei tramite l'amore verso l'ufficiale tedesco che mi ha rivelato un meraviglioso Schoenaerts, intenso e misurato. Non condivido affatto, perciò ,il parere di chi lo ha definito poco espressivo, i veri sentimenti si leggono negli occhi non hanno bisogno di grandi gesti o fiumi di parole: bravo!
Kristin Scott Thomas, brava, ma secondo me, un po' stereotipata e quindi 'finta'. Complimenti al regista per la delicatezza della direzione, cosa rara nel cinema odierno, che proprio in forza di questa delicatezza riesce a scuotere fortemente i sentimenti.
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enzo70
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domenica 23 ottobre 2016
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trasposizione cinematrografica di un gran libro
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La trasposizione cinematografica di un bel romanzo è un lavoro complesso e per certi profili coraggioso. E la suite francese di Irene Nemirovsky, pubblicato postumo di 60 anni, è un libro importante che ha trovato, tra l’altro, grande entusiasmo nella critica. Merito, quindi, a Dibb di cimentarsi con un progetto difficile; e così sono proprio gli inglesi ad affrontare la storia di Lucile Angellier che aspetta il marito partito per la guerra insieme all’arcigna suocera.
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La trasposizione cinematografica di un bel romanzo è un lavoro complesso e per certi profili coraggioso. E la suite francese di Irene Nemirovsky, pubblicato postumo di 60 anni, è un libro importante che ha trovato, tra l’altro, grande entusiasmo nella critica. Merito, quindi, a Dibb di cimentarsi con un progetto difficile; e così sono proprio gli inglesi ad affrontare la storia di Lucile Angellier che aspetta il marito partito per la guerra insieme all’arcigna suocera. E la donna vivrà il contrasto tra un amore impossibile, con l’occupante tedesco, e la voglia di liberare la Francia. Due passioni, perfette per i libri e per i film, quella dell’amore e quella patria che si contrappongono e si integrano. Alla fine il film di Dibb è quasi un film di maniera, per certi profili piatto, ma occorre, da altra prospettiva, riconoscere il merito di non aver cercato di stravolgere il romando della Nemirovsky.
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luca1968
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mercoledì 20 aprile 2016
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delicato
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Ho visto questo film per caso su sky, rendendomi conto che non ne sapevo nulla e che mi ero fatto un'idea del tutto sbagliata quando era uscito al cinema.
Bello (il voto più corretto sarebbe un 7, cioè 3 stelle e mezza), girato bene, sceneggiato bene, interpretato bene, ma gli manca qualcosa per fare il salto di qualità ed elevarlo ad un film da non perdere. Contrariamente al commento di mymovies, per me il vero tallone d'achille del film è rappresentato dalla protagonista Michelle Williams. Non mi piace affatto come recita, ogni volta che viene inquadrata nelle sue espressioni sofferte (tutte uguali) il film si appesantisce. E' una questione di pelle, del tutto soggettiva.
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Ho visto questo film per caso su sky, rendendomi conto che non ne sapevo nulla e che mi ero fatto un'idea del tutto sbagliata quando era uscito al cinema.
Bello (il voto più corretto sarebbe un 7, cioè 3 stelle e mezza), girato bene, sceneggiato bene, interpretato bene, ma gli manca qualcosa per fare il salto di qualità ed elevarlo ad un film da non perdere. Contrariamente al commento di mymovies, per me il vero tallone d'achille del film è rappresentato dalla protagonista Michelle Williams. Non mi piace affatto come recita, ogni volta che viene inquadrata nelle sue espressioni sofferte (tutte uguali) il film si appesantisce. E' una questione di pelle, del tutto soggettiva. A qualcuno piace, a me irrita
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filippo catani
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mercoledì 6 aprile 2016
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un melodramma poco convincente
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Nella Francia appena occupata dai nazisti una donna con il marito al fronte e la burbera suocera vivono insieme in casa e riscuotono i proventi dei propri mezzadri. Il comando tedesco sceglierà anche la loro casa per dare alloggio a un ufficiale nazista.
Insomma diciamoci la verità; la storia sa veramente di poco. Il film è tratto dal romanzo incompleto scritto da una donna ebrea. Il fatto è che il tutto è davvero un po' banale e se vogliamo anche molto scontato. Un nazista quasi "buono" che ama il pianoforte ed esce da una delusione d'amore, una donna sola e vittima della burbera suocera che avrà poi una (scontata) evoluzione del suo personaggio.
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Nella Francia appena occupata dai nazisti una donna con il marito al fronte e la burbera suocera vivono insieme in casa e riscuotono i proventi dei propri mezzadri. Il comando tedesco sceglierà anche la loro casa per dare alloggio a un ufficiale nazista.
Insomma diciamoci la verità; la storia sa veramente di poco. Il film è tratto dal romanzo incompleto scritto da una donna ebrea. Il fatto è che il tutto è davvero un po' banale e se vogliamo anche molto scontato. Un nazista quasi "buono" che ama il pianoforte ed esce da una delusione d'amore, una donna sola e vittima della burbera suocera che avrà poi una (scontata) evoluzione del suo personaggio. In tutto questo non manca il mezzadro per spruzzare intorno anche un pochino di lotta di classe. Insomma il film lascia davvero insoddisfatti e a parte la Scott Thomas, il film non pare nemmeno così ben recitato.
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eleonora panzeri
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domenica 3 aprile 2016
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il fronte interno & il paradosso dell’amore
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Sono i primi giorni dell’occupazione tedesca in francia, durante la seconda guerra mondiale. La routine e la mesta quiete della piccola cittadina di Bussy viene stravolta dalla venuta delle truppe militari tedesche. Lucille Angellier è la sposa di guerra di un giovane benestante impegnato al fronte, costretta a vivere con la dispotica, prepotente e severa suocera, la sig.
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Sono i primi giorni dell’occupazione tedesca in francia, durante la seconda guerra mondiale. La routine e la mesta quiete della piccola cittadina di Bussy viene stravolta dalla venuta delle truppe militari tedesche. Lucille Angellier è la sposa di guerra di un giovane benestante impegnato al fronte, costretta a vivere con la dispotica, prepotente e severa suocera, la sig.ra Angellier. Oltre alle dinamiche strettamente legate all’eccezionalità del sopruso nazista colpiscono gli sforzi per il mantenimento della normalità. I benestanti cercano in tutti i modi di non perdere i propri privilegi, mentre i poveri si trovano a fare i conti con ulteriori soprusi e miserie. Il personaggio di Lucille tuttavia denuncia la fragile condizione di molte donne, spinte a contenere il proprio temperamento e i propri impulsi al fine di mantenere rispetto e dignità per un nome che verrà infangato comunque. In questo contesto Lucille riesce a trovare un fugace ed illusorio confronto tra le braccia di Bruno Von Falk, ufficiale tedesco insediatosi nella sua dimora per obbligo del nuovo regime. Quest’ultimo, un uomo intimamente buono e dal temperamento artistico, si trova costretto ad essere un soldato ed ad incarnare ideali e valori non suoi. Una storia d’amore tiepida e cordiale, in linea con l’epoca in cui il film è girato. Il film è molto ben realizzato in termini di location e ricostruzioni storiche. Ho trovato tuttavia troppo piatta e remissiva l’interpretazione di Michelle Williams, anche in circostanze che avrebbero richiesto l’opposto. Il suo personaggio credo debba avere un’evoluzione a livello di temperamento, facendolo diventare nei fatti da debole e fatalista, combattiva, determinata e risoluta. Ottima invece l’interpretazione di Kristin Scott Thomas nei panni della sig.ra Angellier, il cui ritrovato buonismo finale rende le vicende più romanzate di quello che la realtà suggerirebbe, d’altro canto la storia è tratta dall’incompiuto romanzo di Irène Nemirovsky, autrice di quell’epoca, morta in un campo di concentramento. Credo dunque che Irène avesse il bisogno di scrivere un romanzo di speranza, che al di là della guerra mettesse tutti sullo stesso piano, come uomini e donne alla ricerca di amore e serenità.
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kondor17
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domenica 27 settembre 2015
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intenso e fluido
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In un paese del parigino all'inizio della guerra, gli ufficiali tedeschi prendono alloggio presso i locali. Ad un colto e romantico tenente spetta la casa di una ricca possidente che ospita anche la giovane nuora, che gli cede la stanza con l'amato piano. Grazie alla musica nascerà tra i due una sorta di empatia, che sfocierà poi in ardente passione e complicità.
La storia è nota, direi quasi trita.
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In un paese del parigino all'inizio della guerra, gli ufficiali tedeschi prendono alloggio presso i locali. Ad un colto e romantico tenente spetta la casa di una ricca possidente che ospita anche la giovane nuora, che gli cede la stanza con l'amato piano. Grazie alla musica nascerà tra i due una sorta di empatia, che sfocierà poi in ardente passione e complicità.
La storia è nota, direi quasi trita. Centinaia di romanzi e decine di film riprendono il tema. Ma questo si distingue per il tratto lieve, pennellato da dita affusolate sulla tastiera di un vecchio pianoforte a coda in radica.
Il film Suite francese traspone il sogno di Irene Nemirowsky di scrivere un'opera letteraria strutturata in cinque movimenti, come una sinfonia musicale. Un sogno incompiuto, sia per le scarse conoscenze musicali che per la prossima deportazione ad Auschwitz, dove la scrittrice concluderà i suoi giorni.
E lo fa bene, ottimamente direi, grazie a ottimi attori e ad un ritmo crescente.A tratti cupo, a tratti dolce, a tratti appassionato, ma senza lacune narrative. Bella la musica, l'ambientazione e la fotografia.
Voto 8. Da vedere.
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rampante
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giovedì 24 settembre 2015
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lucile
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Celebre romanzo incompiuto della scrittrice ebrea Irène Némirovsky nata a Kiev e mandata a morire ad Auschwitz a solo 39 anni da un suo compatriota
La protagonista Lucile vive nella villa di famiglia con Madame Angellier sua suocera, i rispettivi mariti sono prigionieri di guerra
Nel 1940 il villaggio Francese di Bussy, nella Francia centrale, viene requisito da una guarnigione della Wermacht e la famiglia deve alloggiare un giovane invasore.
Nella villa di Madame Angellier viene dislocato l'ufficile Bruno Von Falk e Lucile dovrà subire l'occupazione della sua casa e della sua piccola città da parte delle truppe nazisti
Lucile e Bruno sono due giova
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Celebre romanzo incompiuto della scrittrice ebrea Irène Némirovsky nata a Kiev e mandata a morire ad Auschwitz a solo 39 anni da un suo compatriota
La protagonista Lucile vive nella villa di famiglia con Madame Angellier sua suocera, i rispettivi mariti sono prigionieri di guerra
Nel 1940 il villaggio Francese di Bussy, nella Francia centrale, viene requisito da una guarnigione della Wermacht e la famiglia deve alloggiare un giovane invasore.
Nella villa di Madame Angellier viene dislocato l'ufficile Bruno Von Falk e Lucile dovrà subire l'occupazione della sua casa e della sua piccola città da parte delle truppe nazisti
Lucile e Bruno sono due giovani i nemici per caso
Lei cerca di ignorare la presenza del giovane ma tra loro nascerà una romantica, tormentata impossibile storia d'amore
Sarà una contadina a farle sapere com'è davvero la gente di Bussy
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kaipy
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domenica 23 agosto 2015
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dolce
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Il film si apre nell'intimità di una stanza, seguendo la voce narrante della protagonista che, nella solitudine rubata, siede al pianoforte diffondendo note malinconiche.
Forse è questa la chiave di lettura dell'opera: intimità, riflessione, bellezza.
E muovendosi tra queste tre note, entra di prepotenza la guerra: prima con un bombardamento che ha il compito di farti sentire fragile, smarrito, perduto, poi con l'occupazione tedesca, un'invasione fagocitante, che trasforma gli abitanti.
"Se vuoi sapere com'è davvero la gente, fai una guerra", dirà un personaggio del film.
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Il film si apre nell'intimità di una stanza, seguendo la voce narrante della protagonista che, nella solitudine rubata, siede al pianoforte diffondendo note malinconiche.
Forse è questa la chiave di lettura dell'opera: intimità, riflessione, bellezza.
E muovendosi tra queste tre note, entra di prepotenza la guerra: prima con un bombardamento che ha il compito di farti sentire fragile, smarrito, perduto, poi con l'occupazione tedesca, un'invasione fagocitante, che trasforma gli abitanti.
"Se vuoi sapere com'è davvero la gente, fai una guerra", dirà un personaggio del film.
Un film bello da guardare: inquadrature, montaggio, location.
Un film bello da ascoltare: la musica diventa quasi protagonista della vicenda.
Un film bello perché anche se apparentemente soft, ti lascia l'orrore della guerra, la speranza negli uomini e la dolcezza nel cuore.
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angelo umana
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mercoledì 19 agosto 2015
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migliori e peggiori
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Il regista Saul Dibb ha dedicato il film alla figlia della scrittrice ebrea Irène Nemirovsky, nata in Russia, vissuta in Francia e deportata e morta ad Auschwitz. La figlia ha il merito d’aver fatto pubblicare appena qualche anno fa il libro della madre su cui il film si basa, un best-seller, non concluso per via della deportazione. Tra i titoli di coda sono inquadrate vere pagine del manoscritto. La Nemirovsky sa bene di che parla quando – nel film è evidenziato – racconta della Francia “occupata” dai tedeschi nel 1940, con certi suoi abitanti che ai nuovi venuti rivelano accuse e pettegolezzi contro compatrioti, regolano vecchi conti è detto nel film: lei stessa fu tradita da un suo compatriota e mandata a morire a Auschwitz.
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Il regista Saul Dibb ha dedicato il film alla figlia della scrittrice ebrea Irène Nemirovsky, nata in Russia, vissuta in Francia e deportata e morta ad Auschwitz. La figlia ha il merito d’aver fatto pubblicare appena qualche anno fa il libro della madre su cui il film si basa, un best-seller, non concluso per via della deportazione. Tra i titoli di coda sono inquadrate vere pagine del manoscritto. La Nemirovsky sa bene di che parla quando – nel film è evidenziato – racconta della Francia “occupata” dai tedeschi nel 1940, con certi suoi abitanti che ai nuovi venuti rivelano accuse e pettegolezzi contro compatrioti, regolano vecchi conti è detto nel film: lei stessa fu tradita da un suo compatriota e mandata a morire a Auschwitz.
Si tratta dei membri dell’esercito tedesco a cui viene procurato un alloggio presso famiglie francesi, qui siamo a Bussy, poco fuori Parigi. Di queste coabitazioni imposte è un precursore importante il bel film Appartamento ad Atene del 2011. La guerra mette l’una contro l’altra persone che si assomigliano e che potrebbero intendersi, perfino amarsi, come avviene nel caso di Michelle (Williams), che vive con la suocera Kristin Scott-Thomas (sempre splendida e attrice superba) e il tenente Matthias (Schoenharts), marito e soldato da quattro anni, di una moglie che vive in Germania e con la quale ha condiviso ben poco tempo. Anche Michelle è sposata, con Gastone, partito per il fronte e di cui non si hanno notizie, uno che del resto lei aveva visto solo due volte prima di sposarlo e far contento suo padre che voleva avesse un marito, uno che – pettegolezzo creduto dalla suocera Kristin – la famiglia di Michelle ha voluto per tutta la “roba” che erediterebbe dall’arcigna madre (sempre Kristin) e che peraltro frequentava altre gonnelle, da sposato, prima della guerra.
Anche in questo film, come in Appartamento ad Atene, è la musica ad avvicinare e unire Michelle all’ufficiale tedesco, compositore in patria e che usa il pianoforte di Michelle. Animi nobili che condividono pensieri superiori, simili che stanno assieme. La musica del film è potente, preannuncia la catastrofe e si fonde bene con le marce dei soldati e coi bombardamenti aerei e i rumori della guerra. Tra gli attori di rilievo è Lambert Wilson, l’indimenticato protagonista di centinaia di film e di uno in particolare, Cinque giorni un’estate del lontano 1982. Due considerazioni sul senso delle cose umane: quanto poco valgono gli affitti che una Kristin senza scrupoli riscuote dai suoi braccianti e quanto poco le orazioni in latino del parroco, quando il mondo se ne sta venendo giù.
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