antonio montefalcone
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venerdì 12 ottobre 2012
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nella nostra memoria, poche tracce del film!
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Altro remake superfluo! Altro rimpianto del prototipo! Nella rete di riadattamenti di film di successo del passato, stavolta è finito “Atto di forza” (Total Recall, ’90) di Verhoeven, tratto dal racconto “Ricordi in vendita” di Dick. Si sperava in un remake interessante. E invece il cinema ha ceduto all’intrattenimento spettacolare, godibile, ma scontato e privo di ambizioni. Ciò che colpisce di questo film è il cambiamento, non tanto di alcuni basilari luoghi, personaggi e dettagli rispetto all’originale, quanto piuttosto dell’approccio narrativo: non più da fantascienza ricca di sotto testi, ma da action-movie fracassoso povero di ironia, e soprattutto di fascino. La pellicola non diverte, non avvince molto, non emoziona e non fa riflettere.
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Altro remake superfluo! Altro rimpianto del prototipo! Nella rete di riadattamenti di film di successo del passato, stavolta è finito “Atto di forza” (Total Recall, ’90) di Verhoeven, tratto dal racconto “Ricordi in vendita” di Dick. Si sperava in un remake interessante. E invece il cinema ha ceduto all’intrattenimento spettacolare, godibile, ma scontato e privo di ambizioni. Ciò che colpisce di questo film è il cambiamento, non tanto di alcuni basilari luoghi, personaggi e dettagli rispetto all’originale, quanto piuttosto dell’approccio narrativo: non più da fantascienza ricca di sotto testi, ma da action-movie fracassoso povero di ironia, e soprattutto di fascino. La pellicola non diverte, non avvince molto, non emoziona e non fa riflettere. Si avverte fortemente la mancanza di mistero, tensione e paranoia delle opere Dickiane; lo spessore dei personaggi (indimenticabili gli inquietanti e sofferenti mutanti del prototipo); l’atmosfera esotica e malata di Marte; l’angosciante senso di disumanità e invivibilità che si respira nel racconto. Al loro posto solo un noioso sovraccarico di inseguimenti alla “Minority Report” e adrenaliniche sequenze (belli, comunque, l'inseguimento mozzafiato su auto volanti, la fuga tra gli ascensori sospesi nel vuoto e lo scontro a gravità zero). Certo non si ripretendeva una messa in scena coinvolgente o la cifra stilistica del film del ’90 (onirica, cruda e sanguinolente) descrittiva del conturbante cinema di Verhoeven (“del corpo” e della forza muscolare, erotico e molto violento); ma almeno una nuova iconografia stilistica, discostata dal solito apparato figurativo, questo si! La forma è impeccabile: validi effetti speciali visivi; convincenti invenzioni (l'ascensore ad inversione di gravità, il tunnel che fora la crosta terrestre, le scenografie alla “Blade Runner”); però, diversamente dall’originale, tutto questo non riesce a dotarsi di vera forza evocativa e suggestiva. La realtà è che il film è poco innovativo nella sostanza e Wiseman non ha il talento visivo di Verhoeven. Persino gli attori sono poco incisivi e la sceneggiatura, schematica e superficiale. Questa poteva valorizzare varie chiavi di elaborazione tematica: quella filosofica (il labile confine tra il reale e il virtuale, l’ambiguità sogno/realtà, i dilemmi morali sulla manomissione della mente) e psicologica (l’illusione dell’Io, il mistero dell’identità dell’uomo, i suoi legami con memoria e personalità) presenti tra l’altro nel racconto di Dick; ma anche quella socio-politico (il dominio e lo sfruttamento di uomini e risorse) abbozzata nella prima parte del film. C’era molto materiale su cui trattare e dispiace che alla fine lo si sia dimenticato. Sfortunatamente, così facendo, si è reso l’opera generica e impersonale, indefinita e inconsistente (come la non-identità del protagonista) priva di una propria e originale chiave narrativa e di una forza stilistica; e che, in modo identico al trattamento operato sul protagonista quando gli viene cancellata memoria e identità (lasciandolo senza conoscenza del passato e del proprio Io) non concede allo spettatore che non ha visto il film del ’90 o letto il racconto di Dick, di ben sapere ciò che essi erano e raccontavano effettivamente, di aver modo di riflettere sul loro potenziale espressivo e concettuale, di lasciarsi stravolgere dalle emozioni che trasmettevano con efficacia stilistica e intensità narrativa. Peccato, avremmo potuto arricchire di più la nostra mente. O i nostri ricordi…
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(di animatrix79)
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glenn_glee
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venerdì 12 ottobre 2012
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idea sprecata
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L'idea che ha ispirato il film(cioè il racconto di Dick) e la storia che ne è stata sviluppata(che a quanto pare è completamente diversa da quella del racconto), potevano essere le solide basi per un film fantascientifico carico di significato oltre che di strabilianti scene d'azione facendolo diventare un cult come è successo a Balde Runner, ma Wiseman non è Scott, per cui quello che viene fuori è un prodotto ben confezionato, esteticamente invitante, ma privo dello spessore che caratterizza la letteratura di Dick. La prima parte del film è emozionante, avvincente e ci trasporta in un mondo e in una situazione originali e interessanti, le scene d'azione sono ben girate, le scenografie sono perfette, ma come spesso succede nei film, la seconda parte diventa un mezzo pasticcio e butta via le premesse create nella prima parte: le scene d'azione diventano troppe, stancanti e un pò ripetitive, la sceneggiatura comincia a perdere consistenza, piegandosi alle banalità che a volte vengono messe in bocca ai personaggi dei film americani(continue battute tra il protagonista e sua moglie/spia che vanno avanti fino alla fine diventando sconate, discorsi che vorrebbero essere profondi ma che risultano solo ridicoli) e il finale assolutamente prevedibile e in generale la situazione sociale del film è risolta troppo velocemente senza dare particolari spiegazioni al disagio diffuso nella colonia o senza dare nessuna immagine di chi vive in Britannia.
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L'idea che ha ispirato il film(cioè il racconto di Dick) e la storia che ne è stata sviluppata(che a quanto pare è completamente diversa da quella del racconto), potevano essere le solide basi per un film fantascientifico carico di significato oltre che di strabilianti scene d'azione facendolo diventare un cult come è successo a Balde Runner, ma Wiseman non è Scott, per cui quello che viene fuori è un prodotto ben confezionato, esteticamente invitante, ma privo dello spessore che caratterizza la letteratura di Dick. La prima parte del film è emozionante, avvincente e ci trasporta in un mondo e in una situazione originali e interessanti, le scene d'azione sono ben girate, le scenografie sono perfette, ma come spesso succede nei film, la seconda parte diventa un mezzo pasticcio e butta via le premesse create nella prima parte: le scene d'azione diventano troppe, stancanti e un pò ripetitive, la sceneggiatura comincia a perdere consistenza, piegandosi alle banalità che a volte vengono messe in bocca ai personaggi dei film americani(continue battute tra il protagonista e sua moglie/spia che vanno avanti fino alla fine diventando sconate, discorsi che vorrebbero essere profondi ma che risultano solo ridicoli) e il finale assolutamente prevedibile e in generale la situazione sociale del film è risolta troppo velocemente senza dare particolari spiegazioni al disagio diffuso nella colonia o senza dare nessuna immagine di chi vive in Britannia. Il cast è buono, soprattutto Colin Farrell che è bravo a interpretare un insicuro e confuso uomo in cerca di se stesso, mentre gli altri personaggi sono tratteggiati superficialmente per cui non richiedono qualche particolare abilità nell'interpretarli e, anzi, il personaggio della Beckinsale sembra quasi una caricatura tanto è accanita e aggressiva senza apparente ragione. Insomma, Total Recall è comunque un buon film fantascientifico,soprattutto dal punto di vista estetico, con una buona storia e delle ottime scene d'azione ma fa pensare che se si fosse pensato a dare un pò meno adrenalina allo spettatore e un pò di più di contenuti e spunti di riflessione forse sarebbe stato meglio.
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alien46
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giovedì 11 ottobre 2012
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peccato!
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Cast faraonico, budget stellare e titolo da successo assicurato. Purtroppo questo film poteva avere tutto per avere successo e invece non convince per niente. Scene adrenalinche senza pausa e effetti speciali a bizzeffe non bastano per nasconedere una sceneggiatura piatta senza idee.
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evd_74
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mercoledì 10 ottobre 2012
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meglio del precedente
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Il racconto di Philip k. Dick è veramente cosi stringato che lascia la possibilità all'autore del film di spaziare in quasi ogni direzione, come è stato nel precedente , così è stato nell'attuale Total Recall. Penso che tra i due film ci sia un'abisso, ma anche il tempo che è passato tra l'uno e l'altro ne crea i sintomi di questa enorme differenza, come veste grafica e un futuro molto più prossimo al nostro. Quello che ho apprezzato in Total Recall (attuale) è l'idea che tutto avvenga sulla nostra Terra e il congegno non trasporta nessuno da un pianeta all'altro ma bensì da una parte all'altra della terra. Per tornare sul personaggio interpretato da Colin Farrel posso solo supporre che avrà uno spessore e una recitazione nettamente migliore del caro Schwarzenegger.
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Il racconto di Philip k. Dick è veramente cosi stringato che lascia la possibilità all'autore del film di spaziare in quasi ogni direzione, come è stato nel precedente , così è stato nell'attuale Total Recall. Penso che tra i due film ci sia un'abisso, ma anche il tempo che è passato tra l'uno e l'altro ne crea i sintomi di questa enorme differenza, come veste grafica e un futuro molto più prossimo al nostro. Quello che ho apprezzato in Total Recall (attuale) è l'idea che tutto avvenga sulla nostra Terra e il congegno non trasporta nessuno da un pianeta all'altro ma bensì da una parte all'altra della terra. Per tornare sul personaggio interpretato da Colin Farrel posso solo supporre che avrà uno spessore e una recitazione nettamente migliore del caro Schwarzenegger. Per tutti gli amanti della Fantascienza in stile Cyberpunk lo consiglio caldamente dandogli 4 Stelle.
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donni romani
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lunedì 10 settembre 2012
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un remake estetico, ma senza il pathos originale
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La passione hollywoodiana per i remake è ormai giunta a livelli parossistici si sa, ma ci sono titoli che effettivamente possono essere reinventati e rivitalizzati da una nuova versione. Nel caso di Total Recall - Atto di Forza, remake del'originale di Paul Verhoeven del 1990 con Arnold Schwarzenegger, l'unico motivo per rimettere mano ad un film ancora oggi impeccabile era quello di far sfoggio della nuova tecnologia, sfoderando effetti visivi fantasmagorici che danno vita ad una girandola di luci, colori e invenzioni pirotecniche lungo quasi tutto il film.
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La passione hollywoodiana per i remake è ormai giunta a livelli parossistici si sa, ma ci sono titoli che effettivamente possono essere reinventati e rivitalizzati da una nuova versione. Nel caso di Total Recall - Atto di Forza, remake del'originale di Paul Verhoeven del 1990 con Arnold Schwarzenegger, l'unico motivo per rimettere mano ad un film ancora oggi impeccabile era quello di far sfoggio della nuova tecnologia, sfoderando effetti visivi fantasmagorici che danno vita ad una girandola di luci, colori e invenzioni pirotecniche lungo quasi tutto il film. Ma basta questo a giustificare la ripresa del racconto di Philip K. Dick in una versione adrenalinica che non si concede un attimo di pausa e che dimentica il fascino malinconico del protagonista Hauser, uomo cui hanno strappato la memoria e quindi la coscienza di sè trasformandolo in un ennesimo eroe tutto muscoli e combattimenti? Sinceramente no e anche svilire il ruolo di Matthias, capo della resistenza - un sempre carismatio Bill Nighy - a poche scene prive di emozione sembra una scelta sciatta e superficiale. La folle corsa di Douglas Quaid /Hauser che da timido e frustrato operaio si scopre un agente segreto dopo una visita alla Recall, società che inventa memorie per chi vuole sfuggire alla monotonia della vita quotidiana, è un percorso a ritroso nella propria vita precedente, di cui aveva avuto alcuni flashback in sogno, per ritrovare se stesso, la compagna e gli amici della resistenza. Le scene d'azione sono sicuramente ben girate e gli effetti speciali contribuiscono a tenere alto il livello scenografico del film, ma quanto erano più intensi i mutanti del film originale, e quanto più significativo il tracciato umano di ribellione e di rivolta contro gli oppressori, qui stilizzati in macchiette stereotipate. Manca pathos, manca spessore psicologico dei personaggi, manca la metafora sociale, manca la fantasia - il passaggio fra le due colonie con un ascensore che passa attraverso il centro della terra è davvero poca cosa per sostituire il magnifico - anche visivamente sia pure con i limiti della tecnologia del 1990 - pianeta rosso su cui approdava Schwarzy in cerca di risposte - e i personaggi di contorno - Lori la moglie fittizia tutta rabbia e scariche di proiettili - il comandante Cohaagen, sterile nel suo delirio di potere - nulla aggiungono alla messa in scena. Un remake essenzialmente estetico quindi, sicuramente mirato ad un pubblico giovane abituato ai nuovi film d'azione che non si ritagliano neanche una scena intimistica, ma che deluderà profondamente chi aveva amato i dolenti mutanti dell'originale. Unico gioiello di citazione la signora che precede Quaid in fila al controllo passaporti, è identica a colei dietro la cui maschera si nascondeva Hauser nella versione originale, cadenza d'inganno che strappa un sorriso, l'unico.
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luke_skywalker
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giovedì 9 agosto 2012
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total recall - richiamo totale!
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Cosa c'entra "atto di forza" non l'ho mai capito!!!cmq vedendo il trailer già posso dire una cosa: potevano evitarlo perchè il film con "Swarzy" è unico e irripetibile,colonna conora compresa...un po come è successo con Scontro di Titani...cari yankees,idee nuove per favore,visto che dobbia sorbirci per forza i vostri prodotti!
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(di nonnetti)
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nicola1
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lunedì 30 luglio 2012
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basta!!!!!!!!!!!!!!
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non si puo' piu' di remake, rebbot, sequel e prequel. Di Philip K. Dick ci sono moltissime storie che potrebbero essere trasferite sul grande schermo.
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