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Nel 1981 all'Università di Bologna si tenne un corso monografico su Truffaut, che, invitato a presenziare, spedì una lettera in cui si scusava di non poter venire, non adducendo motivi chiari. Morì quattro anni dopo a soli 52 anni lasciando un grosso vuoto nel mondo del cinema. Truffaut amava il cinema e adorava Hitchcock che riteneva il regista migliore di tutti e di tutti i tempi. Nel 2015 Kent Jones ci regala un documentario che è oro per gli appassionati di Hitchcock. Nel 1962 Truffaut ebbe il privilegio di intervistare il suo mito per otto giorni, da cui nacque il libro " Il cinema secondo Hitchcock", libro di culto per tutti i cinefili e il nostro documentarista lo prende come punto di partenza per approfondire il cinema del maestro a 360 gradi. Tra i due nacque una forte amicizia, anche perché Hitchcock rimase profondamente lusingato dalla stima che Truffaut gli mostrava, essendo lui già l'autore di un capolavoro come " I 400 colpi". Hitchcock morì nel 1980 e Truffaut lo segui' quattro anni dopo. Jones intervista vari registi attuali, tra cui Scorsese, per riflettere insieme sulle caratteristiche del cinema di Hitchcock che è molto diverso da quello dell'allievo. Il primo aveva un ossessione quasi maniacale per la geometria degli spazi e pretendeva dagli attori che lo seguissero in tutto per tutto nei suoi diktat autoriali. Truffaut aveva un'idea più libera del cinema, anche perché conosceva il valore della libertà a cui anela il protagonista dei "400 colpi", film autobiografico sulla sua difficile infanzia. Si valuta il documentario senza lasciarci condizionare da quelli che sono i due grandi; quindi molto interessante per gli amanti dei due grandi e del cinema in generale, ma chiaramente, non è un documentario per tutti. Nel complesso non è un documentario esaltante, ma ne è consigliata la visione a quelli a cui piace la settimana arte.
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
