laura sommovigo
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lunedì 15 dicembre 2014
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bel film
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Azzeccata l'uscita di questo film a Natale. Infatti, in un periodo in cui si spendono fiumi di parole, sia nella vita reale, che nel cinema, sull'armonia, la felicità, ovviamente doverose, questo film ha la funzione di un pugno sul naso ,con relativo ritorno alla realtò.Evviva l'uscita di un anti-cinepanettone. Gradevolmente ironico ed esagerato , trova, proprio nell'esagerazione, la sublimazione dei fatti reali e della violenza stessa. Non è da ritenersi un film violentoe, alla fine di ogni episodio ,sanguinario e, a tratti, truculento, trionfa sempre una forma sui generis di giustizia : i cattivi sono puniti , laddove entrambi i protagonisti si azzannano per futili motivi ,entrambi muoiono carbonizzati e vengono trovati abbracciati , suscitando sorridenti ipotesi sulla loro fine.
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Azzeccata l'uscita di questo film a Natale. Infatti, in un periodo in cui si spendono fiumi di parole, sia nella vita reale, che nel cinema, sull'armonia, la felicità, ovviamente doverose, questo film ha la funzione di un pugno sul naso ,con relativo ritorno alla realtò.Evviva l'uscita di un anti-cinepanettone. Gradevolmente ironico ed esagerato , trova, proprio nell'esagerazione, la sublimazione dei fatti reali e della violenza stessa. Non è da ritenersi un film violentoe, alla fine di ogni episodio ,sanguinario e, a tratti, truculento, trionfa sempre una forma sui generis di giustizia : i cattivi sono puniti , laddove entrambi i protagonisti si azzannano per futili motivi ,entrambi muoiono carbonizzati e vengono trovati abbracciati , suscitando sorridenti ipotesi sulla loro fine.Gli sposi si rappacificano. eccc...Insomma , divertente , e poi, non dimentichiamo che anche nella fiaba di Cappuccetto rosso di sangue se ne sparge molto e poi, in queste "sane" vendette troviamo tutti noi soddisfazione delle angherie subite.
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maopar
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mercoledì 4 febbraio 2015
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storie di straordinaria follia
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Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato….
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Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
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paolorol
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mercoledì 17 dicembre 2014
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due ore di risate intelligenti
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Ridere per due ore non capita spesso al cinema. Meno ancora di ridere intelligentemente. Il buon Pedro ha prodotto un film straordinario ed il regista si merita le cinque stelle per la sua abilità. Ottima recitazione, ottima la sceneggiatura, ottimo il montaggio. Forse è un peccato che si tratti di un film ad episodi, ma sarebbe stato sicuramente difficile fonderli in un'unica narrazione intrecciata alla Iñárritu. Quel che conta è il risultato, che, ripeto, è davvero straordinario. Garrone e Tarantino più una generosa dose di umorismo politically uncorrect alla South Park.
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Ridere per due ore non capita spesso al cinema. Meno ancora di ridere intelligentemente. Il buon Pedro ha prodotto un film straordinario ed il regista si merita le cinque stelle per la sua abilità. Ottima recitazione, ottima la sceneggiatura, ottimo il montaggio. Forse è un peccato che si tratti di un film ad episodi, ma sarebbe stato sicuramente difficile fonderli in un'unica narrazione intrecciata alla Iñárritu. Quel che conta è il risultato, che, ripeto, è davvero straordinario. Garrone e Tarantino più una generosa dose di umorismo politically uncorrect alla South Park. E poi è fin troppo facile scendere a tristi considerazioni sul fatto che il comune denominatore degli episodi è la follia selvaggia degli umani. Il regista non tenta di andare a scoprire l'acqua calda e il titolo originale del film è una dichiarazione d'intenti. La specie umana questo è, che ci piaccia o no. Non è un film moralista, è un film cattivo, crudele ma nel contempo scherzoso e leggerissimo, al di là del tema pesante ed inquietante. Ma per carità non inquietiamoci tanto, ridiamo senza sensi di colpa (se ne siamo capaci).
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vapor
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martedì 30 dicembre 2014
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l'eleganza del "cine negro" argentino
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"Relatos Salvajes" è un film molto piacevole, divertente e intriso di un misurato umorismo "negro", i cui toni grotteschi non eccedono e non scadono mai nella volgarità. Il regista è abile, narra l'assurdità del reale e rende realistico l'assurdo trovando l'armonia nella dimensione episodica, la quale eliminando la necessità di un filo conduttore crea una sorta di frenesia narrativa. Il film scorre con facilità e si partecipa intimamente dei drammi vissuti dai protagonisti, queste vittime dell'ordinaria ingiustizia e degli incubi sotterranei del mondo civilizzato che qui prendono finalmente forma, quasi liberando(ci) l'animo dalle oppressioni subite.
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"Relatos Salvajes" è un film molto piacevole, divertente e intriso di un misurato umorismo "negro", i cui toni grotteschi non eccedono e non scadono mai nella volgarità. Il regista è abile, narra l'assurdità del reale e rende realistico l'assurdo trovando l'armonia nella dimensione episodica, la quale eliminando la necessità di un filo conduttore crea una sorta di frenesia narrativa. Il film scorre con facilità e si partecipa intimamente dei drammi vissuti dai protagonisti, queste vittime dell'ordinaria ingiustizia e degli incubi sotterranei del mondo civilizzato che qui prendono finalmente forma, quasi liberando(ci) l'animo dalle oppressioni subite.
Il titolo originale è tradotto letteralmente con racconti selvaggi, inteso qui come assurdi, ciò che rende perfettamente l'idea di un mondo che in luogo di sublimare il suo essere incatenato alle passioni, sceglie di non porgere l'altra guancia rispondendo selvaggiamente al lato inaccettabile e più indigesto della vita ordinaria. Un lato spesso amaro e impietoso, ma non privo di una certa sincerità, o di necessaria verità, dando a questo cinema l'assist perfetto per farci sorridere e insieme rabbrividire. In una parola, riflettere. Nel cast anche un grande attore come Ricardo Darìn, divo del cinema Argentino. Molti i rimandi più o meno espliciti ad altri film (es. Four rooms), ed è facile l'accostamento allo spirito del cinema di Alex de la Iglesia, ma questo forse Szifron lo sa meglio di noi.
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storie di cinema
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martedì 10 marzo 2015
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la vendetta scatena le coincidenze
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Storie. E coincidenze. Tanto incredibili da poter essere vere. O Così strane da apparire reali. Damián Szifrón incide in pellicola una commedia nera costruita su 6 racconti slegati tra loro, tanto assurdi quanto credibili, telecomandati da fatalità capaci di trasformare innocui episodi di vita comune in tragedie.
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Storie. E coincidenze. Tanto incredibili da poter essere vere. O Così strane da apparire reali. Damián Szifrón incide in pellicola una commedia nera costruita su 6 racconti slegati tra loro, tanto assurdi quanto credibili, telecomandati da fatalità capaci di trasformare innocui episodi di vita comune in tragedie.
Un emarginato stanco dei continui fallimenti cova dentro la peggiore delle rivalse. Scherni, umiliazioni e abusi trasformano la mente di un debole in uno spietato giustiziere.
Una donna realizza la sete di vendetta, solo immaginaria, della collega. A chi, con cattivi pensieri, non è mai capitato di desiderare il male di qualche nemico?
Un cittadino tanto bravo nel suo lavoro quanto incapace di gestire la rabbia e il carattere impulsivo. Svolgere bene la propria professione non basta. Serve anche autocontrollo per poter assorbire le difficoltà e gli ostacoli che la vita ci presenta. Perché se ti lasci sopraffare dalla collera metti in gioco tutto quello che ti sei costruito.
Una semplice discussione tra due automobilisti si trasforma in una lotta di sopravvivenza. Imbottigliati nel caos del traffico non vi è forse mai capitato di inveire contro un altro automobilista che compie una manovra sbagliata?
E poi l'uomo che si trasforma in sciacallo, l'errore di un ragazzo diventa terreno fertile per coltivare la fame di denaro. La corsa al facile guadagno è una guerra di nervi.
Infine un improbabile matrimonio fa da finale grottesco all'opera e tranquillizza lo spettatore piuttosto preoccupato. In fin dei conti è solo un film.
Storie pazzesche appunto, che scaturiscono da gesti quotidiani. comportamenti apparentemente comuni che il caso trasforma in un domino dal finale tragico. Atti di bullismo, liti nel traffico, rabbia, odio del prossimo e tanta avidità. Con un unico comune denominatore, la vendetta. Il regista ci mette di fronte alle nostre più normali e istintive reazioni e a quello che potrebbero provocare. Con la giusta ironia Szifrón fa riflettere. E dopo, forse, qualcuno conterà fino a dieci.
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carlosantoni
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mercoledì 31 dicembre 2014
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la lotta paga (quasi sempre…)
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Gli episodi del film, per quanto raccontino storie assai diverse, sono collegati da uno stesso filo, che è quello del rancore e della vendetta: c’è sempre qualcuno che vuol farla pagar cara a qualcun altro, e non è disposto a fare sconti, a costo di andarci personalmente di mezzo. Insomma, costi quel che costi, non si abbuona il torto subito. Già questo sarebbe sufficiente a rendermi il film simpatico e a indurmi a parlarne come di un po’ di buona aria fresca: siamo sotto Natale, cosa c’è di meglio che evitare stucchevoli luoghi comuni, come il polverosissimo e ipocrita “porgere per niente l’altra guancia”?
Così, Szifron ci parla sì di rancori interpersonali che chiedono il saldo del conto (mariti che cornificano la moglie e viceversa, mattoidi frustrati che fanno di tutto, perfino una specie di personale 11 settembre pur di assaporare la vendetta, ecc.
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Gli episodi del film, per quanto raccontino storie assai diverse, sono collegati da uno stesso filo, che è quello del rancore e della vendetta: c’è sempre qualcuno che vuol farla pagar cara a qualcun altro, e non è disposto a fare sconti, a costo di andarci personalmente di mezzo. Insomma, costi quel che costi, non si abbuona il torto subito. Già questo sarebbe sufficiente a rendermi il film simpatico e a indurmi a parlarne come di un po’ di buona aria fresca: siamo sotto Natale, cosa c’è di meglio che evitare stucchevoli luoghi comuni, come il polverosissimo e ipocrita “porgere per niente l’altra guancia”?
Così, Szifron ci parla sì di rancori interpersonali che chiedono il saldo del conto (mariti che cornificano la moglie e viceversa, mattoidi frustrati che fanno di tutto, perfino una specie di personale 11 settembre pur di assaporare la vendetta, ecc.), ma, a ben vedere…. Ecco che spunta sempre o quasi il rapporto di classe, anzi il conflitto di classe, rappresentato benissimo nell’episodio dell’incidente stradale per responsabilità del giovin rampollo di una famiglia alto-borghese, e della (divertente!) dialettica servo-padrone che ne scaturisce, ma già presente anche nell’episodio della coltellata in trattoria, o in quello dei due duellanti su quattro ruote. Tutto ciò dà vita e sostanza a questo film. Fa difetto lo Happy End dell’ultimo episodio: una riconciliazione fra “cornudos” d’alto bordo che stride con l’armonia del resto. Da vedere e magari rivedere.
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mericol
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giovedì 5 febbraio 2015
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storie: solo pazzesche?o spesso anche reali?
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Con la regia di D. Szifron, prodotto da Almodovar, 6 storie che potranno apparire inverosimili ed esasperate. Ma le cronache quotidiane dei nostri tempi, sulla stampa,in TV, online, raccontano STORIE ancora più PAZZESCHE:
Sei storie argentine, la prima su un aereo,con la vendetta di un tale Pasternak, è quasi una prefazione, precede i titoli di testa, ma è pur essa una storia,breve. E poi le altre, un avvelenamento in un ristorante,un duello tra due automobilisti, le traversie del ricco padre di un pirata della strada, un ingegnere vittima delle multe e della burocrazia, una festa di matrimonio con una sposa furente.
Sei storie indipendenti l’una dall’altra,senza un apparente filo conduttore che le unifichi.
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Con la regia di D. Szifron, prodotto da Almodovar, 6 storie che potranno apparire inverosimili ed esasperate. Ma le cronache quotidiane dei nostri tempi, sulla stampa,in TV, online, raccontano STORIE ancora più PAZZESCHE:
Sei storie argentine, la prima su un aereo,con la vendetta di un tale Pasternak, è quasi una prefazione, precede i titoli di testa, ma è pur essa una storia,breve. E poi le altre, un avvelenamento in un ristorante,un duello tra due automobilisti, le traversie del ricco padre di un pirata della strada, un ingegnere vittima delle multe e della burocrazia, una festa di matrimonio con una sposa furente.
Sei storie indipendenti l’una dall’altra,senza un apparente filo conduttore che le unifichi.
Ma il filo conduttore, che riunisce vicende tanto diverse, in effetti idealmente esiste.
Consiste nella difficoltà di conciliare i diversi comportamenti umani. Il tentativo di far prevalere ragioni personali e, pur avendone a volte sacrosanta di ragione, non intravedendo altre soluzioni, la scelta orrenda di risolvere tutto con la violenza. Le sofferenze causate da ingiustizie e umiliazioni. Il desiderio di rivalsa , seguito dalla vendetta, se non si trovano soluzioni diverse.
Il contrasto tra l’aspirazione alla giustizia e lo scontro con una selva di regolamenti nei labirinti burocratici.
Storie argentine, certamente esasperate,ma forse riproducibili nel resto del mondo.
Alle difficoltà del vivere si risponde con la vendetta? Oppure adeguandosi , rassegnati, alla vita così com’è?
Nell’ultimo episodio del film la sposa furente, perché vede tra gli invitati la vecchia amante del marito, scompagina e scassa tutto e tutti. Con una vendetta clamorosa e incruenta, un po’ di sangue sì, ma almeno nessun morto, si abbandona alla fine tra le braccia dello sposo, rassegnata,delusa,depressa.
Da apprezzare il regista argentino D. Szifron per questo film che, “pazzesco”, ha molti spunti di “almodovarismo”.
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flyanto
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martedì 16 dicembre 2014
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quando il marcio è ovunque
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Film diviso in sei parti ognuna delle quali racconta una storia od un episodio in cui sono presentati svariati vizi e cattivi comportamenti degli esseri umani nonchè difetti, mancanze, inadempienze e soprattutto corruzione e violenza della società contemporanea.
Questa pellicola ad episodi, prodotta dal regista spagnolo Pedro Almodovar ma girata dall'argentino Damian Szifron è da definirsi una commedia "nera" per la sincerità e l'immediatezza con cui sono presentati e, di conseguenza, denunciati svariati malcostumi della società e degli individui dell'età contemporanea. I sei episodi, tutti ambientati in territorio argentino, sono presentati allo spettatore in un crescendo per ciò che riguarda la crudezza ed il cinismo e certe situazioni possono sembrare addirittura portate all'eccesso od esasperate e dunque assurde ma di fatto, ad un esame più profondo non lo sono affatto Quello che più preme a Szifron non è di dare un giudizio ma di farlo evincere pino piano, ovviamente negativo, allo spettatore stesso che, diviso tra l' ironia sottile ed il profondo sarcasmo, non può che non riflettere sui problemi reali ed ormai diventati, ahimè, quotidiani, nella società di oggi, e non solo, purtroppo, confinati a quella argentina.
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Film diviso in sei parti ognuna delle quali racconta una storia od un episodio in cui sono presentati svariati vizi e cattivi comportamenti degli esseri umani nonchè difetti, mancanze, inadempienze e soprattutto corruzione e violenza della società contemporanea.
Questa pellicola ad episodi, prodotta dal regista spagnolo Pedro Almodovar ma girata dall'argentino Damian Szifron è da definirsi una commedia "nera" per la sincerità e l'immediatezza con cui sono presentati e, di conseguenza, denunciati svariati malcostumi della società e degli individui dell'età contemporanea. I sei episodi, tutti ambientati in territorio argentino, sono presentati allo spettatore in un crescendo per ciò che riguarda la crudezza ed il cinismo e certe situazioni possono sembrare addirittura portate all'eccesso od esasperate e dunque assurde ma di fatto, ad un esame più profondo non lo sono affatto Quello che più preme a Szifron non è di dare un giudizio ma di farlo evincere pino piano, ovviamente negativo, allo spettatore stesso che, diviso tra l' ironia sottile ed il profondo sarcasmo, non può che non riflettere sui problemi reali ed ormai diventati, ahimè, quotidiani, nella società di oggi, e non solo, purtroppo, confinati a quella argentina.
Il cast è tutto argentino, composto da nomi sicuramente più famosi in patria che da noi, eccezion fatta per il sempre bravo ed esasperato (nel film) Ricardo Darin le cui molte pellicole sono state rese conosciute fortunatamente anche in Italia.
Pertanto, l' opera in sè, nel complesso, risulta molto riuscita e significativa e, ribadisco, alla crudezza ed alla tristezza di certe realtà si contrappongono scene intrise di comicità che stemperano molto la triste e pesante atmosfera, cosicché il film si risolve essere piacevole a vedersi non senza però una doverosa e quanto mai inevitabile azione alla riflessione e pertanto, in conclusione, è sicuramente da consigliare.
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catcarlo
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martedì 23 dicembre 2014
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storie pazzesche
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Con l'aiuto dato dalla produzione di Almodovar, arriva dall'Argentina questo film dal formato inusuale visto che è costituito da sei episodi di lunghezza crescente che, calcando la mano su di un umorismo nerissimo, raccontano la realtà quotidiana e, soprattutto, gli spettri che si nascondono dietro una facciata di rispettabilità. Per questo, in fondo, gli episodi potrebbero essere ambientati in qualsiasi luogo e non obbligatoriamente nel Paese sudamericano – uno sfondo analogo si può trovare anche per gli affascinanti paesaggi che accompagnano 'Il più forte' - dato che l'attenzione è posta più che altro sulle psicologie dei personaggi che appartengono, per la gran parte, a una borghesia medio-alta.
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Con l'aiuto dato dalla produzione di Almodovar, arriva dall'Argentina questo film dal formato inusuale visto che è costituito da sei episodi di lunghezza crescente che, calcando la mano su di un umorismo nerissimo, raccontano la realtà quotidiana e, soprattutto, gli spettri che si nascondono dietro una facciata di rispettabilità. Per questo, in fondo, gli episodi potrebbero essere ambientati in qualsiasi luogo e non obbligatoriamente nel Paese sudamericano – uno sfondo analogo si può trovare anche per gli affascinanti paesaggi che accompagnano 'Il più forte' - dato che l'attenzione è posta più che altro sulle psicologie dei personaggi che appartengono, per la gran parte, a una borghesia medio-alta. Un elemento comune alle sei storie che si aggiunge all'altro, ancor più netto, della vendetta che viene declinata in varie forme, ma sempre con un sorriso sardonico sullo sfondo. A proposito di sorrisi, benchè il film si iscriva senza problemi alla categoria della commedia, le situazioni e il modo di raccontarle non sfociano quasi mai in una risata liberatoria: nello spettatore resta più impressa una sensazione di fastidioso malessere accentuata dai colpi bassi in cui sfociano talvolta le vicende . Per quanto riguarda l'ispirazione, i modelli possono essere i più vari a partire da quello, inevitabile, dell’ironia acre di Almodovar: in ogni caso, da una parte non può mancare la commedia all'italiana nella sua versione più cattiva - in 'Bombetta' un ingegnere si vendica in maniera 'esplosiva' della società che si occupa di rimozioni forzate diventando un piccolo eroe - e dall'altra si guarda con occhio deferente a Buñuel - il matrimonio da incubo di 'Finchè morte non ci separi' che vira dalla festa alla tragedia riporta alla memoria echi de 'L'angelo sterminatore' (peccato solo per una conclusione che non trae fino in fondo le conseguenze dalla tensione accumulata in precedenza). Gli episodi ora citati fanno parte del secondo gruppo in cui lo scontro è soprattutto psicologico, come dimostra anche 'La trattativa', un tremendo apologo sulla cupidigia umana in cui si contratta il cartellino del prezzo di chiunque venga a contatto con il problema di un giovane bene che ha investito e uscciso una donna incinta: si tratta però dei segmenti che, nel complesso, risultano meno riusciti forse anche a causa di un'eccessiva lunghezza. Assai più lucidi e stringati sono invece i primi tre, che si evolvono da premesse banali in situazioni in cui ha la meglio una violenza fisica a volte di una brutalità tarantiniana: il pilota d'aereo che sistema in modo definitivo i conti della sua vita in 'Pasternak' (prima dei titoli di testa, avvio fulminante la cui efficacia purtroppo non è più eguagliata), la camerirera de ‘I ratti’ che reincontra un vecchio nemico di famiglia nello sperduto ristorante in cui lavora e trova nella cuoca un’aiutante fin troppo volonterosa, i due automobilisti che danno vita a una sorta di ‘Duel’ sanguinoso e demente su una strada sperduta ne ‘Il più forte’ – qui, sullo sfondone finale della polizia, si ride davvero. Alla fine, il succedersi di queste storie – alle quali l’aggettivo ‘selvagge’ del titolo originale e di quello internazionale meglio si attaglia rispetto a ‘pazzesche’ – vanno a costituire un film assai godibile che, visto il momento in cui è stato distribuito, può anche servire da antidoto contro questo periodo di buonismo natalizio: il lavoro del neppure quarantenne regista Szifrón non è banale (la scelta di aprire alcune sezioni da un’inquadratura buia, la capacità di variare il tempo a seconda delle situazioni) e serve con gusto una sua sceneggiatura che, al dilà di alcune battute a vuoto, funziona riuscendo benissimo a tenere agganciato lo spettatore. Certo, qualche scelta poteva essere più coraggiosa o definitiva (a partire dalla fotografia ben pettinata di Javier Julia), ma sarebbe stato pretendere troppo da un film che ha anche ambizioni da prodotto medio e che comunque testimonia la valida qualità del cinema realizzato a Buenos Aires e dintorni: in questo quadro non stupisce che il cast includa una serie di attori di buon nome nel loro Paese, le cui interpretazioni quasi sempre misurate di personaggi quantomento stravaganti – un nome per tutti: Ricardo Darín in ‘Bombetta’ – contribuiscono di certo alla riuscita dell’operazione. L’eccezione a questa misura è 'Finchè morte non ci separi' dove tutto è sopra le righe e anche la recitazione si adegua, come quella di Erica Rivas nella parte della sposina tradita e vendicativa in una festa di nozze in cui gli istinti più bestiali vengono allo scoperto: in materia, del resto, sono già ben chiari gli indovinati titoli di testa, in cui a ogni nome che compare sullo schermo è associata (con un certo gusto) la foto di un animale.
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pedronavaja
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mercoledì 14 giugno 2017
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l'ottimo cinema argentino
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“Relatos salvajes” ha un difetto: finisce forse con l’episodio più “debole”, anche se il più movimentato.
Ma i difetti finiscono li.
Dimostra la buona salute del cinema argentino, assieme a quello brasiliano, e forse colombiano, il migliore di latinoamerica (di fronte poi al prolisso ma pessimo cinema messicano).
La storia di Szifron con, a mio parere, due picchi di gran cinema (“el más fuerte” e “bombita”), è girato bene, ha un’eccellente musica ed è interpreato meglio.
Andrebbe visto (come sempre nel cinema) in lingua originale. Come nei migliori film, non stanca la visione ripertuta.
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“Relatos salvajes” ha un difetto: finisce forse con l’episodio più “debole”, anche se il più movimentato.
Ma i difetti finiscono li.
Dimostra la buona salute del cinema argentino, assieme a quello brasiliano, e forse colombiano, il migliore di latinoamerica (di fronte poi al prolisso ma pessimo cinema messicano).
La storia di Szifron con, a mio parere, due picchi di gran cinema (“el más fuerte” e “bombita”), è girato bene, ha un’eccellente musica ed è interpreato meglio.
Andrebbe visto (come sempre nel cinema) in lingua originale. Come nei migliori film, non stanca la visione ripertuta.
Imperdbibile
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