alexdpu
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lunedì 24 settembre 2012
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ottimo film
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Finalmente un film con una storia e con un messaggio anche se come dice Dennis Quaid "L'arte si riserva di fare domande e non fornire risposte".
Il film è ben raccontato e gli intrecci ben mescolati e con un ottima recitazione dei protagonisti. Viene voglia di vederlo in inglese per poterne apprezzare fin in fondo le doti.
La storia ruota intorno ad un eterno dilemma etico, è giusto usare una scorciatoia, un imbroglio per poter raggiungere la realizzazione personale? e nel caso in cui si è onesti, candidi... come convivere con scelte eticamente scorrette?
La risposta dello sceneggiatore sembra essere: se hai preso delle scelte devi poter convivere con esse senza voltarti indietro, ma poi l'analisi interiore dei personaggi va oltre questa risposta.
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Finalmente un film con una storia e con un messaggio anche se come dice Dennis Quaid "L'arte si riserva di fare domande e non fornire risposte".
Il film è ben raccontato e gli intrecci ben mescolati e con un ottima recitazione dei protagonisti. Viene voglia di vederlo in inglese per poterne apprezzare fin in fondo le doti.
La storia ruota intorno ad un eterno dilemma etico, è giusto usare una scorciatoia, un imbroglio per poter raggiungere la realizzazione personale? e nel caso in cui si è onesti, candidi... come convivere con scelte eticamente scorrette?
La risposta dello sceneggiatore sembra essere: se hai preso delle scelte devi poter convivere con esse senza voltarti indietro, ma poi l'analisi interiore dei personaggi va oltre questa risposta.
La cosa più bella di questo film è che è uno di quelli che porta ad aprire una discussione con altri spettatori a valle della proiezione.
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marcocremona
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lunedì 24 settembre 2012
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una matrioska di storie solo raccontate. noioso.
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Uno scrittore che legge davanti ad una platea il suo libro che racconta di un autore che racconta, a sua volta, la sua storia rubata da uno scrittore in crisi di successo. Come ci si può appassionare ad una storia di una storia di una storia? L'irrealtà all'ennesima potenza. Spesso i film iniziano con "tratto da una storia vera"; in questo caso si potrebbe scrivere "tratto da tre storie false". La prima, come detto sopra, di uno scrittore che legge il suo libro (ci può essere cosa più noiosa), incontra una misteriosa gnocca e se la porta in albergo (cosa succeda li non è dato sapere ed il ruolo della ragazza rimane ancora un mistero, almeno per me).
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Uno scrittore che legge davanti ad una platea il suo libro che racconta di un autore che racconta, a sua volta, la sua storia rubata da uno scrittore in crisi di successo. Come ci si può appassionare ad una storia di una storia di una storia? L'irrealtà all'ennesima potenza. Spesso i film iniziano con "tratto da una storia vera"; in questo caso si potrebbe scrivere "tratto da tre storie false". La prima, come detto sopra, di uno scrittore che legge il suo libro (ci può essere cosa più noiosa), incontra una misteriosa gnocca e se la porta in albergo (cosa succeda li non è dato sapere ed il ruolo della ragazza rimane ancora un mistero, almeno per me). La seconda. Uno scrittore in crisi con la creatività, in crisi con la moglie, in crisi con il padre trova un dattiloscritto abbandonato in una borsa a Parigi, lo fa pubblicare e diventa un successone. Il vero autore lo scova (in impermeabile fuori dall'albergo in una notte buia e tempestosa) e gli svela la verità riempiendolo di sensi di colpa (cosa poi succeda nessuno lo sa). Dimenticavo... il vecchio ha la passione delle piante e dei fiori e lavora in un vivaio (nonstante sia vecchio). Che sia parente con Nero Wolfe? Terza storia. Un soldatino mandato a pulire le fogne a Parigi durante la 2^ guerra mondiale si innamora di una cameriera, la sposa hanno una figlia e poi si lasciano. A parte la fotografia molto bella di questa ultima storia del resto rimangono solo inutili parole. Quando un film è noiso guardo spesso l'orologio. In questo caso pensavo si fosse pure rotto.
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flyanto
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lunedì 24 settembre 2012
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cosa spinge la brama di diventarer uno scrittore
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Film dalla trama piuttosto avvincente (ma non del tutto originale) in cui scaturisce un problema di carattere etico/morale in seguito al fatto che uno scrittore si impossessa di un manoscritto appartenente ad un altro e lo pubblica a suo nome. Di facile approccio il film risulta ben diretto come opera prima di due sceneggiatori.
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jkl20
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lunedì 24 settembre 2012
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parole, parole, parole..
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The Words è un film che va smascherato dallo spettatore stesso. Dietro a una buona storia romanzata, la pellicola prende e analizza i sentimenti umani più profondi e frequenti, capaci anche di essere scaturiti con delle "semplici" parole: la speranza, la bramosità, l'insufficiente convinzione personale, la paura delle conseguenze, il pentimento e la continua ricerca della redenzione per una pace interiore. In The Words c'è molto di più di un semplice racconto e lo spettatore riesce a percepirlo già nei primi minuti.
La pellicola scorre piacevole, nonostante qualche punto piatto, amministrata da un'ottima regia e dal sempre verde Jeremy Irons che, dopo aver soffiato pochi giorni fa sopra le sue 64 candelline, si conferma un attore magistrale e capace di migliorare anche unBradley Cooper troppo legato ancora alle sue parti comiche.
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The Words è un film che va smascherato dallo spettatore stesso. Dietro a una buona storia romanzata, la pellicola prende e analizza i sentimenti umani più profondi e frequenti, capaci anche di essere scaturiti con delle "semplici" parole: la speranza, la bramosità, l'insufficiente convinzione personale, la paura delle conseguenze, il pentimento e la continua ricerca della redenzione per una pace interiore. In The Words c'è molto di più di un semplice racconto e lo spettatore riesce a percepirlo già nei primi minuti.
La pellicola scorre piacevole, nonostante qualche punto piatto, amministrata da un'ottima regia e dal sempre verde Jeremy Irons che, dopo aver soffiato pochi giorni fa sopra le sue 64 candelline, si conferma un attore magistrale e capace di migliorare anche unBradley Cooper troppo legato ancora alle sue parti comiche. Usciremo dalla sala soddisfatti, ma pensando a tutte le scelte difficili fatte in passato e alle conseguenze che abbiamo dovuto accettare, perchè come dice Irons: "We all make difficult choices in life. The hard thing is to live with them."
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melania
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domenica 23 settembre 2012
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molto interessante
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trama interessante,ottima interpretazione,il film fa molto riflettere sulle debolezze umane,sulle scelte non sempre giuste,sui compromessi,in una parola sulla nostra vita.la lentezza delle scene è quasi necessaria per il tema trattato,è un film che fa pensare.
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maria63
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domenica 23 settembre 2012
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le parole(leggi la fama e il successo) non pagano
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Bel film,me ne rendevo conto tornando a casa.Invece durante la proiezione devo dire che davo segni d'insofferenza nel terzo centrale,dove il fiume narrativo(perchè proprio di un fiume si tratta,una piena dilagante)rallentava il suo corso in modo direi esagerato.Se avessero evitato certe ridondanze nel montaggio,i registi di The Worlds avrebbero realizzato un film ottimo.Siamo invece appena sotto l'ottimo,per il motivo di cui sopra e per la scelta del protagonista narrante,che pur ottimamente interpretato da Quaid,sarebbe stato superlativo se affidato ad un personaggio del tipo di Michael Douglas,secondo la mia modesta opinione.Bello il finale così ambiguo eppure così chiaro:che altro resta da dire,infondo?dopo essere scesi nelle viscere della debolezza e fragilità umana,sta a noi scegliere se pensare che sia tutto vero o tutto finto.
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Bel film,me ne rendevo conto tornando a casa.Invece durante la proiezione devo dire che davo segni d'insofferenza nel terzo centrale,dove il fiume narrativo(perchè proprio di un fiume si tratta,una piena dilagante)rallentava il suo corso in modo direi esagerato.Se avessero evitato certe ridondanze nel montaggio,i registi di The Worlds avrebbero realizzato un film ottimo.Siamo invece appena sotto l'ottimo,per il motivo di cui sopra e per la scelta del protagonista narrante,che pur ottimamente interpretato da Quaid,sarebbe stato superlativo se affidato ad un personaggio del tipo di Michael Douglas,secondo la mia modesta opinione.Bello il finale così ambiguo eppure così chiaro:che altro resta da dire,infondo?dopo essere scesi nelle viscere della debolezza e fragilità umana,sta a noi scegliere se pensare che sia tutto vero o tutto finto...non c'è differenza ,in realtà,come dice Irons,sono solo cose,le parole.Quel che conta è la realtà,le emozioni,le persone:quelo vale e resta nella vita,mentre il successo,le trame,la fama,sono solo parole,appunto,che volano via...il protagonista non lo ha capito in tempo e preferisce vivere in bilico tra finzione e realtà,nel sogno.Provate adesso a leggere Calderòn de la Barca e ditemi che ne pensate.
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filippo catani
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domenica 23 settembre 2012
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un piccolo capolavoro
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Un giovane scrittore ottiene tutte risposte negative dalle case editrici a cui manda il proprio libro per essere pubblicato. Sull'orlo della disperazione, il giovane rinviene per caso dei fogli scritti a macchina da scrivere e ne rimane folgorato. Decide allora di pubblicare il contenuto di quelle pagine a suo nome ma la cosa avrà conseguenze positive e non.
The words rappresenta al meglio quello che si può trovare in una pellicola ben costruita e strutturata. Intanto la storia funziona alla meraviglia e il ritmo compassato ne è il fiore all'occhiello. La storia infatti si sviluppa su più livelli e quindi è bene che lo spettatore possa impossessarsi con calma non solo delle immagini ma delle parole di cui è fatto il film e che sono le vere protagoniste della storia.
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Un giovane scrittore ottiene tutte risposte negative dalle case editrici a cui manda il proprio libro per essere pubblicato. Sull'orlo della disperazione, il giovane rinviene per caso dei fogli scritti a macchina da scrivere e ne rimane folgorato. Decide allora di pubblicare il contenuto di quelle pagine a suo nome ma la cosa avrà conseguenze positive e non.
The words rappresenta al meglio quello che si può trovare in una pellicola ben costruita e strutturata. Intanto la storia funziona alla meraviglia e il ritmo compassato ne è il fiore all'occhiello. La storia infatti si sviluppa su più livelli e quindi è bene che lo spettatore possa impossessarsi con calma non solo delle immagini ma delle parole di cui è fatto il film e che sono le vere protagoniste della storia. Quindi troviamo un mix di attori giusti al posto giusto su cui spicca uno splendido Jeremy Irons che regala una performance degna delle migliori operte. Poi insieme alla sceneggiatura anche la scenografia e i dialoghi. Due cose su tutte. La sequenza di marito e moglie che a distanza di anni si vedono per caso che, senza parole ma con un semplice gesto della mano, è quanto di più struggente e commovente visto ultimamente (a riprova che a volte più delle parole contano gli sguardi e i gesti). Quindi il momento in cui la giovane moglie del protagonista gli comunica di aver letto il libro da lui "scritto" (è infatti ignara della copiatura) e gli dice che leggendo quelle pagine ha capito che l'uomo aveva finalmente manifestato il proprio io a riprova anche questo, se ce ne fosse bisogno, che forse per conoscere una persona non basta una vita e che spesso vediamo quello che vogliamo. In chiusura non può mancare una citazione sia per la bella colonna sonora che per la ragionevole durata del film che scongiura rischi di eccessivi giri di parole o moralismi da cui invece si tiene ben lontano. Insomma un film davvero di pregevole fattura.
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silvia63
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domenica 23 settembre 2012
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film piacevole
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Molto piacevole lo svolgimento della storia in tre tempi diversi. Bravi Cooper e Irons, meno convincente Quaid. La passione per la scrittura ti accompagna per tutta la durata del film e ti trovi a soffrire e sperare con i protagonisti. Da vedere.
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renato volpone
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sabato 22 settembre 2012
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le parole non appartengono a chi le ha scritte
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Le parole non appartengono a chi le ha scritte, ma a chi le legge. Anche se la storia parla di parole rubate, di parole che commuovono, di parole che non vengono è la storia di una coscienza, della coscienza di tutti. E' la storia delle paure di ogni scrittore...è la storia un po' di tutti noi, che costruiamo la nostra vita, facciamo delle scelte e ne paghiamo le conseguenze. Si tratta di un racconto che, nonostante l'abbandono in alcuni tratti, regge e convince. E' un racconto di speranze e di debolezze umane ben giostrato su diversi livelli di meta-racconto. Convincenti gli attori, buona la fotografia, musica già sentita e un po' troppo mielosa. La parte storica a Parigi è forse troppo moderna nonostante la corretta ambientazione, da un lato per atteggiamenti e movimenti dei giorni nostri, dall'altro per personaggi quasi usciti da un rotocalco.
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Le parole non appartengono a chi le ha scritte, ma a chi le legge. Anche se la storia parla di parole rubate, di parole che commuovono, di parole che non vengono è la storia di una coscienza, della coscienza di tutti. E' la storia delle paure di ogni scrittore...è la storia un po' di tutti noi, che costruiamo la nostra vita, facciamo delle scelte e ne paghiamo le conseguenze. Si tratta di un racconto che, nonostante l'abbandono in alcuni tratti, regge e convince. E' un racconto di speranze e di debolezze umane ben giostrato su diversi livelli di meta-racconto. Convincenti gli attori, buona la fotografia, musica già sentita e un po' troppo mielosa. La parte storica a Parigi è forse troppo moderna nonostante la corretta ambientazione, da un lato per atteggiamenti e movimenti dei giorni nostri, dall'altro per personaggi quasi usciti da un rotocalco. E se trovate una vecchia borsa, pensate che , come tutti gli oggetti, ha una storia da raccontare.....
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brian77
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venerdì 21 settembre 2012
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giochetto sterile
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Ennesimo giochetto della narrazione dentro la narrazione dentro la narrazione, roba stantia, finto intellettualismo da studenti liceali visto e stravisto ad ogni scuola di sceneggiatura. Naturalmente, se poi ci fosse un regista vero, tutto può diventare un buon film, anche sceneggiature leziose come questa. Invece la regia è pura illustrazione del copione, entro un impianto produttivo decente. Peccato. Poco azzeccata anche la scelta di Dennis Quaid come scrittore.
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(di winterwake)
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