cecilia ferrio
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giovedì 29 maggio 2014
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danny, le donne e il jazz.
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Assolo, coraggioso film d'esordio dello scrittore e regista Massimo Piccolo. Un impianto teatrale, un lavoro low budget che racconta la storia interiore del protagonista. Dal primo momento sullo schermo Danny Caputo - un bravissimo Antonio De Matteo, sembra un collezionista di donne: oggetti trofei consolazioni al dolore ?
Il motivo sembrerebbe così semplicemente legato agli amori di Danny, ma se in parte è così, in realtà il discorso è più completo e l'intreccio complesso. Il musicista cerca la sua storia, la trama perfetta della sua arte, quell'esercizio infinito, continuato sullo strumento che riporta in ogni cosa della sua vita.
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Assolo, coraggioso film d'esordio dello scrittore e regista Massimo Piccolo. Un impianto teatrale, un lavoro low budget che racconta la storia interiore del protagonista. Dal primo momento sullo schermo Danny Caputo - un bravissimo Antonio De Matteo, sembra un collezionista di donne: oggetti trofei consolazioni al dolore ?
Il motivo sembrerebbe così semplicemente legato agli amori di Danny, ma se in parte è così, in realtà il discorso è più completo e l'intreccio complesso. Il musicista cerca la sua storia, la trama perfetta della sua arte, quell'esercizio infinito, continuato sullo strumento che riporta in ogni cosa della sua vita. Le donne, il suo rapporto con le donne, è il suo limite, la finitezza che lo sconvolge e lo disorienta, l'imperfezione che tenta di superare. Ma non è una questione di "genere", è piuttosto un percorso personale attraverso le emozioni che lo hanno costruito. un discorso tanto lontano dalla questione "maschi contro femmine" da avere in Miriam (la violoncellista) l'alter ego di Danny. Un personaggio accennato, che sembra messo lì quasi per caso ma in realtà è la vera chiave di lettura per decodificare il film. Con un cinismo autoreferenziale sarà lei a ridurre Danny a puro intrattenimento. Chi studia musica classica dedica la sua intera esistenza allo strumetno, come e più dei jazzisti, con l'obbligo però di "suonare sullo spartito" (cit). Il suo tempo è prezioso quanto quello della musica e non può avere distrazioni. E' lei la sola occupazione possibile.
Il retropalco, l'attesa, diventano l'istantanea di un mondo, quello dei musicisti, degli artisti in genere, fatto di tempi e regole e mondi in parte diversi da quelli comuni. Una complicità fatta di lemai temporanei eppure fondamentali nel momento in cui si creano, fatto di intrattenimetno valvole di sfogo e una grande dedizione, seppure duri il tempo di una tournée.
Un disorientamento incomprensibile per chi conosce poco l'ambiente. Il film ha bisogno di grande empatia, i tormenti di Danny sono i tormenti degli amanti, qualunque sia l'oggetto.
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