scrigno magico
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domenica 1 gennaio 2017
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film discreto, sandra bullock appena sufficiente
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Non è molto facile valutare questo film... Parte bene, ma poi si perde per strada, senza riuscire a guadagnarsi un "genere", così sospeso tra dramma e commedia, senza mai sbarcare con decisione verso l'uno o l'altro, il che disorienta lo spettatore e deprezza quello che sarebbe potuto essere (ma ahimè, alla fine non è) il godimento della visione.
Il regista David Gordon Green all'inizio mette parecchia "carne al fuoco", ma pian piano ci troviamo sempre più delusi, con "l'acquolina" in bocca di chi avrebbe voluto assaporare qualcosa ma poi rimane quasi a digiuno perché "il ristorante stava per chiudere e ci ha servito poco e male".
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Non è molto facile valutare questo film... Parte bene, ma poi si perde per strada, senza riuscire a guadagnarsi un "genere", così sospeso tra dramma e commedia, senza mai sbarcare con decisione verso l'uno o l'altro, il che disorienta lo spettatore e deprezza quello che sarebbe potuto essere (ma ahimè, alla fine non è) il godimento della visione.
Il regista David Gordon Green all'inizio mette parecchia "carne al fuoco", ma pian piano ci troviamo sempre più delusi, con "l'acquolina" in bocca di chi avrebbe voluto assaporare qualcosa ma poi rimane quasi a digiuno perché "il ristorante stava per chiudere e ci ha servito poco e male"...
Uscendo dall'allegoria mangereccia potremmo dire che la vicenda sembra promettere sviluppi e approfondimenti che poi di fatto non arrivano mai. Infarcendola di siparietti a volte buffi (il che non significa necessariamente divertenti) e poco convincenti, o tentativi maldestri di costruire drammaticità che purtroppo appaiono solo presunte, pretestuose, e non riescono mai a coinvolgere quanto sarebbe stato lecito attendersi dal dipanarsi della vicenda.
I personaggi vengono tratteggiati solo in superficie, e quella che dovrebbe essere la protagonistam sia pur "laterale" del film, con la sua figura di donna alla caccia di rivalse in territorio straniero, non sembra avere una Sandra Bullock con il carisma sufficiente ad emergere e conquistarci, Apparendo a volte persino clamorosamente fuori parte e contesto, persino poco cresibile nel ruolo. Ad aggravare ciò una sceneggiatura e una regia che decisamente non l'aiutano, anzi.
Finale che appare frettoloso, superficiale, raccogliticcio e non convincente.
Si arriva alla seconda stelletta nel giudizio globale sul film grazie quasi solo a un grande (come sempre) Billy Bob Thornton, lui sì perfetto come spietato e cinico orchestratore di una campagna politica sporca e senza esclusione di bassezze, penalizzato però dallo scarso spazio che gli viene dato come attore non (abbastanza) protagonista.
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eugen
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mercoledì 17 agosto 2022
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d''accordo con"scrigno magico": troppa confusione
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Nel cinema USA, spesso, si tendono a realizzare film nei quali il reigistro comico si alterna, ma poi fondendosi, con quello drammatico: il che sconcerta e disorienta chi guarda e cerca di analizzare un film, in specie se, come qui in "Our >Brand is Crisis"(David Gordon Green, ma sceneggiatura tratta da Peter Straughan, da un documentario di dieci anni prima di Rachel Boynton, che si ispirava all'elzione di Gonzalo Sanchez de Losada come presidente boliviano nel 2001, il film e' del 2015), la protaognista Sandra Bullock altenra i due rgistiri senza riuscire a caratternizzarne uno piu'dell'0altro, forse per la voojnta'di carattreizzare nevroticamente il suo peronsaggio.
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Nel cinema USA, spesso, si tendono a realizzare film nei quali il reigistro comico si alterna, ma poi fondendosi, con quello drammatico: il che sconcerta e disorienta chi guarda e cerca di analizzare un film, in specie se, come qui in "Our >Brand is Crisis"(David Gordon Green, ma sceneggiatura tratta da Peter Straughan, da un documentario di dieci anni prima di Rachel Boynton, che si ispirava all'elzione di Gonzalo Sanchez de Losada come presidente boliviano nel 2001, il film e' del 2015), la protaognista Sandra Bullock altenra i due rgistiri senza riuscire a caratternizzarne uno piu'dell'0altro, forse per la voojnta'di carattreizzare nevroticamente il suo peronsaggio. Una brillante "stratega"elettoralee USA viene inviata in Bolivia per sostenete Castillo, il debole, prepoente, menzognero candidato conservaotre , contro il pericolo della"via campesina"e in gneere delle sinistre e della volonta'popolare(gli USA sono da sempre ossessionati dal comunsimo e da quanto si avvicina ad esso), . Meglio della Bullock sicuramente Joaquim de Almedia nei panni di Castillo e l'albiguo avversario/qausi amante Billy Bob Thornton, ma anche alcuni/e altri/e interpreti, in un film che non nasce male, ma non riesce, in fono, a caratterizzarsi nettamente come avrebbe dvuto(e quasi certamente anche"voluto")fare. El Gato
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