lorenzodv
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sabato 7 marzo 2020
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non coinvolge quanto l'argomento che tratta
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Edward Snowden era un tecnico alle dipendenze di una società che lavora per l'agenzia per la sicurezza nazionale statunitense, che è un'agenzia governativa di spionaggio. Snowden si occupava di tecnologia dell'informazione e della comunicazione e spia questo e spia quell'altro ha scoperto che l'organizzazione spia tutti. Non tutti i nemici, non tutti gli stranieri, non tutti gli americani, tutti nel senso più ampio: tutti! Era perché decise di informarne il popolo; non è stato licenziato ma pensò che ripresentarsi al lavoro sarebbe stato inopportuno.
Ricordo bene che all'epoca della notizia si parlò anche in Italia, anche per un paio di gioni e considerato che la discussione sulle partite dura normalmente fino alla domenica successiva non si può dire che questa notizia abbia esattamente fatto scandalo qui da noi.
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Edward Snowden era un tecnico alle dipendenze di una società che lavora per l'agenzia per la sicurezza nazionale statunitense, che è un'agenzia governativa di spionaggio. Snowden si occupava di tecnologia dell'informazione e della comunicazione e spia questo e spia quell'altro ha scoperto che l'organizzazione spia tutti. Non tutti i nemici, non tutti gli stranieri, non tutti gli americani, tutti nel senso più ampio: tutti! Era perché decise di informarne il popolo; non è stato licenziato ma pensò che ripresentarsi al lavoro sarebbe stato inopportuno.
Ricordo bene che all'epoca della notizia si parlò anche in Italia, anche per un paio di gioni e considerato che la discussione sulle partite dura normalmente fino alla domenica successiva non si può dire che questa notizia abbia esattamente fatto scandalo qui da noi.
Il documentario è fatto più per spiegare che per attrarre, anche se forse la componente attrattiva poteva essere curata di più. La verità è raccontata con chiarezza anche se il tempo sarebbe basato per fornire particolari più dettagliati, invece si è puntato a forzare l'accento sul sensazionalismo tipico della ripresa in diretta. Snowden non è un grande attore, la traduzioe, perché di doppiaggio non si può parlare, fa il resto. Lui appare molto turbato, preoccupato ma non ho avvertito quella tensione che trasmettono meglio i film di fiction fatti sulla cronaca; la tensione è invece evidente nei giornalisti, sì ma soltanto tensione di fare lo scoop. Insomma sebbene l'intento di raccontare un fatto profondamente coinvolgente sia riuscito, il personaggio di Snowden è appena accennato e soprattutto Laura Poitras ha mancato di raccontarci il personaggio di se stessa, che non compare neppure in un fotogramma.
Eppure non sorprende che l'opera abbia vinto l'oscar perché l'argomento trattato è di tale interesse, vastità e complessità che chiunque abbia l'ardire di trattarlo merita riguardo.
La NSA ha costruito una rete internazionale di intercettazione basata su un'ampia infrastruttura, almeno due software per la captazione (fraudolenta) dei dati, accordi con aziende nazionali e straniere e con governi stranieri ed almeno un software per l'estrazione, l'aggregazione e la disaggregazione delle informazioni in archivio. L'ultimo è quello che mi ha turbato maggiormente perché tradizionalmente la sicurezza delle proprie informazioni personali non è basata tanto sulla segretezza quanto sulla difficoltà di estrarle dalla massa; sapere che è stato progettato un software per fare questa operazione è esattamente come sapere che gli occhialini che quarant'anni fa si vendevano su Postal Market che promettevano di vedere attraverso i vestiti funzionano.
L'opera non documenta che l'attività di intercettazione e archiviazione dei dati personali sia proseguita e nemmeno che sia cessata.
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ennio
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domenica 5 novembre 2017
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notevole ed in tempo reale
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Visto ieri, pochi giorni dopo aver visto il film "Snowden" di Oliver Stone, che a questo punto si rivela veramente inutile. Abbiamo qui in "Citizenfour" un resoconto in presa diretta di uno degli scandali globali più importanti della storia recente, coi protagonisti in carne ed ossa, e il moloch Hollywoodiano nella persona del pretenzioso Stone non ha perso l'occasione per parodiare questo eccellente documentario. Contento lui.
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mauro lanari
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mercoledì 30 novembre 2016
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"snow white" né eroico patriota né esecrabile spia
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"Cinema verità", "documentario ch'intercetta un filone che nell'epoca dello streaming live il cinema non può più ignorare", reportage giornalistico girato in tempo reale, sul momento, "hic et nunc", capace "di mostrarci la Storia in presa diretta, colta nel proprio divenire".
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"Cinema verità", "documentario ch'intercetta un filone che nell'epoca dello streaming live il cinema non può più ignorare", reportage giornalistico girato in tempo reale, sul momento, "hic et nunc", capace "di mostrarci la Storia in presa diretta, colta nel proprio divenire". Tensione, suspense e paranoia agghiaccianti, incomparabili con thriller e "spy-story" internazionali proprio perché questa volta non è fiction, non è ricostruzione ideologica d'un complottista, parrebbe "un romanzo di le Carré" ma non lo è. La realtà ha superato di nuovo la fantasia, ancora, come sempre, alla faccia degl'affabulatori e degli storyteller di mestiere. Spasmodicamente appassionante e avvincente nella precisa misura in cui non assistiamo ad alcunché di fittizio. Le usuali percezioni sono ribaltate al punto che Snowden, "vero protagonista della vicenda nel compiersi della vicenda stessa", sembra la scelta selettiva d'un casting perfetto. Persino metacinematografico: la Poitras filma un mini Big Brother consensuale per denunciare uno scandaloso macro Big Brother planetario: Davide che prova a vincere Golia usando le sue stesse armi in una "mise en abîme" di rimpallo fr'Arpanet e Internet. Unico difetto: svelato il segreto di Pulcinella. Grattacapi per la diplomazia mondiale, inutilità per il cittadino comune che non avverte sulla propria pelle la ricaduta negativa d'una cospirazione tanto mastodontica. RT: 98%. TUTTAVIA, quanto ripreso durant'il giugno 2013 nella stanza del Mira Hotel a Hong Hong fu solo la verità relativ'a quella data e secondo quegli specifici 4 soggetti (Snowden, Poitras, Greenwald e MacAskill). Il nuovo film di Stone ha scarsissimi meriti, fra cui il dilungars'in un profluvio d'aneddoti che reinquadrano l'"affaire" in uno scenario a dir poco diverso. Il protagonista n'esce completamente ridefinito anche contro le stesse volontà del regista, intento a sfornare il suo consueto e consunto logorroico pamphlet propagandistico ostile al proprio Paese. Snowden viene soprannominato "Snow White" d'amici e coetanei colleghi di lavoro: nel "paradiso dei nerd" si scopre né eroico patriota né esecrabile spia, bensì un ingenuo per nulla innocente, un superficiale abilissimo smanettone, un "idiot savant" con dell'eccezionali abilità iperspecialistiche controbilanciate da una paritetica colossal'incapacità di capire cosa significhi l'aver accettato d'arruolarsi per entrare nelle forze speciali statunitensi e poi l'aver assunto degl'incarichi di profilo sempre più elevato nella CIA e nell'NSA. Non è lì per caso e non è per caso che scopre le magagne dell'agenzie di spionaggio e controspionaggio USA: n'è coinvolt'in prima persona, il micidiale programma "Epic Shelter"/"Heartbeat" è opera sua, però decide d'illudersi sul suo utilizzo precipitando dalle nuvole quando ne scopr'il vero scopo. Allora il problema diventa sapere quanto 'sta genìa di matricole avvezz'al mondo virtuale sia ancor'in grado di distinguerlo dal mondo reale. E Snowden manc'appartiene alla generazione dei nativi digitali, è ancora un semplice "millenial". Come se ciò già non bastasse a ridimensionarne la figura della presunt'anima bella ("schöne Seele") incolpevolment'ingannata, Stone ci mostra suo malgrado ch'oggi la priorità consiste non nella sbandierat'opposizione fra security e privacy, lott'al terrorismo e difesa dei diritti civili, ma nel "cyberwarfare", una guerra cibernetica condotta tramite tecnologie elettroniche, informatiche e dei sistemi di telecomunicazione capaci di collassare qualsiasi sistema sociale, politico, economico, energetico ormai basantesi sulla digitalizzazione dei dati gestionali e decisionali. L'unica prevenzione possibile è la "partita patta da guerra fredda" fra le superpotenze, in primis Cina, Russia e appunto Stati Uniti. Soltanto manifestand'il deterrente d'un'identica capacità d'attacco & difesa può proseguire una vita in regime di "pace armata", e ciò mi pare più il male minore ch'un gesto criminale.
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filippo catani
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sabato 5 marzo 2016
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un ottimo documentario
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Questo documentario premio Oscar racconta la storia di Edward Snowden e più in generale affronta la tematica della continua raccolta di dati fatta da Usa e non solo dei propri cittadini con la scusante dei controlli antiterrorismo.
Una volta giunti al termine della visione si rimane da una parte agghiacciati e dall'altra si avverte una sorta di soffocamento quasi claustrofobico. Innanzitutto ciò che colpisce di più è la decisione presa da Snowden di fare sapere al mondo il programma di raccolta dati della Nsa sapendo benissimo a cosa andassero incontro lui e i suoi familiari che infatti sono per lui motivo di una costante preoccupazione. Detto ciò è ancora più inquietante quanto ci mostra la Poitras riguardo il resto del mondo e non solo; quanto i nostri governi sanno di noi? Grazie ai potenti strumenti in dotazione bastano davvero pochissimi dati per ricostruire la vita e le conoscenza di una persona.
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Questo documentario premio Oscar racconta la storia di Edward Snowden e più in generale affronta la tematica della continua raccolta di dati fatta da Usa e non solo dei propri cittadini con la scusante dei controlli antiterrorismo.
Una volta giunti al termine della visione si rimane da una parte agghiacciati e dall'altra si avverte una sorta di soffocamento quasi claustrofobico. Innanzitutto ciò che colpisce di più è la decisione presa da Snowden di fare sapere al mondo il programma di raccolta dati della Nsa sapendo benissimo a cosa andassero incontro lui e i suoi familiari che infatti sono per lui motivo di una costante preoccupazione. Detto ciò è ancora più inquietante quanto ci mostra la Poitras riguardo il resto del mondo e non solo; quanto i nostri governi sanno di noi? Grazie ai potenti strumenti in dotazione bastano davvero pochissimi dati per ricostruire la vita e le conoscenza di una persona. Ovviamente da un lato ciò è fondamentale per la legittima lotta al terrorismo ma siamo proprio sicuro che dietro questo non si celi una raccolta più o meno indiscriminata di dati? Dopo un documentario del genere, senza cadere nella paranoia o nel complottismo, qualche legittimo dubbio sorge. Eccome.
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writer58
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lunedì 20 aprile 2015
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orwell era un ottimista...
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"Mi aspetto di non tornare a casa mai più"
Edward Snowden
Mentre Snowden parla davanti a due giornalisti del "Guardian" del suo lavoro come "contractor" della NSA e dei programmi di sorveglianza di massa che l'agenzia americana ha sviluppato, ho temuto che una squadra della CIA facesse irruzione nella stanza d'albergo e che lo sequestrasse dopo aver oscurato la telecamera. Ovviamente, se ciò fosse successo, si sarebbe trattato di una fiction, visto che "Citizenfour" è un documentario in presa diretta che racconta l'incontro avvenuto ad Hong Kong tra Snowden e i giornalisti Greenwald e McAskill davanti alla cinepresa di Laura Poitras. Eppure la tensione che si respira durante i 113 minuti di "Citizenfour" è palpabile e progressivamente crescente: per esempio, nel momento in cui si sente la sirena di un allarme antiincendio, la scena si blocca e rimane, per così dire, congelata, mentre chi si trova all'interno della stanza pare aspettare l'irruzione di un commando.
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"Mi aspetto di non tornare a casa mai più"
Edward Snowden
Mentre Snowden parla davanti a due giornalisti del "Guardian" del suo lavoro come "contractor" della NSA e dei programmi di sorveglianza di massa che l'agenzia americana ha sviluppato, ho temuto che una squadra della CIA facesse irruzione nella stanza d'albergo e che lo sequestrasse dopo aver oscurato la telecamera. Ovviamente, se ciò fosse successo, si sarebbe trattato di una fiction, visto che "Citizenfour" è un documentario in presa diretta che racconta l'incontro avvenuto ad Hong Kong tra Snowden e i giornalisti Greenwald e McAskill davanti alla cinepresa di Laura Poitras. Eppure la tensione che si respira durante i 113 minuti di "Citizenfour" è palpabile e progressivamente crescente: per esempio, nel momento in cui si sente la sirena di un allarme antiincendio, la scena si blocca e rimane, per così dire, congelata, mentre chi si trova all'interno della stanza pare aspettare l'irruzione di un commando.
Negli otto giorni in cui Snowden documenta con rigore la straordinaria ampiezza e pervasività dei programmi di sorveglianza (miliardi di conversazioni telefoniche e comunicazioni tramite web intercettate, centinaia di milioni di cittadini americani, europei, latinoamericani, asiatici, compresi capi di governo di paesi "amici", spiati e privati della loro privacy col pretesto della lotta al terrorismo)si diffonde nell'interazione tra lui e i suoi interlocutori un clima di allarme e di "paranoia" che deriva dalla consapevolezza delle conseguenze che la denuncia ai media comporterà. E' un passo da cui non si potrà tornare indietro. E' lo stesso Snowden a chiedere ai giornalisti di fare il suo nome, di rivelare la loro fonte. Non vuole rimanere nell'ombra, non desidera che i suoi colleghi siano oggetto di inchieste.
Al contrario di un thriller, che ingabbia la suspence all'interno di stilemi e moduli precostituiti, la tensione autentica che percorre il film della Poitras nasce dalla consapevolezza che il racconto di Snowden riguarda ciascuno di noi. Tu che leggi, io che scrivo,anche nel momento in cui compongo questa recensione, noi che comunichiamo.
La realtà appare all'improvviso come una gabbia di vetro, in cui le nostre opinioni politiche, le nostre propensioni al consumo, i nostri orientamenti sessuali, le nostre fedi religiose, la nostra intera vita di relazione viene spiata, sezionata, controllata, archiviata, può essere usata contro di noi. Il pretesto della lotta al terrorismo rende ancora più ipocrita e inquinante l'operazione. Sia perché il terrorismo viene combattuto "a corrente alternata" e solo quando colpisce gli interessi dell'Occidente, sia perché la vera finalità di Prism, di Tempora, dei programmi di sorveglianza consiste essenzialmente nel "raccogliere informazioni riservate di natura commerciale, anche riguardanti soggetti privati; ciò anche allo scopo di avvantaggiare l'amministrazione statunitense durante la preparazione di trattati internazionali o accordi di natura economica con altri paesi"[Wikipedia].
A questa logica Snowden si ribella, mette in gioco la sua vita pur di non avallare una pratica liberticida. "Citizenfour" ricostruisce con grande efficacia e intensità drammatica i giorni della decisione, la divulgazione sui media mondiali dello scandalo più grande dalla fine della guerra fredda ad oggi.
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giuliagiulia
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lunedì 20 aprile 2015
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noi "ignoriamo"
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Straordinario documentario che racconta le vere vicende narrate anche nel libro: “Sotto Controllo” di Glenn Greenwald (Premio Pulitzer per questo libro).
E' da ammirare il coraggio dell'ex agente NSA che decide di rischiare di perdere tutto (la propria vita, la libertà, gli affetti più cari) pur di riuscire a far sapere ai cittadini di tutto il mondo il grave pericolo che incombe.
Una sorveglianza elettronica invasiva in tutti i campi dell'esistenza dell'essere umano: linee telefoniche, cellulari, smartphone, tablet, computer, email... tutto intercettato nel nome della “sicurezza”.
Una violazione della privacy effettuata “a tappeto” ed in modo continuo e sistematico da parte di agenzie si spionaggio statunitensi, inglesi e di altre nazioni.
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Straordinario documentario che racconta le vere vicende narrate anche nel libro: “Sotto Controllo” di Glenn Greenwald (Premio Pulitzer per questo libro).
E' da ammirare il coraggio dell'ex agente NSA che decide di rischiare di perdere tutto (la propria vita, la libertà, gli affetti più cari) pur di riuscire a far sapere ai cittadini di tutto il mondo il grave pericolo che incombe.
Una sorveglianza elettronica invasiva in tutti i campi dell'esistenza dell'essere umano: linee telefoniche, cellulari, smartphone, tablet, computer, email... tutto intercettato nel nome della “sicurezza”.
Una violazione della privacy effettuata “a tappeto” ed in modo continuo e sistematico da parte di agenzie si spionaggio statunitensi, inglesi e di altre nazioni.
Quasi due ore dense di suspance e ricche di informazioni per ognuno di noi che siamo ignari (in gran parte) di quel che accade dietro le quinte.
Davvero consigliato... andatelo a vedere perchè ne vale la pena e poi fatelo conoscere ad altri.
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giuliagiulia
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lunedì 20 aprile 2015
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noi "ignoriamo"
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Straordinario documentario che racconta le vere vicende narrate anche nel libro: “Sotto Controllo” di Glenn Greenwald (Premio Pulitzer per questo libro).
E' da ammirare il coraggio dell'ex agente NSA che decide di rischiare di perdere tutto (la propria vita, la libertà, gli affetti più cari) pur di riuscire a far sapere ai cittadini di tutto il mondo il grave pericolo che incombe.
Una sorveglianza elettronica invasiva in tutti i campi dell'esistenza dell'essere umano: linee telefoniche, cellulari, smartphone, tablet, computer, email... tutto intercettato nel nome della “sicurezza”.
Una violazione della privacy effettuata “a tappeto” ed in modo continuo e sistematico da parte di agenzie si spionaggio statunitensi, inglesi e di altre nazioni.
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Straordinario documentario che racconta le vere vicende narrate anche nel libro: “Sotto Controllo” di Glenn Greenwald (Premio Pulitzer per questo libro).
E' da ammirare il coraggio dell'ex agente NSA che decide di rischiare di perdere tutto (la propria vita, la libertà, gli affetti più cari) pur di riuscire a far sapere ai cittadini di tutto il mondo il grave pericolo che incombe.
Una sorveglianza elettronica invasiva in tutti i campi dell'esistenza dell'essere umano: linee telefoniche, cellulari, smartphone, tablet, computer, email... tutto intercettato nel nome della “sicurezza”.
Una violazione della privacy effettuata “a tappeto” ed in modo continuo e sistematico da parte di agenzie si spionaggio statunitensi, inglesi e di altre nazioni.
Quasi due ore dense di suspance e ricche di informazioni per ognuno di noi che siamo ignari (in gran parte) di quel che accade dietro le quinte.
Davvero consigliato... andatelo a vedere perchè ne vale la pena e poi fatelo conoscere ad altri.
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brian77
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venerdì 17 aprile 2015
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il mistero dei metadati
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Film sicuramente interessante per l'argomento, ma anche piuttosto faticoso da seguire, soprattutto nella prima parte dal dialogo quasi impenetrabile, da manuale di istruzioni per informatici. Trovo misterioso il motivo per cui è uscito nelle sale italiane, mentre non escono ottimi film che sembrano pure avere potenzialità commerciali sicuramente superiori. Che cosa c'è sotto? Che logica esiste? Si può poi sapere quanto ha incassato? Oh, può essere che io viva nella città sbagliata, mentre in altre città c'è la coda per vederlo...
[+] ecco appunto
(di kondor17)
[ - ] ecco appunto
[+] sì brian...
(di luanaa)
[ - ] sì brian...
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