ennas
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mercoledì 23 aprile 2014
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il mestiere di vivere... allegramente
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Cosa può fare un libraio di mezz’età, padre di quattro figli, in tempi di crisi, costretto a chiudere bottega? Le occasioni di riciclarsi dignitosamente scarseggiano ed ecco che Murray, si arrovella smantellando il suo negozio: ha le fattezze mingherline e tutta la verve malinconica di Voody Allen. Sobillato dalla sua danarosa dermatologa che è a caccia di prestazioni erotiche straordinarie, Murray pensa inevitabilmente al mestiere più vecchio del mondo.
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Cosa può fare un libraio di mezz’età, padre di quattro figli, in tempi di crisi, costretto a chiudere bottega? Le occasioni di riciclarsi dignitosamente scarseggiano ed ecco che Murray, si arrovella smantellando il suo negozio: ha le fattezze mingherline e tutta la verve malinconica di Voody Allen. Sobillato dalla sua danarosa dermatologa che è a caccia di prestazioni erotiche straordinarie, Murray pensa inevitabilmente al mestiere più vecchio del mondo. Lui non se lo può proprio permettere, non ha il “phisique du role” però ha sottomano un amico di vecchia data che accende la sua fantasia: Fioravante (John Turturro) ha quel che a lui manca: una bella presenza, alto e snello, modi eleganti da gentiluomo, un’aria sognante, un po’ stranita. Anche lui naviga a vista in maniera modernamente “flessibile”: fiorista, idraulico, elettricista, tuttofare, come nessun giovane aspirante al lavoro potrebbe essere. Ecco che dalla “proposta indecente” di Murray a Fioravante nasce un sodalizio perfetto, una amichevole società di lucro, un Murray-Bongo indaffarato e proficuo procacciatore di facoltose ed avvenenti signore e Fioravante-Virgil, gigolò, guida alla loro perdizione lussuriosa.
Chiedersi quanto c’è di Woody Allen o di John Turturro in questo film è a mio parere superfluo, la commedia agrodolce nata da questa collaborazione fa pensare ad uno spartito musicale eseguito a quattro mani, ci sono l’impronta e i caratteri di entrambi questi due protagonisti del Cinema.
Lo scenario in cui si muovono è la New York multientica: lo stesso Murray con famiglia afroamericana, le origini italiane di Fioravante ( e di Turturro ) il personaggio di Selima sex-simbol daì tratti latino-americani e l’appariscente comunità chassidica, con i suoi riti e i suoi rigidi principi, della quale Murray si sente parte in quanto ebreo e come tale ne subirà un processo.
Città di entrambi, Turturro e Allen, New York , in questo film, ha i colori caldi dell’autunno, in un quartiere, Brooklyn , dove l’affaccendarsi di Murray viene pedinato da ebrei sospettosi. Una loro donna frequenta la casa di Murray che un bel giorno la scorterà verso l’appartamento di Fioravante, improvvisato esotico massaggiatore. Vedova con sei figli, sperimenta in quell’incontro emozioni mai vissute.
Per Fioravante è la fiamma che brucia le sue ali da “latin lover”: lui non è una macchina del sesso e le donne, molto umanamente, le ascolta....... Molto efficaci le figure femminili che costellano la carriera aziendale del duo e molto brave le attrici , dalla statuaria dermatologa fedifraga per dispetto ( Sharon Stone), alla iper-sexy Selima (Sofia Vergara) alla vedova Avigal (Vanessa Paradis) guardata a vista e torchiata dai divieti. Dalle donne prende l’avvio e viene messo alle corde il ruolo di “macho” di Fioravante. Anche quando vanno in cerca di sesso le donne apprezzano “altro”: amano essere ascoltate, anche nelle situazioni più paradossali captano i sentimenti ( è innamorato! non lo vedi?) frase femminile del film. Il succo della commedia verte infatti sui sentimenti: l’amore, l’amicizia, valori non commerciabili.
Buona musica, scenografia curata, belle immagini ed atmosfere contribuiscono a valorizzare questo film che merita sicuramente la visione.
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gambadilegnodinomesmith
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mercoledì 23 aprile 2014
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la passione
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La proposta indecente di un Basic Instinct rompe il ghiaccio immediatamente a inizio film, senza lungaggini inutili, i preliminari arriveranno in seguito. Ed è così che il fiorista, non ancora appassito, impassibile della porta accanto volerà di fiore in fiore, aiutando le sue clienti a sbocciare: passando dai fondamentali ai fondamentalisti riscoprirà l’amore.
Turturro tuttofare dirige un’emozionalità intensa composta dalla minuzia dell’autenticità delle mani: per recidere, fiori e trascorsi, e per ravvivare, petali e chiome. Il tutto realizzato con un registro di precisione, delicatezza e equilibrio: una cura profonda dettata dalla grazia delle musiche, dai silenzi, dai sorrisi e dal pianto in un’atmosfera di spontaneità suadente.
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La proposta indecente di un Basic Instinct rompe il ghiaccio immediatamente a inizio film, senza lungaggini inutili, i preliminari arriveranno in seguito. Ed è così che il fiorista, non ancora appassito, impassibile della porta accanto volerà di fiore in fiore, aiutando le sue clienti a sbocciare: passando dai fondamentali ai fondamentalisti riscoprirà l’amore.
Turturro tuttofare dirige un’emozionalità intensa composta dalla minuzia dell’autenticità delle mani: per recidere, fiori e trascorsi, e per ravvivare, petali e chiome. Il tutto realizzato con un registro di precisione, delicatezza e equilibrio: una cura profonda dettata dalla grazia delle musiche, dai silenzi, dai sorrisi e dal pianto in un’atmosfera di spontaneità suadente.
C’è tutto Woody Allen nell’ambientazione, nelle tematiche, nei personaggi e nei dialoghi caustici, ma per Turturro sembra più un pretesto per aggiungere l’emotività mancante al razionalismo del teatro alleniano.
Piccolo, tenero e delizioso capolavoro della durata di un tiro di fumo avvolgente e sensuale, diretto con una sensibilità e con un erotismo fuori dal comune.
Sedotti e abbandonati riusciamo tutti a trovare un rimedio consolatorio, seppur fugace, alla solitudine del logorio della vita moderna.
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marylene
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martedì 22 aprile 2014
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turturro o allen?
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Ma siamo sicuri che la regia di questo film sia dell’inespressivo Turturro?
La fotografia dai colori caldi, la colonna sonora jazz e un po’ sofisticata, il ritmo narrativo essenziale, le atmosfere romantiche e malinconiche ma con quel pizzico di cinismo tanto da non renderle melense…tutto riconduce al tipico stile “alleniano”.
Forse il vecchio Woody non ci ha messo le mani, ma dei consigli deve averne dati all’amico Turturro, un amorfo quanto improbabile gigolo, che si destreggia tra una Sharon Stone ancora indubbiamente bella ma che con la mossa delle gambe accavallate ha già dato, una Sofia Vergara dalla vogliosità parodistica e una amimica Vanessa Paradis .
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Ma siamo sicuri che la regia di questo film sia dell’inespressivo Turturro?
La fotografia dai colori caldi, la colonna sonora jazz e un po’ sofisticata, il ritmo narrativo essenziale, le atmosfere romantiche e malinconiche ma con quel pizzico di cinismo tanto da non renderle melense…tutto riconduce al tipico stile “alleniano”.
Forse il vecchio Woody non ci ha messo le mani, ma dei consigli deve averne dati all’amico Turturro, un amorfo quanto improbabile gigolo, che si destreggia tra una Sharon Stone ancora indubbiamente bella ma che con la mossa delle gambe accavallate ha già dato, una Sofia Vergara dalla vogliosità parodistica e una amimica Vanessa Paradis .
Chi si salva tra gli attori? Ma naturalmente lui, il piccoletto ebreo dagli occhiali spessi, che col suo brio e la sua consolidata vivacità interpretativa dà gradevolezza e un minimo di spessore ad un film che altrimenti sarebbe miseramente finito nell’enorme pentolone delle, purtroppo tante, dimenticabili banalità.
Carino il finale.
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pressa catozzo
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martedì 22 aprile 2014
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integralismo
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ENTE DEL TURISMO DI NEW YORK. bella stupenda città, è vero non dorme mai. Il film un pochino concilia con un bel sonno. Un merito alla colonna sonora, fotografia e montaggio. Riguardo a Woody, la sua parte tagliata su misura da un bravo sarto.
W IL CINEMA SEMPRE ANCHE se ronf ronf ronf ronf.
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melvin ii
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martedì 22 aprile 2014
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cosa ci aspettiamo dall'amore?
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Il biglietto d’acquistare per “Gigolò per caso “ è :1) Manco Regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre
“Gigolò per caso” è un film scritto, diretto e interpretato da John Turturro, distribuito in Italia dalla Lucky Red. Con John Turturro, Woody Allen, Sharon Stone, Vanessa Paradis, Sofia Vergara, Liev Schreiber.
La prostituzione è il mestiere più antico del mondo.
Oggi alcuni partiti politici chiedono, a gran voce, che le escort paghino le tasse e abbiano la partita IVA, ma nonostante ciò questo”mestiere” viene visto dalla ipocrita opinione pubblica come degradante e umiliante.
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Il biglietto d’acquistare per “Gigolò per caso “ è :1) Manco Regalato 2) Omaggio 3) Di pomeriggio 4) Ridotto 5) Sempre
“Gigolò per caso” è un film scritto, diretto e interpretato da John Turturro, distribuito in Italia dalla Lucky Red. Con John Turturro, Woody Allen, Sharon Stone, Vanessa Paradis, Sofia Vergara, Liev Schreiber.
La prostituzione è il mestiere più antico del mondo.
Oggi alcuni partiti politici chiedono, a gran voce, che le escort paghino le tasse e abbiano la partita IVA, ma nonostante ciò questo”mestiere” viene visto dalla ipocrita opinione pubblica come degradante e umiliante.
Eppure le stesse donne di ogni età sentono il bisogno d’avere al loro fianco dei baldi giovani come temporanei compagni.
Nel 1980 il primo a sdoganare il ruolo del gigolò fu Richard Gere con il bel film “American Gigolò” di Paul Schrader.
Nel 2014 con “Gigolò per caso” c’è il passaggio di consegne dall’atletico Gere a John Turturro. Nel film lo spettatore segue le vicende di un gigolò di mezza età ,dai modi eleganti e dallo sguardo malinconico.
Ambientato a New York, Fioravante(Torturro) è un fioraio precario, ma di bell’aspetto e questo basta al suo vecchio amico ebreo Murray(Allen), ormai libraio in pensione,a convincerlo a diventare un “gigolò”.
Fioravante, sebbene titubante, accetta d’entrare in società con l’amico, di fatto divenuto il suo “pappa “Dan Bongo”.
Fioravante, a sorpresa, mostra d’avere “talento” con le donne e nel giro di poco tempo riesce a crearsi una grossa clientela.
Così vediamo sfilare nella suo appartamento come clienti, donne di vario genere: sposate e annoiate come la Dottoressa Parker (Sharon Stone) oppure vogliose di esperienze nuove e forti come Selima(Vergara) o semplicemente sole come la vedova ebrea Avigal(Paradis).
Murray con la sua parlantina incessante e dissacratoria cerca di spazzare i dubbi dell’amico sulla sua nuova loro proficua attività.
Le loro conversazioni con lo sfondo di New York, grazie anche a una bella fotografia, divertono lo spettatore.
Il film ha un discreto ritmo per quasi tutta la proiezione, solo nel finale perde d’ intensità e vivacità.
La forza del film risiede sia in una sceneggiatura ben scritta , anche se semplice e poco originale e soprattutto nel talento dell’intero cast.
Turturro dirige con mano delicata ed esperta, riuscendo a tirare fuori il massimo da ogni interprete, riuscendo così a creare il giusto mix tra malinconia e ironia sull’amore.
Non mancano le stoccate al mondo ebraico e a i sui costumi, raccontati in modo dissacratorio, ma con stile.
“Gigolò per caso” per immagini e contenuti potrebbe essere un film d Woody Allen, vecchio stile.
Turturro e Woody Allen formano una coppia ben assortita, tra il romanticismo del primo e il cinismo del secondo.
Sharon Stone e Sofia Vergara anche se con età diverse, rendono bene l’idea della donna che desidera ancora provare emozioni forti e magari innamorarsi.
Meno convincente nel complesso la prova di Vanessa Paradis, forse anche perché è la più difficile.
Raccontare la solitudine non è cosa semplice e l’attrice francese riesce solo in parte a convincere ed emozionare lo spettatore.
Il finale anche se è la parte più debole e forse meno riuscita del film, comunque mostra una coerenza di “concetto” ed è reso godibile dal gioco di sguardi e parole dei protagonisti.
“Gigolò per caso” non è un film sull’amore, ma su cosa ci aspettiamo dall’amore e lo spettatore se lo chiede sorridendo uscendo dalla sala.
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mauridal
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martedì 22 aprile 2014
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gigolo' evanescenti , woody turturro e le donne
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Quando un grande vecchio del cinema incontra un alter ego che può continuarne l'opera ,allora le aspettative di riuscita di un film possono dirsi appagate. Il vecchio grande sarebbe il Woody Allen che da giovane avrebbe sorriso sardonico anche a questa definizione di sé , ma che ora alla bella età di 78 anni merita di essere per il suo pubblico, un grande regista e un vecchio maestro che può ancora influire sulla cinematografia americana e non solo. Ed è ciò che accade nel film di Turturro, Gigolò per caso meglio in originale Fading Gigolò come un Gigolò evanescente, ovvero uomo che si vende per sesso a donne , ma alla fine cede ai sentimenti non portando a termine il lavoro.
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Quando un grande vecchio del cinema incontra un alter ego che può continuarne l'opera ,allora le aspettative di riuscita di un film possono dirsi appagate. Il vecchio grande sarebbe il Woody Allen che da giovane avrebbe sorriso sardonico anche a questa definizione di sé , ma che ora alla bella età di 78 anni merita di essere per il suo pubblico, un grande regista e un vecchio maestro che può ancora influire sulla cinematografia americana e non solo. Ed è ciò che accade nel film di Turturro, Gigolò per caso meglio in originale Fading Gigolò come un Gigolò evanescente, ovvero uomo che si vende per sesso a donne , ma alla fine cede ai sentimenti non portando a termine il lavoro. La scelta di Turturro è leggermente stramba come trama e sceneggiatura ,tuttavia l'influenza di Woody è decisiva per l'ironia e l'atmosfera di raffinata commedia , punteggiata da battute e situazioni comiche che rendono tutto il film gradevole e godibile. Certo la insistenza tutta yddish sull'ebraismo ortodosso , sui rabbini chassidici e lo chabad, rappresentano tutti i sensi di colpa di Woody che non vuole proprio digerire la confessione religiosa che gli appartiene , e che a suo modo rifiuta, La battuta finale rivolta a Turturro," sei ebreo? Non ne sono sicuro" , è indicativa . Turturro come regista autore non si è sottratto alla prova del confronto con un grande come Woody Allen uscendone bene in fondo , anche se come attore del film colpisce la fissità degli sguardi silenziosi , quasi a voler lasciare spazio alle battute di Woody e alla straordinarie figura femminile di Sharon Stone. Merita a parte una considerazione , il personaggio di Avigal ,la donna ebrea vedova repressa che non può tradire la sua origine e tradizione religiosa ,per cui è la nevrotica in crisi , figura femminile da psicoanalisi tanto cara a Woody come anche le altre donne del film. Dunque i temi cari al cinema di Woody Allen ci sono tutti, compresa la Manhattan delle piccole ,vecchie librerie e la musica Jazz di sottofondo, temi che evidentemente sono passati inevitabilmente nel film di Turturro,- che, con Woody Allen. Posso definire autore a due mani del film . Mauridal.
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ruger357mgm
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lunedì 21 aprile 2014
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sophisticated urban comedy
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John Turturro,caratterista di pregio,indimenticabile nel grande Lebowsky,autore sensibile e curioso del mondo,il suo "Passione" da lezione a molti nostrani sopravvalutati tromboni,ci regala una New York comedy a metà strada tra Brooklyn e Upper Manhattan,con una deviazione yiddish che tutto sommato non guasta.Sarebbe come se la libreria che vende libri antichi in galleria a Milano stesse per chiudere ,cosa vera peraltro,e il proprietario si inventasse un mestiere per sbarcare il lunario.Trasformandosi in un prosseneta,un lenone ossia un "pimp", nel gergo newyorkese,ma offrendo un prodotto diverso,non le solite portoricane sculettanti ma un verace ibrido latino,mediterraneo,con vaghe origini marrane,che spaccia, in prova,alla sua dermatologa,una Sharon Stone bisex e conturbante che ambisce ad un ménage a trois.
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John Turturro,caratterista di pregio,indimenticabile nel grande Lebowsky,autore sensibile e curioso del mondo,il suo "Passione" da lezione a molti nostrani sopravvalutati tromboni,ci regala una New York comedy a metà strada tra Brooklyn e Upper Manhattan,con una deviazione yiddish che tutto sommato non guasta.Sarebbe come se la libreria che vende libri antichi in galleria a Milano stesse per chiudere ,cosa vera peraltro,e il proprietario si inventasse un mestiere per sbarcare il lunario.Trasformandosi in un prosseneta,un lenone ossia un "pimp", nel gergo newyorkese,ma offrendo un prodotto diverso,non le solite portoricane sculettanti ma un verace ibrido latino,mediterraneo,con vaghe origini marrane,che spaccia, in prova,alla sua dermatologa,una Sharon Stone bisex e conturbante che ambisce ad un ménage a trois.La ditta si avvia subito bene,con incassi adeguati e soddisfazione della clientela ma solo sino alla comparsa sulla scena della chassidica Avbigail,vedova di una rabbino, osservante e pudica.La giovane vedova ignara della reale attività di intrattenitore per signore del commesso di fiorista, presentatole dal subdolo Woody Allen con ben altri scopi, abbandona la sua ritrosia per cedere al sentimento,ottenendo di guastare il festino alle clienti del nostro gigolò che fa cilecca sul più bello.Fotografia "alleniana" ma originale,musiche super, interpreti ben mixati e in parte.Menzione d'onore per il vecchio Woody che da attore riesce ancora ad essere meglio che come regista.Turturro sempre valido nelle scelte poetiche,una garanzia.Prevedibile un volgare remake italiano.
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nino pell.
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lunedì 21 aprile 2014
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commedia agrodolce dalle tinte neorealistiche
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Questo film del regista John Turtutto si presenta, a livello di facciata, come una commedia gradevole, ricca di gustose situazioni umoristiche che danno vivacità soprattutto alla prima metà del film e questo soprattutto grazie al personaggio interpretato da Woody Allen. Ma poi successivamente ci si accorge che il senso di questa pellicola è quello di trasmettere un messaggio diretto, cinico e senza vie d'uscita: la solitudine in epoca contemporanea nell'ambito dei rapporti affettivi.
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Questo film del regista John Turtutto si presenta, a livello di facciata, come una commedia gradevole, ricca di gustose situazioni umoristiche che danno vivacità soprattutto alla prima metà del film e questo soprattutto grazie al personaggio interpretato da Woody Allen. Ma poi successivamente ci si accorge che il senso di questa pellicola è quello di trasmettere un messaggio diretto, cinico e senza vie d'uscita: la solitudine in epoca contemporanea nell'ambito dei rapporti affettivi. Tematica questa ovviamente non affatto nuova in tutti queli film dove compare Allen. Un profondo senso di solitudine, appunto, che i personaggi di questa storia cercano di attenuare, tuffandosi in rapporti passeggeri e di tipo veniale. Alla fine sembra che nessuno ne esce vincitore ma che anzi un pò tutti i personaggi della vicenda sprofondano in una perenne infelicità: chi per timore reverenziale del proprio credo religioso (la protagonista vedova intepretata da Vanessa Paradis che è costretta a rinunciare al vero amore per scegliere forzatamente un uomo della sua stessa dottrina) e chi per il disincanto di una grande storia d'amore e di sentimenti mai concretizzata (appunto, il personaggio Fioravante che nel finale, ritornato solo, preferisce continuare a fare il gigolò). Paradossalmente l'unico che alla fine ci risulta essere come il meno infelice è il sig. Murray (Woody Allen) , faccendiere di incontri casuali a pagamento, il quale si ritrova comunque "coccolato" dal grande affetto di una donna di colore e dei suoi quattro figlioletti. Un film che, dunque, solo apparentemente risulterebbe essere una simpatica commedia da passatempo ma che in realtà la si può senza dubbio classificare come una pellicola dalle tinte neorealistiche, proiettate in questa nostra epoca contemporanea e con un finale, pertanto, senza mezze vie di uscite.
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lunedì 21 aprile 2014
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commedia agrodolce dalle tinte nerorealistiche
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Questo film del regista John Turtutto si presenta, a livello di facciata, come una commedia gradevole, ricca di gustose situazioni umoristiche che danno vivacità soprattutto alla prima metà del film e questo soprattutto grazie al personaggio intepretato da Woody Allen. Ma poi lo spettatore attento si successivamente ci si accorge che il senso di questa pellicola è quello di trasmettere un messaggio diretto, cinico e senza vie d'uscita: la solitudine in epoca contemporanea nell'ambito dei rapporti affettivi. Tematica questa ovviamente non affatto nuova in tutti queli film dove compare Allen. Un profondo senso di solitudine, appunto, che i personaggi di questa storia cercano di attenuare tuffandosi in rapporti passeggeri e di tipo veniale.
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Questo film del regista John Turtutto si presenta, a livello di facciata, come una commedia gradevole, ricca di gustose situazioni umoristiche che danno vivacità soprattutto alla prima metà del film e questo soprattutto grazie al personaggio intepretato da Woody Allen. Ma poi lo spettatore attento si successivamente ci si accorge che il senso di questa pellicola è quello di trasmettere un messaggio diretto, cinico e senza vie d'uscita: la solitudine in epoca contemporanea nell'ambito dei rapporti affettivi. Tematica questa ovviamente non affatto nuova in tutti queli film dove compare Allen. Un profondo senso di solitudine, appunto, che i personaggi di questa storia cercano di attenuare tuffandosi in rapporti passeggeri e di tipo veniale. Alla fine sembra che nessuno ne esce vincitore ma che anzi un pò tutti i personaggi della vicenda sprofondano in una perenne infelicità: chi per timore reverenziale del proprio credo religioso (la protagonista vedova intepretata da Vanessa Paradis che è costretta a rinunciare al vero amore per scegliere forzatamente un uomo della sua stessa dottrina) e chi per il disincanto di una grande storia d'amore e di sentimenti mai concretizzata (appunto, il personaggio Fioravante che nel finale, ritornato solo, preferisce continuare a fare il gigolò). Paradossalmente l'unico che alla fine ci risulta essere come il meno infelice è il sig. Murray (Woody Allen) , faccendiere di incontri casuali a pagamento, il quale si ritrova comunque "coccolato" dal grande affetto di una donna di colore e dei suoi quattro figlioletti. Un film che, dunque, solo apparentemente risulterebbe essere una simpatica commedia da passatempo ma che in realtà la si può senza dubbio classificare come una pellicola dalle tinte neorealistiche, proiettate in questa nostra epoca contemporanea e con un finale, pertanto, senza mezze vie di uscite.
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silvano72
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lunedì 21 aprile 2014
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turturro: vorrei ma non posso
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John Turturro prova a fare un film in stile Woody Allen, purtroppo non ci riesce.
Il film risulta una commedia banale, lenta, in cui gli avvenimenti e le situazioni si succedono senza un vero motivo. Manca sia il tono da commedia brillante e le illuminanti battute comiche del miglior Woody (che pur riesce ad alzare un po' il livello del film), sia il suo profondo e disarmante pessimismo. Usciti dal cinema rimane la delusione e la sensazione che gli sguardi e i silenzi di Turturro non avessero nessun significato.
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