Leviathan |
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Un film di Andrey Zvyagintsev.
Con Aleksey Serebryakov, Elena Lyadova, Vladimir Vdovichenkov, Roman Madyanov.
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Titolo originale Leviafan.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 140 min.
- Russia 2014.
- Academy Two
uscita giovedì 7 maggio 2015.
MYMONETRO
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Leviathan...la legge del più forte
di lorifuFeedback: |
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lunedì 5 ottobre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Leviathan, stupenda pellicola del regista russo Zvyagintsev che nel gennaio di quest’anno ha vinto il Golden Globe per il miglior film straniero oltre che il premio per la sceneggiatura a Cannes nel 2014 e che va ricordato anche per il Leone d’Oro strappato a Venezia nel 2003. Stupenda pellicola per i tanti spunti di riflessione, riferimenti biblici e gli infiniti interrogativi sul senso della vita. Stupenda per i paesaggi di una bellezza mozzafiato in cui gli elementi naturali, l’acqua, la terra, la luce dominano e sgomentano per la preponderanza che assumono con tutti i loro significati simbolici. Stupenda perché lo sfondo è una Russia dei nostri giorni con tutte le sue contraddizioni, fatti e misfatti nascosti dietro un apparato burocratico apparentemente funzionante e trasparente ma che in realtà, attraverso lo scheletro di un’enorme balena, il leviatano del titolo, simboleggia il potere, quello occulto ed oppressivo che ben conosciamo. Stupenda per il tratteggio dei personaggi, traditi, delusi, abbandonati non soltanto dalle Istituzioni che al servizio dei potenti e dei loro interessi economici li privano di ogni loro diritto ma soprattutto da coloro ai quali erano legati da sentimenti di amore ed amicizia. Stupenda per i tanti riferimenti alla Chiesa, una chiesa al servizio del più forte e che mai fornisce risposte convincenti, neppure alla fine attraverso le parole del Pope che non riesce a confortare Kolya lasciandolo solo nella sua profonda disperazione. È un finale senza speranza quello che vede Kolya scontare una pena per un crimine che non ha commesso rafforzando il concetto che nella vita esiste unicamente la legge del più forte.
La storia di Kolya, un moderno Giobbe che vive in un paesino sulla costa livida e spettacolare del mare di Barents insieme alla compagna e al figlio adolescente avuto dalla prima moglie è la storia di un uomo normale che vive una normale vita fatta di piccole cose, memorie, ricordi,costretto ad abbandonare il suo personale “paradiso” per l’ingordigia del sindaco della città che appoggiato dalla malavita e dalla Chiesa, vuole espropiarlo dalle sue proprietà. A nulla servirà l’aiuto di un suo amico avvocato che, oltre a insidiargli la moglie lo abbandonerà in seguito al suo destino. È la lotta personale di un qualsiasi signor nessuno impotente davanti alla forza e l’impenetrabilità di un Potere che come un mostro gigantesco si abbatte sulla vita dell’uomo annientandolo.
Sono tanti i riferimenti a Kafka, Camus, Hobbes che si possono cogliere nelle pieghe della vicenda ma l’attenzione del regista è tutta rivolta al Potere ed alla Chiesa...che poi... se togliamo i riferimenti paesaggistici e i fiumi di vodka, che nel film scorre a fiumi sia come collante sociale che come antidoto alla solitudine ed alla disperazione, il film per le tematiche trattate, a detta del regista stesso, assume carattere di universalità.
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