minnie
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domenica 27 dicembre 2015
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"qui pure i bambini nascono ridendo"
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Finalmente un film che parla di un conflitto così vicino a noi, geograficamente, e anche nel tempo, ma su cui è stata stesa un'imbarazzata cortina di silenzio. Da qualche parte laggiù in Bosnia, in un territorio brullo e impervio, sta finendo una guerra e tre operatori di pace, raggiunti da una russa che deve controllare il loro operato, si trovano a dover affrontare i mille problemi che una guerra comporta, anche se sta volgendo al termine. Eccezionale l'impianto teatrale del film, con molte battute fulminanti, come quella sul senso di umorismo di una popolazione che pure non ha esitato a massacrarsi casa per casa, e la recitazione di Del Toro e Robbins soprattutto, fatta di sguardi e di ammiccamenti preziosi.
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Finalmente un film che parla di un conflitto così vicino a noi, geograficamente, e anche nel tempo, ma su cui è stata stesa un'imbarazzata cortina di silenzio. Da qualche parte laggiù in Bosnia, in un territorio brullo e impervio, sta finendo una guerra e tre operatori di pace, raggiunti da una russa che deve controllare il loro operato, si trovano a dover affrontare i mille problemi che una guerra comporta, anche se sta volgendo al termine. Eccezionale l'impianto teatrale del film, con molte battute fulminanti, come quella sul senso di umorismo di una popolazione che pure non ha esitato a massacrarsi casa per casa, e la recitazione di Del Toro e Robbins soprattutto, fatta di sguardi e di ammiccamenti preziosi. Mélanie Thierry fa la parte della cooperante alle prime armi, ed è quella a cui il veterano Mambru (Benicio Del Toro in gran forma) vorrebbe risparmiare le scene più crude, salvo poi che la ragazza si lascia scappare un commento troppo cinico al cadavere nel pozzo, spunto della vicenda. Alla fine il personaggio più riuscito è proprio Mambru, venuto dal lontano Costarica, che capisce i ragazzi, anche quelli resi crudeli dal conflitto e pronti a usare la pistola per difendere un pallone rubato e che riesce a consolare Nicolas, ignaro della sorte dei suoi genitori, impiccati dai vicini di casa di una religione diversa, facendosi promettere che, se partirà, lo farà insieme al nonno. Nicolas è il piccolo testimone, appena 9 anni, delle atrocità passate e quello che comunque ha capito tutto, anche che il pozzo è stato avvelenato apposta per poter vendere l'acqua a caro prezzo. Insistita la presenza delle mucche in scena, sia come povere vittime sulla strada dei cooperanti (e che paesaggio davvero arduo in cui vivere e pensare che ci hanno fatto pure una guerra assurda come tutte le guerre) sia come eccezionali fiutatrici di mine,, per cui basta seguire il loro percorso per evitarle. E alla fine, nonostante la burocrazia dei caschi blu, e le difficoltà che gli uomini si fanno, sarà ancora la Natura a portare la soluzione più ovvia, con la pioggia, che rimanda a un altro film sulle stesse vicende, "Prima della pioggia", ,in un finale che lascia ben sperare sulla vittoria del bene sul male. Un film davvero necessario.
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bizantino73
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mercoledì 23 dicembre 2015
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film disceto
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Film discreto, ben recitato ma secondo me molto sopravvalutato. Come messaggio contro la guerra e contro la stupida guerra dei Balcani degli anni 90 aveva molta più forza il vecchio "No man's land" del 2001. Anche questo girato con pochi mezzi ma con attori sconosciuti e con un cinismo molto più graffiante.
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francesca
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mercoledì 23 dicembre 2015
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uno scorcio su una guerra poco raccontata
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Una giornata. Quattro operatori umanitari, un traduttore e un bambino sono i personaggi di questo film. Viene trovato un cadavere in un pozzo, messo lì per inquinare l'acqua. C'è bisogno di una corda. Siamo nel 1995 nell'ex Jugoslavia: nonostante i negoziati di pace siano a buon punto, gli effetti che ha prodotto la guerra non cessano. La ricerca della corda prosegue lenta, a volte troppo, ma rende l'idea dei tempi morti e degli ostacoli burocratici che si oppongono ai tentativi di ristabilire la normalità. Benicio del Toro interpreta un operatore disilluso che sta per tornare in patria, mentre il suo collega Tim Robbins non vuole tornare a casa perché non ha nessuno che lo aspetti. Un film che riproduce la crudezza della guerra, i suoi aspetti paradossali senza alcuna retorica, riuscendo a mescolare humour e tragedia.
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francesca
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mercoledì 23 dicembre 2015
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uno scorcio su una guerra poco raccontata
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Una giornata. Quattro operatori umanitari, un traduttore e un bambino sono i personaggi di questo film. Viene trovato un cadavere in un pozzo, messo lì per inquinare l'acqua. C'è bisogno di una corda. Siamo nel 1995 nell'ex Jugoslavia: nonostante i negoziati di pace siano a buon punto, gli effetti che ha prodotto la guerra non cessano. La ricerca della corda prosegue lenta, a volte troppo, ma rende l'idea dei tempi morti e degli ostacoli burocratici che si oppongono ai tentativi di ristabilire la normalità. Benicio del Toro interpreta un operatore disilluso che sta per tornare in patria, mentre il suo collega Tim Robbins non vuole tornare a casa perché non ha nessuno che lo aspetti. Un film che riproduce la crudezza della guerra, i suoi aspetti paradossali senza alcuna retorica, riuscendo a mescolare humour e tragedia.
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kaipy
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mercoledì 23 dicembre 2015
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film perfetto.
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Fantastico il racconto, quello che ti muove dentro, quello che ti mostra senza voler impartire una lezione. Quello che siamo, che vorremmo essere, quello che in potenza siamo tutti.
Un film davvero bello, una sceneggiatura forte, mai banale, mai retorica, volti forti, volti sinceri, un viaggio attraverso macerie e distruzione in compagnia di tanti angeli.
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filippo catani
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martedì 22 dicembre 2015
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una commedia amara
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Balcani 1995. Un gruppo di soccorritori umanitari vorrebbe rimuovere il corpo di una persona che giace in fondo a un pozzo. Il primo tentativo va a vuoto e così il gruppetto è costretto a cercare una corda nuova. L'impresa si rivelerà più ardua del previsto.
Davvero bella e interessante quest'opera che racconta in modo diverso l'orrore della guerra in Jugoslavia e se vogliamo ne sottolinea l'assurdità sia di quella che di ogni altra guerra. Si parte da una situazione volutamente paradossale quale può essere cercare un certo quantitativo di corda. Da questo si sviluppano una serie di ora terribili ora comiche situazioni che mettono a nudo la tragedia.
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Balcani 1995. Un gruppo di soccorritori umanitari vorrebbe rimuovere il corpo di una persona che giace in fondo a un pozzo. Il primo tentativo va a vuoto e così il gruppetto è costretto a cercare una corda nuova. L'impresa si rivelerà più ardua del previsto.
Davvero bella e interessante quest'opera che racconta in modo diverso l'orrore della guerra in Jugoslavia e se vogliamo ne sottolinea l'assurdità sia di quella che di ogni altra guerra. Si parte da una situazione volutamente paradossale quale può essere cercare un certo quantitativo di corda. Da questo si sviluppano una serie di ora terribili ora comiche situazioni che mettono a nudo la tragedia. Dall'orgoglio patriottico alle esecuzioni sommarie fino a chi fa affari vendendo acqua a peso d'oro. In questo contesto si muovono due veterani come Del Toro e Robbins perfettamente a loro agio in questo ruolo. Il primo trasandato e con una vita sentimentale sgangherata e il secondo invece completamente sgangherato. Insomma un modo diverso ed originale di raccontare il conflitto nei Balcani.
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flyanto
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lunedì 21 dicembre 2015
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la guerra vista da un punto di vista del tutto nuo
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La guerra tra Serbia e Bosnia raccontata dal punto di vista di un gruppo di umanitari si rivela essere un soggetto piuttosto interessante, nonchè, nel suo complesso, originale. "Perfect Day" del regista spagnolo Fernando Léon de Aranoa, presenta il conflitto serbo-bosniaco, più precisamente nel 1995 alla vigilia della firma per la pace, proprio sotto questo aspetto, sinora ancora poco affrontato nel campo cinematografico.
Un gruppo di persone che lavora per degli enti umanitari e che pertanto presta servizio e soccorso nelle zone devastate dalla guerra, deve rimuovere un cadavere da un pozzo affincgè in breve tempo non causi di inquinare tutta la la sorgente idrica.
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La guerra tra Serbia e Bosnia raccontata dal punto di vista di un gruppo di umanitari si rivela essere un soggetto piuttosto interessante, nonchè, nel suo complesso, originale. "Perfect Day" del regista spagnolo Fernando Léon de Aranoa, presenta il conflitto serbo-bosniaco, più precisamente nel 1995 alla vigilia della firma per la pace, proprio sotto questo aspetto, sinora ancora poco affrontato nel campo cinematografico.
Un gruppo di persone che lavora per degli enti umanitari e che pertanto presta servizio e soccorso nelle zone devastate dalla guerra, deve rimuovere un cadavere da un pozzo affincgè in breve tempo non causi di inquinare tutta la la sorgente idrica. Ma l' operazione, che sembrerebbe assai facile da portare a termine, per questioni di mentalità e di impedimenti di carattere burocratico non viene nemmeno iniziata. Gli svariati episodi ed avventure vissute da questo gruppo, in cui spicca la figura umana di Benicio del Toro, si rivelano lunghi, estenuanti ed anche inutili finchè la soluzione arriva inj maniera del tutto "naturale".
Al di là della rappresentazione della situazione generale di un territorio in guerra che non costituisce una novità, il film si rivela molto interessante e particolare per, appunto, il punto di vista e l'azione che vengono presi in esame: il darsi da fare e le lotte contro determinati sistemi politici e leggi e le situazioni disperate in cui sono state ridotte le terre in guerra, dimostrano palesemente, oltre ovviamente all'assurdità della guerra in sè, quanto, a volte, risulti inutile l'opera prestata dalle persone che impiegano le proprie forze e la propria buona volontà al soccorso delle popolazioni martoriate da un conflitto.
Il ritratto dell'intero gruppo che viene presentato si rivela, inoltre, essere di un certo interesse per lo spettatore in quanto descritto da De Aranoa nelle sue più svariate sfaccettature caratterizzanti tutti i singoli individui che lo compongono: ognuno con il proprio modo di essere, con i propri difetti e pregi, ma tutti riuniti da un comune spirito di altruismo e giustizia. Cosicchè, in questa considerevole galleria di molteplici personaggi, il film diventa quanto mai avvincente, originale e, in alcune scene, addirittura divertente.
Benicio del Toro, tra gli attori, spicca notevolmente di suo dimostrandosi ancora una volta un ottimo interprete. Ma anche la regia di Fernando Léon de Aranoa non deve essere affatto sottovalutata in quanto lineare, scorrevole e ben congegnata.
Altamente consigliabile.
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enzo70
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lunedì 21 dicembre 2015
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film perfetto
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La guerra nei Balcani volge al termine, ma la popolazione locale ha la necessità di risolvere problemi che in tempi di guerra sono enormi. In una zona della Bosnia ci sono tre pozzi d’acqua, due sono minati e nel terzo qualcuno ha buttato un cadavere che lo rende inservibile. Una missione umanitaria ha un compito apparentemente semplice, tirare fuori il corpo e bonificare il pozzo. Ma la corda si rompe, ed inizia una storia diretta benissimo da Fernando Leon de Aranoa in cui va evidenziata le straordinarie interpretazioni di Benicio del Toro e Tim Robbins. Lo sguardo sempre irridente di Mambru e l’ironia di B, da buon teatro la parodia della corda quando entrano in una città abbandonata, rafforzano il messaggio del film, omaggio agli anti eroi che senza falsi pacifismi aiutano le popolazioni devastate dalla guerra.
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La guerra nei Balcani volge al termine, ma la popolazione locale ha la necessità di risolvere problemi che in tempi di guerra sono enormi. In una zona della Bosnia ci sono tre pozzi d’acqua, due sono minati e nel terzo qualcuno ha buttato un cadavere che lo rende inservibile. Una missione umanitaria ha un compito apparentemente semplice, tirare fuori il corpo e bonificare il pozzo. Ma la corda si rompe, ed inizia una storia diretta benissimo da Fernando Leon de Aranoa in cui va evidenziata le straordinarie interpretazioni di Benicio del Toro e Tim Robbins. Lo sguardo sempre irridente di Mambru e l’ironia di B, da buon teatro la parodia della corda quando entrano in una città abbandonata, rafforzano il messaggio del film, omaggio agli anti eroi che senza falsi pacifismi aiutano le popolazioni devastate dalla guerra. Il finale è una pillola di grandissimo cinema. Perfect day, perfect film, ma senza parodie.
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nanni
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giovedì 17 dicembre 2015
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perfect day
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Un gruppo internazionale di operatori umanitari lavora in uno dei tanti teatri di guerra sparsi per il pianeta.
Dovranno bonificare un pozzo estraendone per tempo il cadavere di un uomo.
L'operazione, di per se, semplice si rivela, invece, da subito molto complicata perchè, udite udite, i nostri organizzatissimi e finanziatissimi benefattori non hanno un pezzo di corda adatta alla situazione.
Se le circostanze non fossero tragiche, mentre sembra di assistere alla riedizione del "maggiolino tutto matto alla guerra", ci sarebbe da ridere.
Infatti si ride e molto perchè la ricerca della corda si trasforma, via via e per lunghi tratti, tra mine da evitare e questioni di pallone tra adolescenti,in una tragicomica, esilarante caccia al tesoro e tra tante belle ragazze da villagio vacanze, una imperdibile occasione per rimorchiare.
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Un gruppo internazionale di operatori umanitari lavora in uno dei tanti teatri di guerra sparsi per il pianeta.
Dovranno bonificare un pozzo estraendone per tempo il cadavere di un uomo.
L'operazione, di per se, semplice si rivela, invece, da subito molto complicata perchè, udite udite, i nostri organizzatissimi e finanziatissimi benefattori non hanno un pezzo di corda adatta alla situazione.
Se le circostanze non fossero tragiche, mentre sembra di assistere alla riedizione del "maggiolino tutto matto alla guerra", ci sarebbe da ridere.
Infatti si ride e molto perchè la ricerca della corda si trasforma, via via e per lunghi tratti, tra mine da evitare e questioni di pallone tra adolescenti,in una tragicomica, esilarante caccia al tesoro e tra tante belle ragazze da villagio vacanze, una imperdibile occasione per rimorchiare.
Il buon film di Leon de Aranoa prende di petto e senza complimenti quello che troppo spesso è "l'allegro" ed inutilmente mangiasoldi mondo delle onlus.
Dunque, una denuncia, senza mezzi termini, che ha il merito di fare o rifare un pò di chiarezza intorno a quel turismo filantropico tanto di moda tra incopetenti, inqualificati, improvvisati benefattori in cerca di emozioni forti che nel nostro immaginario troppo spesso, invece, supponiamo impegnati a risolvere eroicamente chissà quale complicate questioni umanitarie.
Benicio Del Toro e Tim Robbins (più che perfetti....come sempre e non avevamo dubbi)da soli fanno il film che è comunque utile e da vedere.
Ciao Nanni
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marcello1979
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martedì 15 dicembre 2015
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pessimo
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Film molto sopravvalutato.
A parte l'espressione di Del Toro non c'e' nulla da ricordare..
Credo sia una dei film più scadenti visti nel 2015..
Non c'e' pathos, nessun sentimentalismo, nessuna morale , solo una timida denuncia di quanto la guerra sia dannosa...
Non capisco davvero cosa potrei salvare...
Esterrefatto.
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(di herry)
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[+] un film da "guardare e non toccare"
(di tespi)
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