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martedì 31 marzo 2020
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con preghiera di lettura e pubblicazione
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Prima di ogni cosa grazie per essere stato alla nostra anteprima stampa preferendoci a film più blasonati che uscivano lo stesso giorno e grazie per aver recensito il nostro film. Mi dispiace che il nostro lavoro sia stato a suo avviso al disotto delle sue aspettative e in virtù di questo però vorrei fornirle qualche informazione aggiuntiva sul film. Il film è un esperimento di un linguaggio nuovo, chiaramente se rapportato ai canoni tradizionali, risulta incomprensibile. Basti pensare che solo pochi anni fa era impossibile per i “canoni tradizionali” ricostruire scene di finzione su voce narrante, è il primo esempio che mi viene in mente. Onde Road è un film di finzione che scorre su contenuti reali e presi “live” direttamente dagli intervistati senza alcuna sceneggiatura scritta, nella speranza di far percepire, analizzando con la propria testa, il tema della libertà di espressione e comunicazione attraverso l’epoca delle radio libere.
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Prima di ogni cosa grazie per essere stato alla nostra anteprima stampa preferendoci a film più blasonati che uscivano lo stesso giorno e grazie per aver recensito il nostro film. Mi dispiace che il nostro lavoro sia stato a suo avviso al disotto delle sue aspettative e in virtù di questo però vorrei fornirle qualche informazione aggiuntiva sul film. Il film è un esperimento di un linguaggio nuovo, chiaramente se rapportato ai canoni tradizionali, risulta incomprensibile. Basti pensare che solo pochi anni fa era impossibile per i “canoni tradizionali” ricostruire scene di finzione su voce narrante, è il primo esempio che mi viene in mente. Onde Road è un film di finzione che scorre su contenuti reali e presi “live” direttamente dagli intervistati senza alcuna sceneggiatura scritta, nella speranza di far percepire, analizzando con la propria testa, il tema della libertà di espressione e comunicazione attraverso l’epoca delle radio libere. Il tema del film è la libertà, non è un documentario sulle radio libere, le radio libere sono lo svolgimento. Per un buon documentario sulle radio libere, rimando agli ottimi documentari di repertorio, con voce narrante, repertorio ed interviste. Onde Road è una storia su quanto è stato, come spunto di riflessione su quanto potrebbe accadere, attraverso un’ipotesi censoria, potreste escludere che quanto accaduto con le radio libere non avvenga con il web e i giornali? Un documentario rivolto al solo passato, informa, ma interroga? Qui sta la sperimentazione di un linguaggio che sappia attrarre tutto il pubblico, nostalgici e non del tema. Non mi prendo sul serio proprio per questo, laddove per serio io leggo “documentario classico”. Esperimento fallito per voi di Mymovies, ci sta senza rancore, ma il mio intento era questo. Personaggi che scompaiono … Stiamo parlando dei decani della radio che si sono prestati a camei da attori? Non ho chiesto loro il contrario, la storia la porta avanti la ricerca dell’agente B. contro la fantomatica speaker … E’ in funzione dei “blasoni” che si sceglie la durata dell’apparizione in video ?La narrazione mi pare che prosegua senza interruzioni. Perché restare in Calabria? Lo dice il messaggio da lanciare, non quello che ci consegna la storia. Lo dice la speaker, partire da qui vale doppio. In una terra ostica, era inimmaginabile anche pensare che ci siano state le radio, figuriamoci la libertà di usarle. Ma poi, su milioni di radio in tutt’Italia, come avreste articolato il viaggio dell’agente B.? Non è un documentario “stile Istituto Luce” , è un film di genere che scorre su contenuti reali, è ben diverso. Non è mio costume appoggiarmi a problemi di carattere produttivo, chiaramente voi valutate ciò che vedete ( e tanti limiti non evidenziati nel film li avrei tranquillamente condivisi con tutti e palesati se me lo avesse chiesto in conferenza stampa) , ma una produzione di poche migliaia di euro avrebbe potuto affrontare tale impegno produttivo, al di là di ogni considerazione stilistica? L’Olandese Volante, parla di tutte le radio libere d’Italia, mica di quelle calabresi, è come lo “scienziato” nella serie Chernobyl che parla per tutti gli scienziati che furono coinvolti allora nel disastro. Messa in scena amatoriale : volutamente amatoriale, il film è girato come una piccola radio libera, appare sovraimpresso alla fine, quindi spontaneità, improvvisazione, creatività e pochi mezzi di fortuna, come le radio libere. In questo lasciatemi dire che noi non avevamo un copione, quindi non lo aveva neanche Barbara Cambrea che esordiva in un contesto come questo. Siamo stati un piccolo gruppo di pazzi pionieri. La mia regia è volutamente anni 70, con inquadrature oblique e sbilanciate, dal basso, zoomate … coi mezzi di una radio libera. Non è una regia dei giorni nostri con i mezzi della “radio di stato” … Beh , se si considera la messa in albanese inutile, potrei intuire che o si era distratto oppure non ha collegato , l’indizio cardine della spy story , cioè quella lingua che il laboratorio si affanna a cercare, che l’agente B. chiede più volte, non esiste se non in quella comunità, attraverso una suggestiva messa , ripresa dal vero e senza essere condizionata dalla mia messa in scena amatoriale. Quindi avvengono accidentalmente? Direi di no. Critiche costruttive va bene, cercherò di essere in futuro un regista che “mette in bocca” al suo pubblico le cose se è questo che mi chiede, ma dire che c’è una scena inutile, mi sembra una cosa molto azzardata. La inviterei a rivederlo dopo questa mia spiegazione, vedrà che le troverà un contesto che le è semplicemente sfuggito. Non capire cosa sono state le radio libere, benché citate … sono i personaggi che devono essere percepiti, e il fatto che tutti facevano radio con i più svariati scopi e ad ogni livello, mi dispiace che avrebbe preferito avere raccontato tutto, una didascalica cronologia della storia delle radio, ma ho preferito far parlare chi la radio l’ha fatta, rispetto a un libro raccontato con voice off. Detto questo, e ho aspettato tanti anni prima di scriverle proprio nel rispetto del suo ruolo e della sua analisi che ho comunque accettato per migliorami personalmente, la invito e invito il pubblico che magari vedendo un giudizio così netto non lo ha fatto a rivederlo, anche gratuitamente se mi citano questa recensione su mymovies e successivamente commentare. Volevo inoltre ringraziarla perché è tra le pochissime critiche negative che ha ricevuto il film e ciò rende veritiere tutte le altre positive, mi dispiace solo che avvenga su un sito che adoro personalmente e che consulto spesso come spettatore. La prego pertanto di voler pubblicare questa mia nota e magari se rivede il film mi farebbe piacere risentirla per un amichevole confronto. Grazie Massimo Ivan Falsetta
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giovedì 5 dicembre 2019
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giusto una precisazione
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Salve, ho aspettato diversi anni prima di giungere a una precisazione che a mio avviso la dice lunga sulla sua analisi, tra l'altro unica nota fuori dal coro, visto che suoi illustri colleghi hanno elogiato il film. Lo faccio solo ora perché a caldo potevo sembrare fuori luogo, ma ora è fuor dubbio che io abbia qualche interesse di sorta se non migliorare, non dico il suo lavoro, ma il rispetto che deve avere per quello degli altri. Accetto anche la sua opinione che proprio perché fuori dal coro non lascia dubbi sulla veridicità di tutte le altre che invece hanno elogiato in maniera palese il film. Di certo non sono un raccomandato, insomma. Ma veniamo alla precisazione, trascrivo il suo passaggio: .
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Salve, ho aspettato diversi anni prima di giungere a una precisazione che a mio avviso la dice lunga sulla sua analisi, tra l'altro unica nota fuori dal coro, visto che suoi illustri colleghi hanno elogiato il film. Lo faccio solo ora perché a caldo potevo sembrare fuori luogo, ma ora è fuor dubbio che io abbia qualche interesse di sorta se non migliorare, non dico il suo lavoro, ma il rispetto che deve avere per quello degli altri. Accetto anche la sua opinione che proprio perché fuori dal coro non lascia dubbi sulla veridicità di tutte le altre che invece hanno elogiato in maniera palese il film. Di certo non sono un raccomandato, insomma. Ma veniamo alla precisazione, trascrivo il suo passaggio: ...il regista si sofferma su una delle città albanesi della penisola calabrese, dove si parla albanese senza saperlo leggere, non ricoprono un ruolo nel film né sono riconducibili a una ragione apparente: semplicemente avvengono, accidentalmente... E' certo di aver visto il film? In quella scena, vera, non costruita e molto enfatica, si cela l'indizio chiave che porta la protagonista più vicina alla meta e cioè quella lingua sconosciuta che " il laboratorio non riesce a trovare" e la stessa che " l'agente Bi rapporta al capo" . Se non l'ha colta, me ne dispiaccio, ma dire che le cose sono messe a caso non mi pare corretto. L'intento del regista? Lei era in sala all'anteprima stampa? Perché non me lo ha chiesto. Le avrei spiegato perché ho scelto la Calabria e non tutta l'Italia. Forse perché volevo evidenziare una stagione felice di una regione che balza alle cronache solo per mafia? Chissà come mai i suoi colleghi l'hanno capito.O forse perchè la protagonista nel film dice " qui tutto è rimasto immobile, in questa terra dimenticata da Dio" . Sà, per un film ambientto nel futuro, non so quanto fosse funzionale la Lombardia nel dire che è rimasta "selvaggia". La messa in scena amatoriale? Ha letto le didascalie a fine film? Insomma lo ha visto il mio film si o no? Se si è addormentato posso pure accettarlo, ma quello che lei scrive è già nel film. E' volutamente amatoriale, proprio come il senso del film e delle radio libere. Ma lasciamo stare, starei qui a scrivere spiegazioni che se fosse stata solo la sua recensione sarebbero state autoreferenziali, ma che spulciando il web e la stampa cartacea lascio a terze persone che hanno visto il film e magari lo hanno anche compreso.
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