ennio
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sabato 26 dicembre 2020
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far ridere per far riflettere
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Ero scettico sulla visione di "lui è tornato", non essendo portato per le commediole, tantopiù se d'oltralpe. Mi hanno convinto le molte recensioni positive degli utenti, e ne è valsa a pena. "Lui è tornato" è tutt'altro che un film leggero e Hitler è tutt'altro che una macchietta in questo film. Il riapparire del Fuhrer proprio laddove si inabissò nel 1945, il bunker di Berlino, all'inizio appare come una trovata per suscitare gag e ilarità tra le persone, e così effettivamente succede. Poi però, l'ingigantirsi della notizia del ritorno di Hitler diventa tema di dibattito pubblico, specie quando si capisce che l'Hitler resuscitato non è una caricatura di sè stesso, ma è proprio lui, col suo carattere, le sue idee e il suo carisma.
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Ero scettico sulla visione di "lui è tornato", non essendo portato per le commediole, tantopiù se d'oltralpe. Mi hanno convinto le molte recensioni positive degli utenti, e ne è valsa a pena. "Lui è tornato" è tutt'altro che un film leggero e Hitler è tutt'altro che una macchietta in questo film. Il riapparire del Fuhrer proprio laddove si inabissò nel 1945, il bunker di Berlino, all'inizio appare come una trovata per suscitare gag e ilarità tra le persone, e così effettivamente succede. Poi però, l'ingigantirsi della notizia del ritorno di Hitler diventa tema di dibattito pubblico, specie quando si capisce che l'Hitler resuscitato non è una caricatura di sè stesso, ma è proprio lui, col suo carattere, le sue idee e il suo carisma. Da qui il rinascere nelle masse di tutto ciò che fino allora era rimasto sepolto sotto una patina di rimozione e ipocrisia, con tutti i rischi e le opportunità che ciò comporta.
La regia riesce e muoversi con abilità tra il politicamente corretto e l'eccessivamente esplicito e sbracato, dando l'impressione di stare in equilibrio tra ciò che, nella nostra società bigotta e bacchettona, si può e non si può dire sul nostro più innominabile tabù moderno,il razzismo.
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francis metal
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sabato 9 maggio 2020
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satira tedesca
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Credo che sia la prima volta che vedo una commedia tedesca.
Uno dei film più pazzi e deliranti che abbia mai visto. Gli autori si sono sbizzarriti...
Le gag sono pazzesche, hanno preso in giro TUTTl! Oltre Hitler, il nazismo, il neonazismo, le idee naziste che rimangono nella nostra società, la pseudodemocrazia in cui viviamo, la gente che si fa i selfie con i cosplayer, ma la cosa che manda avanti il film è il fatto che per la gente era normale che uno andasse in giro vestito da Hitler a comportarsi come Hitler. Nessuno ha pensato di chiamare la polizia, arrestarlo, chiedergli i documenti, ecc...
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Credo che sia la prima volta che vedo una commedia tedesca.
Uno dei film più pazzi e deliranti che abbia mai visto. Gli autori si sono sbizzarriti...
Le gag sono pazzesche, hanno preso in giro TUTTl! Oltre Hitler, il nazismo, il neonazismo, le idee naziste che rimangono nella nostra società, la pseudodemocrazia in cui viviamo, la gente che si fa i selfie con i cosplayer, ma la cosa che manda avanti il film è il fatto che per la gente era normale che uno andasse in giro vestito da Hitler a comportarsi come Hitler. Nessuno ha pensato di chiamare la polizia, arrestarlo, chiedergli i documenti, ecc...
Si sono scandalizzati solo quando ha sparato a un cane. Nemmeno li' è stato arrestato. incredibile...
il finale non ve lo dico, andatelo a vedere, è notevole.
Forse l'unico problema è che è troppo lungo.. oltre che un po' caotico visto che lo stile è in parte documentaristico... oggi è difficile riuscire a seguire film che durano più di un'ora e mezza
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mordino
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martedì 2 ottobre 2018
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ma davvero siamo nell'anno 2014? eh.. quasi 2015
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Avevo sempre rimandato a vederlo, sarà perchè con questo genere di soggetto è molto facile creare un film nella migliore delle ipotesi mediocre, sarà perchè temevo una banalizzazione del personaggio ridotto a macchietta di se stesso, premendo l'acceleratore solo su pochi inevitabili clichè conditi da una stantia morale finale buonista-politicamente-corretta che manda tutti a letto contenti, avevo evitato. Poi però spinto dalla curiosità e anche dal fatto che ne è stata realizzata una versione omologa italiana ho deciso di investire un ora mezza della mia esistenza..
Il film in se è uno schiaffo in pieno viso, di quelli che non ti aspetti e che ti lasciano lì boccheggiante attonito, vedere un Hitler assolutmente credibile già di per se è scioccante, ossevare le parti "candid camera" in cui il personaggio è immerso nella realtà con le vere reazioni di vere persone è estremamente interessante dal punto di vista sociologico.
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Avevo sempre rimandato a vederlo, sarà perchè con questo genere di soggetto è molto facile creare un film nella migliore delle ipotesi mediocre, sarà perchè temevo una banalizzazione del personaggio ridotto a macchietta di se stesso, premendo l'acceleratore solo su pochi inevitabili clichè conditi da una stantia morale finale buonista-politicamente-corretta che manda tutti a letto contenti, avevo evitato. Poi però spinto dalla curiosità e anche dal fatto che ne è stata realizzata una versione omologa italiana ho deciso di investire un ora mezza della mia esistenza..
Il film in se è uno schiaffo in pieno viso, di quelli che non ti aspetti e che ti lasciano lì boccheggiante attonito, vedere un Hitler assolutmente credibile già di per se è scioccante, ossevare le parti "candid camera" in cui il personaggio è immerso nella realtà con le vere reazioni di vere persone è estremamente interessante dal punto di vista sociologico. Perchè è di questo che si tratta alla fine: non è un film ma un esperimento sociologico. Guardate pure le persone come reagiscono, cercate di trarne le vostre categorie personali, dividete comodamente i gruppi, sesso, età, censo, etnia, e traetene le vostre conclusioni, devo dire che a me un brivido lungo la schiena l'ha fatto venire.
La trama è abbastanza esile, un pò come quella del meraviglioso film che ho indirettamente citato nel titolo, anzi a ben vedere i due protagonisti in alcuni momenti sembrano una riproposizione del duo Mario/Troisi Saverio/Benigni; non si sa come la storia inizia e non si sa bene come terminarla però funziona.
Quindi il film a me è complessivamente piaciuto, mi ha fatto pensare, mi ha fatto parlare, che poi è quello che si chiede ad un buon lavoro. Due cose non mi sono piaciute: la prima, inserire nella colonna sonora in due momenti differenti temi utilizzati in Arancia Meccanica, una volta è citazione, due volte qualcuno poterbbe dire è scopiazzare; secondo, l'effetto grafico del salto nel tempo: una bolla spaziotemporale con crepitanti fulmini di energia statica?? Per un attimo ho pensato che ne uscisse un Terminator serie 800.
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qisoneb
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venerdì 6 luglio 2018
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quel divertimento con assurdità o abilità, film.
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che storie di film, l'argomento è solito, mentre la
destra sinistroide e la sinistra e che
sembra senza mai col voto chiaro dei ciitadini
volere essere al governo da un quinquennio e pur
di trasferirsi maigrando in qualche movimento raccotlili
con le capriole assolute delle opposizioni alla
destra e che pur di mettersi nel posto che hanno, la detsra
e tutte le fesserie loro non consoni a un cavaliere, hanno
combattuto e denigrato sino a ieri, non ricordano
neanche cosa hanno pranzato, sembrano propinare il film
di stenlio e ollio, col reddito di cittadinanza e flat tax, ossia
arrivedorci... arrivedorci.
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che storie di film, l'argomento è solito, mentre la
destra sinistroide e la sinistra e che
sembra senza mai col voto chiaro dei ciitadini
volere essere al governo da un quinquennio e pur
di trasferirsi maigrando in qualche movimento raccotlili
con le capriole assolute delle opposizioni alla
destra e che pur di mettersi nel posto che hanno, la detsra
e tutte le fesserie loro non consoni a un cavaliere, hanno
combattuto e denigrato sino a ieri, non ricordano
neanche cosa hanno pranzato, sembrano propinare il film
di stenlio e ollio, col reddito di cittadinanza e flat tax, ossia
arrivedorci... arrivedorci... , senza che la gente sappia cosa
mai abbiano fatto e facciano, se non cambiare nazione alla nzaione,
dubitando del cittadino qualunque
senza guardarsi, specie in tv radio nonchè
persone tipo la boldtrini, lorensin, mogherin, cezellati ecc, ecc,
frutti di controversie e alternative vote, seguitano a preoccuparsi
della forneiro, parlando di sè probabile, ci ricordano
il loro tormentone, stile piottas (il supercafone eccolo... là),
non sa'ccorgono che invece di raccontarle le barzellette ci si
troveranno nei libri, dove narreranno la
loro reale barzelletta sinistra e in movimento... sul
loro barcone surreale, a centinaia di km
da casa loro, spaesandosi in modo matematico, quella di essere
tali a loro insaputa, o sperando di non essere
visti nell'arra(ffare)battarsi a fare ciò, sembrano essere
pilotati da quella germania o chissàchhi ironizzata nel film
nonchè di piacimento semplice con ironie e spettacolo inconsueto.
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laurence316
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sabato 31 marzo 2018
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satira che illumina le contraddizioni dell'oggi
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Una premessa spiazzante per un film satirico per nulla banale che sotto la patina un po' superficiale della provocazione e delle gag (una per tutte, le reazioni [reali, essendo uno degli spezzoni del film realizzati alla maniera delle "candid camera"] dei passanti all'incontro col Fuhrer) cela una riflessione non troppo ingenua sulla permanenza e pervasività di talune idee nel sentimento popolare, anche nell'odierna e civile Germania (ma anche, per estensione, Europa e mondo).
Le trovate comiche sono sostanzialmente solo una facciata, inserite all’unico scopo di attrarre la più larga fetta di pubblico possibile, ma riescono comunque, al pari del resto, a sollevare, sotto la cortina di fumo della risata più facile, questioni di indubbia rilevanza ed attualità.
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Una premessa spiazzante per un film satirico per nulla banale che sotto la patina un po' superficiale della provocazione e delle gag (una per tutte, le reazioni [reali, essendo uno degli spezzoni del film realizzati alla maniera delle "candid camera"] dei passanti all'incontro col Fuhrer) cela una riflessione non troppo ingenua sulla permanenza e pervasività di talune idee nel sentimento popolare, anche nell'odierna e civile Germania (ma anche, per estensione, Europa e mondo).
Le trovate comiche sono sostanzialmente solo una facciata, inserite all’unico scopo di attrarre la più larga fetta di pubblico possibile, ma riescono comunque, al pari del resto, a sollevare, sotto la cortina di fumo della risata più facile, questioni di indubbia rilevanza ed attualità.Si sorride e si ride, ma soprattutto si è portati a riflettere amaramente sulla deriva contenutistica dei mezzi di comunicazione di massa (TV, talk show, social e chi più ne ha più ne metta), sempre più slegati dalla realtà dei fatti, e terreno di coltura fertile per la proliferazione di ignoranza, retorica e notizie false, e soprattutto sulla deriva, o meglio degenerazione, economica, sociale e politica (che nel mondo reale è plasticamente rintracciabile nelle confessioni politiche facenti riferimento ad ideologie di destra ed estrema destra, nazionaliste, razziste e xenofobe, che registrano sempre maggiori consensi).
Ciò che emerge, anche dagli spezzoni riguardanti le interazioni del protagonista con la gente comune, è un quadro decisamente sconfortante (e il finale non fa altro che rinsaldare questa sensazione).
Lui è tornato, nonostante le risate che riesce a strappare, lascia insomma con l’amaro in bocca, ma merita sicuramente la visione, perché, seppur talvolta superficialmente, tocca, come detto, temi importanti, è ben recitato (in particolare dal protagonista Masucci) e sceneggiato; e anche se non sempre adeguatamente sviluppato nelle sue suggestioni, è audace e provocatorio, intrattiene e nel complesso convince. Certo, ha qualche cedimento di ritmo, anche perché le sequenze da reality, una volta ribadito il concetto, iniziano a stancare, e dal punto di vista squisitamente cinematografico non regala sequenze particolarmente memorabili, ma la sua funzione di stimolo della riflessione attraverso la satira la esegue a meraviglia.
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fabal
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lunedì 23 gennaio 2017
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spietata e allarmante ironia
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Adolf Hitler si risveglia nella Berlino dei nostri giorni e tenta nuovamente la scalata al potere. In pochi mesi, con l’aiuto di un giornalista poco accorto, il Führer monopolizza tutti i più moderni mezzi di comunicazione, dai talk show ai canali del web.
L’intelligenza del film di Wnendt, basato sull’omonimo romanzo, sta nel suo format. Lui è tornato è strutturato come un film-documentario con tanto di interviste girate con telecamera a mano, come le molte trasmissioni di denuncia giornalistica a cui siamo abituati. Inizialmente la figura di Hitler sembra caricaturale, destando l’umorismo per quella che pare l’ennesima riproposizione istrionica del Führer, le cui interpretazioni nel cinema, da Chaplin a Bruno Ganz, vengono subdolamente ripercorse nel film stesso.
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Adolf Hitler si risveglia nella Berlino dei nostri giorni e tenta nuovamente la scalata al potere. In pochi mesi, con l’aiuto di un giornalista poco accorto, il Führer monopolizza tutti i più moderni mezzi di comunicazione, dai talk show ai canali del web.
L’intelligenza del film di Wnendt, basato sull’omonimo romanzo, sta nel suo format. Lui è tornato è strutturato come un film-documentario con tanto di interviste girate con telecamera a mano, come le molte trasmissioni di denuncia giornalistica a cui siamo abituati. Inizialmente la figura di Hitler sembra caricaturale, destando l’umorismo per quella che pare l’ennesima riproposizione istrionica del Führer, le cui interpretazioni nel cinema, da Chaplin a Bruno Ganz, vengono subdolamente ripercorse nel film stesso. Ma l’anacronismo strutturale di Hitler con la Germania contemporanea, multietnica e tecnologica, fa sorridere per poco: il tono si fa via via più serio nel momento in cui il redivivo leader nazista decide di sfruttare il suo scopritore Savatzki (giornalista da poco licenziato) per girare dei servizi con un unico argomento: la politica. Il malcontento dei tedeschi, definito “rabbia silenziosa” ma anche “apatia politica”, viene raccolto astutamente da Hitler per poi essere urlato in televisione e ottenere seguaci. Ovviamente tutti pensano che si tratti di un comico, di un attore. Esattamente come allora. Acquisita questa consapevolezza anche lo spettatore si allarma, e il film fa ridere molto meno.
Sostenuto da una squisita ambiguità di fondo, Lui è tornato si traduce in una spietata critica alla classe politica tedesca e soprattutto al sensazionalismo dei mezzi di comunicazione, che nel tentativo di fare audience politicamente neutrale non si accorgono, in realtà, di ripercorrere il medesimo iter che portò il nazismo al potere negli anni ’30. Un potere che antepone il mezzo alla sostanza, la persuasione al contenuto: è drammatico osservare come l’Hitler che appare quasi “simpatico” anche a noi spettatori, almeno sulle prime, non abbia alcuna ragione per esserlo, dato che non presenta alcun valore morale condivisibile. Non è nemmeno l’uomo ecologista che ama l’ambiente né il convinto animalista che stravede per i cani: e per demolire questi luoghi comuni le scene utilizzate sono abbastanza crude. L’unico valore condiviso è, per l’appunto, l’inettitudine della classe politica attuale, che vive di schematismi dottrinali equivoci: esemplare il fatto che l’Hitler del 2014 venga pestato dai neonazisti perché accusato di essere un impostore che insulta quello vero. E grazie a questa aggressione la sua popolarità cresce negli ambienti democratici!
Il Führer di Masucci, la cui interpretazione è ottima perché la perfezione della gestualità compensa una somiglianza fisica pressoché inesistente, è semplicemente un fine manipolatore, abile nello sfruttare un malcontento generalizzato canalizzandolo nell’odio razziale.
Un piccolo gioiello di spietata ironia.
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odisseus
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lunedì 12 dicembre 2016
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lui è tornato. ma forse non è mai andato via!
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"Il televisore è un'opera straordinaria che dimostra la grandezza dell'uomo, ma che cosa c'è in televisione? Ciarpame!"
"Er ist wieder da" - Lui è tornato.
Ma LUI chi? è su questa domanda che verte la feroce ma divertente critica verso la società, di oggi come quella di ieri, che dai suoi errori non sembra aver capito granchè. Ogni hanno ci sono giornate della memoria.
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"Il televisore è un'opera straordinaria che dimostra la grandezza dell'uomo, ma che cosa c'è in televisione? Ciarpame!"
"Er ist wieder da" - Lui è tornato.
Ma LUI chi? è su questa domanda che verte la feroce ma divertente critica verso la società, di oggi come quella di ieri, che dai suoi errori non sembra aver capito granchè. Ogni hanno ci sono giornate della memoria. Ma siamo sicuri di essere realmente consapevoli di noi stessi e del nostro intorno? Ricordiamo ma dimentichiamo sempre più.
Questo film sembra iniziare come un film su Hitler, divertente e leggero. Ma basta solo andare un po' oltre la pellicola che corre imprevedibile per rendersi conto dell'opera magistrale che è stata impressa su quella pellicola.
Caduto dall'alto (o emerso dal basso? - ognuno lo veda come vuole), Hitler in persona si trova catapultato nella società moderna, che lui beffeggia senza che alcuno se ne renda conto.In breve spopola su qualsiasi media e diventa personaggio cult, tanto che diventa protagonista di un film.
Il segreto della sua ascesa è il suo apparire attento osservatore dei meccanismi errati che pervadono la nostra società, la sua alta capacità critica e il suo parlare direttamente alla massa senza giri di parole. Un ottimo oratore.
Tutti si innamorano del "nuovo" Hitler, e a ben vedere è legittimo che accada, la massa è stanca dei soliti politici cialtroni.
Nel corso dell'intero film sono solo in due a mostrare diffidenza per Hitler: un passante, che si sorprende per poter consentire ad un personaggio così di fare dipinti in piazza. L'altro è lo stesso che ha portato Hitler alla sua notorietà, ingenuo presentatore Tv. Quando il presentatore capirà della pericolosità celata dietro i discorsi propagandistici di quell'uomo, poichè cercherà di bloccarlo, verrà ritenuto pazzo e rinchiuso come infermo mentale.
Lui è tornato, ma forse non è MAI andato vivo. Come afferma nel film, quel LUI è dentro di noi, e non ce ne accorgeremo se non sapremo vederlo. La nostra società vive in maniera passiva, a galla sulle onde, come petrolio, inquinando ed oscurando i mari. Tanto che nessuno si scandalizza alla sua presenza, nessuno è in grado di censurarlo, in preda a questo relativismo in cui nessuna opinione è unicamente vera e tutte sono da accettare e rispettare.
Hitler stesso è bravo oratore, e ben critica questa società capace di grandi opere, come la Tv, dove poi però si trasmette Cibo e programmi spazzatura, in grado di ammansire gli spiriti della massa e addolcirli in un lungo sonno.
Questo film, dietro un'ottima satira, nasconde una critica tagliente contro tanta classe politica, ma come egli stesso afferma, ciascun politico è un pianista ed il popolo è il suo pianoforte, senza del quale nulla potrebbe. Ecco quindi che l'origine di ogni male, sta nel popolo, che si lascia abbindolare dal Panem et circensem (mica roba recente! Altro che imparare dalla storia) e nel frattempo finisce in mano alla sua stessa malignità.
Siamo così assefuatti e anestetizzati, che non riusciamo più a provare veri sentimenti, di odio o di amore, non ci stupiamo se Hitler faccia ascolti da record, che in questo film nasce come comico e per arrivare in politica (un grillo, insomma). CI scandalizziamo solo nel momento in cui vediamo Hitler sparare a un cagnolino! Siamo fuori di testa, tutti compresi! CI indigniamo dinanzi al piccolo, non riuscendo ad osservare ed analizzare il grande! Quanti video di gente investita o maltrattata dinanzi a altri cerebrolesi che rimangono indifferenti? Viviamo come alghe, trascinandoci nelle nostre vite, ed in questo caos lasciamo le nostre vite in mano a qualsiasi buon mercante. Non protestiamo, non ci opponiamo, non ci ribelliamo e preferiamo tacere o rispettare tutti a prescindere perchè senno non è politically correct. Veniamo da una società che ha lottato per i diritti, ha protestato. Forse abbiamo tutto o crediamo di averlo, o ce lo fanno credere e noi come pesci, abbocchiamo ogni giorno!
Bisogna denunciare e criticare, non accettare perchè conviene o più semplice. Occorre ricordare che nelle elezioni tedesche del marzo 1933, i nazisti ricevettero il 44% dei voti.
"Lei è un mostro- Pensa questo? Allora dovrebbe condannare anche tutti coloro che votarono questo mostro: erano tutti mostri?! no, era gente comune che decise di votare un uomo fuori dal comune e di affidargli il destino del proprio paese. Lei si è mai chiesto perchè il popolo mi segue? Perchè in fondo siete tutti come me, abbiamo gli stessi valori.- Lo spara, lo uccide ma Hitler riappare - Non si può liberare di me. Sono una parte di lei. ditutti voi. Lo riconosca, non sono poi così male"
Possiamo ucciderlo, ricordarlo. Ma il male è in ognuno di noi.Solo dobbiamo essere sempre critici e in allerta, avere CONSAPEVOLEZZA.
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luca scialo
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venerdì 25 novembre 2016
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hitler ai giorni nostri farebbe ancora proseliti
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In tanti ce lo siamo chiesti: come sarebbe Hitler ai giorni nostri? Con le tecnologie moderne, nella società contemporanea? David Wnedt prova a fornirci una risposta. E così, dopo due film drammatici, propone questa commedia tra il serio e il faceto. Avvalendosi della somiglianza rilevante di Oliver Masucci, comunque anche ben truccato, col Fuhrer.
La risposta è comunque triste: farebbe ancora proseliti. Perchè i problemi, le ansie del popolo, sono gli stessi di quasi novant'anni fa. La crisi occupazionale, lo straniero visto come un parassita. Nel film si dice: anche allora, inizialmente, risero di Hitler, ma poi il popolo lo seguì fino alla fine.
Nel film, attraverso la ricomparsa di uno spaesato Adolf, si critica anche la piattezza della televisione.
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In tanti ce lo siamo chiesti: come sarebbe Hitler ai giorni nostri? Con le tecnologie moderne, nella società contemporanea? David Wnedt prova a fornirci una risposta. E così, dopo due film drammatici, propone questa commedia tra il serio e il faceto. Avvalendosi della somiglianza rilevante di Oliver Masucci, comunque anche ben truccato, col Fuhrer.
La risposta è comunque triste: farebbe ancora proseliti. Perchè i problemi, le ansie del popolo, sono gli stessi di quasi novant'anni fa. La crisi occupazionale, lo straniero visto come un parassita. Nel film si dice: anche allora, inizialmente, risero di Hitler, ma poi il popolo lo seguì fino alla fine.
Nel film, attraverso la ricomparsa di uno spaesato Adolf, si critica anche la piattezza della televisione. Dove si susseguono tanti programmi di cucina o show dementi, ma poca cultura e approfondimenti. In questo contesto mediocre e problematico, Hitler riceverebbe ancora l'appoggio del popolo. Mentre chi lo ha scovato, il corrispondente di una Tv privata Fabian Sawatzki, interpretato da Fabian Bush, finisce in manicomio. Perchè è l'unico che ha capito che quello è il vero Hitler.
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astromelia
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venerdì 24 giugno 2016
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trovata geniale
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avrebbe potuto essere una macchietta fine a se stessa,ma questo film è tutt'altro,si ride ma al contempo si riflette,sia per genialità ( complimenti all'autore del libro) che per le verità assolute dei dialoghi,la sua visione è consigliata a tutti,originale esser stato girato come un docu-film,insomma ben riuscito.
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no_data
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lunedì 20 giugno 2016
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lui c'e' sempre stato
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Film coraggioso che affronta senza infingimenti la meschinità connaturata al genere umano. E' inevitabile riflettere sulla FORTUNA che abbiamo avuto di vivere gli anni che ci separano dalla II Guerra Mondiale senza che nuove tensioni abbiano dilaniato tra loro i popoli europei, ma questo comunque non ci permette di sentirci al sicuro. Il razzismo, il qualunquismo, il populismo, il "semplicismo" serpeggiano come vipere nell'opinione comune. E' più facile puntare il dito contro un presunto colpevole che assumersi il peso di dare il proprio contributo al funzionamento della Cosa Pubblica, della Democrazia, scritta con la maiuscola. Effettivamente il mostro si annida in noi: tra gli insoddisfatti, i frustrati, gli emarginati, gli sconfitti, i falliti, i narcisisti, i giustizialisti.
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Film coraggioso che affronta senza infingimenti la meschinità connaturata al genere umano. E' inevitabile riflettere sulla FORTUNA che abbiamo avuto di vivere gli anni che ci separano dalla II Guerra Mondiale senza che nuove tensioni abbiano dilaniato tra loro i popoli europei, ma questo comunque non ci permette di sentirci al sicuro. Il razzismo, il qualunquismo, il populismo, il "semplicismo" serpeggiano come vipere nell'opinione comune. E' più facile puntare il dito contro un presunto colpevole che assumersi il peso di dare il proprio contributo al funzionamento della Cosa Pubblica, della Democrazia, scritta con la maiuscola. Effettivamente il mostro si annida in noi: tra gli insoddisfatti, i frustrati, gli emarginati, gli sconfitti, i falliti, i narcisisti, i giustizialisti. Non conta se siamo ignoranti o istruiti. Non conta se il mostro si chiami Hitler. Qualunque fanatismo arma la mano e ottunde la mente della gente che non riflette, che non ricorda, che non attiva cuore e cervello all'unisono.
Film da far vedere nelle scuole e da commentare per l'intero anno scolastico, fermando tutte le programmazioni disciplinari.
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