oldboy muzza
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mercoledì 6 aprile 2016
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bello e spettacolare ma ...
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Niente male, meriti e demeriti in egual misura. Spettacolarizzazione non eccessiva e questo è un bene, non indugia troppo sul piacere per gli occhi e su effetti speciali che non molto ci azzeccherebbero all'interno di un prodotto, è bene ricordarlo, con ha alla base uno spunto letterario (anche se piuttosto vaga è e rimane la figura di Melville). Si articola discretamente in un mondo e in un tempo che descrive in modo adeguato e mai eccessivo, si sviluppa all'interno di un contesto ben definito e, tutto sommato, risulta gradevole per lo spettatore. Come detto, presenta alcuni difetti, riscontrabili nella lunghezza di certe scene (il naufragio, la deriva dei marinai sulle scialuppe...) dovute probabilmente alla necessità di portare il film ad una durata di due ore come si compete al genere.
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Niente male, meriti e demeriti in egual misura. Spettacolarizzazione non eccessiva e questo è un bene, non indugia troppo sul piacere per gli occhi e su effetti speciali che non molto ci azzeccherebbero all'interno di un prodotto, è bene ricordarlo, con ha alla base uno spunto letterario (anche se piuttosto vaga è e rimane la figura di Melville). Si articola discretamente in un mondo e in un tempo che descrive in modo adeguato e mai eccessivo, si sviluppa all'interno di un contesto ben definito e, tutto sommato, risulta gradevole per lo spettatore. Come detto, presenta alcuni difetti, riscontrabili nella lunghezza di certe scene (il naufragio, la deriva dei marinai sulle scialuppe...) dovute probabilmente alla necessità di portare il film ad una durata di due ore come si compete al genere.
Godibile e piacevole, scorre bene e si guarda volentieri.
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orione95
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martedì 23 febbraio 2016
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"è solo una balena."
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Non c'è davvero nulla da aggiungere a quanto detto negli anni circa il capolavoro indiscusso della letteratura americana, il romanzo "Moby Dick" di Herman Melville, ovvero la suprema parabola dell'eterna lotta tra uomo e natura, fortunatamente però oggetto della seguente recensione non è la letteratura, bensì la cinematografia, nello specifico l'ultima fatica del pluripremiato Ron Howard, mai così presente in una sua creatura come in questo film. Il tocco drammatico e al tempo stesso epico del papà di "Apollo 13" c'è tutto, caratterizzato stavolta da una velata emulazione delle atmosfere de "Lo Squalo" (nonostante il noto regista del "Codice da Vinci" abbia più volte e alquanto energicamente negato ogni collegamento con l'opera di Spielberg).
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Non c'è davvero nulla da aggiungere a quanto detto negli anni circa il capolavoro indiscusso della letteratura americana, il romanzo "Moby Dick" di Herman Melville, ovvero la suprema parabola dell'eterna lotta tra uomo e natura, fortunatamente però oggetto della seguente recensione non è la letteratura, bensì la cinematografia, nello specifico l'ultima fatica del pluripremiato Ron Howard, mai così presente in una sua creatura come in questo film. Il tocco drammatico e al tempo stesso epico del papà di "Apollo 13" c'è tutto, caratterizzato stavolta da una velata emulazione delle atmosfere de "Lo Squalo" (nonostante il noto regista del "Codice da Vinci" abbia più volte e alquanto energicamente negato ogni collegamento con l'opera di Spielberg).
Atmosfere evocative al limite della drammaturgia condite dall'ormai abituale aulica fisicità di Chris Hemsworth che sostituisce la fiocina al martello (senza peraltro far rimpiangere troppo il suo divino alter ego).
Spettacolare il protagonismo delle emozioni controverse dei personaggi: intensissima e gravida di pathos la scena in cui si scontrano gli sguardi della balena e del primo ufficiale Chase (Hemsworth), la natura ammonitrice da un lato e l'uomo tracotante dall'altro.
L'oceano, così ostile e misterioso, diviene trasfigurazione del turbamento insito nell'animo umano.
Magistrale l'uso degli effetti speciali, decisivi per la riuscita del film, costantemente presenti ma mai invadenti.
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paolo middei
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domenica 24 gennaio 2016
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bello
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bella storia...da vedere....
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ashtray_bliss
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sabato 2 gennaio 2016
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nel cuore del oceano.
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Heart of The Sea prometteva a tutti di essere il 'next big thing', un film che avrebbe fatto parlare a lungo di se (nel migliore dei modi) spalleggiato da una produzione stellare, firmato da un regista affermato e navigato (anche se non sempre apprezzato come Ron Howard) e condito da effetti speciali favolosi e coinvolgenti. Il tutto a servizio di una storia epica che tuttora esercita un fascino non indifferente nella cultura popolare e che è tratta da un pilastro della letteratura moderna (Moby Dick), anche se ufficialmente basata sul omonimo libro, di assai più recente pubblicazione, firmato Philbrick.
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Heart of The Sea prometteva a tutti di essere il 'next big thing', un film che avrebbe fatto parlare a lungo di se (nel migliore dei modi) spalleggiato da una produzione stellare, firmato da un regista affermato e navigato (anche se non sempre apprezzato come Ron Howard) e condito da effetti speciali favolosi e coinvolgenti. Il tutto a servizio di una storia epica che tuttora esercita un fascino non indifferente nella cultura popolare e che è tratta da un pilastro della letteratura moderna (Moby Dick), anche se ufficialmente basata sul omonimo libro, di assai più recente pubblicazione, firmato Philbrick. Al tutto va aggiunto un cast notevole e un attore principale tra i più ricercati del momento, Chris Hemsworth, che senza ombra di dubbio era l'esca per attirare un vasto numero di spettatori nelle sale. Un film cosi non poteva e non doveva avere punti deboli o risultare in qualsivoglia modo fallimentare; eppure per tutta la durata di questa pellicola ambiziosa e spettacolare è sempre presenta una sensazione di incompletezza. ''Manca qualcosa'' è la prima cosa che mi è venuta in mente dopo i titoli di coda. Cosa c'era di sbagliato o mancante in una pellicola di questo calibro? Il sentimento. La profondità. Il Pathos. Mancano le giuste e approfondite caraterizzazioni dei personaggi, manca la descrizione dei legami tra loro, manca quel feeling che doveva avvolgerci e coinvolgerci, da spettatatori, per immedesimarsi nelle disavventure dei personaggi e soffrire o goire con loro. Anche nelle scene clou della pellicola; vedi la separazione (a tratti si potrebbe descrivere come abbandono) tra Chase e Joy, oppure la presa di coscienza del giovane Owen Coffin che lo porterà a compiere il gesto estremo del suicidio per amore del cugino Pollard, sono a malapena abbozzate, i sentimenti espressi sono troppo meccanici e forzati per risultare spontanei e verosimili e sopratutto per catturare come si deve lo spettatore e fargli percepire i sentimenti che presumibilmente provano i protagonisti del film: rabbia, dolore, esasperazione, rassegnazione etc. Le dinamiche, insomma, in un cosi disomogeneo gruppo di uomini non sono descritte accuratamente. Nemmeno il contrasto e disaccordo iniziale tra il comandante Pollard e il primo ufficiale Chase viene adeguatamente trattato; si percepisce e si assiste (in brevi scene) ad una certa rivalità e ostilità tra i due ma il tutto si riduce a sembrare più un banale contrasto adolescenziale che non una vera e propria rivalità tra uomini maturi. Lo stesso discorso vale per la loro progressiva e graduale pacificazione: la si percepisce vagamente ma non viene mai descritta per immagini e dialoghi.
Cosa resta, dunque, di veramente riuscito in questo capolavoro mancato? Le immagini, la scenografia, la fotografia, la ricostruzione particolareggiata dei costumi e navi d'epoca e un mare, in senso figurato e non solo, di effetti speciali sensazionalistici che fanno da padrone per tutta la durata della pellicola. Nulla da obbiettare su quanto appena riferito. Le scene della tempesta, della caccia alle balene, e ovviamente del incontro con Moby Dick, il capodoglio bianco, non lasceranno nessuno deluso; sono ben fatte, realistiche, spettacolari e sensazionali provocando il giusto mix contrastante di sentimenti quali stupore, soggezione, ammirazione e trepidazione.
La balena ovviamente la si vede poco, tutto sommato, eppure la sua presenza è quella che riesce sempre a dare una spinta in più al film e tenere vivo l'interesse degli spettatori. Il suo comportamento quasi umano, la sua sete di vendetta (gli stessi elementi base del classico di Melville) sono proprio la carta vincente di questa bella pellicola.
Sul piano narrativo non mancano le riflessioni ambientaliste ed etiche sulla magnificenza e spietatezza della natura, sul diritto o meno dell'uomo di dominare sul Creato a suo piacere e volontà, ma anche delle ripercussioni delle azioni umane quando intervengono sulla Natura e delle conseguenze che ne derivano quando quest'ultima ripristina l'equilibrio tra le specie e riprende il sopravvento. Spunti di riflessione importanti riguardano ovviamente anche l'ego smisurato dell'uomo, la sua arroganza e avidità che non sono altro che gli ingredienti basilari che spingono l'equipaggio della Essex ai confini del mondo e della ragione (come giustamente dichiarerà Thomas Nickerson, il personaggio che ci svela la storia alla quale assistiamo).
Il regista Ron Howard è in grado di evidenziare abilmente questa svolta narrativa, caraterizzata dalla presa di coscienza dei protagonisti, durante la loro permanenza (dopo il naufragio della baleniera) sull'isola deserta. Grazie a questa svolta, spirituale ed ecologista, sarà permesso al gruppo di naufraghi di tornare a casa, e la balena, dunque, cessa di essere simbolo di preoccupazione e angoscia per i superstiti.
La pellicola da questo momento in poi va procedendo verso un finale lineare e compatto, senza particolari punti d'interesse o situazioni memorabili. Un epilogo bilanciato e formale, insomma, dove ci si informa delle sorti dei personaggi una volta rientrarti in patria (gli U.S.A.), e dove rigorosamente trionfano i buoni sentimenti e una certa (ma fastidiosa) dose di nazionalismo tipicamente statunitense, spiccatamente marcato dalla frase finale poco prima della definitiva chiusura del film.
Heart of the Sea, in definitiva è un buon prodotto, un'avventura avvincente e grandiosa che racchiude in se messaggi importanti e più che mai attuali sul rapporto Uomo/Natura. Conquista e cattura sopratutto grazie alla sua raffinatezza visiva ma pecca sul piano della caratterizzazione dei protagonisti e delle dinamiche che vengono a crearsi da loro. Il trasporto emotivo è veramente minimo mentre doveva essere la chiave principale in un film dagli echi epici e ambiziosi come questo. Le interpretazioni degli attori sono buone, non incisive, ma assolutamente conformi a ciò che richiedeva tale pellicola, e riescono a spiccare particolarmente nelle scene da naufraghi, evidenziando proprio la disperazione e strematezza umana che mossa dal istinto di sopravvivenza e autoconservazione si riduce a compiere atti deplorevoli e disumani. Come sottolieato prima, ottime sono la scenografia e la fotografia, ove spicca un forte contrasto di colori, dai più vividi a quelli più smorti, ma che riscono a incorniciare perfettamente la sequenza di scene nella pellicola e restare impresse.
In poche parole: abbiamo a che fare con un valido prodotto cinematografico, che poteva certamente risultare ottimo se il regista avesse concesso più spazio all'introspezione dei personaggi. Superato questo difetto il film risulta godibilissimo e scorrevole, grazie all'abbondanza di scene d'azione; non annoia nonostante la sua durata e risulta effetivamente un prodotto memorabile. Certamente consigliato. 3,5/5.
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bericopredieri
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venerdì 1 gennaio 2016
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il mito di moby dick ritorna.
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Chi da bambino non ha letto il romanzo Moby Dick, o non ne ha almeno sentito parlare? Ripreso da Ron Howard che ne fa una perfetta trasposizione cinematografica, ci regala anche ora che ormai siamo adulti le stesse emozioni di quando eravamo piccoli.. E chi dice poi che non sia una storia attuale? Oggi che i media ci ripropongono spesso i massacri delle balene da parte delle baleniere giapponesi ( e non solo...)? La lotta tra uomo e animale è stata sempre impari, e allora che per una volta la vittima diventa carnefice come non parteggiare per Moby Dick?
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beatrixtodd
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lunedì 28 dicembre 2015
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@andrelibero
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Capodoglio: balena.
Immedesimata: voce del verbo immedesimarsi, partecipare emotivamente alle condizioni di una persona; identificarsi con qlcu., calarsi nei suoi panni.
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scrbgnac
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lunedì 28 dicembre 2015
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si ride molto
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La cosa positiva è' che abbiamo molto riso. Tutti, compresa mia figlia di nove anni. Il Protagonista travestito da marinaio e' molto più attento ai suoi boccoli d'oro che ai flutti del mare. e quindi giustamente la barca affonda. Ero andata per vedere sul grande schermo un gran film americano sulla forza della natura e la miseria dell'uomo... Come spesso solo loro sanno fare dai tempi del wstern. Film epico? Rispetto a che cosa? A una notte al museo?
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neger
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domenica 27 dicembre 2015
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se si potesse riscrivere il finale!
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Il film è carino, peccato che venga sporcato e perda la quarta stella per un finale banale alla "volemose bene!"
La storia mi sembra avvincente, chiara, semplice e senza troppi fronzoli. Chi cerca un film con sorprese, capovolgimenti di fronte e colpi di scena cambi sala...
Questo è un film semplice, con un buon cast ed una bella storia di fantasia narrata con sufficiente suspance da un marinaio superstite all'incontro fatale con Moby Dick, l'enorme e leggendaria balena.
Ho apprezzato come nel film venga messo in risalto il rapporto tra l'esperto, anche se giovane, tenente (vice comandante della nave) e l'inesperto ma pur sempre blasonato capitano (comandante della nave).
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Il film è carino, peccato che venga sporcato e perda la quarta stella per un finale banale alla "volemose bene!"
La storia mi sembra avvincente, chiara, semplice e senza troppi fronzoli. Chi cerca un film con sorprese, capovolgimenti di fronte e colpi di scena cambi sala...
Questo è un film semplice, con un buon cast ed una bella storia di fantasia narrata con sufficiente suspance da un marinaio superstite all'incontro fatale con Moby Dick, l'enorme e leggendaria balena.
Ho apprezzato come nel film venga messo in risalto il rapporto tra l'esperto, anche se giovane, tenente (vice comandante della nave) e l'inesperto ma pur sempre blasonato capitano (comandante della nave). Proprio nella seconda parte del film quest'ultimo mi stupirà guadagnandosi progressivamente il rispetto sia del vicecomandante che della ciurma rimasta ormai ai minimi termini. Peccato che nel finale (dalla scena del tribunale fino ai titoli di coda) il pathos abbia sia in caduta verticale e le scene che si susseguono siano piuttosto scontate e trattate con molta superficialità. Un vero peccato, perchè fino a 3/4 la pellicola mi aveva tenuto incollato allo schermo, senza rapirmi, ma senza neanche farmi annoiare... Cosa che mi è successa invece guardando il finale :(
Si può mica riscrivere?!
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lucap96
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mercoledì 23 dicembre 2015
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male male
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Film lento, scontato, noioso. L'azione parte tardi e non riesce mai a prenderti fino in fondo. Peccato, perché da Ron Howard ci si aspetta sempre grandi cose. Da segnalare anche lo scarsissimo successo al botteghino, largamente comprensibile.
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