luna aritea
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sabato 6 dicembre 2014
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ambo: una commedia raffinata e divertente
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Ecco una commedia romantica che, attraverso una serie di divertenti equivoci e malintesi, racconta l’importanza e la profondità del rapporto tra un padre e un figlio.
Ad Atessa (Chieti), vive una famiglia felice: c’è papà Giulio (Adriano Giannini), veterinario di paese, c’è mamma Veronica (Serena Autieri), c’è il piccolo Marzio (Marzio Romano Falcione che esordisce sul grande schermo). La coppia desidera tanto avere un secondo bambino che però stenta ad arrivare. Tutto scorre tranquillo, fino a quando Giulio inizia a dubitare che Marzio sia veramente suo figlio. Inizia così una ricerca concitata e comica per capire se veramente Veronica lo ha tradito e chi potrebbe essere il vero padre di suo figlio.
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Ecco una commedia romantica che, attraverso una serie di divertenti equivoci e malintesi, racconta l’importanza e la profondità del rapporto tra un padre e un figlio.
Ad Atessa (Chieti), vive una famiglia felice: c’è papà Giulio (Adriano Giannini), veterinario di paese, c’è mamma Veronica (Serena Autieri), c’è il piccolo Marzio (Marzio Romano Falcione che esordisce sul grande schermo). La coppia desidera tanto avere un secondo bambino che però stenta ad arrivare. Tutto scorre tranquillo, fino a quando Giulio inizia a dubitare che Marzio sia veramente suo figlio. Inizia così una ricerca concitata e comica per capire se veramente Veronica lo ha tradito e chi potrebbe essere il vero padre di suo figlio.
Ambo è un film che racconta senza timori il lungo percorso che ogni di un uomo dovrebbe affrontare in un rapporto di coppia: l’ossessione del tradimento che porta Giulio a sospettare di chiunque; le resistenze culturali che condizionano le relazioni tra i sessi al punto da mettere in discussione i valori della paternità. Senza voler svelare il colpo di scena finale, Giulio mette a nudo le sue fragilità, riesce a ripensare le proprie radici culturali, scegliendo di dare spazio ai sentimenti più profondi e autentici.
Il registro è lieve e spensierato – a tratti comico – incorniciato da immagini che scorrono fluide grazie a una bella fotografia che regala una luce morbida ai paesaggi abruzzesi. Peccato per qualche descrizione ridondante, per certe battute troppo didascaliche: Pierluigi Di Lallo, sceneggiatore e esordiente regista, promette bene, anche se deve ancora trovare un proprio segno distintivo, abbandonando cliché noti pur se ben applicati.
È bravo Adriano Giannini, spontaneo e naturale papà in cui ciascun uomo può identificarsi; qualche dubbio su Serena Autieri, rigida e prevedibile nel descrivere il modello materno italiano. Vera rivelazione le figure minori: l’amico Cesario, interpretato da Riccardo Graziosi, perfetta spalla, che colpisce per il suo garbo e la sua vivezza espressiva; Lucrezia, sorella anticonformista e pungente di Veronica, interpretata da Sara Putignano, che tratteggia un personaggio femminile fresco e brioso. Nel cast anche i bravi Enrico Papi e Maurizio Mattioli.
Incomprensibile la scelta grafica del manifesto che suggerisce agli spettatori l’ennesimo cinepanettone, quando il film è ben superiore per raffinatezza e spessore del soggetto.
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enzo70
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mercoledì 23 dicembre 2015
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commedia semplice e gradevole, senza pretese
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Di Lallo esordisce con una commedia all’italiana di stampo televisivo; il ritmo, le scelte fotografiche sono quelle delle fiction, ma la storia rende il film piacevole. Una coppia con un figlio va in crisi quando lui, Giulio, scopre di essere fertile dalla nascita; a questo punto il tradimento diventa un’evidenza scientifica e tutto va in crisi, con una gelosia che sfocia nel paradossale, travolgendo affetti e amicizie. Storia semplice, film semplice, senza pretese, ma non per questo non gradevole, anzi; il cinema non è fatto solo di grandi film, ma anche di tante piccole storie che vanno apprezzate quando il regista non ha deliri di onnipotenza artistica. E questo film ha il pregio di essere così, senza pretese, e proprio per questo va apprezzato, si sorride, un po’ di svago ed il risultato è apprezzabile.
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angel95
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lunedì 28 dicembre 2015
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la riviera abruzzese in un bel film
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Un film più che discreto, tranne alcuni intoppi di sceneggiatura, ma si tratta di un esordio del regista Di Lallo di Rocca San Giovanni (Ch). Il protagonista Giannini possiede delle vigne nel borgo di Atessa, paesino abruzzese della provincia di Chieti; ha una moglie (Serena Autieri) e il figlio Marzio, che vorrebbe un fratellino. La storia inizia da qui, quando il protagonista scopre di essere sterile...La breve parte di Enrico Papi nel ruolo del parroco di Rocca San Giovanni è tagliata su misura, anche se costui non lo reputo personalmente un vero attore. Giannini si fa sorpassare spesso dalla Autieri, più energica e rampante. Bene anche il ruolo del piccolo Marzio e i siparietti comici di Nando, alias Maurizio Mattioli.
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Un film più che discreto, tranne alcuni intoppi di sceneggiatura, ma si tratta di un esordio del regista Di Lallo di Rocca San Giovanni (Ch). Il protagonista Giannini possiede delle vigne nel borgo di Atessa, paesino abruzzese della provincia di Chieti; ha una moglie (Serena Autieri) e il figlio Marzio, che vorrebbe un fratellino. La storia inizia da qui, quando il protagonista scopre di essere sterile...La breve parte di Enrico Papi nel ruolo del parroco di Rocca San Giovanni è tagliata su misura, anche se costui non lo reputo personalmente un vero attore. Giannini si fa sorpassare spesso dalla Autieri, più energica e rampante. Bene anche il ruolo del piccolo Marzio e i siparietti comici di Nando, alias Maurizio Mattioli. Come detto, alcuni problemi di sceneggiatura, perché ci si chiede per tutto il film come mai il protagonista non dichiari immediatamente alla moglie di essere sterile, e soprattutto di chi sia veramente suo figlio Marzio.
I paesaggi scenografici dell'Abruzzo, da Atessa alle sue compagne, del borgo di Rocca San Giovanni ai trabocchi sulla riviera di San Vito Chietino sono magnifici! Molto curata anche la fotografia e il montaggio, che riesce a contenere la storia nei suoi brevi 86 minuti senza troppi scatti e ritmi vorticosi. Non mi è piaciuto tanto l'uso di tanti attori romani, perché essendo chietino, ad Atessa non esistono così tanti romani, e peraltro il dialetto abruzzese non può essere inteso come simile a quello di Roma. Fortunosamente si sente qualche contadino locale parlare nel tipico idioma. Tutto sommato un film incoraggiante, purtroppo non visto dal grande pubblico italiano (ha incassato poco più di 250 mila euro), che si differenza dalle solita cavolate di cinepanettoni di dicembre
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