ashtray_bliss
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lunedì 2 marzo 2015
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a circuito chiuso. ed aspettative tradite.
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Aspettavo con ansia questo film nel quale avevo deposto gran parte delle mie hopes and expectations. La trama, il cast di primo livello a partire da Bana a finire alla Hall, che tengo d'occhio da tempo avendo dimostrato bravura e talento. Il tema poi del terrorismo è più scottante e attuale che mai e quindi credevo di aver a che fare con un film davvero esplosivo alla SpyGame.
Purtroppo le aspettative vengono pian piano a mancare, nonostante la sceneggiatura intricata, i personaggi ambigui, la fotografia curata nei minimi dettagli e particolari e ovviamente la bravura degli interpreti principali.
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Aspettavo con ansia questo film nel quale avevo deposto gran parte delle mie hopes and expectations. La trama, il cast di primo livello a partire da Bana a finire alla Hall, che tengo d'occhio da tempo avendo dimostrato bravura e talento. Il tema poi del terrorismo è più scottante e attuale che mai e quindi credevo di aver a che fare con un film davvero esplosivo alla SpyGame.
Purtroppo le aspettative vengono pian piano a mancare, nonostante la sceneggiatura intricata, i personaggi ambigui, la fotografia curata nei minimi dettagli e particolari e ovviamente la bravura degli interpreti principali. Dopo una prima parte che inizia col botto, in maniera dinamica e buttando le giusti dose di suspence e mistero il film man mano che si snoda continua ad appiattirsi sempre di più, senza mai decollare o prendere una spinta nel ritmo narrativo. Pochi colpi di scena, poco mistero o intriga in quello che cerca di essere un ibrido tra uno spy movie e un legal thriller, cerca di trovare un equilibrio adatto per inoltrarsi in entrambi gli spazi, ma cade e perde la scomessa con se stesso.
E se la prima scena, esplosiva nel vero senso della parola, riesce a catturare l'attenzione dello spettatore, il resto degli eventi che si susseguono non riescono a rendere giustizia a nessuno. Molti anche gli interrogativi che restano meteori durante il film e ai quali non viene data alcuna risposta. Purtroppo volendo creare una buona storia dalla trama complessa il regista si perde nella rete delle idee che vuole sfruttare confezionando un prodotto ambizioso ma confusionario.
Il film dunque parte con una coppia di ex coniugi, Martin Rose e Claudia Simmons, entrambi avvocati, i quali dovranno collaborare come difensori in un processo di terrorismo dal momento che l'avvocato precedentemente incaricato è morto in circostanze misteriose.
L'unico accusato, che loro tra l'altro dovranno difendere, è un ragazzo turco di nome Farruckh Erdogan, accusato di aver sempre avuto legami con cellule terroristiche nonchè d'essere il fautore di un attentato terroristico a Londra, che è costato la vita a 120 persone. L'indiziato poco volentieri risponde alle domande dei legali, i quali devono lavorare ad una causa legale complessa, fatto di testimoni anonimi (testimoni X) e documenti secretati ai quali hanno accesso un numero estremamente limitato di persone (Claudia nelle vesti di ''avvocato speciale'' che deve contestare le prove e l'agente del MI5 che glieli procura).
Ben presto però i due legali si accorgeranno che il caso da loro assunto è molto più complesso e pericoloso di quel che sembra, e che ci sono degli agenti governativi (dello stesso servizio segreto dell'MI5) che li vogliono eliminare materialmente per evitare di sollevare uno scandalo nazionale sull'inefficienza e la corruzione del servizio stesso. I due pedinati e costantemente sorvegliati dai vari circuiti di telecamere, in un primo momento pensano di gettare la spugna ma quando anche la vita del figlio adolescente di Erdogan, nonchè supertestimone in possesso di documenti top-secret avuti dal padre, scappa dall'edificio sotto controllo degli agenti MI5 non resta che provare l'impossibile per far testimoniare il ragazzo. Rose e Simmons si mettono in fuga dagli agenti del intelligence service e uniscono le forze per trovare il ragazzo e convincerlo a testimoniare. Nel frattempo però, l'IM5 non si può permettere di sceditarsi internazionalmente e decide di tappare i buchi una volta per tutte sbarazzandosi di Farruckh.
Opera di mediocre fattura quella firmata da Crowley, che si svolge in modo piatto, prevedibile e sin troppo lineare senza mai trovare un proprio stile, una propria identitò narrativa che doni alla pellicola in questione quel 'qualcosa' in più che gli manca per tutta la sua durata. Pochi colpi di scena o giochi di specchi ma forse un'esagerazione di clichè ridondanti, deja-vù. Azione minima e sottotono, concentrata perlopiù nelle sequenze finali ma pur sempre priva di vitalità. Scenegiattura che vorrebbe sempre tentare qualcosa in più, ma si frena prima di partire senza riuscire a convincere nè come legal thriller, ne come spy-story e tantomeno come film d'azione.
Gli interpreti principali sono senza dubbio bravi e convincenti ma non riescono a sostenere da soli il peso di un film altamente mediocre, a volte sconclusionato che si perde nelle sue stesse ambizioni.
Da vedere e dimenticare. 2/5
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elgatoloco
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mercoledì 9 marzo 2016
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tensione continua, quella non superficiale...
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Come quando si tratta di film non superficiali, meglio nei quali la tensione non è solo epidermica, "Closed Circuit"propone ciò che non si può dire né "supporre":le responsabilità nascoste, quelle"segrete"perché inconfessabili dei poteri(anche con la"p"maiuscola pasoliniana, volendo, vista la loro rilevanza nel gestire le vite di tutte le persone)quando il terrore/terrorismo non è affidato a singoli, ma viene "orchestrato"a livello centrale, con infiltrazioni del tutto oscure, nascoste, trasversali. John Crowley ha la capacità di dire ciò mostrando ma anche(e dovremmo dire soprattutto)non mostrando, facendo solo intuire, supporre, presumere.
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Come quando si tratta di film non superficiali, meglio nei quali la tensione non è solo epidermica, "Closed Circuit"propone ciò che non si può dire né "supporre":le responsabilità nascoste, quelle"segrete"perché inconfessabili dei poteri(anche con la"p"maiuscola pasoliniana, volendo, vista la loro rilevanza nel gestire le vite di tutte le persone)quando il terrore/terrorismo non è affidato a singoli, ma viene "orchestrato"a livello centrale, con infiltrazioni del tutto oscure, nascoste, trasversali. John Crowley ha la capacità di dire ciò mostrando ma anche(e dovremmo dire soprattutto)non mostrando, facendo solo intuire, supporre, presumere...Thriller, film "di spionaggio"(altra definizione limitativa, in specie se si identifica il genere con il "solo James Bond"-sottogenere che si è evoluto/involuto a seconda dei tempi, dei registi, degli attori etc-, che è, evidentemente altra cosa, come è, peraltro, altra cosa anche rispetto ai romanzi di Ian Fleming...). Ottimi gli interpreti, dove non sarà del tutto inutile sottolineare lo stile"very british"rispeto a quello più"gridato"e a tratti"caciarone"(nel male ma anche nel bene)degli interpreti USA. Da considerare una differenza storico-culturale, spesso trascurata ma fondamentale, che nel cinema si esprime in pieno, anche nelle famose"pieghe" El Gato
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felicity
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domenica 21 luglio 2024
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anonimo e prevedibile
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Closed Circuit è il classico compitino su misura ben realizzato ed interpretato, ma vittima di una sceneggiatura anonima nella gestione degli eventi, tra colpi di scena e tradimenti che non aggiungono nulla di nuovo alla modernità del filone, quel legal thriller venato di complottismo tanto in voga nel nuovo millennio.
Eric Bana e Rebecca Hall guidano un ottimo cast non sempre sfruttato al meglio, reggendo sulle loro solide spalle una storia che rischia in più occasioni di afflosciarsi su se stessa, con una componente action limitata al minimo sindacale e una tensione di genere appena discreta, per novanta minuti godibili, ma a secco di sorprese.
Lo sguardo all’interno del sistema legale britannico è intrigante; il film sembra essere stato realizzato con notevole accuratezza.
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Closed Circuit è il classico compitino su misura ben realizzato ed interpretato, ma vittima di una sceneggiatura anonima nella gestione degli eventi, tra colpi di scena e tradimenti che non aggiungono nulla di nuovo alla modernità del filone, quel legal thriller venato di complottismo tanto in voga nel nuovo millennio.
Eric Bana e Rebecca Hall guidano un ottimo cast non sempre sfruttato al meglio, reggendo sulle loro solide spalle una storia che rischia in più occasioni di afflosciarsi su se stessa, con una componente action limitata al minimo sindacale e una tensione di genere appena discreta, per novanta minuti godibili, ma a secco di sorprese.
Lo sguardo all’interno del sistema legale britannico è intrigante; il film sembra essere stato realizzato con notevole accuratezza.
Forse inevitabilmente è stato aggiunto un elemento romantico come barra laterale. Martin e Claudia hanno avuto una storia d'amore diversi anni fa che è finita male, quindi affrontano il caso diffidando l'uno dell'altro e dei pezzi grossi del governo che stanno cercando di manipolarli per assicurarsi un verdetto di colpevolezza.
Quando i due avvocati incontrano il prigioniero e iniziano a portare avanti il caso per la difesa, si convincono che il governo sta nascondendo qualcosa. Il predecessore di Martin nel caso è morto, secondo quanto riferito si è suicidato, ma forse no.
Ben presto le loro vite saranno in pericolo mentre scoprono una cospirazione nelle alte sfere.
La trama è intricata e spesso contorta, anche se i suoi contorni alla fine diventano chiari man mano che altri corpi si accumulano.
Un problema persistente è che tutta la trafila legale, sebbene interessante fino a un certo punto, diventa piuttosto arida ed ermetica. Il messaggio di base sembra essere quello di non fidarsi di nessuno nei circoli più alti dell’intelligence, ma dopo dozzine di thriller di spionaggio, questa non è esattamente una notizia sorprendente.
Molti colpi di scena sono prevedibili e, anche quando non lo sono, sono troppo rarefatti per generare tensione a mani nude.
Il film è realizzato magnificamente, con un bel mix di ambientazioni, dall'Old Bailey agli affollati quartieri di immigrati.
Un paio di scene verso la fine generano la suspense di cui l'intero film aveva bisogno.
Ma l’impatto è troppo attenuato e un’aria di stanca familiarità alla fine fa crollare l’intera impresa.
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filippo catani
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domenica 14 giugno 2015
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niente che non avessimo già visto
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Londra è sconvolta da un attacco terroristico. La presunta mente della banda viene arrestato e sottoposto a un processo a porte chiuse che finirà con il rivelare scomode verità.
Arrivati al termine della pellicola arriva la conferma di una sensazione già sviluppata dopo le prime battute del film: niente di nuovo sotto il sole. Insomma finiamo con il trovarci con Londra sconvolta da un attentato e le indagini portano a un presunto colpevole ma la vicenda tirerà fuori le solite operazioni condotte dai soliti servizi deviati. Peccato soprattutto per il cast ma per il resto il film scorre senza grandi scossoni verso un finale che, per chi ha visto o letto anche solo qualcosa di simile, risulta davvero prevedibile e scontato.
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Londra è sconvolta da un attacco terroristico. La presunta mente della banda viene arrestato e sottoposto a un processo a porte chiuse che finirà con il rivelare scomode verità.
Arrivati al termine della pellicola arriva la conferma di una sensazione già sviluppata dopo le prime battute del film: niente di nuovo sotto il sole. Insomma finiamo con il trovarci con Londra sconvolta da un attentato e le indagini portano a un presunto colpevole ma la vicenda tirerà fuori le solite operazioni condotte dai soliti servizi deviati. Peccato soprattutto per il cast ma per il resto il film scorre senza grandi scossoni verso un finale che, per chi ha visto o letto anche solo qualcosa di simile, risulta davvero prevedibile e scontato.
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