ashtray_bliss
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lunedì 26 ottobre 2015
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viaggio nei luoghi oscuri dei ricordi.
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Dark places-Nei luoghi oscuri e' un thriller solido e ben strutturato, e ancora una volta la pellicola deve ringraziare la letteratura, ma precisamente la penna di quella fantastica autrice, Flynn, che riesce a dipingere personaggi, situazioni, emozioni e luoghi in manera caparbia, complessa e per nulla scontata. Il regista francese fa bene dunque a prendere il soggetto principale del libro, snellirlo, e poi attribuire il corpus della recitazione a quel mostro sacro di Charlize Theron; un'attrice drammatica la cui bravura non ha bisogno di presentazioni e che questa volta, tuttavia, la troviamo una spanna sotto il suo potenziale recitativo. Ma non per errore o modestia.
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Dark places-Nei luoghi oscuri e' un thriller solido e ben strutturato, e ancora una volta la pellicola deve ringraziare la letteratura, ma precisamente la penna di quella fantastica autrice, Flynn, che riesce a dipingere personaggi, situazioni, emozioni e luoghi in manera caparbia, complessa e per nulla scontata. Il regista francese fa bene dunque a prendere il soggetto principale del libro, snellirlo, e poi attribuire il corpus della recitazione a quel mostro sacro di Charlize Theron; un'attrice drammatica la cui bravura non ha bisogno di presentazioni e che questa volta, tuttavia, la troviamo una spanna sotto il suo potenziale recitativo. Ma non per errore o modestia. L'attrice volutamente non vuole rubare la scena al soggetto, alla trama del film, motivo per cui evita di rendersi il centro gravitazionale della pellicola, la colonna portante, e lascia deliberatamente spazio agli eventi e personaggi secondari di 'respirare' e scavarsi un posto nella mente degli spettatori. Scelta stilistica azzecata, senza ombra di dubbio.
Incontriamo così Libby, una personalità contradditoria, borderline, antipatica e pessimista. Libby infatti è stata l'unica superstite di una strage che colpì la sua famiglia molti anni prima e che lei evidentemente non ha mai superato; Le due sorelle e la madre venerro brutalmente uccise in quello che per molti anni sembrava risolto come un rituale satanico compiuto per mano del fratello Ben, un sedicente fan della musica metal. Libby però è anche una donna immatura e speculatrice che vive, letteralmente, di quella tragedia fruttando il suo ricavato rilasciando interviste e facendo scrivere libri su quel tragico evento. La tragedia consumatasi ormai per lei è l'unica vera e propria fonte di denaro e quel minimo di macabra celebrità. Quando però la fortuna le volta le spalle e deve fare i conti con gli affitti arretrati e i debiti galoppanti, Libby si vede costretta ad eccettare la collaborazione con un gruppo di persone denominato 'Kill Club'; stravaganti ma appassionati di crimini irrisolti che si occupano anche di clamorosi errori giudiziari. Uno di questi errori sostengono essere l'imprigionamento di Ben Day, fratello di Libby, ormai dietro le sbarre da 28 anni. Partendo da questa ferrea convinzione il gruppo capitanato da un giovane ma tenace manager di nome Lyle chiede l'aiuto di Libby per risolvere una volta per tutte il cold-case. Libby accetta, piùper il denaro che non la voglia di rendere finalmente giustizia e fare pace con se stessa.
Da quel momento avrà inizio un vero e proprio tuffo nel proprio passato, nei luoghi oscuri che Libby aveva sigillato nella sua mente con tanto fervore, per paura di dover fronteggiare di nuovo quella ondata di dolore e rabbia che cercava di soffocare. Il viaggio verso la risoluzione del caso e la spiegazione delle azioni e moventi che ci celavano dietro esse, avviene narrativamente e tecnicamente parlando su due livelli: Da una parte la narazzione del passato, sotto forma di flashback, e dall'altra nel presente, dove tutto si (con)fonde prendendo però nuovi rislovolti e mettendo sotto nuova luce gli accadimenti del passato così da scacciare poco a poco la confusione che regna tanto nei ricordi della protagonista (e nella sua interpretazione) quanto nella mente degli spettatori. Il leit motiv del film, ovviamente, è che il passato non è mai morto del tutto e viene sempre a chiederti il conto. Tenendo questo a mente, assistiamo in pratica al processo di maturità emotiva e psicologica della protagonista, la quale imparerà a dover affrontare tutte quelle persone con le quali lei aveva tagliato i ponti, in primis col fratello Ben.
Questo doloroso percorso equivale sempre più ad una presa di coscienza ed un cambio di posizione da parte di Libby; se infatti fu lei stessa a indicare il fratello come colpevole 30 anni prima ora si convince a scendere in prima linea per la sua difesa, aiutando il gruppo a raccogliere più testimonianze possibili dalle persone che all'epoca erano coinvolte con la famiglia. Durante questa katharsis Libby diventerà sempre meno riluttante e disdegnosa della sua famiglia e del suo passato, riuscendo infine a sconfiggere le sue paure, e domare quei demoni interiori che la tormentavano da sempre.
Alla fine l'unica certezza è che non esistono innocenti o vittime. Tutti, a loro malgrado, si sono segnati le mani di colpe e peccati che solo col tempo potranno espiare e perdonare; E se questo film riesce a trasportare bene un messaggio quello è che la natura umana è complessa e feroce, e non assolve nessuno. A ognuno la propria colpa, le proprie bugie nelle quali si è rifugiato (come Libby) o ha trovato una scusante per mandare avanti una vita parallela (come il fratello Ben) oppure come nel caso della madre, le bugie e menzogne della quale hanno sconvolto e segnato l'esistenza dei figli per gran parte della loro vita.
Solida regia e sceneggiatura sostengono questa meritevole e dignitosa pellicola che lunge dall'essere un capolavoro ma che tuttavia resta un prodotto di buona fattura, un thriller a sfumature noir che riesce a catturare l'attenzione e risultare memorabile seppur non indelebile. Grazie anche alla multitudine di argomenti toccati dalla pellicola che in tal modo riesce a rendersi attuale e tenere sempre vivo l'interesse e la curiostà del pubblico sulle sfumature che assunse la vicenda/tragedia famigliare di Libby Day. Si spazia dunque dal presunto satanismo e occultismo praticato dai ragazzini appassionati di heavy metal (argomento tra l'altro affatto lontano dalla cronaca reale dato il luogo comune che una trentina d'anni fa tendeva associare questo tipo di musica al satanismo), alle false accuse di molestie e pedofilia, all'abuso e violenza domestica sperimentata dalla famiglia Day per mano del padre alcolizzato e problematico. Il tutto condisce il quadro di una società agricola chiusa, ottusa e bigotta che è sempre pronta a puntare il dito contro il diverso e lasciarsi trasportare e influenzare delle malelingue e voci di corridoio. Ritratto sin troppo ricorrente tanto nella finzione quanto nella realtà. Quì tale cornice si addice perfettamente alla storia narrata e aiuta a sintetizzare un prodotto non originalissimo ma nemmeno trascurabile nel genere thriller/dramma.
Ottima la Theron, come sempre, e convincente Christina Hendricks nei panni di una madredelusa e disperata che tenta il possibile per assicurare ai figli un futuro migliore, persino compiendo un gesto esasperato. Simpatico rivedere 'Nux' aka Nicholas Hoult di nuovo in coppia con Charlize (dopo Mad Max) questa volta in un ruolo più maturo. Buona la fotografia, minimale la colonna sonora.
Note negative? Il finale, un po' scontato e sbrigativo e il fatto che la Theron non cambi mai vestiti dalla prima all'ultima inquadratura (e non toglie mai il cappello). Per il resto questa pellicola non commerciale si guadagna egregiamente le sue 4 stelle su 5.
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[+] c. theron si conferma attrice e non bella statuina
(di eva giulia faith)
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flaw54
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lunedì 26 ottobre 2015
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una rivelazione
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Credevo di trovarmi in un film di stanisti e di violenza con sfumature horror e invece ecco un ottimo thriller sostenuto da una sceneggiatura intelligente e da una perfetta recitazione. I drammi e le scelte interiori superano la tragicità del fatto e il personaggio di Lybbi è reso perfettamente da una Charlize Theron androgina e problematica che come al solito non esita a nascondere la sua sfolgorante bellezza. Due ore di forte tensione emotiva. Bello
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samanta
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mercoledì 3 giugno 2020
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nei luoghi noiosi
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Il film del 2015 è una produzione ameicana -francese , il regista Gilles Paquet-Brenner, dall'inizio dela sua attività ha girato pochi film, dopo questo mi risulta solo Mistero a Crooked House.
[Spoiler] La protagonista Libby (Charlize Theron) nel 1985 a 8 anni è sopravvissuta ad una strage in cui sono morti la madre Patty (Christina Hendriks) e 2 sorelle, lei è la sola che è riuscita a scappare, del fatto viene accusato il fratello Ben, assente in casa e sospettato perché deditoa riti satanici e condannato all'ergastolo, Libby in stato di confusione aveva confermato la colpevolezza di Ben. La madre era una donna buona che lavorava tutto il giorno per mandare avanti la famiglia e la fattoria agricola, il marito scappato da casa era un uomo alcolizzato e violento che ogni tanto si faceva vedere per prendere quei pochi soldi che aveva la donna.
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Il film del 2015 è una produzione ameicana -francese , il regista Gilles Paquet-Brenner, dall'inizio dela sua attività ha girato pochi film, dopo questo mi risulta solo Mistero a Crooked House.
[Spoiler] La protagonista Libby (Charlize Theron) nel 1985 a 8 anni è sopravvissuta ad una strage in cui sono morti la madre Patty (Christina Hendriks) e 2 sorelle, lei è la sola che è riuscita a scappare, del fatto viene accusato il fratello Ben, assente in casa e sospettato perché deditoa riti satanici e condannato all'ergastolo, Libby in stato di confusione aveva confermato la colpevolezza di Ben. La madre era una donna buona che lavorava tutto il giorno per mandare avanti la famiglia e la fattoria agricola, il marito scappato da casa era un uomo alcolizzato e violento che ogni tanto si faceva vedere per prendere quei pochi soldi che aveva la donna. Dopo 28 anni Libby che è in grave crisi economica, aveva sopravvissuto in quegli anni grazie a donazioni di benefattori e ai diritti di un libro, riceve la visita di Lyle (Nicholas Hoult) giovane segretario di un circolo di amanti di "cold case", casi che sembrano insoluti o con un condannato ritenuto innocente offre dei soldi se li aiuta. Libby prima rifiuta e poi accetta facendosi aumentare il compenso, incontra Ben e capisce che nasconde qualche cosa pur essendo innocente. La vicenda si sviluppa in modo complesso, basterà sapere che Ben (Corey Scott) quella sera era andato a casa sua con la sua ragazza di 17 anni (Diondra) messa incinta da lui, per prendere alcuni soldi che la madre aveva nascosto e poi scappare insieme. Sorpresi dalla sorella Michelle la ragazza aveva tentato di ucciderla strozzandola, Ben aveva cercato di impedirlo ma proprio in quel momento aveva sentito in casa degli spari: accorre al piano di sotto e fa scappare Libby, poi trova i cadaveri della sorella Debby e della madre uccisi da un serial killer "L'angelo dei debitori" che fingeva di aiutare gli agricoltori e poi li uccideva (ben 50!); Diondra nel frattempo aveva ucciso la sorella e Ben arrestato il giorno dopo non si era difeso. La ragazza era sparita ma Libby e Lyle la trovano, Libby va a casa di Diondra (Andrea Wertzner) che vive con la figlia sua e di Ben e gli racconta la sua verità: volevano scappare ma lei era rimasta a casa sua, Libby scopre che mente perché andata in bagno trova una collana della madre che Diondra aveva strappato a Patty, le 2 donne cercano di uccidere Libby che viene salvato da Lyle. Doindra e la figlia scappano: Diondra sola viene rintracciata e viene condannata, Ben viene liberato e "L'angelo dei debitori" viene arrestato e condannato.
Il film si sviluppa attraverso un continuo flashback che offusca la linearità del racconto, è lento lungo e noioso in un'atmosfera drammatica e angosciante ma non avvincente. E' un dramma più che un thriller, mancano infatti totalmente la suspence, la tensione i colpi di scena fanno sbadigliare, anche la scena della strage è confusa. ovviamente la provincia americana è vista con gli stereotipi soliti: le persone sono piene di pregiudizi, ubriaconi e nullafacenti. Inverosimili alcune situazioni, ad esempio come viene descritto il circolo degli investigatori dilettanti.
La recitazione di Charlize Theron non è convincente, l'attrice bellissima e con una notevole fisicità (ricordate il lato B nella pubblicità) è intelligente ha saputo inserirsi con abilità nel mondo della produzione e del Politically Correct di Hollywood. Il suo Oscar ricevuto con Monster rivela un'interpretazione discreta ma sopravvalutata, si è imbruttita con protesi ed ingrassata (ha avuto al stessa sorte di Grace Kelly e Nicole Kidman che imbruttendosi hanno vinto l'Osca) ma non è eccezionale, basti considerare che ha battuto Naomi Watts con quel bellissimo film che è 21 grammi. La Theron recita i suoi film con una maschera che dura per tutta la pellicola non cambiando mai espressione, non sarà mai un'attrice comica mentre le brave attrici sono capaci di cambiare i ruoli, gli altri attori recitano abbastanza bene ma non più della sufficienza, salvo Christina Hendricks che esprime un'ottima interpretazione di Patty.
In conclusione complessivamente un film deludente.
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peer gynt
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sabato 26 settembre 2015
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scelte dolorose
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Libby Day è una trentenne che non ha mai lavorato in vita sua, visto che è vissuta di rendita sulla tragedia che ha devastato la sua famiglia: quando aveva solo sette anni sua madre e le sue due sorelle sono state uccise. Della strage è stato considerato responsabile suo fratello Ben, che da allora è rinchiuso in carcere. Ora i soldi che Libby ha messo via (provenienti dagli assegni inviati da tutta l'America, commossa dal suo caso, e dai proventi del libro sulla strage che Libby ha accettato di far pubblicare) stanno finendo. Quindi la ragazza, che ha contribuito a far andare in galera il fratello con la sua testimonianza, accetta di partecipare alle indagini di un fan club appassionato di omicidi di cronaca che vuole scagionare Ben.
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Libby Day è una trentenne che non ha mai lavorato in vita sua, visto che è vissuta di rendita sulla tragedia che ha devastato la sua famiglia: quando aveva solo sette anni sua madre e le sue due sorelle sono state uccise. Della strage è stato considerato responsabile suo fratello Ben, che da allora è rinchiuso in carcere. Ora i soldi che Libby ha messo via (provenienti dagli assegni inviati da tutta l'America, commossa dal suo caso, e dai proventi del libro sulla strage che Libby ha accettato di far pubblicare) stanno finendo. Quindi la ragazza, che ha contribuito a far andare in galera il fratello con la sua testimonianza, accetta di partecipare alle indagini di un fan club appassionato di omicidi di cronaca che vuole scagionare Ben. Molti infatti sono convinti che in galera non ci sia il vero colpevole, ma solo un capro espiatorio, e che quindi non sia mai stata fatta vera luce sulla strage della famiglia Day.
Da questo spunto narrativo, tratto da un romanzo di successo di Gillian Flynn, si sviluppa un ottimo thriller, dalla narrazione fluida e scorrevole, nel quale Libby, fra rancori e rimorsi, si scopre sempre più presa dal bisogno di arrivare alla verità. Ottima la prova di Charlize Theron, anche co-produttrice, e un altro ritratto di ragazza violenta e pericolosa per la dangerous girl Chloe Moretz, sempre più che convincente. Una regia essenziale, senza personalismi inutili, e un buon uso del flashback movimentano la storia, portata avanti nei due piani narrativi dell'inchiesta odierna di Libby, improvvisata detective della sua storia, e della tragedia di allora, che vede agitarsi i personaggi in una provincia americana dominata dalla presenza di un superficiale satanismo e di un piacere per la calunnia come arma tagliente. Sono la presenza del male e la necessità di compiere delle scelte che distruggono delle vite per salvarne delle altre i pilastri su cui si regge ottimamente il film.
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pedu72
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sabato 26 dicembre 2015
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b-movie con pretese autoriali
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Come si può pensare di avere tra le mani un degno soggetto quando il nucleo principale della storia è palesemente assurdo se non ridicolo? Non si vuole togliere all'eventuale spettatore (vivamente consigliato di rivolgersi altrove...) il gusto della suspence (per così dire...) e quindi non andremo oltre nell'illustrazione della nostra tesi. Ma visto che qualcosa si deve ben dire, diremo che il tema della faticosa ricerca di una verità sepolta e oscura non è certo una novità (né vuole ovviamente esserlo). Tutto sta nel mettere insieme i pezzi del 'genere' con originalità, efficacia o almeno mestiere. Tutte cose che qui mancano: manca il livello degli interpreti (con una Charlize Theron spaesata, monocorde se non a tratti palesemente demotivata.
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Come si può pensare di avere tra le mani un degno soggetto quando il nucleo principale della storia è palesemente assurdo se non ridicolo? Non si vuole togliere all'eventuale spettatore (vivamente consigliato di rivolgersi altrove...) il gusto della suspence (per così dire...) e quindi non andremo oltre nell'illustrazione della nostra tesi. Ma visto che qualcosa si deve ben dire, diremo che il tema della faticosa ricerca di una verità sepolta e oscura non è certo una novità (né vuole ovviamente esserlo). Tutto sta nel mettere insieme i pezzi del 'genere' con originalità, efficacia o almeno mestiere. Tutte cose che qui mancano: manca il livello degli interpreti (con una Charlize Theron spaesata, monocorde se non a tratti palesemente demotivata...), manca l'appeal dei personaggi, manca il ritmo della narrazione, manca la suspence, manca il taglio cinematografico. La modalità è televisiva, la tensione latitante, l'incollamento allo schermo labile (ampiamente atto a concedere, visione perdurante, pause per spuntini, rinfreschi e capatine in bagno...). Le incursioni nel 'demoniaco' oscillano tra il didascalico, il moralistico e l'effettino per preadolescenti: se il regista volesse insistere nel settore, potrebbe vedersi un po' di Polanski (uno che se intende davvero, per diretta esperienza...). E poi si arriva lì, alla spiegazione finale, con le motivazioni dei vari personaggi, di cui (mirabile risultato, peraltro...) nemmeno uno che per sbaglio risulti in qualche modo convincente, o (come detto all'inizio) almeno credibile. Non la mal cresciuta 'sopravvissuta' (la Theron fuori parte di cui sopra), non il 'deus ex machina' che viene ad accollarsi le maggiori responsabilità, non il colpevole 'designato', non le vittime, non i carnefici. Insomma non sta in piedi niente: chicca tra tutte, il ragazzino di allora, perno dell'intreccio, su cui tutto il film ruota per farci scoprire se è colpevole o innocente, che affastella senza alcuna logica propensioni al satanismo, mal gestite pulsioni sessuali, valori da boy scout e aspirazioni piccolo-borghesi. Se lui doveva essere l'intrigante figura centrale, su cui appuntare le nostre curiosità e la nostra attrazione, stiamo freschi! Meglio allora le vacche del Kansas (protagoniste fuori campo di una 'memorabile' scena notturna, che proponiamo per uno spot pubblicitario di hamburger...).
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elgatoloco
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mercoledì 23 novembre 2016
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disturba un certo moralismo di fondo...anche se...
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Questo"Dark Places"di Gilles Paquet-Brenner è un film in qualche modo"sospeso", in quanto non si decide a imboccare una strada o l'altra; rimane quasi in una sorta di"limbo-angiporto"passando continuamente dal passato al presente e viceversa, mostra-non mostra, fa intuire ma poi quasi si ritira. Non è un giudizio particolarmente positivo, il mio, non è neppure negativo, ma, appunto, in qualche modo"sospeso", proprio per quel qualcosa di "limbico-irrisolto"che lo caratterizza senza dare in qualche modo adito a uno sbocco(e"sblocco", direi anche)narrativo, dove disturba anche una sorta di moralismo, data anche dagli "a parte"della protagonista, certo presenti anche nel romanzo che è la fonte letteraria del film.
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Questo"Dark Places"di Gilles Paquet-Brenner è un film in qualche modo"sospeso", in quanto non si decide a imboccare una strada o l'altra; rimane quasi in una sorta di"limbo-angiporto"passando continuamente dal passato al presente e viceversa, mostra-non mostra, fa intuire ma poi quasi si ritira. Non è un giudizio particolarmente positivo, il mio, non è neppure negativo, ma, appunto, in qualche modo"sospeso", proprio per quel qualcosa di "limbico-irrisolto"che lo caratterizza senza dare in qualche modo adito a uno sbocco(e"sblocco", direi anche)narrativo, dove disturba anche una sorta di moralismo, data anche dagli "a parte"della protagonista, certo presenti anche nel romanzo che è la fonte letteraria del film. Narrando di "degenerazioni", di presunto(più presunto che altro, certamente)"satanismo", di ambienti degradati e malsani, sarebbe stata più efficace o la rampogna esplicita oppure invece un tono"neutro"-non giudicante, lasciando eventualmente a chi guarda la responsabilità di dire qualcosa in merito, di"esprimersi", se ne ha voglia...Film certo non disprezzabile, anzi, ma, appunto, che rinuncia ad essere un vero"thriller", non divenendo mai un horror(non avrebbe avuto senso, peraltro), ma rimanendo, invece, in quella sorta di"limbo"che ho cercato di caratterizzare, forse non riuscendovi. Charlize Theron, comunque è e rimane interprete di rata efficacia. El Gato
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elgatoloco
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lunedì 22 gennaio 2018
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paquet-brennere convince
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ln QUesto"Dark Places"di Gilles Paquet-Brenner(2015), evidentemente tratto da un testo letterario(di Gillian Flyn), è un film in qualche modo in bilico thriller"noir", il film drammatico e la documentazione sociologica, trattando di un ambiente familiare e sociale "degradato", per usare un eufemismo.Continuuamente in bilico tra presente e passato(ricostruzione del"perduto"), dove natrualmente la fotografia svolge un ruolo assolutamente fondamentale, "Dark Places"è basato non tanto sulla ricerca dell'assassino(degli assassini, eventualmente)ma sulle "motivazioni" dello stesso(degli stessi), in una vicenda che rischia sempre di divenire una sorta di nastro che si autoavvolge, ma che poi riesce a districarsi, che si avvia a una conclusione di rara efficacia, anche se nel pre-finale(sottofinale) si arriva con una certa approssimazione a capire chi sia stato(e).
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ln QUesto"Dark Places"di Gilles Paquet-Brenner(2015), evidentemente tratto da un testo letterario(di Gillian Flyn), è un film in qualche modo in bilico thriller"noir", il film drammatico e la documentazione sociologica, trattando di un ambiente familiare e sociale "degradato", per usare un eufemismo.Continuuamente in bilico tra presente e passato(ricostruzione del"perduto"), dove natrualmente la fotografia svolge un ruolo assolutamente fondamentale, "Dark Places"è basato non tanto sulla ricerca dell'assassino(degli assassini, eventualmente)ma sulle "motivazioni" dello stesso(degli stessi), in una vicenda che rischia sempre di divenire una sorta di nastro che si autoavvolge, ma che poi riesce a districarsi, che si avvia a una conclusione di rara efficacia, anche se nel pre-finale(sottofinale) si arriva con una certa approssimazione a capire chi sia stato(e). Il personaggio del fratello, rinchiuso in carcere per lunghi 28 anni, forse, non è reso adeguatamente dall'interprete, mentre Charlize Theron, peraltro interprete sempre efficacissima, tratteggia il personaggio in maniera straordinaria, rendendo il registro"dark"del personaggio accanto a quello della condizione sociale e psicologica di "derelitta", di quasi mendicante che vive di quanto era successo anni prima, non tanto del ricordo quanto della possibilità di ricavarne dei dollari... non avendo un lavoro né avendo mai pensato di poterne svolgere uno. Un film acnhe"spiacevole", che ha tratti da riesaminare, ossia che quasi necessità una visione ulteriore... El Gato
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jonnylogan
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lunedì 1 giugno 2020
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fuori dall'oblio
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Libby Day, sfuggita per miracolo al massacro della sua famiglia per mano di suo fratello Ben, ha avuto da sempre una vita travagliata con una breve stagione di successi grazie a un libro biografico che narrava la vicenda. A distanza di molti anni, ormai senza un lavoro e senza denaro, decide di farsi assumere da Lyle e dal suo club di appassionati di cronaca nera, tutti certi dell’innocenza di Ben e per questo desiderosi di riaprire il caso.
Nuovo thriller firmato da Gillian Flynn, autrice del pluripremiato romanzo L’amore bugiardo, poi divenuto un successo fra le sapienti mani diDavid Fincher, e che questa volta cela un processo di catarsi indispensabile alla protagonista, una al solito eccellente Charlize Theron, per riuscire a voltare finalmente pagina e ricostruirsi una vita, cimentandosi con una serie di certezze che si tramuteranno in altrettanti dubbi riguardo un fratello scomparso nei meandri di una prigione molti anni prima e forse accusato d’omicidio in maniera troppo frettolosa.
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Libby Day, sfuggita per miracolo al massacro della sua famiglia per mano di suo fratello Ben, ha avuto da sempre una vita travagliata con una breve stagione di successi grazie a un libro biografico che narrava la vicenda. A distanza di molti anni, ormai senza un lavoro e senza denaro, decide di farsi assumere da Lyle e dal suo club di appassionati di cronaca nera, tutti certi dell’innocenza di Ben e per questo desiderosi di riaprire il caso.
Nuovo thriller firmato da Gillian Flynn, autrice del pluripremiato romanzo L’amore bugiardo, poi divenuto un successo fra le sapienti mani diDavid Fincher, e che questa volta cela un processo di catarsi indispensabile alla protagonista, una al solito eccellente Charlize Theron, per riuscire a voltare finalmente pagina e ricostruirsi una vita, cimentandosi con una serie di certezze che si tramuteranno in altrettanti dubbi riguardo un fratello scomparso nei meandri di una prigione molti anni prima e forse accusato d’omicidio in maniera troppo frettolosa. La donna, aiutata da Nicholas Hoult, ormai ultratrentenne e ben lontano dal suo esordio in About a Boy – un ragazzo, qui nel ruolo di un appassionato di fatti di cronaca nera e casi irrisolti, dovrà fare i conti con i suoi ultimi trent’anni di vita e con una serie d’incongruenze famigliari e investigative che spianeranno la strada a tutta una serie di ulteriori dubbi e incertezze anche personali.
Il regista francese Gilles Paquet – Brenner dirige affidandosi a un cast che riesce a funzionare come un orologio, aiutato da una sceneggiatura altrettanto solida che smembra la trama in due filoni narrativi. Il primo contemporaneo e il secondo legato agli eventi che portarono alla condanna di Ben. Il cerchio si chiuderà solamente sulle ultime curve della pellicola mentre il tutto è impreziosito da una fotografia lugubre capace di esaltare il pathos palpabile lungo le quasi due ore di film. Film che piacerà molto agli appassionati di thriller vecchia maniera ma con evidenti risvolti psicologici.
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gianleo67
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domenica 18 ottobre 2015
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in a cold blood or in a cold case?
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Contattata da una Associazione di investigatori dilettanti col pallino per i cold case, la giovane e inconcludente Libby Day dovrà disseppellire i dolorosi ricordi della sua infanzia ed aiutarli a scagionare il fratello, già condannato come unico responsabile del massacro della madre e delle sorelle e di cui lei è stata l'unica sopravvissuta. Ma la verità si rivelerà un luogo ben più oscuro e misterioso di quanto possa sembrare.
Dall'omonimo romanzo di Gillian Flynn e sceneggiato dallo stesso autore, questo family-thriller del rimosso e del senso di colpa non brilla certo per l'originalità del solito plot sui torbidi inganni di una provincia rurale di anime semplici e turpi delitti nè tantomeno per l'appeal di personaggi scialbi e contraddittori le cui motivazioni e dinamiche psicologiche sfuggono persino alla sinossi del più aggiornato manuale di psichiatria forense.
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Contattata da una Associazione di investigatori dilettanti col pallino per i cold case, la giovane e inconcludente Libby Day dovrà disseppellire i dolorosi ricordi della sua infanzia ed aiutarli a scagionare il fratello, già condannato come unico responsabile del massacro della madre e delle sorelle e di cui lei è stata l'unica sopravvissuta. Ma la verità si rivelerà un luogo ben più oscuro e misterioso di quanto possa sembrare.
Dall'omonimo romanzo di Gillian Flynn e sceneggiato dallo stesso autore, questo family-thriller del rimosso e del senso di colpa non brilla certo per l'originalità del solito plot sui torbidi inganni di una provincia rurale di anime semplici e turpi delitti nè tantomeno per l'appeal di personaggi scialbi e contraddittori le cui motivazioni e dinamiche psicologiche sfuggono persino alla sinossi del più aggiornato manuale di psichiatria forense. Se è vero che l'America continua ad interrogarsi sulle sperequazioni economiche alla base dei processi delittuosi sin dai tempi di una pietra miliare dell'inchiesta letteraria firmata Truman Capote (In a Cold Blood - 1965), il Kansas e le sue immense distese agricole sono ancora una volta lo scenario per un massacro familiare in cui è più facile vedere pretestuose motivazioni esoteriche piuttosto che il realismo di una disperazione sociale che affonda le sue radici nello strozzinaggio del sistema creditizio e nelle incertezze di un'economia di sussistenza basata sui raccolti e le intemperanze del clima. Detto così il soggetto non sarebbe neanche tanto male e farebbe volentieri sorvolare sull'abusato clichè del familicidio tanto in voga tra gli sceneggiatori del thriller di provincia (House at The End of the Street - 2012 - Mark Tonderai) come pure sui pretesti di una detection story dove il privato sopperisce alle inadempienze del pubblico, ma quello che veramente rende indigesto questo polpettone di 113 minuti è una struttura del racconto in cui l'insopportabile flusso di pensieri in voice over della protagonista fa da contrappunto ad una confusa dialettica dei piani temporali nel loro continuo andirivieni da un passato di peccati originali (il satanismo, la violenza domestica, l'abuso pedofilo, la truffa assicurativa, i dissapori familiari) ed un presente di connivenze e omertà in cui riesce veramente difficile capire chi ha fatto cosa e soprattutto perchè. La spiegazione ovviamente arriva sempre fuori tempo massimo quando, esaurite tutte le possibili ramificazioni del plot, la situazione precipita irragionevolmente verso un finale inverosimile quanto scontato, segnando la revisione di un processo fatta nel tempo di un lancio d'agenzia (sic!) e la riabilitazione di un reo che pure qualche colpa dovrebbe avere. Insomma il festival delle incongruenze narrative e dei personaggi di cartapesta solo per dirci che ristabilendo la verità si ritorna a nuova vita, sia uscendo dalla prigione del proprio passato che da quella più angusta di un carcere federale ed arruolando allo scopo il caschetto biondo (mortificato da un logoro berretto sportivo) di una dimessa Charlize Theron ed il teutonico e tatuatissimo Corey Stoll fresco reduce dagli orrori metropolitani firmati Guillermo del Toro (The Strain - 2014). Montaggio ai limiti della decenza. In uscita nel nostro paese dal 22 Ottobre 2015 distribuito dalla M2 Pictures. In a Cold blood or in a Cold case?
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