donni romani
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sabato 2 marzo 2013
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dolente e potente
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Favola nera, dolente e amara, che racconta con tragica rassegnazione le prigioni sociali, culturali, familiari di una giovane donna senza futuro perchè segnata da un passato atroce. Siamo in Irlanda negli Anni Novanta e Colette appartiene ad un famiglia di militanti dell'Ira. Nel partecipare ad un'azione a Londra viene arrestata e contattata dall'Intelligence per diventare un informatrice, sottraendosi così al carcere. Lei è indecisa, ha una figlia piccola da accudire, ma anche dei fratelli estremamente decisi e se scoprissero che sta collaborando con la polizia inglese la ucciderebbero di sicuro, ma infine accetta, ed entra in una spirale di dubbi, amarezze, delusioni e frustrazioni che l'agente che fa da collegamento fra lei e la polizia cerca di contenere per far sì che la ragazza non ceda alle paure e al disagio che tradire la propria famiglia le comporta.
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Favola nera, dolente e amara, che racconta con tragica rassegnazione le prigioni sociali, culturali, familiari di una giovane donna senza futuro perchè segnata da un passato atroce. Siamo in Irlanda negli Anni Novanta e Colette appartiene ad un famiglia di militanti dell'Ira. Nel partecipare ad un'azione a Londra viene arrestata e contattata dall'Intelligence per diventare un informatrice, sottraendosi così al carcere. Lei è indecisa, ha una figlia piccola da accudire, ma anche dei fratelli estremamente decisi e se scoprissero che sta collaborando con la polizia inglese la ucciderebbero di sicuro, ma infine accetta, ed entra in una spirale di dubbi, amarezze, delusioni e frustrazioni che l'agente che fa da collegamento fra lei e la polizia cerca di contenere per far sì che la ragazza non ceda alle paure e al disagio che tradire la propria famiglia le comporta. Il rapporto fra i due è teso, di dipendenza, di odio e forse di amore, ma ciò che più colpisce è lo sguardo sperduto di Colette che già bambina vide uccidere uno dei suoi fratellini in una sparatoria con la polizia. E quello sguardo la accompagnerà in ogni sua scelta, in ogni tradimento vissuto con senso di colpa e con amarezza, in ogni scoperta che la allontana dall'innocenza di un tempo. E' un film estremamente controllato quello di James Marsh, nei toni, nei dialoghi, perfino nei colpi di scena che non mancano e sono di ottima fattura, ma c'è un cuore pulsante, intriso di solitudine e di sofferenza che forse proprio perchè non esibito in modo plateale strazia chi osserva questa giovane donna, stretta nel suo impermeabile rosso, attraversare le strade furtiva, sempre in fuga, sempre sola, sempre estranea. I due protagonisti sono perfetti nell'interpretare il disagio del ruolo cui non possono sottrarsi, Gillian Anderson minuta fragile eppure coraggiosa e implacabile una volta costretta all'angolo, Clive Owen disincantato, tradito di suoi stessi superiori, capace ancora di pietas eppure a suo modo inflessibile nel seguire le regole regalandoci due personaggi in bilico, eroi incompiuti, vittime di gioco crudele in cui principii, regole ed ideologie travolgono ogni sentimento.
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ashtray_bliss
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martedì 5 febbraio 2013
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spy-dramma ben confezionato.
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Shadow Dancer e' un'espressione per intendere la persona che fa il doppio gioco, la spia, colei che tradisce gli uni a favore degli altri. E' questo e' cio' che e' costretta a diventare Colette, protagonista dell'ultimo film di J.Marsh.
Colette puo' essere descritta in tanti modi, ma principalmente e' una madre ed una terrorista. Milita nell'IRA e siamo all'alba degli anni '90. Colette, il cui passato di bambina e' segnato dai sensi di colpa per aver mandato il frattelo minore a comprare le sigarette al padre, ma che finisce per essere ucciso (dalla polizia o da alcuni terroristi dell'IRA stessa) e' una donna apparentemente fragile e normale, ma in realta' il suo passato determina il suo presente e lei ha scelto di far parte dell'organizzazione terroristica piu' famosa d'Irlanda, insieme a tutti i suoi fratelli.
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Shadow Dancer e' un'espressione per intendere la persona che fa il doppio gioco, la spia, colei che tradisce gli uni a favore degli altri. E' questo e' cio' che e' costretta a diventare Colette, protagonista dell'ultimo film di J.Marsh.
Colette puo' essere descritta in tanti modi, ma principalmente e' una madre ed una terrorista. Milita nell'IRA e siamo all'alba degli anni '90. Colette, il cui passato di bambina e' segnato dai sensi di colpa per aver mandato il frattelo minore a comprare le sigarette al padre, ma che finisce per essere ucciso (dalla polizia o da alcuni terroristi dell'IRA stessa) e' una donna apparentemente fragile e normale, ma in realta' il suo passato determina il suo presente e lei ha scelto di far parte dell'organizzazione terroristica piu' famosa d'Irlanda, insieme a tutti i suoi fratelli. Fino al giorno dove verra' arrestata, dopo un tentato atto terroristico in metropolitana finito male.
Verra' portata dal agente dei servizi segreti, Mac (Owen) il quale le propone un accordo: lei fara' la spia per conto dell'Intelligence brittanica e loro in cambio le lasceranno condurre una vita "normale" e sopratutto al di fuori dalla prigione per poter restare con la sua famiglia e principalmente con suo figlio. La scelta non e' semplice, ma anche se tradire i propri ideali e fare la spia ai propri compagni (e fratelli) sembra essere la scelta piu' sensata da fare il percorso di questa scelta si rivelera' essere sempre piu' arduo.
"Nessuno morira' nessuno si fara' del male" e' la frase con la quale Mac rassicura l'informatrice Colette che cerca di muoversi come una pedina nell'ombra nell'ambiente che prima le era cosi famigliare. Ma la sua copertura non durera' a lungo, grazie ad una operazione della polizia che mette in pericolo la vita stessa di Colette.
Sempre muovendosi tra luci e ombre il film evita di scavare nelle emozioni e psicologie dei protagonisti come come sfiora senza mai approfondire questioni scottanti come il ruolo dell'IRA negli anni '90, il ruolo delle spie doppiogiochiste, la polizia, la diffusione della paura per eventuali nuovi attacchi. Marsh, evita, forse apposta, di scavare nel profondo di queste questioni e cerca soltanto di creare un spy-dramma convincente e quindi le domande e i misteri ruotano solo attorno ai protagonisti: chi e' la vera spia ? Chi protegge chi ?
Anche l'interessante aspetto della violenza con la quale i membri dell'IRA affrontano i presunti traditori (vedi l'unica scena di "interrogatorio" di Connor, fratello di Colette) viene appena accennato nelle scene finali.
In definitiva si tratta pero' di un film scorrevole e gradevole, dalle tinte cupe e grigie come i predominanti colori dell'Irlanda. In bilico tra un spy-thriller e un dramma movie Shadow Dancer affronta una tematica interessante, basatasi ovviamente su un libro altrettanto interessante, ma evita di scendere nel profondo dei sentimenti ed emozioni, specialmente della protagonista Collette, anche lei in bilico tra il ruolo di donna e madre ma anche terrorista, e quello di Mac, agente solitario anche lui pedina di un gioco piu' grande di lui e dal quale viene tenuto volutamente all'oscuro.
Colpo di scena finale assicurato (se pur presentato un po' sottotono).
Sufficentemente convincenti gli interpreti, che non sfigurano mai, buona la sceneggiatura e la regia e il ritmo, mai stancante o pesante. Molto interessante lo spunto e anche lo sviluppo del film che eccetto una trama non troppo complicata o intricata, ha tutte le carte a posto per non sfigurare affianco ad altri film del genere e intrattenere lo spettatore.
Consigliato.
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