maxs.
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martedì 18 agosto 2020
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dove il cielo si muove e il sole non è un''ipotesi
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Da una "produzione dal basso", cioè indipendente, forse sarebbe potuto saltar fuori qualcosa di diverso da questo film, qualcosa da ricordare.
—descrivere le contraddizioni di una piccola comunità, indipendentemente dal fatto che sia rurale in meno—avrebbe potuti essere un pretesto per potuto raccontare una storia diversa, sempre di fantasia, ma tremendamente più affascinante, pur nella sua crudeltà. Provo a immaginarne una: l'apocalisse non è nelle mani del sole, ma di un solo antieroe, immerso in quello stesso micromondo che per un soffio non lo uccide e non smetterà mai di odiarlo. Un micromondo che incredibilmente si allarga in cerchi concentrici fino a diventare un mondo intero.
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Da una "produzione dal basso", cioè indipendente, forse sarebbe potuto saltar fuori qualcosa di diverso da questo film, qualcosa da ricordare.
—descrivere le contraddizioni di una piccola comunità, indipendentemente dal fatto che sia rurale in meno—avrebbe potuti essere un pretesto per potuto raccontare una storia diversa, sempre di fantasia, ma tremendamente più affascinante, pur nella sua crudeltà. Provo a immaginarne una: l'apocalisse non è nelle mani del sole, ma di un solo antieroe, immerso in quello stesso micromondo che per un soffio non lo uccide e non smetterà mai di odiarlo. Un micromondo che incredibilmente si allarga in cerchi concentrici fino a diventare un mondo intero... sarebbe stata una storia incredibile, dai mille colori, dove nulla è ciò che sembra. Purtroppo la scelta è invece caduta sulla favoletta pretenziosa, con l'immancabile happy-ending. Pretenziosa perché pensare di sottomettere un corpo astrale come il sole a comportamenti imprevisti come quelli buttati giù in questo film, non ha alcun senso. L'universo non è assoggettato alle regole dell'improvvisazione o delle banderuole: le stelle hanno un ciclo vitale armonico e non accade mai nulla di imprevisto. Mai. Gli imprevisti accadono solo sui pianeti su cui girano troppe banderuole, banderuole che a un certo punto pretendono di controllare l'entropia degli elementi, di muovere i venti a loro piacimento, dimenticando che un pianeta senza limiti è destinato inevitabilmente a morire presto. Ma sarebbe stato impopolare (o proibito?) fare un film alternativo di questo tipo, perché, pur restando un film, avrebbe soltanto contribuito ad aumentare il caos del nostro sventurato mondo. Caos che tuttavia non può diminuire censurando certe idee, ma tant'è, è più facile volgere gli occhi altrove o cadere nella trappola delle superstizioni. Così ci siamo dovuti accontentare di questa piccola rappresentazione filmica di un tema enorme, ambientata in un piccolo paese immerso fra vigneti e noccioleti, in cui a volte non accade niente, a volte accade tutto.
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fendbev
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martedì 27 ottobre 2015
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intrigante ma eccessivamente lento
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Il tema è intrigante, l'ambientazione promettente, ma il risultato finale mi ha deluso per l'estrema lentezza del film.
Manca quel panico emotivo che ritengo sia inevitabile in una situazione del genere: i personaggi sono troppo tranquilli, anche nell'ultimo giorno sembra che sia tutto sotto controllo, come vedere un eclissi di sole o le stelle cadenti anzichè la fine del mondo.
Mi sono comunque piaciuti gli attori, ho trovato una buona recitazione anche se un po' monocorde.
Il tutto diventa molto più apprezzabile vedendo negli extra del DVD quel che sta dietro la realizzazione del film: un plauso perchè, al di là delle mie critiche di cui sopra, non sembra un film prodotto con un budget pressochè irrisorio.
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cris59
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lunedì 8 dicembre 2014
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un miracolo si…ma in negativo!
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E' incredibile come "giornalisti" e anche parte del "pubblico" abbiano parlato bene di questo "film". Credo che questo la dica lunga sulla qualità di alcuna parte della stampa e del pubblico italiano. La messa in scena di questo insieme di immagini amatoriali e attori vicini ad un livello da "telenovela piemontese" è sconcertante, come è sconcertante il fatto che abbia anche vinto il premio fice come miglior film indipendente dell'anno. Ma stiamo scherzando?! In questo agglomerato di immagini e frasi senza alcuna profondità, di una superficialità sconvolgente, con una storia inesistente e involontariamente demenziale, si sente l'odore della pochezza più misera di chi non riesce a impadronirsi nemmeno di modelli mediocri quanto quelli della televione italiana, che in confronto sarebbero quasi Wellesiani.
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E' incredibile come "giornalisti" e anche parte del "pubblico" abbiano parlato bene di questo "film". Credo che questo la dica lunga sulla qualità di alcuna parte della stampa e del pubblico italiano. La messa in scena di questo insieme di immagini amatoriali e attori vicini ad un livello da "telenovela piemontese" è sconcertante, come è sconcertante il fatto che abbia anche vinto il premio fice come miglior film indipendente dell'anno. Ma stiamo scherzando?! In questo agglomerato di immagini e frasi senza alcuna profondità, di una superficialità sconvolgente, con una storia inesistente e involontariamente demenziale, si sente l'odore della pochezza più misera di chi non riesce a impadronirsi nemmeno di modelli mediocri quanto quelli della televione italiana, che in confronto sarebbero quasi Wellesiani. Dopo la visione sono uscita sconvolta rendendomi conto che buona parte del pubblico, per lo più signore piccolo borghesi e seguaci sfegatati di comunione e liberazione, non ne avevano percepito l'inutilità del film in ogni senso. Questo film non riesce neanche ad essere brutto. E' semplicemente vuoto, ma con una punta di quella indole ruffiana tipicamente italiana degli ultimi anni. Che tristezza.
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rampante
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sabato 15 novembre 2014
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vita di paese
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Avila, un piccolo paese delle Langhe, la gente in piazza festeggia Sant' Eurosia, patrona dei frutti della Terra.
Ma tra i presenti serpeggia una certa inquietudine, la vita della piccola comunità è sconvolta dalla notizia che la televisione ha trasmesso, per un imprevedibile fenomeno naturale, il sole non avrà più l'energia da utilizzare per il riscaldamento della Terra, perderà la luce e così il mondo finirà inghiottito nel buio. La notizia che entro una ventina di giorni il sole colpirà la terra ed avremo la fine del mondo mette tutti di fronte a una resa dei conti e gli abitanti del paesino hanno le più svariate reazioni.
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Avila, un piccolo paese delle Langhe, la gente in piazza festeggia Sant' Eurosia, patrona dei frutti della Terra.
Ma tra i presenti serpeggia una certa inquietudine, la vita della piccola comunità è sconvolta dalla notizia che la televisione ha trasmesso, per un imprevedibile fenomeno naturale, il sole non avrà più l'energia da utilizzare per il riscaldamento della Terra, perderà la luce e così il mondo finirà inghiottito nel buio. La notizia che entro una ventina di giorni il sole colpirà la terra ed avremo la fine del mondo mette tutti di fronte a una resa dei conti e gli abitanti del paesino hanno le più svariate reazioni.
Il tema della fine del mondo è un soggetto originale, la fotografia è meravigliosa, l'atmosfera delle Langhe sublime.
Bella la colonna sonora , la sceneggiatura bel fatta ma un poco lenta. Geniale il riferimento biblico
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adelio
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mercoledì 5 novembre 2014
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tutto in contrapposizione come il titolo
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Un film autoprodotto senza grandi pretese, forse un po’ ambizioso, ma direi tutto sommato sostanzialmente dignitoso visto l’impegno dedicato e l’irrisorio costo sostenuto per produrlo e distribuirlo.
Bella l’idea di portarlo nelle Sale con la presentazione di qualcuno dell’Equipe cinematografica (nel mio caso la spiegazione del film è stata fatta dall’Autore delle musiche peraltro gradevoli e azzeccate).
La storia, abbastanza carina da un certo punto di vista, forse risulta un po’ impegnativa da gestire e rappresentare per essere il primo lavoro cinematografico proposto da Emanuele Caruso per un pubblico che è diventato, per questo tipo di canale culturale, molto esigente.
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Un film autoprodotto senza grandi pretese, forse un po’ ambizioso, ma direi tutto sommato sostanzialmente dignitoso visto l’impegno dedicato e l’irrisorio costo sostenuto per produrlo e distribuirlo.
Bella l’idea di portarlo nelle Sale con la presentazione di qualcuno dell’Equipe cinematografica (nel mio caso la spiegazione del film è stata fatta dall’Autore delle musiche peraltro gradevoli e azzeccate).
La storia, abbastanza carina da un certo punto di vista, forse risulta un po’ impegnativa da gestire e rappresentare per essere il primo lavoro cinematografico proposto da Emanuele Caruso per un pubblico che è diventato, per questo tipo di canale culturale, molto esigente.
Le Langhe di Pavese sullo sfondo….ovvero ecco come vi servo la provincia italiana! …ho aspettato con tanto desiderio di vedere qualche bel paesaggio in più…. vista l’attrattiva dei Luoghi e la fine del mondo incombente….poco o niente!.....ma dai! …. Forse è giusto così! ….sarebbe stato troppo stucchevole e melenso…..direi scontato quindi giusto accontentarsi.
Che dire la storia e il messaggio trasmessi stanno tutti nell’antagonismo Ying-Yang, Bene e Male, Chiaro e Scuro come del resto è il vivere e crescere nella provincia italiana:
Materia (terra) – Antimateria (sole in esplosione)
Chiesa dei Poveri (Padre Francesco) – Chiesa dei Preti (Prete tradizionale)
Amore materno (Maestra in gravidanza) – Amore tra uomini (Cameriera del bar)
Morte (Quasimodo fratricida) – Vita (Vitale fratello assassinato)
Solidarietà/Amicizia (anima operosa del Paese) – Maldicenza/Inimicizia (gente cattiva e ignorante).
Un piccolo accenno anche alla Digital Generation rappresentata dal convivente della maestra che lavora con Internet e la rete “adsl”, una sorta di Gioventù moderna contrapposta a quella tradizionale/realista più storica (vedi giovane convivente del Prete) che lavora la terra, coltiva la vite (e…..la vita!).
Non potevano mancare i bambini ….le giovani promesse dell’umanità anche di fronte alla fine del mondo!
Un esercizio un po’ rude, basic, una prova di ingresso su un tema tutto italiano….La Provincia!!.
Il luogo dove davanti alla fine laddove c’è la bontà arriva il Bene e dove c’è la meschinità si deborda nel Male!
Ahimè c’è molto da migliorare ancora: le storie, la recitazione, le idee espressive, l’uso dell’immagine (ancora molto..troppo didascalica) ma….per dirla alla De Gregori “Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, questo altro anno giocherà con la maglia numero 7..”..che spero possa essere il voto per il prossimo film …questo è, per essere buoni, da 6 meno meno.
Film comunque da vedere.
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aliab
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sabato 6 settembre 2014
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mentono
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Faccio fatica a non pensare che le altre recensioni non sinao state lasciate dagli stessi attori, le loro mamme, le loro zie.
In sala, duraante la proiezione noon riusciavamo a smettere di ridere a quanto il film fosse scars, e NON di effetti speciali o comparse. Gli attori facevano pena, i personaggi avevano una caratterizzazione degna di un bambino delle medie (non uno geniale, però), la trama poteva essere considerata interessante fino agli inizi del novecento.
Mi sono pentito di aver sprecato i soldi del biglietto e l'ora e qualcosa di vita.
Almeno ho riacquisito un minimo di fiducia nel sistema del cinema italiano. Nessuno ha scommesso su di loro, e a ragione.
Film perfetto per un cineforum parrocchiale.
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Faccio fatica a non pensare che le altre recensioni non sinao state lasciate dagli stessi attori, le loro mamme, le loro zie.
In sala, duraante la proiezione noon riusciavamo a smettere di ridere a quanto il film fosse scars, e NON di effetti speciali o comparse. Gli attori facevano pena, i personaggi avevano una caratterizzazione degna di un bambino delle medie (non uno geniale, però), la trama poteva essere considerata interessante fino agli inizi del novecento.
Mi sono pentito di aver sprecato i soldi del biglietto e l'ora e qualcosa di vita.
Almeno ho riacquisito un minimo di fiducia nel sistema del cinema italiano. Nessuno ha scommesso su di loro, e a ragione.
Film perfetto per un cineforum parrocchiale. Potrebbe riisultare piaevole a parroci di paese, CL-ini incalliti, comari da stereotipo.
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bozz52
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mercoledì 30 aprile 2014
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un film pretestuoso ma...poco convincente
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Pur apprezzando il coraggio del regista e l'evidente amore per il cinema trasmesso dalla zia,il risultato che ne scaturisce è di un'opera incosistente e poco coinvolgente ,concordo con la recensione che ha definito i personaggi stereotipati.
La macchina da presa insiste continuamente su questi personaggi in modo troppo lento e noioso senza metterne a fuoco nessuno.
Troppi i temi trattati ma poche le emozioni trasmesse.
Temi trattati molto cari a Ermanno Olmi al quale il regista avrebbe dovuto attingere di più .
Un consiglio per il regista che non ha voluto o saputo promuovere un territorio così affascinante come Langhe e Monferrato.Potrà essere riduttivo,ma perchè non prendere esempio anche da Ridley Scott e rifare "Un'ottima annata"in versione Langhe e Monferrato invece della Provenza.
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Pur apprezzando il coraggio del regista e l'evidente amore per il cinema trasmesso dalla zia,il risultato che ne scaturisce è di un'opera incosistente e poco coinvolgente ,concordo con la recensione che ha definito i personaggi stereotipati.
La macchina da presa insiste continuamente su questi personaggi in modo troppo lento e noioso senza metterne a fuoco nessuno.
Troppi i temi trattati ma poche le emozioni trasmesse.
Temi trattati molto cari a Ermanno Olmi al quale il regista avrebbe dovuto attingere di più .
Un consiglio per il regista che non ha voluto o saputo promuovere un territorio così affascinante come Langhe e Monferrato.Potrà essere riduttivo,ma perchè non prendere esempio anche da Ridley Scott e rifare "Un'ottima annata"in versione Langhe e Monferrato invece della Provenza.
Avrei molte idee in proposito.
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valmaniac
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lunedì 28 aprile 2014
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scommessa senza soldi
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il punto non è il buono o il cattivo film, lasciamo questo lusso di dubbio a chi possiede la certezza di avere in tasca almeno 100k euro
qui la faccenda è un'altra, è quella di sapere se una pellicola auto-prodotta con due soldi possa meritare o meno una qualunque forma di aspettativa che vada al di fuori della territorialità per il quale è stato concepito
siamo a mesi di distanza dall'esordio nel salotto di casa e il film è ri-proiettato in giro per l'italia con l'up dei sottotitoli in inglese
dal passaparola al trailer su youtube, alle recensioni su internet (dalla più competente alla più campata in aria) e ai talkshow
almeno un traguardo è stato raggiunto, nessuna obiezione è ammessa
due parole sul film:
la meccanica narrativa del what-if è per definizione accattivante e suggestiva, fa ulteriormente piacere quando questa piccola certezza viene dimostrata anche senza i milioni di dollari delle titaniche trasposizioni cinematografiche come watchmen o un qualunque altro film apocalittico americano.
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il punto non è il buono o il cattivo film, lasciamo questo lusso di dubbio a chi possiede la certezza di avere in tasca almeno 100k euro
qui la faccenda è un'altra, è quella di sapere se una pellicola auto-prodotta con due soldi possa meritare o meno una qualunque forma di aspettativa che vada al di fuori della territorialità per il quale è stato concepito
siamo a mesi di distanza dall'esordio nel salotto di casa e il film è ri-proiettato in giro per l'italia con l'up dei sottotitoli in inglese
dal passaparola al trailer su youtube, alle recensioni su internet (dalla più competente alla più campata in aria) e ai talkshow
almeno un traguardo è stato raggiunto, nessuna obiezione è ammessa
due parole sul film:
la meccanica narrativa del what-if è per definizione accattivante e suggestiva, fa ulteriormente piacere quando questa piccola certezza viene dimostrata anche senza i milioni di dollari delle titaniche trasposizioni cinematografiche come watchmen o un qualunque altro film apocalittico americano.
come è stato possibile? con una catastrofe di dimensioni galattiche che però viene recepita ad una scala di dimensioni provinciali. nelle langhe. suona assurdo, è assurdo ma non è l'unico paletto di implausibilità che presuppone lo sviluppo delle vicende. aggiungeteci una quasi-assoluta impossibilità di degenero civile e di mutazione dell'ambiente di fronte all'apocalisse. questi presupposti sono le pareti della scatola nella quale viene incubato il nucleo del film: una serie di riflessioni sulla vita e la sua fragilità, sulla natura dell'uomo, sulla natura della terra, su dio, sui pregiudizi della gente, sullo scontro generazionale.
sarebbe poco onesto fare finta di parlare di un film privo di difetti. i punti deboli sono inevitabili quando un budget assolutamente aleatorio interferisce nei piani di stesura di un film già a partire dalla prima scrittura: la dichiarata lentezza dello sviluppo delle scene, controaltare della normale vita frenetica di tutti i gironi, è una sottile arma a doppio taglio che a tratti si ritorce contro; una recitazione perennemente monocorda equalizza ogni scena sullo stesso piano interpretativo a causa della stessa verve drammatica utilizzata, anche quando a volte alcuni messaggi potrebbero essere veicolati attraverso altri binari emotivi; alcuni (pochissimi) ruoli sono poco centrati o addirittura gratuiti (un sindaco perennemente ossessionato disordine cittadino in un posto dove al massimo viene scompigliata una edicola? a che pro?)
detto questo chissenefrega. il peso specifico di questi dettagli rimane comunque irrilevante. il film, nato dal nulla assoluto e divenuto ben più che "qualcosa", è e rimarrà un piccolo evento incontestabilmente pieno di dignità.
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flyanto
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mercoledì 9 aprile 2014
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un'imminente apocalisse che sconvolge la vita di t
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Film in cui si raccontano le varie reazioni suscitate in alcuni abitanti di Avila, un piccolo paese delle Langhe, in seguito alla notizia che entro circa un ventina di giorni il sole colpirà la terra, distruggendola e ponendo fine all' esistenza di tutta l'umanità. Spiccano tra questi individui le figure di un prete da un passato tormentato, di un giovane che convive con un grosso rimorso, di un'insegnate elementare e del suo compagno e di una ragazza che ha subito una violenza e la conseguente perdita del proprio bimbo in grembo. Rimarranno tutti uniti e compatti sino alla fine.
Questo film costituisce l'opera prima dell'esordiente Emanuele Caruso che con esigui finanziamenti ed attori non professionisti o, per lo meno, poco conosciuti, ha filmato una pellicola estremamente singolare ed equilibrata.
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Film in cui si raccontano le varie reazioni suscitate in alcuni abitanti di Avila, un piccolo paese delle Langhe, in seguito alla notizia che entro circa un ventina di giorni il sole colpirà la terra, distruggendola e ponendo fine all' esistenza di tutta l'umanità. Spiccano tra questi individui le figure di un prete da un passato tormentato, di un giovane che convive con un grosso rimorso, di un'insegnate elementare e del suo compagno e di una ragazza che ha subito una violenza e la conseguente perdita del proprio bimbo in grembo. Rimarranno tutti uniti e compatti sino alla fine.
Questo film costituisce l'opera prima dell'esordiente Emanuele Caruso che con esigui finanziamenti ed attori non professionisti o, per lo meno, poco conosciuti, ha filmato una pellicola estremamente singolare ed equilibrata. Il soggetto di questa imminente apocalisse è già di per sè inusuale e viene trattato in una maniera così naturale e credibile, da rendere l'intera vicenda narrata alquanto credibile e pertanto accettabile. Anche il paese di Avila, non troppo conosciuto e mondano, si conferma essere l'ottima locazione in cui la storia si svolge, arricchito dalle figure anonime ma alquanto incisive dei suoi umili e variegati abitanti, ognuno con una sua determinata caratteristica. Ed anche i personaggi principali, risultano altamente ben calati nei propri ruoli e quanto mai veri. Infatti, qui si può parlare di una certa sorta di "verismo", in quanto la spontaneità e la naturalezza, sia dell'ambiente che dei personaggi, diventano le vere protagoniste del film, occupandone tutta la scena. Il cinema di questo ancora sconosciuto ma già promettente regista, richiama un poco anche quello semplice, lineare, minuzioso e profondo di Giorgio Diritti, che peraltro ha contribuito a promuoverne l'uscita nelle sale. Insomma, al di là dell'evento clou della fine del mondo intorno al quale l'intera vicenda ruota, non si può che ammirare e rimanere colpiti dalle storie personali dei protagonisti, ognuna recante un gravoso carico di dolore.
Affermerei che per essere un'opera prima essa risulta dunque quanto mai riuscita e sicuramente un ottimo biglietto da visita per un regista esordiente di cui si spera e si aspetta con grande curiosità la prossima creazione. Un piccolo e vero gioiello.
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clara nichele
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mercoledì 2 aprile 2014
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la fine di un mondo
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La tematica è affrontata senza soluzioni catastrofiche ma con una sorta di rallentamento, come scendere dalla testa al cuore, passare dall'azione alla riflessione, una con-versione dall'apparire all'essere... si prepara all'evento chi in realtà è già pronto per una rivelazione più profonda sul senso della vita ... l'incontro di persone evolutivamente affini... la dimensione estatica ed affettiva della vita stessa..Le musiche di Remo Baldi sono molto belle.
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