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gabrykeegan
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giovedì 19 febbraio 2015
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il tassello che mancava nel mosaico nero
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Un altro film sulle leggi razziali e sulla storia dei neri in America. Negli ultimi anni l'industria cinematografica americana ha sfornato tante pellicole sul tema (Django, The Butler, 12 anni schiavo, Lincoln), quasi come a voler sottolineare che in questi Anni Duemila il popolo a stelle strisce sia ormai pronto a rivedere le proprie colpe.
Come sappiamo, c'è ancora tanto da fare da quel punto di vista, ma è sicuramente un bene che si parli spesso di un problema del genere con opere di grandi registi e raccontate sapientemente attraverso magistrali interpretazioni.
Questa volta ci pensa David Oyelowo a recitare splendidamente il più grande attivista per i diritti dei neri.
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Un altro film sulle leggi razziali e sulla storia dei neri in America. Negli ultimi anni l'industria cinematografica americana ha sfornato tante pellicole sul tema (Django, The Butler, 12 anni schiavo, Lincoln), quasi come a voler sottolineare che in questi Anni Duemila il popolo a stelle strisce sia ormai pronto a rivedere le proprie colpe.
Come sappiamo, c'è ancora tanto da fare da quel punto di vista, ma è sicuramente un bene che si parli spesso di un problema del genere con opere di grandi registi e raccontate sapientemente attraverso magistrali interpretazioni.
Questa volta ci pensa David Oyelowo a recitare splendidamente il più grande attivista per i diritti dei neri. Martin Luther King e i suoi discorsi vengono interpretati con grande efficacia da un attore che ha preso parte anche ad altre opere sull'argomento ed è riuscito a riproporre l'enfasi pubblica delle battaglie, così come il lato privato che in pochi conoscevano.
L'attore - che avrebbe potuto benissimo essere nominato agli Oscar - garantisce quell'equilibrio tra espressioni e vitalità vocale che caratterizzavano il reverendo statunitense e lo elevavano a guida spirituale e idealistica di un popolo oppresso da secoli.
Ecco cosa caratterizza il film: Martin Luther King non è un politico, ma un leader religioso che si trasforma in pastore di anime che sembravano perdute e invece ritrovano il coraggio di affrontare la vita da esseri umani, e non più da schiavi o bestie.
La trama è il racconto dell'inizio dell'ultimo pezzo di una battaglia iniziata tanti anni prima, di un percorso che ha già fatto tanti passi avanti nei diritti, ma ora vuole arrivare a quello più importante in una democrazia: il diritto di voto.
Vediamo le cose da diversi punti di vista. Sono le persone stesse che ci danno la reale sensazione del contesto storico e di come si viveva la situazione. Il presidente Johnson tra voglia di fare la storia e pressioni dalle due razze. Il governatore e le persone dell'Alabama che odiano l'integrazione e vogliono impedire la marcia. I neri che hanno in MLK un punto di riferimento pacifico, ma allo stesso tempo vorrebbero reagire in altri modi ai soprusi dei bianchi, poiché forti dei diritti civili già acquisiti.
Ava DuVernay è la regista afroamericana di questo film, che ci mostra tra finzione cinematografica e aderenza giornalistica la verità su quelle settimane piene di tensione, in cui il sangue faceva da muro divisorio tra bianchi e neri, ugualmente americani per la legge, ma divisi da barriere culturali ancora da sfatare.
La regista viene dal cinema indie e si vede nelle sue riprese senza troppi fronzoli, estremamente ridotte alla semplicità di un racconto importante nella storia degli USA e della comunità black, dove contano più le parole e i rapporti tra le persone che dialogano per trovare compromessi, tra incertezze e dubbi.
Le azioni sottolineate sono nelle scene più importanti: quelle violente degli integralisti bianchi (il Bloody Sunday descritto minuziosamente) e la voglia di compiere la marcia, non solo come protesta, ma come vero e propria metafora di un cammino lungo da fare, ma da proseguire uniti, braccio a braccio, per la libertà e l'uguaglianza.
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darkovic
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martedì 17 febbraio 2015
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niente di nuovo
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Niente di nuovo ,lento e senza sostanza,inquadrature di una lentezza incredibile .Niente di speciale.Se ne poteva fare a meno.almeno secondo me
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mericol
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martedì 17 febbraio 2015
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ideali: per combattere le anomalie del mondo
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Selma ,cittadina dell’Alabama, resa famosa nel 1965 per il raduno di Martin Luther King e la marcia dei negri americani verso Montgomery.
Torna ora la fama a distanza di 50 anni con il film di Ava Duvernay, candidato all’Oscar 2015.
M.L.King organizzò 3 marce pacifiche dei suoi seguaci da Selma a Montgomery, la prima bloccata violentemente dalle forze di polizia. Voleva fosse concesso presto ,senza ulteriori ripensamenti e dilazioni, il diritto di voto ai negri americani, e con il voto l’accesso a tutti i diritti civili. La sua è stata una lotta realizzata con le idee, i raduni, le conferenze, i rapporti con gli alti poteri dello Stato Americano.
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Selma ,cittadina dell’Alabama, resa famosa nel 1965 per il raduno di Martin Luther King e la marcia dei negri americani verso Montgomery.
Torna ora la fama a distanza di 50 anni con il film di Ava Duvernay, candidato all’Oscar 2015.
M.L.King organizzò 3 marce pacifiche dei suoi seguaci da Selma a Montgomery, la prima bloccata violentemente dalle forze di polizia. Voleva fosse concesso presto ,senza ulteriori ripensamenti e dilazioni, il diritto di voto ai negri americani, e con il voto l’accesso a tutti i diritti civili. La sua è stata una lotta realizzata con le idee, i raduni, le conferenze, i rapporti con gli alti poteri dello Stato Americano. Ha combattuto la violenza con la non violenza. Inconcepibile e irrazionale che il più potente Stato del mondo mentre compiva missioni di guerra in nome della libertà prima in Corea e poi, in quegli anni , nel Vietnam, inconcepibile che permettesse il razzismo e la discriminazione di una parte della popolazione nel suo stesso territorio.
Non era stato mai realizzato un film completo su Martin Luther King, come ad esempio su Malcolm X. Dai libri e dalla stampa è giunto a noi un personaggio mitico, quasi creato artificialmente.
Il merito della giovane regista afroamericana Ava Duvernay è quello di avere rappresentato un uomo con una missione da compiere e che ha compiuto. Un uomo con le meditazioni e gli slanci, le debolezze, le sconfitte e le vittorie, le piccole bugie nell’ambiente familiare colmate da inesauribili tenerezze. Tutto questo non sminuisce la immagine mitica, ma esalta la qualità dell’uomo. M.L:K ha affermato che gli uomini sono tutti uguali, senza distinzione di razza, di colore della pelle, di casta, di religione. Non si può parlare di libertà, democrazia, giustizia se non si afferma questo fondamentale principio.
I discorsi che la Duvernay fa pronunciare al suo protagonista sono quelli realmente ascoltati e trascritti. Prima delle battaglie (sempre verbali) decisive King ascolta spirituals negri.Tutta la colonna sonora ha il merito di includere musicalità di questo tipo. La canzone Glory ha conseguito già da sola un enorme successo.
Anche il Presidente degli USA Johnson è rappresentato non come una granitica massa di potere, ma come un uomo che deve conciliare tante diverse opinioni, ha dubbi, esprime dinieghi. ma alla fine, ragionevolmente, risponde in modo positivo alle richieste di King.
Alcuni accusano il film di piattezza, di adeguarsi al metodo agiografico della grandezza della Nazione Americana, spesso riscontrata nel Cinema.
Pur senza volerne fare un documentario Duvernay si è attenuta,in verità, ai dati della storia dimostrandone la realtà attraverso i veri discorsi di M.L.K.
Neppure un racconto tanto piatto. Basta pensare alle scene della strage di un gruppo di bambine, alla selvaggia e brutale aggressione dei dimostranti sul ponte di Selma, ai filmati di repertorio, in bianco e nero, riportati nella parte finale. Di alto profilo la interpretazione di David Oyelowo.
Non si può neppure concludere che il tema sia datato. King ha trasmesso un messaggio di pace e di fratellanza, che non è tuttora accettato compiutamente. Non si può dimenticare che 4 anni dopo quel 1965 King è stato ucciso e che ancora esiste emarginazione in diversi paesi nel mondo. Né dimenticare la tesi che a me sembra la più importante. Responsabili diceva fortemente King non sono soltanto i razzisti e i massacratori ma anche i (in quel caso negri) passivi: la vita non è degna di essere vissuta se non si è disposti a sacrificarsi per un ideale. Tema quindi attualissimo nei nostri tempi. Film di rilievo che rievoca una parte di storia,non da tutti conosciuta, ma richiama idee fondamentali valide in tutti i tempi e in tutti i luoghi.
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borghij
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martedì 17 febbraio 2015
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selma
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Martin Luther King: un uomo e un eroe che ha fatto di tutto per permettere alla gente di colore di poter votare. In questo film capolavoro è diretto a Selma, cittadina dell' Alabama, una città razzista che ostacola in tutti i modi l'avanzata verso la libertà delle persone di colore.
Questo film è incredibilmente toccante, struggente, meraviglioso, perché riesce a mostrare nei minimi dettagli la sofferenza che questa gente ha dovuto subire per poter votare, per la propria dignità prima di tutto.
Ogni scena è girata guardando negli occhi ognuno di quegli uomini, pieni di tristezza e rabbia, ma con tanta voglia di vincere e di farsi sotto,
che marciano su un ponte, per i loro diritti, che non si mostrano deboli sotto i manganelli della polizia corrotta, guidata da uno stato che non
degna neanche di uno sguardo la legge.
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Martin Luther King: un uomo e un eroe che ha fatto di tutto per permettere alla gente di colore di poter votare. In questo film capolavoro è diretto a Selma, cittadina dell' Alabama, una città razzista che ostacola in tutti i modi l'avanzata verso la libertà delle persone di colore.
Questo film è incredibilmente toccante, struggente, meraviglioso, perché riesce a mostrare nei minimi dettagli la sofferenza che questa gente ha dovuto subire per poter votare, per la propria dignità prima di tutto.
Ogni scena è girata guardando negli occhi ognuno di quegli uomini, pieni di tristezza e rabbia, ma con tanta voglia di vincere e di farsi sotto,
che marciano su un ponte, per i loro diritti, che non si mostrano deboli sotto i manganelli della polizia corrotta, guidata da uno stato che non
degna neanche di uno sguardo la legge.
Sembra quasi che al mondo non interessi per niente quello che succede, e per la verità è così, si preferisce inviare truppe in Vietnam per una guerra inutile, portare ogni attenzione lì, invece che in uno stato degli stati uniti, in cui succedono cose raccapriccianti; in uno stato dove tutti vedono e non fanno niente, dove tutto passa così inosservato, alla televisione.
Solo quando centinaia di neri verranno picchiati, pestati, uccisi, allora ma solo allora il mondo si scuoterà, arriveranno persone di ogni etnia di ogni religione da ogni parte del mondo a lottare per questa causa.
Sono dovute morire tante persone prima che si firmasse una legge che permise davvero ai neri di poter votare e di avere pieni diritti, e questo è incredibile.
Eppure proprio quando non c'era più nessuna speranza, quando c'era solo più morte, allora lì ecco che arrivò la luce, anche se in ritardo, anche se migliaia di persone si sacrificarono. questo fu comunque un miracolo che ricorda come ci sia ancora una speranza nel mondo, che permise a quelle persone di poter avere ancora qualcosa per cui vivere.
Di poter ancora votare prima di morire.
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m.petter
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lunedì 16 febbraio 2015
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non un film didascalico
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La bellezza di questo film, a mio parere, risiede nel fatto che affronta un argomento tanto importante, quanto ancora attuale. La regista, per fare ciò, non ha scelto di concentrarsi e di raccontarci in modo didascalico o storicistico la figura (per quanto importante e centrale) di Martin Luther King, ma ha scelto di concentrarsi sulla storia di un movimento e in particolaresu un evento centrale, la marcia dalla cittadina di Selma a Montgomery per difendere un diritto fondamentale: quello del voto. Possedere il diritto di voto vuol dire essere riconosciuti giuridicamente e quindi essere veramente cittadini americani. Avere un'assicurazione per curarsi negli ospedali; poter lavorare in modo onesto; assumere incarichi importanti a livello comunitario e federale e soprattutto essere rispettati e amati per quello che si è.
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La bellezza di questo film, a mio parere, risiede nel fatto che affronta un argomento tanto importante, quanto ancora attuale. La regista, per fare ciò, non ha scelto di concentrarsi e di raccontarci in modo didascalico o storicistico la figura (per quanto importante e centrale) di Martin Luther King, ma ha scelto di concentrarsi sulla storia di un movimento e in particolaresu un evento centrale, la marcia dalla cittadina di Selma a Montgomery per difendere un diritto fondamentale: quello del voto. Possedere il diritto di voto vuol dire essere riconosciuti giuridicamente e quindi essere veramente cittadini americani. Avere un'assicurazione per curarsi negli ospedali; poter lavorare in modo onesto; assumere incarichi importanti a livello comunitario e federale e soprattutto essere rispettati e amati per quello che si è.
Un film stupendo (anche tecnicamente) che fa molto riflettere, che tiene incollati allo schermo e che fa scappare qualche lacrima.
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fabian t.
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lunedì 16 febbraio 2015
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il dovere di operare per il bene comune
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Film sobrio, robusto, lineare, onesto, impeccabilmente essenziale. Martin Luther King è ben interpretato da un attore che ha saputo demitizzare e umanizzare una figura di non facile inquadramento, facendo un ottimo lavoro certamente seppur non riuscendo fino in fondo a dare il carisma necessario. Il cast è davvero ben azzeccato, come pure la colonna sonora, e la storia funziona. Inutile soffermarsi sull'importanza di ciò che essa rievoca perché, indubbiamente, "Selma" è un film che tutti dovrebbero vedere. Ciononostante i limiti di questo film si ravvisano nella regia forse un po' acerba e incapace (volontariamente?) di catturare lo spettatore e infondere pathos.
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Film sobrio, robusto, lineare, onesto, impeccabilmente essenziale. Martin Luther King è ben interpretato da un attore che ha saputo demitizzare e umanizzare una figura di non facile inquadramento, facendo un ottimo lavoro certamente seppur non riuscendo fino in fondo a dare il carisma necessario. Il cast è davvero ben azzeccato, come pure la colonna sonora, e la storia funziona. Inutile soffermarsi sull'importanza di ciò che essa rievoca perché, indubbiamente, "Selma" è un film che tutti dovrebbero vedere. Ciononostante i limiti di questo film si ravvisano nella regia forse un po' acerba e incapace (volontariamente?) di catturare lo spettatore e infondere pathos. Lo dimostra anzitutto la totale mancanza di spettacolarizzazione, sicuramente dovuta alla centralità del tema narrato; ma se pensiamo ad altri titoli similari come "Il colore viola" o "Mississippi burning" ci accorgiamo subito che al film manca lo spessore di uno stile registico che risulta ancora da affinare. Per il resto ci aspettiamo che altri film come questo giungano sul grande schermo a ricordarci coloro che, con coraggio e abnegazione, hanno dato la vita per i diritti fondamentali di ogni uomo, quali uguaglianza e libertà. Da vedere assolutamente.
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maurizio meres
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lunedì 16 febbraio 2015
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un periodo storico mai dimenticato
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Dopo tanti anni sembra ieri, una pagina della storia moderna mai dimenticata specialmente per tutti quei popoli che per le idiozie umane subendo anche loro soprusi di ogni genere,si sono sentiti vicini alla lotta contro l'emarginazione accompagnata dalla grande crudeltà a loro inflitta e rimasta impunità .
Il film non vuole giudicare l'imbecillità del potere politico e sociale esso si basa soprattutto su fatti accertati,veri, documentati ,la regista bravissima riprese molto intense con sguardi ed espressioni di dolore fisico e sofferenza esistenziale ,con dialoghi intensi dove s'intrecciano i sentimenti più profondi di libertà dell'uomo,il pensiero di King è presente in tutte le sequenze facendo rinascere la rabbia di quel momento anche dopo tutti questi anni,toccante ed emozionante la breve sequenza storica originale della marcia ,un esempio per le generazioni future e soprattutto attuali.
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Dopo tanti anni sembra ieri, una pagina della storia moderna mai dimenticata specialmente per tutti quei popoli che per le idiozie umane subendo anche loro soprusi di ogni genere,si sono sentiti vicini alla lotta contro l'emarginazione accompagnata dalla grande crudeltà a loro inflitta e rimasta impunità .
Il film non vuole giudicare l'imbecillità del potere politico e sociale esso si basa soprattutto su fatti accertati,veri, documentati ,la regista bravissima riprese molto intense con sguardi ed espressioni di dolore fisico e sofferenza esistenziale ,con dialoghi intensi dove s'intrecciano i sentimenti più profondi di libertà dell'uomo,il pensiero di King è presente in tutte le sequenze facendo rinascere la rabbia di quel momento anche dopo tutti questi anni,toccante ed emozionante la breve sequenza storica originale della marcia ,un esempio per le generazioni future e soprattutto attuali....
Attori bravissimi tutti coinvolti emotivamente dalla storia dalla loro precedente generazione
King interpretato splendidamente dall'attore David Oyelowo sicuramente conosceva benissimo la vita di Martin in quanto e riuscito dare una realtà espressiva piena di rabbia e dolore con una conoscenza anche nei gesti ,e nei sentimenti personali di King .
La bravissima DuVernay coinvolta anche lei emotivamente e meritevole di non aver mai condannato e disprezzato nessuno nel film e di aver lasciato allo spettatore la facoltà di giudicare e capire ,e far rivivere un periodo storico che forse non è poi così lontano .
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luigi.blu
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domenica 15 febbraio 2015
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tutti a selma per conquistare il diritto di voto.
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La mia passione per i film che rievocano storie vere, questa volta mi ha portato a Selma in Alabama, dove negli anni 60' il popolo nero, guidato dal reverendo Martin Luther King, ha combattuto una delle piu' memorabili battaglie per la conquista del diritto di voto. Il film e' a tratti un po' lento soprattutto quando mostra i risvolti personali della vita del protagonista, ma comunque interessante e molto ben recitato. La scenografia ci fa respirare a pieni polmoni l' atmosfera dell' America degli anni 60 dove negli stati del sud, nonostante le leggi teoricamente consentissero il voto ai neri, di fatto tutti i poteri forti concentrati nelle mani dei bianchi, cercano di negare loro questo diritto che sta alla base dell' emancipazione umana e sociale di un popolo.
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laloli
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domenica 15 febbraio 2015
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quasi un documentario.
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Il film non spettacolarizza come invece ti aspetteresti da una regia americana. E questo bene. Ma alla fine risulta troppo impersonale.
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davidino.k.b.
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domenica 15 febbraio 2015
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lotta per i diritti
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E' sempre bene ricordare le grandi lotte per le uguaglianze dei diritti di tutti gli uomini. Grande paese l'America che, con le sue incoerenze anche forti, è sempre stato il promotore di grandi cambiamenti.
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