pranda
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lunedì 10 febbraio 2014
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un ottimo esordio, un film che mi ha meravigliato
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Lo ammetto: sono entrato in sala molto prevenuto. Non mi aspettavo molto, un po' data l'età del giovane gruppo che ha realizzato le riprese, un po' perchè credevo che avrei visto qualcosa di amatoriale e dunque di fortemente banale.
Sicuramente la presentazione del regista in sala, accompagnato dall'attore protagonista del film, hanno aiutato a calarmi meglio nel tipo di film che sarei andato a vedere.
Sono restato dunque incredibilmente meravigliato da cosa ho poi visto sul grande schermo. 109 minuti che scorrono senza che me ne sia accorto.
Sia per la qualità delle immagini e per il prodotto stesso, ma soprattutto per la storia (che non mi aspettavo) che ho trovato originale e raccontata con una bella quotidianità che tante volte ho visto nei nostri paesini.
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Lo ammetto: sono entrato in sala molto prevenuto. Non mi aspettavo molto, un po' data l'età del giovane gruppo che ha realizzato le riprese, un po' perchè credevo che avrei visto qualcosa di amatoriale e dunque di fortemente banale.
Sicuramente la presentazione del regista in sala, accompagnato dall'attore protagonista del film, hanno aiutato a calarmi meglio nel tipo di film che sarei andato a vedere.
Sono restato dunque incredibilmente meravigliato da cosa ho poi visto sul grande schermo. 109 minuti che scorrono senza che me ne sia accorto.
Sia per la qualità delle immagini e per il prodotto stesso, ma soprattutto per la storia (che non mi aspettavo) che ho trovato originale e raccontata con una bella quotidianità che tante volte ho visto nei nostri paesini.
Per me è stata occasione di riflessione vera.
Il personaggio di Gianni è quello che mi ha colpito di più, ma anche il protagonista, presente in sala (irriconoscibile rispetto all'uomo visto sul grande schermo) mi ha convito decisamente.
Un prete umano con tutte le sue fragilità e debolezze completato benissimo da questo personaggio schivo e grezzo come Gianni che fa sorridere più volte e regala qualche tono distensivo nell'arco del film.
Bellissima, e ripeto, bellissima la colonna sonora del film. Nulla da invidiare a film di ben più nota fama.
Si sposa perfettamente con quelle che sono le atmosfere delle Langhe e ti rimane dentro anche finita la visione. Non a caso, ho comprato il CD.
Meravigliosa anche la fotografia: restituisce perfettamente quelli che sono i colori e le realtà delle nostre Langhe.
Rimangono poi sicuramente alcune incertezze: l'uso del dialetto non mi ha convito (avrei preferito l'italiano) così anche come alcuni personaggi minori li ho trovati fragili, non ben delineati, e anche un po' "legnosi" nel tipo di recitazione. E' evidente, come anche ha constatato lo stesso regista in sala, che rimangono diversi meccanismi da oliare e anche la sceneggiatura che nel complesso ho trovato ben fatta, poteva essere meglio gestita, argomentata e sviluppata in alcuni momenti del film.
Ma nel complesso l'ho trovato un film davvero interessante, che sta riscuotendo un ottimo successo di pubblico, proprio per la sua diversità rispetto al piattume a cui siamo abituati.
Ho pensato: se con 70.000 Euro hanno realizzato questo, con 500.000 Euro cosa avrebbero potuto fare?
Mi pare davvero ci sia il margine per proseguire. E per proseguire molo bene.
Complimenti sinceri dunque al regista e a tutti gli attori Avanti così!
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marisa67
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martedì 11 febbraio 2014
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un film corale che ti rimane dentro
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Sono andata a vedere questo piccolo film indipendente su consiglio di alcune amiche. Sono tornata a casa canticchiando la musica della colonna sonora (meravigliosa), con negli occhi le immagini mozzafiato delle colline delle Langhe e in testa un interrogativo: che cosa farei io se mi dicessero che il mondo sta per finire? Sono passati alcuni giorni ed E fu sera e fu mattina mi è rimasto in mente, come il retrogusto di un buon vino delle nostre parti. Non sono molti i film che negli ultimi anni mi sono entrati dentro in questa maniera. Ne posso citare tre, che hanno tutti qualcosa in comune con questa pellicola made in Langa: "The tree of life" di Malick (per la spiritualità), "Melancholia" di Von Trier (per l'idea di soggetto, anche se sviluppata in maniera diversa) e "Il vento fa il suo giro " di Diritti, che non a caso il regista (presente in sala prima e dopo il film) ha citato come suo modello.
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Sono andata a vedere questo piccolo film indipendente su consiglio di alcune amiche. Sono tornata a casa canticchiando la musica della colonna sonora (meravigliosa), con negli occhi le immagini mozzafiato delle colline delle Langhe e in testa un interrogativo: che cosa farei io se mi dicessero che il mondo sta per finire? Sono passati alcuni giorni ed E fu sera e fu mattina mi è rimasto in mente, come il retrogusto di un buon vino delle nostre parti. Non sono molti i film che negli ultimi anni mi sono entrati dentro in questa maniera. Ne posso citare tre, che hanno tutti qualcosa in comune con questa pellicola made in Langa: "The tree of life" di Malick (per la spiritualità), "Melancholia" di Von Trier (per l'idea di soggetto, anche se sviluppata in maniera diversa) e "Il vento fa il suo giro " di Diritti, che non a caso il regista (presente in sala prima e dopo il film) ha citato come suo modello.
E fu sera e fu mattina non è perfetto: alcuni attori sono ottimi, altri più discontinui, alcuni dialoghi indovinati, altri troppo sostenuti. Qualche taglio qua e là avrebbe giovato. Ma c'è un fascino difficile da spiegare che emana da tutta la vicenda e che dopo un po' ti cattura e ti fa respirare all'unisono con i personaggi, le colline, la musica. C'è un ritmo pacato che ad alcuni apparirà lento (non è un film d'azione) ma che è perfettamente coerente con il tema di fondo: quanto vale il nostro tempo? Che valore diamo alla vita? Il riferimento biblico è geniale: un film sulla fine del mondo con continue citazioni, a partire dal titolo, della Genesi.
Se poi penso, come è stato spiegato in sala, che si tratta di un film realizzato con un budget ridottissimo e senza case di produzione né distribuzione alle spalle, allora meriterebbe anche più di cinque stelle.
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cris87
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domenica 16 marzo 2014
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un'opera "glocal" che nasce dal basso e va in alto
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Questo film, come ho avuto la fortuna di sentire dal regista in persona, è stato realizzato in modo totalmente indipendente grazie ad una lunga opera di crowdfunding. In altre parole, è frutto di un'idea in cui una manciata di persone ha creduto fino in fondo contro ogni apparente ragionevolezza, e come capita molto spesso vien fuori che ne valeva decisamente la pena.
Il tema è lo stesso di tante roboanti pellicole americane degli ultimi anni: la fine del mondo. Qui, però, niente sequenze apocalittiche in computer grafica, niente supereroi che salvano l'umanità grazie alla tecnologia, niente retorica pretenziosa tipica del made in USA: qui c'è solo la verità, l'essenziale, le persone, la vita di una piccola comunità, che è nelle bellissime Langhe ma potrebbe essere ovunque.
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Questo film, come ho avuto la fortuna di sentire dal regista in persona, è stato realizzato in modo totalmente indipendente grazie ad una lunga opera di crowdfunding. In altre parole, è frutto di un'idea in cui una manciata di persone ha creduto fino in fondo contro ogni apparente ragionevolezza, e come capita molto spesso vien fuori che ne valeva decisamente la pena.
Il tema è lo stesso di tante roboanti pellicole americane degli ultimi anni: la fine del mondo. Qui, però, niente sequenze apocalittiche in computer grafica, niente supereroi che salvano l'umanità grazie alla tecnologia, niente retorica pretenziosa tipica del made in USA: qui c'è solo la verità, l'essenziale, le persone, la vita di una piccola comunità, che è nelle bellissime Langhe ma potrebbe essere ovunque.
I "supereroi" sono solo i cinque protagonisti che, ognuno a modo suo, si differenziano dal loro contesto, con le sue adorabili piccolezze e le sue schiette bassezze.
L'avvicinarsi della fine del mondo, della fine di tutto ciò che credevamo dare senso alla nostra esistenza, mette tutti di fronte a una resa dei conti in cui solo il nocciolo resta a nudo: non intendo solo "tutti" i personaggi, ma anche "tutti" gli spettatori.
Una semplicità disarmante e una profondità inaspettata coesistono in questo film assolutamente da vedere.
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bebozzolo
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martedì 18 marzo 2014
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poetico ma scivola nel dramma gratuito
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Bel film a basso costo (€70.000) e consiglio di vedere il trailer su youtube prima di andare a vederlo.
Molto azzeccate fotografia e musiche, meno la scelta del piemontese sottotitolato in alcuni passaggi (che rischia di tarpare le ali alla grande distribuzione) e del senso di angoscia che rimane come retrogusto all'uscita.
Il soggetto e' originale e ben sviluppato anche se con una certa lentezza narrativa, ma aggiungere tanti piccoli drammi per ogni personaggio in un film che si interroga sulla fine del mondo lo rende greve.
Infatti gia' trattare un tema del genere (fine del mondo cadenzata) non e' usuale, aggiungere ulteriore pathos e dramma me lo ha reso indigesto come un dolce troppo zuccherato.
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Bel film a basso costo (€70.000) e consiglio di vedere il trailer su youtube prima di andare a vederlo.
Molto azzeccate fotografia e musiche, meno la scelta del piemontese sottotitolato in alcuni passaggi (che rischia di tarpare le ali alla grande distribuzione) e del senso di angoscia che rimane come retrogusto all'uscita.
Il soggetto e' originale e ben sviluppato anche se con una certa lentezza narrativa, ma aggiungere tanti piccoli drammi per ogni personaggio in un film che si interroga sulla fine del mondo lo rende greve.
Infatti gia' trattare un tema del genere (fine del mondo cadenzata) non e' usuale, aggiungere ulteriore pathos e dramma me lo ha reso indigesto come un dolce troppo zuccherato.
Un film come "still life" trattava temi anche piu drammatici ma con leggerezza e malcelato sarcasmo e a questo potrebbe ispirarsi il buon Caruso (regista) anziche' al pesante neorealismo italiano del dopoguerra.
Ha ragione quando dice che in Italia vendono solo commedie e cinepanettoni ma calcare la mano sul dramma forse lo rendera' ancora piu' distante dalle logiche commerciali.
Lo consiglierei per simpatia verso di lui, cast e progetto ma non so se riuscirei a rivederlo.
PS.: poter parlare con il regista, protagonista (molto intenso) e lo sceneggiatore prima e dopo la proiezione e' stata una piacevole sorpresa, cosi come il film davvero coinvolgente.
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flyanto
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mercoledì 9 aprile 2014
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un'imminente apocalisse che sconvolge la vita di t
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Film in cui si raccontano le varie reazioni suscitate in alcuni abitanti di Avila, un piccolo paese delle Langhe, in seguito alla notizia che entro circa un ventina di giorni il sole colpirà la terra, distruggendola e ponendo fine all' esistenza di tutta l'umanità. Spiccano tra questi individui le figure di un prete da un passato tormentato, di un giovane che convive con un grosso rimorso, di un'insegnate elementare e del suo compagno e di una ragazza che ha subito una violenza e la conseguente perdita del proprio bimbo in grembo. Rimarranno tutti uniti e compatti sino alla fine.
Questo film costituisce l'opera prima dell'esordiente Emanuele Caruso che con esigui finanziamenti ed attori non professionisti o, per lo meno, poco conosciuti, ha filmato una pellicola estremamente singolare ed equilibrata.
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Film in cui si raccontano le varie reazioni suscitate in alcuni abitanti di Avila, un piccolo paese delle Langhe, in seguito alla notizia che entro circa un ventina di giorni il sole colpirà la terra, distruggendola e ponendo fine all' esistenza di tutta l'umanità. Spiccano tra questi individui le figure di un prete da un passato tormentato, di un giovane che convive con un grosso rimorso, di un'insegnate elementare e del suo compagno e di una ragazza che ha subito una violenza e la conseguente perdita del proprio bimbo in grembo. Rimarranno tutti uniti e compatti sino alla fine.
Questo film costituisce l'opera prima dell'esordiente Emanuele Caruso che con esigui finanziamenti ed attori non professionisti o, per lo meno, poco conosciuti, ha filmato una pellicola estremamente singolare ed equilibrata. Il soggetto di questa imminente apocalisse è già di per sè inusuale e viene trattato in una maniera così naturale e credibile, da rendere l'intera vicenda narrata alquanto credibile e pertanto accettabile. Anche il paese di Avila, non troppo conosciuto e mondano, si conferma essere l'ottima locazione in cui la storia si svolge, arricchito dalle figure anonime ma alquanto incisive dei suoi umili e variegati abitanti, ognuno con una sua determinata caratteristica. Ed anche i personaggi principali, risultano altamente ben calati nei propri ruoli e quanto mai veri. Infatti, qui si può parlare di una certa sorta di "verismo", in quanto la spontaneità e la naturalezza, sia dell'ambiente che dei personaggi, diventano le vere protagoniste del film, occupandone tutta la scena. Il cinema di questo ancora sconosciuto ma già promettente regista, richiama un poco anche quello semplice, lineare, minuzioso e profondo di Giorgio Diritti, che peraltro ha contribuito a promuoverne l'uscita nelle sale. Insomma, al di là dell'evento clou della fine del mondo intorno al quale l'intera vicenda ruota, non si può che ammirare e rimanere colpiti dalle storie personali dei protagonisti, ognuna recante un gravoso carico di dolore.
Affermerei che per essere un'opera prima essa risulta dunque quanto mai riuscita e sicuramente un ottimo biglietto da visita per un regista esordiente di cui si spera e si aspetta con grande curiosità la prossima creazione. Un piccolo e vero gioiello.
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clara nichele
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mercoledì 2 aprile 2014
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la fine di un mondo
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La tematica è affrontata senza soluzioni catastrofiche ma con una sorta di rallentamento, come scendere dalla testa al cuore, passare dall'azione alla riflessione, una con-versione dall'apparire all'essere... si prepara all'evento chi in realtà è già pronto per una rivelazione più profonda sul senso della vita ... l'incontro di persone evolutivamente affini... la dimensione estatica ed affettiva della vita stessa..Le musiche di Remo Baldi sono molto belle.
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clara nichele
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mercoledì 2 aprile 2014
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la fine di un mondo
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La tematica è affrontata senza soluzioni catastrofiche ma con una sorta di rallentamento, come scendere dalla testa al cuore, passare dall'azione alla riflessione, una con-versione dall'apparire all'essere... si prepara all'evento chi in realtà è già pronto per una rivelazione più profonda sul senso della vita ... l'incontro di persone evolutivamente affini... la dimensione estatica ed affettiva della vita stessa..Le musiche di Remo Baldi sono molto belle.
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valmaniac
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lunedì 28 aprile 2014
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scommessa senza soldi
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il punto non è il buono o il cattivo film, lasciamo questo lusso di dubbio a chi possiede la certezza di avere in tasca almeno 100k euro
qui la faccenda è un'altra, è quella di sapere se una pellicola auto-prodotta con due soldi possa meritare o meno una qualunque forma di aspettativa che vada al di fuori della territorialità per il quale è stato concepito
siamo a mesi di distanza dall'esordio nel salotto di casa e il film è ri-proiettato in giro per l'italia con l'up dei sottotitoli in inglese
dal passaparola al trailer su youtube, alle recensioni su internet (dalla più competente alla più campata in aria) e ai talkshow
almeno un traguardo è stato raggiunto, nessuna obiezione è ammessa
due parole sul film:
la meccanica narrativa del what-if è per definizione accattivante e suggestiva, fa ulteriormente piacere quando questa piccola certezza viene dimostrata anche senza i milioni di dollari delle titaniche trasposizioni cinematografiche come watchmen o un qualunque altro film apocalittico americano.
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il punto non è il buono o il cattivo film, lasciamo questo lusso di dubbio a chi possiede la certezza di avere in tasca almeno 100k euro
qui la faccenda è un'altra, è quella di sapere se una pellicola auto-prodotta con due soldi possa meritare o meno una qualunque forma di aspettativa che vada al di fuori della territorialità per il quale è stato concepito
siamo a mesi di distanza dall'esordio nel salotto di casa e il film è ri-proiettato in giro per l'italia con l'up dei sottotitoli in inglese
dal passaparola al trailer su youtube, alle recensioni su internet (dalla più competente alla più campata in aria) e ai talkshow
almeno un traguardo è stato raggiunto, nessuna obiezione è ammessa
due parole sul film:
la meccanica narrativa del what-if è per definizione accattivante e suggestiva, fa ulteriormente piacere quando questa piccola certezza viene dimostrata anche senza i milioni di dollari delle titaniche trasposizioni cinematografiche come watchmen o un qualunque altro film apocalittico americano.
come è stato possibile? con una catastrofe di dimensioni galattiche che però viene recepita ad una scala di dimensioni provinciali. nelle langhe. suona assurdo, è assurdo ma non è l'unico paletto di implausibilità che presuppone lo sviluppo delle vicende. aggiungeteci una quasi-assoluta impossibilità di degenero civile e di mutazione dell'ambiente di fronte all'apocalisse. questi presupposti sono le pareti della scatola nella quale viene incubato il nucleo del film: una serie di riflessioni sulla vita e la sua fragilità, sulla natura dell'uomo, sulla natura della terra, su dio, sui pregiudizi della gente, sullo scontro generazionale.
sarebbe poco onesto fare finta di parlare di un film privo di difetti. i punti deboli sono inevitabili quando un budget assolutamente aleatorio interferisce nei piani di stesura di un film già a partire dalla prima scrittura: la dichiarata lentezza dello sviluppo delle scene, controaltare della normale vita frenetica di tutti i gironi, è una sottile arma a doppio taglio che a tratti si ritorce contro; una recitazione perennemente monocorda equalizza ogni scena sullo stesso piano interpretativo a causa della stessa verve drammatica utilizzata, anche quando a volte alcuni messaggi potrebbero essere veicolati attraverso altri binari emotivi; alcuni (pochissimi) ruoli sono poco centrati o addirittura gratuiti (un sindaco perennemente ossessionato disordine cittadino in un posto dove al massimo viene scompigliata una edicola? a che pro?)
detto questo chissenefrega. il peso specifico di questi dettagli rimane comunque irrilevante. il film, nato dal nulla assoluto e divenuto ben più che "qualcosa", è e rimarrà un piccolo evento incontestabilmente pieno di dignità.
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adelio
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mercoledì 5 novembre 2014
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tutto in contrapposizione come il titolo
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Un film autoprodotto senza grandi pretese, forse un po’ ambizioso, ma direi tutto sommato sostanzialmente dignitoso visto l’impegno dedicato e l’irrisorio costo sostenuto per produrlo e distribuirlo.
Bella l’idea di portarlo nelle Sale con la presentazione di qualcuno dell’Equipe cinematografica (nel mio caso la spiegazione del film è stata fatta dall’Autore delle musiche peraltro gradevoli e azzeccate).
La storia, abbastanza carina da un certo punto di vista, forse risulta un po’ impegnativa da gestire e rappresentare per essere il primo lavoro cinematografico proposto da Emanuele Caruso per un pubblico che è diventato, per questo tipo di canale culturale, molto esigente.
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Un film autoprodotto senza grandi pretese, forse un po’ ambizioso, ma direi tutto sommato sostanzialmente dignitoso visto l’impegno dedicato e l’irrisorio costo sostenuto per produrlo e distribuirlo.
Bella l’idea di portarlo nelle Sale con la presentazione di qualcuno dell’Equipe cinematografica (nel mio caso la spiegazione del film è stata fatta dall’Autore delle musiche peraltro gradevoli e azzeccate).
La storia, abbastanza carina da un certo punto di vista, forse risulta un po’ impegnativa da gestire e rappresentare per essere il primo lavoro cinematografico proposto da Emanuele Caruso per un pubblico che è diventato, per questo tipo di canale culturale, molto esigente.
Le Langhe di Pavese sullo sfondo….ovvero ecco come vi servo la provincia italiana! …ho aspettato con tanto desiderio di vedere qualche bel paesaggio in più…. vista l’attrattiva dei Luoghi e la fine del mondo incombente….poco o niente!.....ma dai! …. Forse è giusto così! ….sarebbe stato troppo stucchevole e melenso…..direi scontato quindi giusto accontentarsi.
Che dire la storia e il messaggio trasmessi stanno tutti nell’antagonismo Ying-Yang, Bene e Male, Chiaro e Scuro come del resto è il vivere e crescere nella provincia italiana:
Materia (terra) – Antimateria (sole in esplosione)
Chiesa dei Poveri (Padre Francesco) – Chiesa dei Preti (Prete tradizionale)
Amore materno (Maestra in gravidanza) – Amore tra uomini (Cameriera del bar)
Morte (Quasimodo fratricida) – Vita (Vitale fratello assassinato)
Solidarietà/Amicizia (anima operosa del Paese) – Maldicenza/Inimicizia (gente cattiva e ignorante).
Un piccolo accenno anche alla Digital Generation rappresentata dal convivente della maestra che lavora con Internet e la rete “adsl”, una sorta di Gioventù moderna contrapposta a quella tradizionale/realista più storica (vedi giovane convivente del Prete) che lavora la terra, coltiva la vite (e…..la vita!).
Non potevano mancare i bambini ….le giovani promesse dell’umanità anche di fronte alla fine del mondo!
Un esercizio un po’ rude, basic, una prova di ingresso su un tema tutto italiano….La Provincia!!.
Il luogo dove davanti alla fine laddove c’è la bontà arriva il Bene e dove c’è la meschinità si deborda nel Male!
Ahimè c’è molto da migliorare ancora: le storie, la recitazione, le idee espressive, l’uso dell’immagine (ancora molto..troppo didascalica) ma….per dirla alla De Gregori “Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, questo altro anno giocherà con la maglia numero 7..”..che spero possa essere il voto per il prossimo film …questo è, per essere buoni, da 6 meno meno.
Film comunque da vedere.
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rampante
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sabato 15 novembre 2014
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vita di paese
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Avila, un piccolo paese delle Langhe, la gente in piazza festeggia Sant' Eurosia, patrona dei frutti della Terra.
Ma tra i presenti serpeggia una certa inquietudine, la vita della piccola comunità è sconvolta dalla notizia che la televisione ha trasmesso, per un imprevedibile fenomeno naturale, il sole non avrà più l'energia da utilizzare per il riscaldamento della Terra, perderà la luce e così il mondo finirà inghiottito nel buio. La notizia che entro una ventina di giorni il sole colpirà la terra ed avremo la fine del mondo mette tutti di fronte a una resa dei conti e gli abitanti del paesino hanno le più svariate reazioni.
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Avila, un piccolo paese delle Langhe, la gente in piazza festeggia Sant' Eurosia, patrona dei frutti della Terra.
Ma tra i presenti serpeggia una certa inquietudine, la vita della piccola comunità è sconvolta dalla notizia che la televisione ha trasmesso, per un imprevedibile fenomeno naturale, il sole non avrà più l'energia da utilizzare per il riscaldamento della Terra, perderà la luce e così il mondo finirà inghiottito nel buio. La notizia che entro una ventina di giorni il sole colpirà la terra ed avremo la fine del mondo mette tutti di fronte a una resa dei conti e gli abitanti del paesino hanno le più svariate reazioni.
Il tema della fine del mondo è un soggetto originale, la fotografia è meravigliosa, l'atmosfera delle Langhe sublime.
Bella la colonna sonora , la sceneggiatura bel fatta ma un poco lenta. Geniale il riferimento biblico
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