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pessimoelemento
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venerdì 25 luglio 2014
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semplice ed efficace
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Con l'ottimo primo capitolo dedicato alla saga di Star Trek, accolto bene dai fan della saga, Abrams si era tolto un peso non indifferente e ha potuto quindi lavorare con maggior leggerezza e più calma a questo secondo film. E si vede. Trama e intreccio sono ridotti all'osso, ma ugualmente risucchiano lo spettatore in un vortice d'azione che non lascia scampo, il tutto condito con la giusta dose di ironia, ma senza eludere tematiche più profonde (l'amicizia come forma d'amore, il sacrificio del singolo a favore di tanti, il desiderio di vendetta che genera solo odio) che forse appariranno banali ma nelle giuste dosi non appesantiscono e danno una spinta in più alla storia.
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Con l'ottimo primo capitolo dedicato alla saga di Star Trek, accolto bene dai fan della saga, Abrams si era tolto un peso non indifferente e ha potuto quindi lavorare con maggior leggerezza e più calma a questo secondo film. E si vede. Trama e intreccio sono ridotti all'osso, ma ugualmente risucchiano lo spettatore in un vortice d'azione che non lascia scampo, il tutto condito con la giusta dose di ironia, ma senza eludere tematiche più profonde (l'amicizia come forma d'amore, il sacrificio del singolo a favore di tanti, il desiderio di vendetta che genera solo odio) che forse appariranno banali ma nelle giuste dosi non appesantiscono e danno una spinta in più alla storia. Il ritmo è sostenuto e non ci si annoia mai, non capisco come alcuni possano dire il contrario. Star Trek into darkness non è un capolavoro ma è un ottimo film da fantascienza, un genere che ormai pochi sanno maneggiare.
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alexander 1986
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martedì 4 marzo 2014
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la minestra riscaldata della nonnina abrams
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Il comandante Kirk (Chris Pine) ne combina una delle sue per salvare la pelle all'amico Spock (Zachary Quinto), finendo degradato e perdendo il comando della nave. Prima che egli possa annegare nell'alcool la sua tristezza, arriva provvidenziale l'attentato di un misterioso terrorista contro il Consiglio della Flotta Stellare. Il suo nome è John Harrison (Benedict Cumberbatch), uomo misterioso e dalle capacità sovrumane. L'Enterprise parte quindi al gran completo alla caccia del cattivone.
Star Trek è un franchise privo di un presente e forse anche di un futuro, e che quindi si trova costretto a cercare sostegno nel glorioso passato. 'Into Darkness' è un film dozzinale, quasi un B-movie: l'intreccio è scontatissimo, il cast - con l'eccezione di Cumberbatch - di basso livello, gli effetti visivi non molto efficaci considerando che la pellicola è stata girata interamente in digitale.
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Il comandante Kirk (Chris Pine) ne combina una delle sue per salvare la pelle all'amico Spock (Zachary Quinto), finendo degradato e perdendo il comando della nave. Prima che egli possa annegare nell'alcool la sua tristezza, arriva provvidenziale l'attentato di un misterioso terrorista contro il Consiglio della Flotta Stellare. Il suo nome è John Harrison (Benedict Cumberbatch), uomo misterioso e dalle capacità sovrumane. L'Enterprise parte quindi al gran completo alla caccia del cattivone.
Star Trek è un franchise privo di un presente e forse anche di un futuro, e che quindi si trova costretto a cercare sostegno nel glorioso passato. 'Into Darkness' è un film dozzinale, quasi un B-movie: l'intreccio è scontatissimo, il cast - con l'eccezione di Cumberbatch - di basso livello, gli effetti visivi non molto efficaci considerando che la pellicola è stata girata interamente in digitale. L'unico elemento che impedisce al pubblico di rigettare quest'ultima fatica di Abrams è il continuo, anzi forsennato, auto-citazionismo. I fan sfegatati delle serie passate si divertiranno a riconoscere battute già sentite, scene già viste, personaggi già conosciuti. Per non parlare di una sorpresona finale, che farà perdere i sensi a qualcheduno. Insomma, 'Into Darkness' è un colossale lavoro di 'fan service', e in quanto tale non presenta una sua autonomia né possiede alcun motivo di interesse.
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fabio1957
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mercoledì 19 febbraio 2014
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molto fumo poco arrosto
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Film ricchissimo di effetti speciali, possiede una trama un po' troppo esile, le interpretazioni sono di maniera. Poca cosa rispetto ai suoi brillanti predecessori, che pur disponendo di tecnologie meno avanzate per non dire rudimentali, avevano però il pregio di una suggestione profonda, figlia di una recitazione più convincente e di storie incredibili, meno pirotecniche, ma più pregne di enigmi esistenziali.
Comunque da vedere.
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ivan garavaglia
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mercoledì 6 novembre 2013
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un film che stravolge una delle più amate serie tv
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Sinceramente non capisco tutto questo entusiamo della critica qui sopra per questo film, io ho visto soltanto una anonima storia fantascientifica che non aggiunge niente al genere e che stravolge completamente una delle più grandi serie fantascientifiche di tutti i tempi, un film che ha fatto storcere il naso a molti fan creando l' effetto di spiderman 3 di Sam Raimi che non piacque ai fan del fumetto perché Raimi lo stravolse molto; qui la stessa cosa. Comunque lasciando perdere il fatto che appartenga alla saga di star trek ma prendendolo come film a se, si fa guardare ma non ci vedo un capolavoro, la trama abbastanza banale in alcuni punti perde ritmo ed annoia, i personaggi sono scritti in maniera da odiarli sin dal primo minuto di film e con dei dialoghi in alcuni punti inutili.
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Sinceramente non capisco tutto questo entusiamo della critica qui sopra per questo film, io ho visto soltanto una anonima storia fantascientifica che non aggiunge niente al genere e che stravolge completamente una delle più grandi serie fantascientifiche di tutti i tempi, un film che ha fatto storcere il naso a molti fan creando l' effetto di spiderman 3 di Sam Raimi che non piacque ai fan del fumetto perché Raimi lo stravolse molto; qui la stessa cosa. Comunque lasciando perdere il fatto che appartenga alla saga di star trek ma prendendolo come film a se, si fa guardare ma non ci vedo un capolavoro, la trama abbastanza banale in alcuni punti perde ritmo ed annoia, i personaggi sono scritti in maniera da odiarli sin dal primo minuto di film e con dei dialoghi in alcuni punti inutili. Poi questi due film di Abrams su star trek sono piuttosto inutili, a cosa serve riadattare in una nuova linea temporale una serie già perfetta di suo, secondo me avrebbe avuto più senso fare dei remake dei vecchi film che rispettassero le tecniche di narrazione, anche questo sarebbe abbastanza inutile ma meno di questi due film di Abrams
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nicola1
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venerdì 25 ottobre 2013
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minestra riscaldata
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Devo dire che e’ un bel film di fantascienza, almeno per i gusti di adesso. Veramente splendidi effetti speciali, tensione narrativa ben costruita, buona regia, storia … (lasciamo perdere per ora, ci ritornero’ fra poco) bravi attori, montaggio un po’ meglio del precedente. Mancava solo due o tre cose per essere un film perfetto: primo, togliere il logo “Star Trek” dal titolo; secondo cambiare i nomi di tutti i personaggi principali e terzo cambiare astronave e ambientazione.
Parliamo chiaramente: questa di Abrams e’ un’operazione commerciale. Non ci sono altre parole. Con il precedente (ormai metabolizzato da me) ha fatto un divertissement, un gioco al rimando, all’omaggio potrebbe essere il “grande quizzone di Star Trek” e, forse, tutto sommato, ci stava (nella saga di 007 c’e’ stato “Mai dire mai”) Qualcosa fatto tanto per divertirsi.
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Devo dire che e’ un bel film di fantascienza, almeno per i gusti di adesso. Veramente splendidi effetti speciali, tensione narrativa ben costruita, buona regia, storia … (lasciamo perdere per ora, ci ritornero’ fra poco) bravi attori, montaggio un po’ meglio del precedente. Mancava solo due o tre cose per essere un film perfetto: primo, togliere il logo “Star Trek” dal titolo; secondo cambiare i nomi di tutti i personaggi principali e terzo cambiare astronave e ambientazione.
Parliamo chiaramente: questa di Abrams e’ un’operazione commerciale. Non ci sono altre parole. Con il precedente (ormai metabolizzato da me) ha fatto un divertissement, un gioco al rimando, all’omaggio potrebbe essere il “grande quizzone di Star Trek” e, forse, tutto sommato, ci stava (nella saga di 007 c’e’ stato “Mai dire mai”) Qualcosa fatto tanto per divertirsi. Ma con questo non c’e’ piu’ nessuna scusante. Se con l’altro film il reboot e’ appena iniziato cosa c’entrano in questo “L’ira di Khan” e “Spazio profondo”? Non ha (sempre Abrams intendo, o chi per lui) l’immaginazione per crearsi una “missione quinquennale” tutta sua, originale e priva di richiami a quella del 1966-1969? Perche’ non si sbizzarrisce con storie completamente nuove dove ci sia davvero da meravigliarsi?
Ho detto che ho già metabolizzato quella porcheria del 2009 quindi per la verità adesso mi aspettavo qualcosa di VERAMENTE NUOVO. Invece mi ritrovo una storia che non e’ altro che la rimasticatura del film del 1982 e dell’ episodio del 1966 aggiornati ai gusti di adesso. Essere presi in giro raccontandoci sempre la stessa storiella non credo che sia accettabile (a meno di non chiamarsi Robert Wise e creare qualcosa come “The Motion Picture”)
La nuova missione quinquennale e’ stata comunque accennata, per il prossimo XIII (un numero da tener a mente piu’ che il 3) chissa’ che ne verra’ fuori, magari un giro nella citta’ sull’orlo del sempre? Rabbrividisco solo al pensarci.
Si sa pero’ che il caro JJ passera’ alla sola produzione in quanto probabilmente egli sara’ impegnato a continuare la distruzione dell’altra saga di fantascienza (distruzione iniziata peraltro dal suo stesso creatore)
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claudiofedele93
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domenica 6 ottobre 2013
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un ottimo blockbuster, ben diretto e interpretato
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In Into Darkness – Star Trek, Abrams racconta principalmente la storia, l’amicizia e l’amore tra Spock e Kirk senza porre alcun freno alla sua fantasia vagando in ogni angolo dello spazio a lui consentito; Prende tutto quello che di buono si era visto nel primo capitolo e firma un pop-corn movie capace di stupire tecnicamente e intrattenere ogni tipo di spettatore senza mai prendersi troppo sul serio e annoiare.
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In Into Darkness – Star Trek, Abrams racconta principalmente la storia, l’amicizia e l’amore tra Spock e Kirk senza porre alcun freno alla sua fantasia vagando in ogni angolo dello spazio a lui consentito; Prende tutto quello che di buono si era visto nel primo capitolo e firma un pop-corn movie capace di stupire tecnicamente e intrattenere ogni tipo di spettatore senza mai prendersi troppo sul serio e annoiare. Il film soffre troppo di una sceneggiatura non brillante e poco curata nella parte finale, che riprende sequenze viste già recentemente in altri lungometraggi (diventate a questo punto stereotipi del genere) e cade in espedienti a volte un po’ troppo banali non sfruttando appieno il potenziale da cui prende spunto. Nel dare così un giudizio finale al lavoro fatto dall’intero team non possiamo che considerare il prodotto riuscito (nel complesso), ma non esente, allo stesso tempo, da difetti se osservato nei dettagli. Gli attori offrono soddisfacenti performance e vogliamo sottolineare un certo miglioramento da parte di Chris Pine, qui molto più in sintonia nelle vesti del capitano Kirk e molto più ispirato rispetto al primo capitolo. Buona anche la prova di Quinto, mentre poco convincente Peter Weller nei panni dell’ammiraglio Marcus; bravo Simon Pegg che interpreta uno Scott meno spiritoso e più responsabile. Vera star del film dal fascino ambiguo, oscuro, intrigante e di camaleontico talento è Benedict Cumberbatch, chiamato per interpretare il villain dell’occasione; l’attore inglese riesce non solo nell’arduo compito di far di Harrison un personaggio abbastanza carismatico, ma persino a mettere il luce più il suo lato umano, con annessa la follia, rispetto a quello “alieno”. Senza ombra di dubbio alcune sue scene sono persino migliori di quelle ricche di azione. Fino ad oggi Into Darkness rimane forse uno dei più bei blockbuster dell’anno e di certo è il trampolino di lancio (o l’affermazione) per il regista e per alcuni degli attori presenti!
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liuk!
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giovedì 19 settembre 2013
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altro capitolo superlativo
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« Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di strani nuovi mondi alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima. »
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aldolg
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giovedì 12 settembre 2013
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solo per fans
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Dodicesimo film della serie. Ottimo 3D e come curiosità uno Spock sempre più umano e un pianeta di nome Nibiru ! Consigliato ai soli amanti della saga. Tematica: STAR TREK
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carlosantoni
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venerdì 16 agosto 2013
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into boredom
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Un inutile e ridondante dispendio di effetti speciali che non possono supplire alla pochezza di un film che non inventa niente, si limita a un “copia e incolla” soprattutto utilizzando i film di R. Scott, “Blade Runner” e “Alien”, poi anche “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick e direi “Skyfall” di Mendes. Un film farcito di stucchevole retorica patriottarda in salsa 11 settembre. È noiosa la sequenza interminabile di eventi catastrofici e di episodi a catena da Mission Impossible, dopo un po’ non se ne può più, e invece c’è da subirne per più di due ore. La colonna sonora che accompagna e sottolinea le diverse fasi del film vorrebbe essere epica, nel senso più squisitamente yankee del termine, cioè quello tipico dei film western in cui l’intento è quello di divertire gli spettatori con storie di sterminio dei nativi, proprio per questo è tronfia e insopportabile: allude a eroismi che non sono tali, a “guerre giuste” che non sono per niente giuste.
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Un inutile e ridondante dispendio di effetti speciali che non possono supplire alla pochezza di un film che non inventa niente, si limita a un “copia e incolla” soprattutto utilizzando i film di R. Scott, “Blade Runner” e “Alien”, poi anche “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick e direi “Skyfall” di Mendes. Un film farcito di stucchevole retorica patriottarda in salsa 11 settembre. È noiosa la sequenza interminabile di eventi catastrofici e di episodi a catena da Mission Impossible, dopo un po’ non se ne può più, e invece c’è da subirne per più di due ore. La colonna sonora che accompagna e sottolinea le diverse fasi del film vorrebbe essere epica, nel senso più squisitamente yankee del termine, cioè quello tipico dei film western in cui l’intento è quello di divertire gli spettatori con storie di sterminio dei nativi, proprio per questo è tronfia e insopportabile: allude a eroismi che non sono tali, a “guerre giuste” che non sono per niente giuste. La faccia da bamboccio del protagonista (Chris Pine) forse va bene per uno spot sui dopobarba, ma non per un film d’azione dove un Matt Damon e perfino un Tom Cruise sarebbero andati alla grande: vedere il suo sguardo continuamente imbambolato, coi begli occhioni sgranati e la boccuccia increspata, con l’espressione ottimistica stampata perennemente in faccia, da giovanotto yuppie sempre sicuro di sé, pronto a tutto ma al tempo stesso col cuore così tenero che si taglia con un grissino (insomma la quintessenza dell’insopportabile bravo ragazzo made in Usa), risulta pesante.
Pesante anche la retorica ipocrita dei buoni propositi enunciata all’inizio del film: la missione è andare ad esplorare i luoghi reconditi dell’universo, ma senza intervenire: guardare e non toccare, per non modificare surrettiziamente la naturale evoluzione di civiltà e popoli diversi dai nostri. Proprio quello che nella loro storia hanno sempre fatto gli Usa, specie negli ultimi 120 anni! E non meno pesante la retorica finale in salsa 11 settembre, dove l’astronave-kamikaze si getta sui grattaceli della metropoli per distruggere più che può.
Più che un film di fantascienza, Into Darkness mi sembra un film di propaganda, come tanti, troppi ne vengono ancora prodotti e sparati, purtroppo non nelle oscurità degli spazi siderali ma nelle oscurità delle sale di proiezione.
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[+] ma la serie
(di emaspac)
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carlosantoni
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domenica 4 agosto 2013
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into boredom
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Un inutile e ridondante dispendio di effetti speciali che non possono supplire alla pochezza di un film che non inventa niente, si limita a un “copia e incolla” soprattutto utilizzando i film di R. Scott, “Blade Runner” e “Alien”, poi anche “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick e direi “Skyfall” di Mendes. Un film farcito di stucchevole retorica patriottarda in salsa 11 settembre. È noiosa la sequenza interminabile di eventi catastrofici e di episodi a catena da Mission Impossible, dopo un po’ non se ne può più, e invece c’è da subirne per più di due ore. La colonna sonora che accompagna e sottolinea le diverse fasi del film vorrebbe essere epica, nel senso più squisitamente yankee del termine, cioè quello tipico dei film western in cui l’intento è quello di divertire gli spettatori con storie di sterminio dei nativi, proprio per questo è tronfia e insopportabile: allude a eroismi che non sono tali, a “guerre giuste” che non sono per niente giuste.
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Un inutile e ridondante dispendio di effetti speciali che non possono supplire alla pochezza di un film che non inventa niente, si limita a un “copia e incolla” soprattutto utilizzando i film di R. Scott, “Blade Runner” e “Alien”, poi anche “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick e direi “Skyfall” di Mendes. Un film farcito di stucchevole retorica patriottarda in salsa 11 settembre. È noiosa la sequenza interminabile di eventi catastrofici e di episodi a catena da Mission Impossible, dopo un po’ non se ne può più, e invece c’è da subirne per più di due ore. La colonna sonora che accompagna e sottolinea le diverse fasi del film vorrebbe essere epica, nel senso più squisitamente yankee del termine, cioè quello tipico dei film western in cui l’intento è quello di divertire gli spettatori con storie di sterminio dei nativi, proprio per questo è tronfia e insopportabile: allude a eroismi che non sono tali, a “guerre giuste” che non sono per niente giuste. La faccia da bamboccio del protagonista (Chris Pine) forse va bene per uno spot sui dopobarba, ma non per un film d’azione dove un Matt Damon e perfino un Tom Cruise sarebbero andati alla grande: vedere il suo sguardo continuamente imbambolato, coi begli occhioni sgranati e la boccuccia increspata, con l’espressione ottimistica stampata perennemente in faccia, da giovanotto yuppie sempre sicuro di sé, pronto a tutto ma al tempo stesso col cuore così tenero che si taglia con un grissino (insomma la quintessenza dell’insopportabile bravo ragazzo made in Usa), risulta pesante.
Pesante anche la retorica ipocrita dei buoni propositi enunciata all’inizio del film: la missione è andare ad esplorare i luoghi reconditi dell’universo, ma senza intervenire: guardare e non toccare, per non modificare surrettiziamente la naturale evoluzione di civiltà e popoli diversi dai nostri. Proprio quello che nella loro storia hanno sempre fatto gli Usa, specie negli ultimi 120 anni! E non meno pesante la retorica finale in salsa 11 settembre, dove l’astronave-kamikaze si getta sui grattaceli della metropoli per distruggere più che può.
Più che un film di fantascienza, Into Darkness mi sembra un film di propaganda, come tanti, troppi ne vengono ancora prodotti e sparati, purtroppo non nelle oscurità degli spazi siderali ma nelle oscurità delle sale di proiezione.
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[+] ma che film hai visto?
(di pessimoelemento)
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