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pico55
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martedì 23 settembre 2014
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deludente
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Se vi aspettavate un film di fantascienza dopo un breve avvio "classico" (le scansioni tridimensionali e le animazioni al computer di personaggi reali sono già in uso da decenni vedasi ad es.Tom Hanks e presidente Kennedy) sarete catapultati in un cartone psichedelico dai mille colori e niente più .... anzi grafica piatta da Manga Giapponese e privo della sensualità che invece la psichedelia anni '70 sapeva esprimere .
Non è per niente chiaro poi cosa e/o chi spinga la bella Robin a drogarsi sniffando la fiala dalla quale non c'è ritorno (o quasi) e poi la ricerca dei figli verso la fine della pellicola (ma che fine avevano fatto nel frattempo?) e che dire del popolo di alienati e degli eletti in mongolfiera ?
Tutto espresso in modo confuso e poco comprensibile !
La recitazione è lenta e il film complessivamente è noioso.
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flyanto
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lunedì 23 giugno 2014
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l'utopia negativa di una possibilke realtà futura
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Film in cui si racconta di un'attrice famosa (Robin Wright), ormai non più giovanissima ed ormai un pò in declino per ciò che riguarda la sua carriera, a cui la produzione cinematografica propone di vendere la propria immagine al fine di essere riprodotta digitalmente sullo schermo e riuscendo così a fornire al pubblico negli anni futuri un'immagine propria sempre giovane ed attraente. L'attrice, sebbene riluttante all'inizio, poi si trova quasi costretta ad accettare. La scena poi si sposta nell'arco di tempo di vent'anni dopo dove lei, realmente invecchiata, visita il mondo di fantasia di cui la propria immagine (ovviamente sempre giovane e bella) ormai fa parte ma che, dopo così molti anni, è divenuta anche desueta e troppo inflazionata nel mondo del cinema.
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Film in cui si racconta di un'attrice famosa (Robin Wright), ormai non più giovanissima ed ormai un pò in declino per ciò che riguarda la sua carriera, a cui la produzione cinematografica propone di vendere la propria immagine al fine di essere riprodotta digitalmente sullo schermo e riuscendo così a fornire al pubblico negli anni futuri un'immagine propria sempre giovane ed attraente. L'attrice, sebbene riluttante all'inizio, poi si trova quasi costretta ad accettare. La scena poi si sposta nell'arco di tempo di vent'anni dopo dove lei, realmente invecchiata, visita il mondo di fantasia di cui la propria immagine (ovviamente sempre giovane e bella) ormai fa parte ma che, dopo così molti anni, è divenuta anche desueta e troppo inflazionata nel mondo del cinema. In un lungo iter attraverso cui la protagonista capirà quanto ormai sia negativo cercare di fermare il tempo a tutti i costi, ella preferirà fare parte del mondo reale dove ha lasciato i suoi affetti più cari ma dove forse ormai purtroppo è già troppo tardi....
Quest'ultima opera di Ari Folman è divisa in due parti: la prima dove predominano gli attori veri e la seconda dove prevale il disegno dei cartoni animati e la fantasia liberata al massimo che supporta e presenta l'ideologia del regista. Come nel suo precedente "Valzer per Bashir" Folman ricorre alla sua fantasia più sfrenata per dimostrare quanto in un mondo futuro sia deleterio cercare di fermare il tempo a tutti i costi e "nutrirsi" di immagini irreali a discapito dei sentimenti veri. Ricorrendo all'arte dei cartoni animati e delle immagini fantastiche, sicuramente il regista israeliano agisce con un'operazione di forte impatto e dimostra di essere dotato di grande originalità. Non sempre il significato e le sue tesi ideologiche sono dirette e semplici da comprendere ma forse a Folman interessa poco prediligendo invece le emozioni che egli fa raggiungere allo spettatore con le forti e coloratissime immagini dei suoi disegni.
Pertanto il film è consigliabile a chi apprezza in particolar modo il trionfo estremo della fantasia, riproduzione estrema di una certa realtà temuta o, per lo meno, solamente immaginata.
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alex2044
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venerdì 20 giugno 2014
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una fantascienza molto prossima
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Un film interessante e gradevole . Anche la parte a cartoni ,genere che attualmente non mi entusiasma , non è per niente noioso .
Robin Wright è molto brava e sensibile . Si può vedere :
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jacopo b98
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mercoledì 18 giugno 2014
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un'opera ambiziosa e visivamente eccezionale!
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In un futuro e in un luogo imprecisati, il cinema è in declino, la potentissima Miramount Pictures assume una soluzione drastica: decide di scansionare gli attori, di appropriarsene, di rendere gli attori un file digitale. E il vero attore cessa di essere un attore. Così la produzione potrà far fare all’attore tutto quello e egli non ha mai fatto o non avrebbe mai voluto fare. Anche a Robin Wright (interpretata da se stessa) viene fatta questa proposta. Lei, dopo molti dubbi, non molto volentieri, ma alla fine accetta, spinta anche dal suo agente (Keitel). Così Robin Wright cessa nella realtà di essere un’attrice, eppure la sua figura virtuale risultato della sua scansione, ha un successo senza precedenti.
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In un futuro e in un luogo imprecisati, il cinema è in declino, la potentissima Miramount Pictures assume una soluzione drastica: decide di scansionare gli attori, di appropriarsene, di rendere gli attori un file digitale. E il vero attore cessa di essere un attore. Così la produzione potrà far fare all’attore tutto quello e egli non ha mai fatto o non avrebbe mai voluto fare. Anche a Robin Wright (interpretata da se stessa) viene fatta questa proposta. Lei, dopo molti dubbi, non molto volentieri, ma alla fine accetta, spinta anche dal suo agente (Keitel). Così Robin Wright cessa nella realtà di essere un’attrice, eppure la sua figura virtuale risultato della sua scansione, ha un successo senza precedenti. Ma la Miramount ha intenzione di spingersi molto, molto oltre… Folman, regista israeliano che aveva spiazzato tutti con Valzer con Bashir, ha tratto dal romanzo Il congresso di futurologia di Stanislaw Lem questo film, che ha sceneggiato e diretto. È un film in gran parte d’animazione, ma che ha una lunga parte girata normalmente, con veri attori, ecc. È un film difficile, complesso e molto visionario: facile è commentarne l’impianto visivo; di potenza rara, con immagini inimmaginabili, personaggi curiosi che sfidano la fantasia di Miyazaki; uditivo, poiché le musiche di Max Richter contribuiscono non poco alla presa emotiva sullo spettatore. Dopodiché la parte non d’animazione è per certi versi la più efficace e riuscita, pur essendo meno visionaria rispetto a quella cartoon. Infatti se nella parte girata normalmente ci sono un equilibrio perfetto, dialoghi raffinati, attori bravissimi (la prestazione attoriale di Harvey Keitel, specie nella scena della scansione di Robin, è roba da lacrime agli occhi: una prova magistrale!), una fotografia raffinata, ecc., nella parte d’animazione vengono fuori le enormi ambizioni del film che diventa ambiziosissimo, cosmico, visionario e, peccato doverlo dire, talvolta un po’ caotico. Infatti se si potrebbero sprecare parole per lodare la scena del Congresso, eccezionale in tutti i sensi, se ne potrebbero dire altre mille su quanto, specie nell’ultima parte il film perda quasi il controllo su se stesso, o forse è semplicemente come se Folman abbia saltato un passaggio importante: il risultato? Certe scene sono difficili da capire e da interpretare. Tra le tante per esempio il finale. The Congress è quindi un film sostanzialmente riuscitissimo, grazie ad alcuni fattori assolutamente incontestabili, ma talvolta sembra che il voler dire tutto, tutto insieme, come capita talvolta, rischi semplicemente di trasformare un film già complesso di per sé in un film un po’ criptico, pretenzioso e autoreferenziale. Comunque non perdetelo, di film così non ce ne sono molti!
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veritasxxx
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lunedì 16 giugno 2014
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tutto ha un senso...e tutto è nella nostra mente
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Robin Wright interpreta Robin Wright, prodotta da Robin Wright. E quando le ricapiterà mai di essere tanto al centro dell'attenzione, mi chiedo? The Congress mi ha ricordato tanto "A day in the life" dei Beatles: una prima parte non eccezionale che propone un tema interessante, quello del futuro del mestiere di attore, che verrà completamente trasformato dei potenti mezzi tecnologici (non ci sarà più bisogno di attori in carne e ossa perchè tutto sarà riproducibile al computer), e una seconda parte che si tuffa nel delirio surreale-psichedelico di un mondo virtuale a cartoni animati. Il progetto è sicuramente ambizioso e il primo impatto con l'allucinato Miramount Hotel vi sorprenderà, ma non per molto.
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Robin Wright interpreta Robin Wright, prodotta da Robin Wright. E quando le ricapiterà mai di essere tanto al centro dell'attenzione, mi chiedo? The Congress mi ha ricordato tanto "A day in the life" dei Beatles: una prima parte non eccezionale che propone un tema interessante, quello del futuro del mestiere di attore, che verrà completamente trasformato dei potenti mezzi tecnologici (non ci sarà più bisogno di attori in carne e ossa perchè tutto sarà riproducibile al computer), e una seconda parte che si tuffa nel delirio surreale-psichedelico di un mondo virtuale a cartoni animati. Il progetto è sicuramente ambizioso e il primo impatto con l'allucinato Miramount Hotel vi sorprenderà, ma non per molto. Infatti la visione orwelliana del futuro prossimo e gli occhi tristi della bella Robin (molto più espressivi nella sua versione animata) dopo un po' comincerà a pesare sulle vostre giovani coscienze, inducendo un provvidenziale sonno liberatorio. Ma perchè il futuro deve essere sempre così alienato e catastrofico? È vero, la cultura dominante attuale è quella del "tutto e subito" e "il mio migliore amico è il mio cellulare" e le cose non andranno sicuramente migliorando nei prossimi venti o quaranta anni, ma il film progredisce troppo velocemente nel trattare temi tanto complessi. Non appena vi sarete adattati ad un concetto già non semplice come quello dell'eterna giovinezza digitale e di una vita virtuale dove chiunque può essere ciò che vuole e vivere i sogni più ambiziosi, la storia procede oltre come se gli sceneggiatori si fossero costantemente domandati "ma cosa succederà quando ANCHE QUESTO sarà la nuova normalità?". Il risultato è che molti spettatori rimarranno indietro nella comprensione di concetti così complicati e neanche io temo di aver afferrato tutto, pur avendo visto il film due volte. Comunque sia, un bello smacco alle storielline preconfezionate di Hollywood. Peccato che in sala ci fossero solo cinque persone, e due siano uscite prima della fine. Forse si saranno domandate quale fosse il senso del film. "Tutto ha un senso...e tutto è nella nostra mente". "E dall'altra parte, c'è la verità". Cruda e inesorabile, come la vecchiaia.
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lugemini
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domenica 15 giugno 2014
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poco convincente
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Lento, personaggi complessi ma appena tratteggiati, vicende poco esplicitata, da intuire. La trama risulta quindi faticosa da seguire, il messaggio che vuole passare emerge solo a tratti, tra un'allucinazione e l'altra. Belle le animazioni, grandi effetti, ma insomma... per decidere se seguire o meno il coniglio bianco meglio scegliere qualcos altro.
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melvin ii
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venerdì 13 giugno 2014
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robin wright bella sempre
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Il biglietto d’acquistare per “The Congress” è :1)Manco regalato 2)Omaggio 3)Di Pomeriggio 4)Ridotto 5)Sempre
“The Congress” è un film del 2013 scritto e diretto da Ari Folman, ispirato dal racconto "The Futurological congress" di Stanislav Lem.Con Robin Wright, Harvey Keitel, Paul Giamatti, Kodi Smit-McPhee, Danny Huston. E’ stato presentato in anteprima alla 66ª edizione del Festival di Cannes come film d'apertura della “Quinzaine des réalisateurs”.
Questa recensione vi premetto che è segnata da un conflitto d’interessi. Amo Robin Wright da 23 anni quando la vidi per la prima volta su Rai 2 mentre interpretava il personaggio di Kelly nella soap opera “Santa Barbara”.
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Il biglietto d’acquistare per “The Congress” è :1)Manco regalato 2)Omaggio 3)Di Pomeriggio 4)Ridotto 5)Sempre
“The Congress” è un film del 2013 scritto e diretto da Ari Folman, ispirato dal racconto "The Futurological congress" di Stanislav Lem.Con Robin Wright, Harvey Keitel, Paul Giamatti, Kodi Smit-McPhee, Danny Huston. E’ stato presentato in anteprima alla 66ª edizione del Festival di Cannes come film d'apertura della “Quinzaine des réalisateurs”.
Questa recensione vi premetto che è segnata da un conflitto d’interessi. Amo Robin Wright da 23 anni quando la vidi per la prima volta su Rai 2 mentre interpretava il personaggio di Kelly nella soap opera “Santa Barbara”. L’ho seguita in tutti i suoi lavori e sono un suo adorante fan e quindi so di non poter essere obiettivo nelle critiche. Ieri pomeriggio a Roma c’era un caldo feroce,sembrava estate piena con i suoi 35 gradi eppure mi sono trascinato al cinema solo per poter ammirarla. Conoscevo, in mia difesa, anche il talentuoso regista Ari Folman per aver visto nel 2009 il suo delicato e drammatico”Valzer con Bashir.”
“The Congress” racchiude in sé due film, la prima parte girata con attori in carne e ossa e nella seconda parte Folman usa ancora una volta gli amati disegni per raccontare la sua storia. In entrambi le parti, la protagonista assoluta è l’intensa e bella Robin Wright che interpreta se stessa divisa tra vita privata e lavoro.
La prima parte ci presenta Robin come una donna di quasi mezza età e madre di due figli e con una carriera d’attrice considerata in declino e senza futuro dall’agente Al ( Keitel ,convincente e divertente) e soprattutto dall’avido e cinico Jeff (Danny Huston) capo dello studios Miramount. Robin preoccupata per la salute del figlio Aaron(Kodi Smit-McPhee), destinato a diventare cieco per una rara malattia nonostante le cure amorevoli del suo medico Dott Barker (Paul Giamatti), decide d’accettare la “proposta indecente” della Miramount. Così la sua immagine e soprattutto le sue emozioni vengono scannerizzate al computer e costretta a scomparire dalla scena pubblica per vent’anni. La seconda parte inizia alla scadenza del contratto con una Robin invecchiata e invitata a un Congresso della Miramount. Nel frattempo il mondo è cambiato, si è diffuso un liquido che permette agli uomini di vivere nel mondo dell’animazione e di diventare ciò che si desidera. Robin non accetta questa realtà e cerca di combattere i progetti della Miramount che vuole diffondere il marchio “Wright” come nuova droga.
Il film risulta godibile e interessante soprattutto nella prima parte per merito anche di una sceneggiatura originale e graffiante sul mondo delle star e su come la fama sia effimera e passeggera. Gli attori sono visti come pezzi di carne e senza anima .Folman racconta il cinismo delle Major con grande efficacia con il personaggio di Jeff. Molto interessante anche lo squarcio sul mondo degli agenti e su quanto siano influenzi e manipolatori. La seconda parte caratterizzata dall’animazione, sebbene sia interessante e bella da vedere, perde d’incisività narrativa finendo per essere confusionaria e troppo ambiziosa nei contenuti.
La regia si conferma di talento e dotata di creatività e di un tocco visionario necessario per questo film.
I dialoghi piacciono e coinvolgono nella prima parte per poi risultare noiosi e retorici nella seconda parte.
Robin Wright si conferma donna affascinate e di una bellezza naturale e fresca. Un esempio da seguire per tutte quelle attrici della sua generazione che hanno abusato di bisturi e botox. Brava e intensa nel ruolo quando è in carne e ossa, suadente e leggiadra quando è solo grafica. Lo spettatore segue con partecipazione ed emozione le sue vicende
Harvey Keitel, Paul Giamatti e Danny Huston sono convincenti nei rispettivi ruoli e danno un importante contributo al pathos e alla forza narrativa della storia.
Il finale, anche se troppo caricato e retorico ,è godibile per la forza del messaggio che vuole lasciare allo spettatore. Il libero arbitrio e l’amore materno sono più forti di qualsiasi cosa e non hanno prezzo.
“The Congress” merita d’essere vista sicuramente per ammirare Robin Wright, perché è ben recitato, per alcune idee originali e anche perché se il caldo ti opprime almeno per due ore ti puoi concedere di sognare al fresco di un cinema.
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elius
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venerdì 4 aprile 2014
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un film visionario in tutti i sensi
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Innanzitutto una constatazione: questo film non è stato prodotto da alcuna major (anzi le major in questo film sono il male) e infatti in Italia ce lo vediamo con il binocolo (e in inglese).
The Congress è un film affascinante e coinvolgente, con grandissimi attori (Keitel, Wright e Giamatti !!!!), ed è un piacere per occhi e orecchie: la parte animata è un'esplosione di colori e immagini che lascia a bocca aperta, e la colonna sonora è azzeccatissima.
Ma soprattutto The Congress è un film di denuncia, più attuale che mai. Lo stesso regista ha detto: "La realtà ha superato il libro, mentre cercavo a Los Angeles un posto per la scena in cui scansionano Robin ho scoperto che quei laboratori esistono già.
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Innanzitutto una constatazione: questo film non è stato prodotto da alcuna major (anzi le major in questo film sono il male) e infatti in Italia ce lo vediamo con il binocolo (e in inglese).
The Congress è un film affascinante e coinvolgente, con grandissimi attori (Keitel, Wright e Giamatti !!!!), ed è un piacere per occhi e orecchie: la parte animata è un'esplosione di colori e immagini che lascia a bocca aperta, e la colonna sonora è azzeccatissima.
Ma soprattutto The Congress è un film di denuncia, più attuale che mai. Lo stesso regista ha detto: "La realtà ha superato il libro, mentre cercavo a Los Angeles un posto per la scena in cui scansionano Robin ho scoperto che quei laboratori esistono già. Gli attori in carne e ossa non sono più necessari, nell'era post-Avatar. In futuro, anche per motivi economici, ci saranno sempre più attori solo virtuali. Ma io spero che il fattore umano continui a resistere e "The Congress" è il mio piccolo contributo a questa battaglia". Questo per far capire la portata del film.
Se gli si deve trovare una pecca è la difficoltà nella comprensione esatta della storia, ma fa parte del film, diciamo che viene lasciato un buon margine di interpretazione.
Grazie Ari Folman.
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elius
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venerdì 4 aprile 2014
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un film visionario in tutti i sensi
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Innanzitutto una constatazione: questo film non è stato prodotto da alcuna major (anzi le major in questo film sono il male) e infatti in Italia ce lo vediamo con il binocolo (e in inglese).
The Congress è un film affascinante e coinvolgente, con grandissimi attori (Keitel, Wright e Giamatti !!!!), ed è un piacere per occhi e orecchie: la parte animata è un'esplosione di colori e immagini che lascia a bocca aperta, e la colonna sonora è azzeccatissima.
Ma soprattutto The Congress è un film di denuncia, più attuale che mai. Lo stesso regista ha detto: "La realtà ha superato il libro, mentre cercavo a Los Angeles un posto per la scena in cui scansionano Robin ho scoperto che quei laboratori esistono già.
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Innanzitutto una constatazione: questo film non è stato prodotto da alcuna major (anzi le major in questo film sono il male) e infatti in Italia ce lo vediamo con il binocolo (e in inglese).
The Congress è un film affascinante e coinvolgente, con grandissimi attori (Keitel, Wright e Giamatti !!!!), ed è un piacere per occhi e orecchie: la parte animata è un'esplosione di colori e immagini che lascia a bocca aperta, e la colonna sonora è azzeccatissima.
Ma soprattutto The Congress è un film di denuncia, più attuale che mai. Lo stesso regista ha detto: "La realtà ha superato il libro, mentre cercavo a Los Angeles un posto per la scena in cui scansionano Robin ho scoperto che quei laboratori esistono già. Gli attori in carne e ossa non sono più necessari, nell'era post-Avatar. In futuro, anche per motivi economici, ci saranno sempre più attori solo virtuali. Ma io spero che il fattore umano continui a resistere e "The Congress" è il mio piccolo contributo a questa battaglia". Questo per far capire la portata del film.
Se gli si deve trovare una pecca è la difficoltà nella comprensione esatta della storia, ma fa parte del film, diciamo che viene lasciato un buon margine di interpretazione.
Grazie Ari Folman.
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