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flyanto
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martedì 2 settembre 2014
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quando si aggira un'alieno(a) tra di noi
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Film in cui si racconta di una bella aliena che alla guida di un camion percorre le autostrade andando all ricerca di prede umane maschili. Seducendole col suo aspetto le elimina finchè nel corso del suo vagare comincia a scoprirsi avere degli accenni, come quello di sanguinare, che la farebbero, forse, avvicinare alla razza umana. Ma la sua natura di essere alieno privo di sentimenti e sensazioni fisiche prevale conducendola ad un destino certo di distruzione.
Questa pellicola di Jonathan Glazer in tutta sincerità lascia molto perplessi non tanto per la tematica che può venire considerata originale, quanto per come la materia viene presentata in maniera alquanto confusa e, oserei dire, pretenziosa.
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Film in cui si racconta di una bella aliena che alla guida di un camion percorre le autostrade andando all ricerca di prede umane maschili. Seducendole col suo aspetto le elimina finchè nel corso del suo vagare comincia a scoprirsi avere degli accenni, come quello di sanguinare, che la farebbero, forse, avvicinare alla razza umana. Ma la sua natura di essere alieno privo di sentimenti e sensazioni fisiche prevale conducendola ad un destino certo di distruzione.
Questa pellicola di Jonathan Glazer in tutta sincerità lascia molto perplessi non tanto per la tematica che può venire considerata originale, quanto per come la materia viene presentata in maniera alquanto confusa e, oserei dire, pretenziosa. A torto il regista per questa sua opera è stato paragonato, sia pure alla lontana, a Stanley Kubrick ma egli purtroppo non si avvicina nemmeno un poco al genio del grande regista inglese ormai scomparso e soprattutto, a mio parere, non ha saputo affatto trasmettere e rappresentare il contenuto del suo pensiero che, ripeto, viene presentato in modo confuso, pasticciato, volutamente criptico e pure, in alcuni punti, monotono. Il tema dell'alieno tra gli esseri umani, del resto, non costituisce una novità ormai nel mondo del cinema d'oggi e per poter essere di un qualche interesse è richiesta sicuramente una padronanza della materia nonchè un'originalità di pensiero al di fuori del comune.
L'unico elemento di spicco e senza alcun dubbio di lode è la presenza dell'attrice Scarlett Johansson che si rivela essere l'unica attrattiva del film. Non solo per la sua avvenenza misteriosa e conturbante ma soprattuto per le sue doti di attrice che qui molto egregiamente ha saputo dimostrare ed esplicare al meglio impersonando un essere seducente, ambiguo, svanito, a volte persino fortemente in crisi, insomma, difficile da decifrare, vista la sua natura appunto di aliena, per tutti coloro che le stanno vicino.
Pertanto, concludendo, il film vale la pena di essere visto solo se si è estimatori della Johansson e nulla di più.
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luxlux
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lunedì 1 settembre 2014
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per amanti della fantscienza
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film sontuoso, ipnotico, per nulla noioso come dicono alcuni, gran musica e fotografia. per veri amanti dello stile fantascientifico ma non solo.
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rikvins
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domenica 31 agosto 2014
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orribile
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Non capisco come possano trasmettere film come questo nelle sale!!! assolutamente orribile!!
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leamovie
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sabato 30 agosto 2014
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sotto la pelle, niente
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Under the skin. Sotto la pelle. Sotto la pelle, niente. Verrebbe da commentare parafrasando un vecchio film dei Vanzina. Non date retta a quanto potrete trovare in rete, giochi dialettici, interpretazioni e motivazioni del film che Jonathan Glazer ha tratto dal romanzo di Michel Faber. Under the skin è uno di quei film irritanti, inconsistenti, che vanno contro lo spettatore. Si capisce fin da titoli di testa, dai primi cinque minuti di questa specie di opera cinematografica. Ci si sente in trappola nella sala buia, mai quanto il nero dello schermo disturbato da una luce che non si accenderà.
Un film pretenzioso e presuntuoso, che se ne infischia del pubblico, la cui unica via di fuga sarebbe andarsene dalla sala.
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Under the skin. Sotto la pelle. Sotto la pelle, niente. Verrebbe da commentare parafrasando un vecchio film dei Vanzina. Non date retta a quanto potrete trovare in rete, giochi dialettici, interpretazioni e motivazioni del film che Jonathan Glazer ha tratto dal romanzo di Michel Faber. Under the skin è uno di quei film irritanti, inconsistenti, che vanno contro lo spettatore. Si capisce fin da titoli di testa, dai primi cinque minuti di questa specie di opera cinematografica. Ci si sente in trappola nella sala buia, mai quanto il nero dello schermo disturbato da una luce che non si accenderà.
Un film pretenzioso e presuntuoso, che se ne infischia del pubblico, la cui unica via di fuga sarebbe andarsene dalla sala.
Non c'è mistero, perchè si intuisce in fretta chi o cosa è Scarlett Johansson. Se viene in mente L'uomo che cadde sulla terra di Nicolas Roeg, interpretato nel 1976 da David Bowie, è solo per rimarcare l'abissale differenza di spessore tra due tematiche aliene.
Non parte, non decolla e non arriva da nessuna parte Under the skin, che nella sua pochezza non risparmia nemmeno lacune narrative, razionali e logiche di una trama sviluppata senza sentimenti, senza raziocinio, cercando l'effetto visivo, ripetitivo e privo di senso, apparente e sostanziale. Un vuoto totale con l'unico pregio, estraneo al film, dei suggestivi paesaggi della Scozia, del dialetto scottish così diverso dalla lingua inglese abitualmente frequentata al cinema. E l'unica traccia di umana tenerezza, riservata all'elephant man che Scarlett carica a bordo, nella scena che indiscutibilmente rivela anche ai più tardi, la gelida, robotica, mancanza di umanità della protagonista.
Non si spiega come, ma ad un certo punto, nella scoperta della sua diversità (toh, l'alieno che si rende conto di non essere umano e scopre frammenti di umanità) fa i conti con la crudeltà umana, peraltro non difforme dalla sua, se non più passionale e coinvolta. Serial killer dell'altro mondo senza uno scopo, vittima della violenza umana.
Se anche c'è messaggio, non vale il film. E ci si chiede perchè mai un pasticcio simile abbia potuto trovare un distributore italiano, quando tante opere faticano ad arrivare sullo schermo. Certo, qui c'è la bella Scarlett (ed è lo specchietto per le allodole) . Peccato manchi il film.
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inesperto
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sabato 30 agosto 2014
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quanto è bella scarlett...
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Film particolarissimo. Molto lento ed enigmatico. I dialoghi sono pochi e diluiti. Si respira un'atmosfera di attesa che non viene mai completamente esaudita. Nel suo complesso, può non piacere; tuttavia, è apprezzabile la sua originalità e il senso d'incertezza che lascia. Scarlett è magnifica: oltre ad essere bellissima fornisce un'ottima interpretazione.
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gianp2
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giovedì 28 agosto 2014
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peccato...
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Mah..., sicuramente Scarlett è magnifica. Tuttavia il resto è piatto, uniforme alla fine un po' noioso. Peccato!
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gianleo67
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sabato 12 luglio 2014
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la donna che cadde sulla terra
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Sconosciuto e camaleontico essere alieno assume le sembianze di una bella ragazza che, scorazzando su di un furgoncino per le strade di una cittadina scozzese, adesca e rapisce ignari esemplari di sesso maschile per un misterioso progetto di conoscenza o di conquista.
Turbata e scossa dai risvolti emotivi delle proprie sembianze umane, decide di abbandonare i suoi propositi ostili e fuggire dagli spietati emissari della propria razza decisi a catturala. Ma il più grande pericolo per lei è rappresentato proprio dall'istinto predatorio della specie cui aveva inizialmente dato la caccia.
Più dalle parti di una fantascienza straniante e metaforica ('Lontano da Dio e dagli uomini' - 1996 - Sharunas Bartas) che dalle paranoie apocalittiche di una incombente minaccia per l'umanità e della teoria del sospetto in tempi di guerra fredda ('L'Invasione degli ultracorpi' - 1956 - Don Siegel), piuttosto che agli effetti tragicomici di uno shock culturale con risvolti sentimentali ('Starman' - 1984 - John Carpenter), il film del londinese Jonathan Glazer (Birth - Io sono Sean - 2004) cala questa storia di adduzione aliena e predazione umana nel 'climax' uggioso e nelle atmosfere cupe di un paesaggio scozzese la cui gelida bellezza sembra fare da contraltare a quella di una protagonista femminile che da sinuosa e conturbante mantide religiosa venuta da un altro mondo si trasforma in un essere indifeso e solitario costretto a fare i conti con la debolezza di una sorprendente e sconosciuta natura umana.
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Sconosciuto e camaleontico essere alieno assume le sembianze di una bella ragazza che, scorazzando su di un furgoncino per le strade di una cittadina scozzese, adesca e rapisce ignari esemplari di sesso maschile per un misterioso progetto di conoscenza o di conquista.
Turbata e scossa dai risvolti emotivi delle proprie sembianze umane, decide di abbandonare i suoi propositi ostili e fuggire dagli spietati emissari della propria razza decisi a catturala. Ma il più grande pericolo per lei è rappresentato proprio dall'istinto predatorio della specie cui aveva inizialmente dato la caccia.
Più dalle parti di una fantascienza straniante e metaforica ('Lontano da Dio e dagli uomini' - 1996 - Sharunas Bartas) che dalle paranoie apocalittiche di una incombente minaccia per l'umanità e della teoria del sospetto in tempi di guerra fredda ('L'Invasione degli ultracorpi' - 1956 - Don Siegel), piuttosto che agli effetti tragicomici di uno shock culturale con risvolti sentimentali ('Starman' - 1984 - John Carpenter), il film del londinese Jonathan Glazer (Birth - Io sono Sean - 2004) cala questa storia di adduzione aliena e predazione umana nel 'climax' uggioso e nelle atmosfere cupe di un paesaggio scozzese la cui gelida bellezza sembra fare da contraltare a quella di una protagonista femminile che da sinuosa e conturbante mantide religiosa venuta da un altro mondo si trasforma in un essere indifeso e solitario costretto a fare i conti con la debolezza di una sorprendente e sconosciuta natura umana. Storia di conoscenza prima che di conquista, quella tratta dall'omonimo romanzo di Michel Faber viene tradotta nel rigore di una messa in scena che alla ridondanza dei dialoghi sostituisce il resoconto scarno e quasi intimista di una missione di morte scadita tanto dal lirismo teso delle immagini (talora alla ricerca di una simmetria quasi pittorica dell'inquadratura nei meravigliosi esterni del paesaggio scozzese) quanto in quello ossessivo e ipnotico delle musiche originali di Mica Levi. Il risultato è un film teso e magmatico che traduce nel linguaggio del corpo (quello procace e ferino di una sensuale Scarlett Johansson e quello squallido e gracile delle sue inconsapevoli vittime) un rapporto di forze che rimanda alla natura predatoria dell'istinto animale (umano o alieno che sia) ma anche alla debolezza di una sfera emotiva che sembra riecheggiare con laceranti squarci e imprevedibili sussulti (lo straziante pianto di un bambino, la vista del sangue sulla mano, la commovente dolcezza di un essere indifeso, la spiazzante bellezza di un'immagine allo specchio) nella mente di una protagonista femminile fulminata come San Paolo sulla via di Damasco (o di Glasgow, fa lo stesso). Più che l'inevitabile simbolismo che fa capolino nella matrice onirica del film di Glazer (le sequenze iniziali di un'apprendistato linguistico e morfologico, l'angoscioso rituale predatorio di una viscida carta moschicida a misura d'uomo, l'ammiccante stratagemma di una irresistibile esca sessuale) la chiave del film sta nella sua misura tragica, nell'ineluttabile caduta, parabola cristologica di un essere fragile che soccombe di fronte alla struggente debolezza della propria umanità. Homo omini lupus, ma qui anche gli alieni non scherzano. Proiettato in concorso al Festival di Venezia 2013 e distribuito in questi giorni nelle sale italiane.
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aries1b
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lunedì 30 giugno 2014
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fastidioso e superfluo
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Visivamente potente, "Under the Skin" e' un susseguirsi di bellissime fotografie senza un apparente filo conduttore. Fino alla fine, si aspetta che una svolta tracci finalmente una trama o dia alla storia un barlume di significato. Ma non succede. Il film e' solo straziantemente lento e ripetitivo. La meravigliosa Scarlette Johanson e il direttore della fotografia sono gli unici a rendere la pellicola guardabile. Meglio spendere tempo in altro.
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cucaracha
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domenica 18 maggio 2014
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piccolo grande film
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Piccolo grande film per palati sopraffini.Non c'è dialogo tra una razza che deve essere catturata ed un'altra che cattura. A rompere questo enigmatico gioco, succede qualcosa. E questo spaventa molto più la razza che cattura. Chi sono i misteriosi motociclisti? Una Scozia emarginata, dove vivono gli emarginati (albanesi, polacchi, un infelice mostro), ma proprio qui comincia forse la redenzione di Scarlett e di noi tutti. Il film non spiega, non ci sono mostri che azzannano o sangue che scorre, i predatori sono già tra noi, da quanto tempo? perchè? quanti sono? Come faremo a individuarli? Forse solo con la nostra umanità.
Brava la Scarlett, e le sue scene di nudo passano quasi inosservate.
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cucaracha
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domenica 18 maggio 2014
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piccolo grande film
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Piccolo grande film per palati sopraffini. Non c'è dialogo tra una razza che deve essere catturata ed un'altra che cattura. A rompere questo enigmatico gioco, succede qualcosa. E questo spaventa molto più la razza che cattura. Chi sono gli enigmatici motociclisti? Una scozia emarginata, dove vivono gli emarginati (albanesi, polacchi, un infelice mostro), ma proprio qui comincia forse la redenzione di Scarlett e di noi tutti. Il film non spiega, non ci sono mostri che azzannano o sangue che scorre, i predatori sono già tra noi, quanti sono? Come faremo a individuarli? Forse solo con la nostra umanità.
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