lella sabadini
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martedì 10 febbraio 2015
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"spezzo una lancia" in favore di questo film !
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Da tempo non inviavo recensioni o commenti ma l'aver letto così tante critiche negative mi ha indotto a proporre anche la mia opinione. A parte l'ottima interpretazione di Jack o'Connel il film ha un ritmo che tiene incollati allo schermo tanto che i 137 minuti sono volati.Riguardo alle critiche mosse alla regista ( affiancata dai Cohen, e non è poco ) non ho trovato il film particolarmente cruento benchè le scene di violenza abbondino.Intanto nella prima parte si può parlare di violenza della natura e la descrizione dei giorni trascorsi in mare non annoia mai ed è proposta in modo realistico.Quando Lou si ritrova nel campo di prigionia giapponese inizia una vera e propria persecuzione nei suoi confronti e di conseguenza le scene di violenza si susseguono ma i colpi inferti vengono il più delle volte fatti " intuire" dal rumore del bastone e dalla ferocia dello sguardo dell' aguzzino come pure dall'atteggiamento degli altri prigionieri che distolgono pietosamente gli occhi.
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Da tempo non inviavo recensioni o commenti ma l'aver letto così tante critiche negative mi ha indotto a proporre anche la mia opinione. A parte l'ottima interpretazione di Jack o'Connel il film ha un ritmo che tiene incollati allo schermo tanto che i 137 minuti sono volati.Riguardo alle critiche mosse alla regista ( affiancata dai Cohen, e non è poco ) non ho trovato il film particolarmente cruento benchè le scene di violenza abbondino.Intanto nella prima parte si può parlare di violenza della natura e la descrizione dei giorni trascorsi in mare non annoia mai ed è proposta in modo realistico.Quando Lou si ritrova nel campo di prigionia giapponese inizia una vera e propria persecuzione nei suoi confronti e di conseguenza le scene di violenza si susseguono ma i colpi inferti vengono il più delle volte fatti " intuire" dal rumore del bastone e dalla ferocia dello sguardo dell' aguzzino come pure dall'atteggiamento degli altri prigionieri che distolgono pietosamente gli occhi.Non si pùo negare di aver visto inquadrato più volte il viso tumefatto e il naso rotto del protagonista ma in modo funzionale alla vicenda narrata. Non sono affatto del parere che la Jolie indulga su queste scene cruente : ho visto ben di peggio sia nei film dei Cohen che in Cronenberg o Tarantino tanto per citare i primi che mi vengono alla mente. Per non parlare di tutta la serie di orrori dei film sul Vietnam...Non capisco nemmeno chi accusa il film di apologia del machismo degli americani : basti pensare al fatto che il protagonista è un Italo americano che parla con affetto e orgoglio delle proprie originie il cui nome, Zamperini, è spesso ripetuto.Anche il fatto che l'immagine di Lou con la traversina sulle spalle debba per forza essere un richiamo alla religiosità ostentata dal popolo americano mi sembra sinceramente tirata per i capelli.
Se posso fare un appunto non mi convince il personaggio di "Uccello" che ha un viso quasi femmineo, talmente bello e perfetto da non sembrare verosimile. Ecco : su questa scelta avrei da obiettare.
Per il resto è un'opera che consiglierei a chi ama i film d'avventura e le emozioni forti,talmente denso di disavventure affrontate con una determinazione e una forza incredibili da risultare "inverosimile nella sua verosimiglianza" dato che è basato su una storia vera.A costo di essere banale come spesso accade " la realtà supera la fantasia" e non è certo motivo di demerito per chi ha voluto questo film.
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alexander 1986
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mercoledì 13 maggio 2015
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eastwood annacquato dai fotomodelli
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Storia vera-verisimile di Louis Zamperini (Jack O'Connell), atleta olimpico statunitense di origine italiana finito durante la seconda guerra mondiale nel Pacifico in qualità di soldato (ovviamente buono, mica come quelli lì), naufrago e infine prigioniero sotto i giapponesi. Il male indosserà molte maschere contro di lui - fame, paura, violenza ecc. - ma non piegherà il suo corpo né il suo spirito.
Tanta retorica americana d'antan per la terza prova da regista di Angelina Jolie, la quale in precedenza non ha fatto nulla per giustificare un budget da 65milioni di dollari. La sceneggiatura è curata dai fratelli Coen mentre il modello d'ispirazione è sicuramente quello di Clint Eastwood. Un Eastwood tuttavia più superficiale, non tanto nel messaggio quanto nella sua comunicazione: i 'nostri' sono belli, quasi dei fotomodelli, e nobili; i nemici (a partire dall'androgina star nipponica Miyavi) sono brutti e sadici.
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Storia vera-verisimile di Louis Zamperini (Jack O'Connell), atleta olimpico statunitense di origine italiana finito durante la seconda guerra mondiale nel Pacifico in qualità di soldato (ovviamente buono, mica come quelli lì), naufrago e infine prigioniero sotto i giapponesi. Il male indosserà molte maschere contro di lui - fame, paura, violenza ecc. - ma non piegherà il suo corpo né il suo spirito.
Tanta retorica americana d'antan per la terza prova da regista di Angelina Jolie, la quale in precedenza non ha fatto nulla per giustificare un budget da 65milioni di dollari. La sceneggiatura è curata dai fratelli Coen mentre il modello d'ispirazione è sicuramente quello di Clint Eastwood. Un Eastwood tuttavia più superficiale, non tanto nel messaggio quanto nella sua comunicazione: i 'nostri' sono belli, quasi dei fotomodelli, e nobili; i nemici (a partire dall'androgina star nipponica Miyavi) sono brutti e sadici. Fotografia notevole. Buon film ma non granché viste le ambizioni.
Peccato che il Zamperini originale sia morto il luglio scorso prima di poter veder ultimate le riprese.
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jacopo b98
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domenica 14 giugno 2015
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zamperini trionfò, la jolie no, purtroppo.
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Nel 1943 Louis Zamperini (O’Connell), soldato americano imbarcato su un aereo che bombarda le postazioni giapponesi, è catturato e imprigionato in un campo di prigionia giapponese. Nonostante le crudeltà perpetrate su di lui dal perfido comandante Watanabe (Miyavi), Louis troverà la forza di resistere nel ricordo del suo passato di atleta olimpico (arrivato 8° alle olimpiadi di Berlino del ’36) e riuscirà a superare tutte le sfide e a riabbracciare la propria famiglia. Costato 65 milioni di dollari e sceneggiato dai fratelli Coen con Richard LaGravenese e William Nicholson, è il secondo film da regista della Jolie. L’ambizione sarebbe quella di raccontare la straordinaria capacità di resistenza e l’istinto di sopravvivenza dell’uomo, ma il risultato è una semplice esaltazione dei valori americani: coraggio, amicizia, sopportazione e dignità.
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Nel 1943 Louis Zamperini (O’Connell), soldato americano imbarcato su un aereo che bombarda le postazioni giapponesi, è catturato e imprigionato in un campo di prigionia giapponese. Nonostante le crudeltà perpetrate su di lui dal perfido comandante Watanabe (Miyavi), Louis troverà la forza di resistere nel ricordo del suo passato di atleta olimpico (arrivato 8° alle olimpiadi di Berlino del ’36) e riuscirà a superare tutte le sfide e a riabbracciare la propria famiglia. Costato 65 milioni di dollari e sceneggiato dai fratelli Coen con Richard LaGravenese e William Nicholson, è il secondo film da regista della Jolie. L’ambizione sarebbe quella di raccontare la straordinaria capacità di resistenza e l’istinto di sopravvivenza dell’uomo, ma il risultato è una semplice esaltazione dei valori americani: coraggio, amicizia, sopportazione e dignità. Al di là dell’ideologia promossa dal film, apprezzabile o meno, Unbroken non è un film riuscito. È innanzitutto troppo lungo e prolisso, troppo convinto di se stesso e dei propri mezzi, tronfio e orgoglioso dei propri temi e personaggi, senza però mai riuscire ad essere interessante. I caratteri sono mal sviluppati, bidimensionali, tutto sommato banali (si veda in particolare il Watanabe interpretato da Miyavi), e la regia della Jolie è evidentemente inesperta e forse mai all’altezza delle proprie ambizioni narrative: è pulita, nitida, incapace di sporcarsi le mani (non c’è mai un’inquadratura mossa, le scene di violenza non riescono mai a impressionare lo spettatore nel loro goffo tentativo di imitare il realismo), troppo scolastica tutto sommato. È evidentemente la regia di una “dilettante”, permetteteci il termine. Gli attori sono mal diretti e, se si eccettua il protagonista Jack O’Connell (di sorprendente bravura), nessuno riesce a conferire spessore a personaggi di per sé mal scritti. Anche a livello puramente visivo il film delude abbastanza: la fotografia (discreta, non eccezionale) di Roger Deakins asseconda la regia e riprende in maniera patinata scenografie e costumi patinati, in un film che vorrebbe essere realista ma risulta solo abbastanza ridicolo. Imbarazzanti le aspirazioni cristologiche della sceneggiatura, che dipinge in Zamperini (che, morto nel 2014, non ha potuto vedere il film finito: non per niente l’opera gli è dedicata) un nuovo Messia, che pare invincibile e incorruttibile dal dolore. E per finire l’opera in sé risulta anche abbastanza noiosa: neppure il coinvolgimento è riuscito alla Jolie, che esce sconfitta da un’opera che doveva essere la prova del 9 del suo talento registico. Forse le converrebbe tornare a fare l’attrice: era più brava.
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donato prencipe
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sabato 7 febbraio 2015
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dalle olimpiadi alla guerra
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L'ondata di “biopic” che sta investendo le sale cinematografiche in questo periodo prosegue senza sosta portando alla luce una nuova biografia, quella di Louis Zamperini, interpretato da Jack O'Connell, un italo americano, atleta e soldato dell'aviazione statunitense, catturato e reso prigioniero dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Una storia singolare la sua, gareggiare alle olimpiadi, inseguendo avversari e sogni di gloria e vedersi catapultato di li in poi in guerra contro il Giappone. La pellicola è uno spot a “non arrendersi mai” affrontando al meglio la vita in tutte le sue forme.
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L'ondata di “biopic” che sta investendo le sale cinematografiche in questo periodo prosegue senza sosta portando alla luce una nuova biografia, quella di Louis Zamperini, interpretato da Jack O'Connell, un italo americano, atleta e soldato dell'aviazione statunitense, catturato e reso prigioniero dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Una storia singolare la sua, gareggiare alle olimpiadi, inseguendo avversari e sogni di gloria e vedersi catapultato di li in poi in guerra contro il Giappone. La pellicola è uno spot a “non arrendersi mai” affrontando al meglio la vita in tutte le sue forme. Il nostro protagonista dopo un'infanzia turbolenta, per via del suo carattere per nulla docile, trova nell'atletica leggera uno spirito di rivalsa, arrivando a partecipare nel 1936 alle olimpiadi di Berlino, classificandosi ottavo nei cinquemila metri piani, ma focalizzando, ciononostante, l'attenzione su di se per lo strabiliante ultimo giro record, tanto da riuscir a strappare un commento positivo ed una stretta di mano per sino al fuhrer Adolf Hitler (episodio raccontato dallo stesso Zamperini ma non menzionato nel film). Accantonata l'esperienza olimpica, con il sogno di partecipare alla successiva olimpiade di Tokyo (in seguito annullata) come coronamento di un sogno, parte per la guerra assolvendo il ruolo di puntatore di un B-24. Sfortunatamente quest'ultimo precipita in mare dopo un attacco nemico, causando la morte di alcuni dell'equipaggio, all'infuori di Louis ed altri due compagni. I tre superstiti restano a largo dell'oceano su di un gommone di salvataggio per quarantasette lunghi giorni, nutrendosi con cibo di fortuna ed abbeverandosi con la sola acqua piovana. Rimasti solamente in due, dopo la morte del loro compagno, consumato dalla fame e dalla sete, Louis e Phil (Domhnall Gleeson), ormai allo stremo delle forze e disidratati per la mancanza di liquidi, vengono scovati e “salvati” dai giapponesi, diventando di fatto dei prigionieri di guerra. Durante la permanenza all'interno del campo di prigionia subiscono molteplici vessazioni e torture, ad opera soprattutto di uno dei capi del campo, interpretato dal musicista giapponese Miyavi, chiamato in segreto dai reclusi “the bird”, il quale si mostra da subito ostile con Louis, mettendo continuamente alla prova la sua forza fisica, nonché interiore, con reiterate azioni meschine pur di ottenere il suo rispetto, inteso come sottomissione. La fine della guerra è il grido di libertà che permette ai tanti uomini rinchiusi e schiavizzati in quel luogo di poter tornare a casa dalle loro famiglie. Per la seconda volta, il premio oscar, Angelina Jolie (Ragazze interrotte) torna dietro la macchina da presa per raccontare un'altra storia ambientata in un periodo di guerra. Nel suo primo film raccontava la storia d'amore tra un soldato serbo ed una prigioniera bosniaca (Nella terra del sangue e del miele), stavolta ci porta a conoscenza della biografia di un personaggio caparbio e instancabile e la sua lotta contro il suo aguzzino nipponico, sullo sfondo della seconda guerra mondiale, dimostrando ancora una volta la sua straordinaria attitudine e sensibilità nell'affrontare temi che interessano l'aspetto umano in contesti di assoluta criticità ed in zone depresse e colpite da questa stupida ed inutile giostra di terrore che è la guerra. Non a caso proprio nel 2014, l'affascinante eroina di Tomb raider, vinse l'oscar umanitario “Jean Hersholt”, assegnato a coloro che si distinguono per azioni lodevoli in campo umanitario. Il film, tratto dal libro, “Unbroken”, scritto da Laura Hillenbrand, è prodotto dalla stessa Jolie, avvalendosi della sceneggiatura dei fratelli Coen, ed è una versione, tuttavia, troppo schierata in favore della “potenza” americana, dirigendo il suo obiettivo solamente sulla figura eroica del personaggio in questione e sulla perfidia e l'astio dei soldati giapponesi nei confronti di quelli americani, scaturendo, a tal punto, l'aspra critica nipponica nei riguardi del film, denunciandolo come “una pura invenzione priva di assoluta credibilità e moralità!”. Buona visione e ai posteri l'ardua sentenza...
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vincenzo ambriola
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lunedì 9 febbraio 2015
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domande senza risposta
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Louis Zamperini è un atleta olimpionico americano che, come tutti i suoi coetanei, viene arruolato e va a combattere i giapponesi su un bombardiere. Dopo che il suo aereo è colpito, Luois inizia un calvario che lo accompagna per tutta la durata della guerra, quando sarà liberato e potrà tornare in patria. Per un terzo "Vita di Pi", un altro terzo "La vita è bella" (al contrario) e il resto un qualsiasi film americano su un atleta famoso, Unbroken non convince, nonostante la professionalità di tutti coloro che hanno partecipato all'impresa. Manca un filo conduttore vero e credibile, che ci faccia entrare nella mente di Louis, nel suo corpo martoriato ma sempre integro. Perché non reagisce mai, perché tiene duro, piegandosi ma mai spezzandosi? Sapeva, sperava, credeva fermamente che la sua nazione avrebbe vinto la guerra? Che la fine sarebbe arrivata prima del suo cedimento? A queste domande la Jolie non risponde, limitandosi acriticamente di raccontare una storia, senz'altro bella ed eroica.
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Louis Zamperini è un atleta olimpionico americano che, come tutti i suoi coetanei, viene arruolato e va a combattere i giapponesi su un bombardiere. Dopo che il suo aereo è colpito, Luois inizia un calvario che lo accompagna per tutta la durata della guerra, quando sarà liberato e potrà tornare in patria. Per un terzo "Vita di Pi", un altro terzo "La vita è bella" (al contrario) e il resto un qualsiasi film americano su un atleta famoso, Unbroken non convince, nonostante la professionalità di tutti coloro che hanno partecipato all'impresa. Manca un filo conduttore vero e credibile, che ci faccia entrare nella mente di Louis, nel suo corpo martoriato ma sempre integro. Perché non reagisce mai, perché tiene duro, piegandosi ma mai spezzandosi? Sapeva, sperava, credeva fermamente che la sua nazione avrebbe vinto la guerra? Che la fine sarebbe arrivata prima del suo cedimento? A queste domande la Jolie non risponde, limitandosi acriticamente di raccontare una storia, senz'altro bella ed eroica. Ma raccontare storie non è l'unico obiettivo del cinema, allo spettatore si devono offrire emozioni, pensieri, idee. Altrimenti è meglio girare un documentario.
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blacksunglasses
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lunedì 9 febbraio 2015
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credete nei miracoli
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Chi definisce surreale "Unbroken" evidentemente non conosce la storia di Louis Zamperini ma per chi, come me, ha letto l'omonimo libro non può far altro che annuire alle scene che si susseguono durante tutta la pellicola. Ero molto speranzosa sul film e devo dire che non mi ha affatto delusa, chi lo definisce un fiasco non ha forse visto i risultati di pubblico ottenuti e l'incetta di nomination e premi che, anche se in numerose categorie minori, continuano ad arrivare specialmente al 24enne Jack O'Connell vera rivelazione del film che con una straordinaria interpretazioni ci mostra l'irriducibilità che era di Zamperini. Angelina Jolie sceglie una regia particolare, non volta a mostrarci ciascun giorno passo dopo passo ma a voler usare un filo conduttore che colleghi le distanti scene che compongono il film: il cambiamento, la forza di rialzarsi dopo una caduta e il non mollare mai.
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Chi definisce surreale "Unbroken" evidentemente non conosce la storia di Louis Zamperini ma per chi, come me, ha letto l'omonimo libro non può far altro che annuire alle scene che si susseguono durante tutta la pellicola. Ero molto speranzosa sul film e devo dire che non mi ha affatto delusa, chi lo definisce un fiasco non ha forse visto i risultati di pubblico ottenuti e l'incetta di nomination e premi che, anche se in numerose categorie minori, continuano ad arrivare specialmente al 24enne Jack O'Connell vera rivelazione del film che con una straordinaria interpretazioni ci mostra l'irriducibilità che era di Zamperini. Angelina Jolie sceglie una regia particolare, non volta a mostrarci ciascun giorno passo dopo passo ma a voler usare un filo conduttore che colleghi le distanti scene che compongono il film: il cambiamento, la forza di rialzarsi dopo una caduta e il non mollare mai. Louie era un corridore ed è riuscito a correre, anche più veloce della morte, più veloce dell'Uccello che ha provato in qualunque modo a spezzarlo ma che si è distrutto contro la forza di Zamperini. La Jolie inoltre non si sofferma troppo sui vari tratti caratteristici della storia di Zamperini ma con riferimenti, spunti e descrizioni ci presenta le 3 anime di Louis: il corridore, il sopravvissuto e il fedele. Seppur quest'ultima parte sembra non troppo trattata la scena in cui Louis da ragazzo era in chiesa, la promessa fatta sul gommone e successivamente la scritta in fondo durante le didascalie finali ed infine la canzone colonna sonora dei Coldplay "Miracles" riescono a far intravedere anche questo, fondamentale,aspetto. La visione globale cos'è? Un film che non ricade nei soliti stermini e violenze della Seconda Guerra Mondiale, un film spirituale ma anche molto, molto concreto.
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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una storia straordinaria condita con troppi cliché
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Louis Zamperini nasce nel 1917 ad Olean, nello stato di New York. Figlio di immigrati italiani, si impone come assoluto protagonista alle Olimpiadi di Berlino del 1936, dove supera i suoi connazionali battendo il record di giro più veloce nella categoria dei 5000 metri piani.
Quattro anni dopo l’impresa olimpionica, l’uomo viene arruolato nell’Aviazione come bombardiere e nel 1942, a seguito di una missione sull’Oceano Pacifico, il suo aereo precipita. Rimasto assieme a due compagni, Zamperini sopravvive su una zattera per quarantasette giorni, mangiando pesce crudo e tentando continuamente di schivare i colpi dell’esercito nipponico. Dopo quasi due mesi trascorsi in mare aperto, viene catturato dalla Marina giapponese e spedito in un campo di prigionia, in cui è vittima della crudeltà del sergente Watanabe.
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Louis Zamperini nasce nel 1917 ad Olean, nello stato di New York. Figlio di immigrati italiani, si impone come assoluto protagonista alle Olimpiadi di Berlino del 1936, dove supera i suoi connazionali battendo il record di giro più veloce nella categoria dei 5000 metri piani.
Quattro anni dopo l’impresa olimpionica, l’uomo viene arruolato nell’Aviazione come bombardiere e nel 1942, a seguito di una missione sull’Oceano Pacifico, il suo aereo precipita. Rimasto assieme a due compagni, Zamperini sopravvive su una zattera per quarantasette giorni, mangiando pesce crudo e tentando continuamente di schivare i colpi dell’esercito nipponico. Dopo quasi due mesi trascorsi in mare aperto, viene catturato dalla Marina giapponese e spedito in un campo di prigionia, in cui è vittima della crudeltà del sergente Watanabe.
Ricordando sempre le parole del fratello <<Se resisti puoi farcela>>, l’atleta affronterà ogni sfida a testa alta, riuscendo a trovare in sé stesso la forza per lottare e tornare a casa.
“Unbroken” è la seconda prova per Angelina Jolie come regista, dopo “Nella terra del sangue e del miele” del 2011, storia d'amore sullo sfondo del conflitto in Bosnia. Per il suo secondo film l’ex ragazza interrotta voleva una storia “che l’appassionasse e la coinvolgesse”, una storia che valesse la pena raccontare. E l’ha trovata. Quella di Louis Zamperini, infatti, è un'esistenza surreale ed incredibile fatta di lotte, fatiche, vittorie, sconfitte, duro lavoro e determinazione, una storia insomma, che Hollywood non poteva farsi scappare.
Nonostante i buoni presupposti, però, la Jolie non riesce a soddisfare le aspettative.
La sceneggiatura, nonostante scorra via senza annoiare, manca totalmente di incisività e al suo interno si sente troppo poco il contributo dei fratelli Coen, co-sceneggiatori con William Nicholson.
Il cast è senza infamia e senza lode. Louis Zamperini è interpretato dall’attore britannico Jack O'Connell, il cui accento cozza non poco con le origini del protagonista, mentre il suo antagonista, il terribile Mutsuhiro Watanabe, è interpretato dal cantante e attore nippo-coreano Takamasa Ishihara.
“Unbroken” è un insieme di cliché e stereotipi che tolgono umanità al racconto, un film in cui i protagonisti sono buoni, belli e senza paura e, soprattutto, americani, mentre gli antagonisti sono tutti crudeli allo stesso modo.
“Unbroken” più che il racconto di una vita eccezionale si rivela essere l’ennesimo elogio dell’uomo americano, l’uomo che cade ma non si spezza, molto più vicino al protagonista di una favola che ad una persona reale.
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anglee
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giovedì 10 settembre 2015
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jolie vola basso, ma vola bene
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Unbroken. La storia di un prigioniero di guerra che, dopo un'omerica impresa tra l'ambiguità dell'oceano e la crudeltà della terraferma, ne esce vincitore. Angelina Jolie prende in mano questo libro e si dà da fare per trasformarlo in materia cinematografica. Ed ecco così che si delinea la storia di un uomo, dapprima perfettamente contestualizzato in un'arida ma non dispiacevole introduzione degli aerei da guerra, poi ampliata in due ampi flashback traboccanti di foreshadowing. Ma già dall'inizio, l'immensa struttura che la Jolie ci aveva promesso comincia a scricchiolare. Due flashback male inseriti conducono (male) lo spettatore in una realtà non perfettamente contestualizzabile. Dopo di che, i flashback che hanno aperto al film fin troppe ramificazioni (foreshadowing, per intenderci) finiscono e cadiamo dal precipizio (letteralmente).
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Unbroken. La storia di un prigioniero di guerra che, dopo un'omerica impresa tra l'ambiguità dell'oceano e la crudeltà della terraferma, ne esce vincitore. Angelina Jolie prende in mano questo libro e si dà da fare per trasformarlo in materia cinematografica. Ed ecco così che si delinea la storia di un uomo, dapprima perfettamente contestualizzato in un'arida ma non dispiacevole introduzione degli aerei da guerra, poi ampliata in due ampi flashback traboccanti di foreshadowing. Ma già dall'inizio, l'immensa struttura che la Jolie ci aveva promesso comincia a scricchiolare. Due flashback male inseriti conducono (male) lo spettatore in una realtà non perfettamente contestualizzabile. Dopo di che, i flashback che hanno aperto al film fin troppe ramificazioni (foreshadowing, per intenderci) finiscono e cadiamo dal precipizio (letteralmente). L'aereo precipita e dalla dimensione aerea passiamo alla dimensione acquatica. Da qui in poi comincia un'estenuante e logorante visione del film. Il tempo non passa nè per i personaggi né per il povero pubblico in sala che di questa meravigliosa fotografia non sa che farsene. E anche quando la terraferma si rivela per il protagonista già altamente provato nientemeno che un destino di ostaggio, il film non decolla mai. Non basta l'ECCELLENZA recitativa del protagonista e l'effettiva maestria registica nel gestire scene ad alto numero di comparse e contenuto drammatico. Il film vola basso, quasi trascinato. Il pathos, gettato lì tra quelle eccellenze, senza alcun crescendo e con un rado supporto musicale, si aggrappa forte alle pinne di squalo, alle torture, alle espressioni di grande capacità recitativa. Non che il film non sia un'ottimo elemento: apprezzabile lo storyboard delle inquadrature, la "realisticitá" delle scene ben gestite, qualche picco di sceneggiatura che fa un tuffo nella psicologia de "l'uccello". Ma in un film che fa molto (davvero molto) affidamento alla regia più che alla sceneggiatura, Jolie ha volato davvero basso. Ha utilizzato gli ingredienti che aveva a disposizione in maniera ottima, ma non ha giocato con loro, non li ha orchestrati, non li ha mescolati per far sentire allo spettatore una misto di sapori e sensazioni. Infine un elogio veramente sentito va alla scena in cui il protagonista solleva la sua tavola di legno. Con quell'urlo animalesco, quei muscoli che bruciano, quei serrati primi piani tra comandante e ostaggio e infine quella musica che sembrava non arrivare e invece arriva, merita l'espressione "da oscar".
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enzo70
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mercoledì 14 dicembre 2016
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storia appassionante ma regia un pò debole
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Unbroken è la biografia di Louis Zamperini, un eroe americano. Prima campione di mezzofondo Louis aspetta le olimpiadi di Tokio per vincere l’oro del mezzofondo. Ma la guerra lo porterà a combattere nel pacifico; l’aereo viene colpito e precipita ed insieme a due commilitoni sopravvive nel mezzo dell’oceano per 47 giorni. Ma il peggio deve ancora arrivare, ossia la prigionia in un campo di concentramento giapponese; il problema di Louis non sono solo le pessime condizioni del campo, ma l’odio che il sergente Watanabe prova per lui e che lo conduce a episodi di sadismo puro.
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Unbroken è la biografia di Louis Zamperini, un eroe americano. Prima campione di mezzofondo Louis aspetta le olimpiadi di Tokio per vincere l’oro del mezzofondo. Ma la guerra lo porterà a combattere nel pacifico; l’aereo viene colpito e precipita ed insieme a due commilitoni sopravvive nel mezzo dell’oceano per 47 giorni. Ma il peggio deve ancora arrivare, ossia la prigionia in un campo di concentramento giapponese; il problema di Louis non sono solo le pessime condizioni del campo, ma l’odio che il sergente Watanabe prova per lui e che lo conduce a episodi di sadismo puro. Una volta liberato Louis perdonerà l’aguzzino. Bella storia e doveroso omaggio ad un grande americano, ma che dire, certo se dietro la macchina ci fosse stato un certo Clint, immagino che avremmo visto un altro film. La sceneggiatura è dei fratelli Coen, il che fa capire le grandi potenzialità di questo film che, purtroppo, rimane sempre in una sorta di guado narrativo. Alla fine, per carità, il film si vede e anche volentieri, ma rimane un prodotto sufficiente, mentre Angelina Jolie poteva, oggettivamente, fare di più.
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giovanni morandi
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venerdì 13 gennaio 2023
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jolie regista di un grande film
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La vita di Lou Zamperini figlio di immigrati italiani, è un atleta professionista di atletica leggera. Mentre si prepara per le olimpiadi scoppia la Seconda Guerra Mondiale ed il ragazzo decide di arruolarsi nell'aviazione. Una terribile tragedia però lo attende: l'aereo su cui viaggia attraverso l'Oceano Pacifico, precipita in acqua. L'uomo passa 47 giorni in mare prima di essere catturato dai giapponesi. Quindi fatto prigioniero dai Giapponesi insieme a molti altri americani passa il resto della guerra in un campo di lavoro sotto le continue torture. Finita la guerra, prima di morire quasi-centenario riesce a correre con la fiaccola olimpica all'età di 60 anni.
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La vita di Lou Zamperini figlio di immigrati italiani, è un atleta professionista di atletica leggera. Mentre si prepara per le olimpiadi scoppia la Seconda Guerra Mondiale ed il ragazzo decide di arruolarsi nell'aviazione. Una terribile tragedia però lo attende: l'aereo su cui viaggia attraverso l'Oceano Pacifico, precipita in acqua. L'uomo passa 47 giorni in mare prima di essere catturato dai giapponesi. Quindi fatto prigioniero dai Giapponesi insieme a molti altri americani passa il resto della guerra in un campo di lavoro sotto le continue torture. Finita la guerra, prima di morire quasi-centenario riesce a correre con la fiaccola olimpica all'età di 60 anni. Film UNBROKEN tratto da un libro biografico prodotto e diretto da Angelina Jolie con la sceneggiatura dei fratelli Coen. Uno dei più bei film degli ultimi 20 anni uscito in Italia nel 2016 candidato a vari Oscar. Un vero capolavoro, come pochi...Ne fu fatto un sequel diretto da Cronk nel 2018, uscito in Italia appena prima della Pandemia.
Louis è traumatizzato dalle sue esperienze durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma poi incontra Cynthia, che cattura il suo interesse e il suo cuore. Ma il trauma di Louis lo spinge più in profondità nell'abisso della disperazione.
Ne fu fatto un sequel diretto da Cronk nel 2018, uscito in Italia appena prima della Pandemia.
Louis è traumatizzato dalle sue esperienze durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma poi incontra Cynthia, che cattura il suo interesse e il suo cuore. Maggiore successo lo ebbe, a quell'epoca, il libro "Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio"
Libro di Laura Hillenbrand, dal quale entrambi i film ne furono la libera trasposizione.
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