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diomede917
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martedì 2 luglio 2013
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edipotere
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Il titolo originale, “La posizione del figlio”, rende meglio l’argomento trattato da Il caso Kerens…..
Posizione intesa come posizione fetale che tiene legato e protetto il bambino alla sua mamma.
E’ proprio questo tipo di rapporto che lega Cornelia a suo figlio Barbu, un amore asfissiante che trasforma il ragazzo in un prepotente e arrogante……proprio questo tipo di atteggiamento provoca un incidente stradale dove perde la vita un ragazzino di 14 anni di famiglia molto povera.
A questo punto l’amore materno entra prepotentemente in difesa del suo unico figlio affinchè eviti una dura galera.
In parallelo a questo rapporto edipico si accosta la rappresentazione e la critica della nuova società rumena post Ceaucescu…… un upper class indegnamente rappresentata da questa donna che cerca di muovere tutte le sue conoscenze per cambiare quello che è ovvio e palese in apparenza.
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Il titolo originale, “La posizione del figlio”, rende meglio l’argomento trattato da Il caso Kerens…..
Posizione intesa come posizione fetale che tiene legato e protetto il bambino alla sua mamma.
E’ proprio questo tipo di rapporto che lega Cornelia a suo figlio Barbu, un amore asfissiante che trasforma il ragazzo in un prepotente e arrogante……proprio questo tipo di atteggiamento provoca un incidente stradale dove perde la vita un ragazzino di 14 anni di famiglia molto povera.
A questo punto l’amore materno entra prepotentemente in difesa del suo unico figlio affinchè eviti una dura galera.
In parallelo a questo rapporto edipico si accosta la rappresentazione e la critica della nuova società rumena post Ceaucescu…… un upper class indegnamente rappresentata da questa donna che cerca di muovere tutte le sue conoscenze per cambiare quello che è ovvio e palese in apparenza.
Di contorno troviamo poliziotti che chiedono “consiglio” per un condono e testimoni oculari pronti a barattare una dichiarazione in cambio di tanti soldi.
In questo doppio aspetto che si dipana la storia che il regista tratta con un taglio quasi documentarstico…….i primi venti minuti con la confessione del rapporto conflittuale col proprio figlio e la festa in casa con la colonna sonora di Gianna Nannini hanno ricordato più volte gli elementi un film Dogma…..il tutto poggiandosi sulla bravura della propria protagonista, Luminita Gheorghiu , che dalla prima all’ultima intensa e sofferta scena tiene sulle sue spalle l’intero film.
Ma nonostante il massimo riconoscimento a Berlino e le critiche entusiastiche della critica nostrana ho trovato nella mano del regista Calin Peter Netzer l’anello debole del film……una regia che a un certo punto non riesce a tenere il passo con l’intensità emotiva sia della storia che delle interpretazioni risultando qualche volta in balia degli eventi.
Ciò non toglie che per me il film è da 7 ma avrei voluto certamente dare un voto più alto solo se non avessi sentito una coltre di ghiaccio intorno a me……lo so sono fatto male….
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fabiofeli
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lunedì 1 luglio 2013
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di mamma ce n'è una sola. per fortuna.
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caso Kerenes di Calin Peter Netzer
Nella odierna Romania non sembrano cambiati i meccanismi corruttivi del precedente regime.
Una signora borghese, Cornelia (personaggio interpretato da Luminita Gheorghiu, considerata un mostro sacro in patria seppur poco nota all’estero) utilizza tutte le sue conoscenze altolocate per falsare i fatti avvenuti ed evitare così che sia rovinata dal carcere la vita del suo unico figlio, Barbu (Bogdan Dumitrache), un giovane debole e alienato.
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caso Kerenes di Calin Peter Netzer
Nella odierna Romania non sembrano cambiati i meccanismi corruttivi del precedente regime.
Una signora borghese, Cornelia (personaggio interpretato da Luminita Gheorghiu, considerata un mostro sacro in patria seppur poco nota all’estero) utilizza tutte le sue conoscenze altolocate per falsare i fatti avvenuti ed evitare così che sia rovinata dal carcere la vita del suo unico figlio, Barbu (Bogdan Dumitrache), un giovane debole e alienato. Costui ha investito ed ucciso alle porte di Bucarest un ragazzo rom di 14 anni, grazie ad una guida spericolata ed irresponsabile. La donna è decisa ed autoritaria come poche: tratta i suoi simili come marionette delle quali tirare i fili e spadroneggia sulla vita del figlio del quale disapprova ogni scelta autonoma. Se le riesce il gioco di manipolare la realtà, corrompendo la polizia stradale con la promessa di favori non leciti e comperando un testimone dell’incidente, Cornelia fallisce nel rapporto con il figlio che decide di interrompere i contatti con lei per un tempo indefinito. La commozione della donna durante la visita dovuta alla madre del ragazzo investito non è causata dalla pietà per la giovane vita stroncata, ma dalla consapevolezza che Barbu non vuole più vederla: in qualche modo è anche per lei come se suo figlio fosse morto; in ogni caso non sarà più quella persona acquiescente alle sue ferree decisioni.
In tutta la vicenda c’è un lume di speranza: la presa di coscienza e di autonomia di Barbu, che cerca di scusarsi con il padre del ragazzo rom.
La recitazione della Gheoghiu è straordinaria e tiene in piedi l’intero film, che getta luci sinistre sulla Romania attuale; verrebbe da dire ‘tutto il mondo è paese’
L’utilizzo della camera in mano con dovizia di piani-sequenza, spesso preferiti a un montaggio campo-controcampo, e l’uso prevalente della luce naturale sembrano assegnare l’opera ai dettami di Dogma, cari a Lars Von Trier. Il film è ben fatto soprattutto nella descrizione a tutto tondo di Cornelia e della sua visione del mondo, portatrice di sciagure e danni anche alle persone a lei più vicine. Due temi, quindi, si intrecciano con valenza simbolica ed esplicativa: da un lato il conflitto in atto tra ricchi e diseredati, con prevalenza sempre più spietata dei primi, dall’altro i danni provocati dai comportamenti autoritari (ed illegali) che precipitano i rapporti tra le persone nell’incomunicabilità e nell’alienazione.
Netzer è un regista da tenere d’occhio.
Valutazione *** 1/2
FabioFeli
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flyanto
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martedì 25 giugno 2013
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quando una madre è ingerente in tutto e per tutto
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Film in cui si racconta di una madre molto possessiva e prevaricatrice che, a seguito del fatto che il figlio ha investito ed ucciso con la macchina un ragazzo di 14 anni, si adopera in tutti i modi per salvarlo dal carcere pressoché sicuro. Il suo operare sicuro e determinato, che però determina profondi dissapori con il figlio stesso (alquanto succube e debole nel carattere) e con la sua convivente, sicuramente più sicura e volitiva, la porterà a riuscire appieno nel suo intento, non senza qualche sacrificio e lacrima, ma talvolta necessari al buon esito delle varie transazioni. Dall'intera vicenda rappresentata in questa pellicola, emerge in maniera preponderante tutta la tematica concernente l'importanza del potere, sia affettivo che, più estesamente, economico, e quanto lo sviluppo e la riuscita ingenerale delle situazioni dipenda da questo.
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Film in cui si racconta di una madre molto possessiva e prevaricatrice che, a seguito del fatto che il figlio ha investito ed ucciso con la macchina un ragazzo di 14 anni, si adopera in tutti i modi per salvarlo dal carcere pressoché sicuro. Il suo operare sicuro e determinato, che però determina profondi dissapori con il figlio stesso (alquanto succube e debole nel carattere) e con la sua convivente, sicuramente più sicura e volitiva, la porterà a riuscire appieno nel suo intento, non senza qualche sacrificio e lacrima, ma talvolta necessari al buon esito delle varie transazioni. Dall'intera vicenda rappresentata in questa pellicola, emerge in maniera preponderante tutta la tematica concernente l'importanza del potere, sia affettivo che, più estesamente, economico, e quanto lo sviluppo e la riuscita ingenerale delle situazioni dipenda da questo. La madre protagonista del film, così appunto autoritaria, scaltra e fortemente influente in senso materiale e non, diventa il simbolo di come una nazione, la Romania in questo caso, sia così "malleabile" e disposta a farsi sedurre e corrompere dalle lusinghe e dagli allettamenti economici da parte di una piccola "elite" di una classe sociale elevata. Il film risulta assai crudo ed amaro proprio per questo aspetto ma, purtroppo, quanto mai realistico. Lo stile con cui è girato nonchè i dialoghi sono asciutti, lucidi e quanto mai precisi e tutti i personaggi, tra i quali spicca in maniera sublime Luminita Gheorghiu nella parte dell' algida e volitiva madre, sono perfettamente rispondenti ai ruoli loro assegnati. Non ci sono sbavature od eccessi e nell'intera durata del film di poco più di 100 minuti è condensata impeccabilmente l' intera vicenda e la sua tematica. Un vero gioiello.
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francesco monteleone
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martedì 25 giugno 2013
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il faticoso realismo del cinema d'autore
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“Il caso Kerenes”, regia di Calin Netzer, Romania, 2013.
Luminita Gheorghiu, l’attrice che interpreta la parte di una madre ricca, possessiva, cinica, ipocrita, brutta, vecchia, furba ecc. si è guadagnata un’antipatia che non riuscirà mai più a farci dimenticare. La sua faccia avvizzita, la sua bocca storta, i capelli secchi, le mani rugose compongono una figura umana odiosa che è difficile da sopportare, in quasi due ore di riprese ravvicinate. Il film racconta la stupidissima e criminale condotta del suo unico figlio Barbu, di 34 anni, il quale pur avversando la sua genitrice in realtà ne sfrutta tutte le malefiche furberie. Questo genere di narrazione cruda, realistica, morale è però faticoso da seguire fino alla fine.
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“Il caso Kerenes”, regia di Calin Netzer, Romania, 2013.
Luminita Gheorghiu, l’attrice che interpreta la parte di una madre ricca, possessiva, cinica, ipocrita, brutta, vecchia, furba ecc. si è guadagnata un’antipatia che non riuscirà mai più a farci dimenticare. La sua faccia avvizzita, la sua bocca storta, i capelli secchi, le mani rugose compongono una figura umana odiosa che è difficile da sopportare, in quasi due ore di riprese ravvicinate. Il film racconta la stupidissima e criminale condotta del suo unico figlio Barbu, di 34 anni, il quale pur avversando la sua genitrice in realtà ne sfrutta tutte le malefiche furberie. Questo genere di narrazione cruda, realistica, morale è però faticoso da seguire fino alla fine. Diciamo che è un cinema che non diverte, anche se non annoia. “Il caso Kerenes” non farà incassi, ma è il prezzo che il produttore e il regista sapevano di dover pagare per dimostrarci quanta zizzania umana c’è nella Romania contemporanea.
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melania
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venerdì 21 giugno 2013
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intenso
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Film di spessore,intenso e ricco di messaggi.Molto ben recitato merita di essere visto e,forse,anche rivisto.
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maurizio meres
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lunedì 17 giugno 2013
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la romania attuale
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Film molto intenso,dialogato fino al punto di rendere antipatici i vari personaggi come un senso di fastidio ,sullo sfondo di una nazione trasformata e con tutti i difetti che la corruzione politico istituzionale puo' dare .La storia si basa sulla figura di una madre morbosa ,possessiva,nevrotica che usa il figlio per dare un senso alla propria vita rendendo il figlio passivo alla vita.Finale eccezzionale ,intenso dove nell'ultimissima parte il dialogo lascia il posto alla gestualita.Film da vedere
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