Un sapore di ruggine e ossa

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Un film di Jacques Audiard. Con Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Armand Verdure, Céline Sallette, Corinne Masiero.
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Titolo originale De rouille et d'os. Drammatico, durata 120 min. - Belgio, Francia 2012. - Bim Distribuzione uscita giovedì 4 ottobre 2012. MYMONETRO Un sapore di ruggine e ossa * * * - - valutazione media: 3,11 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Donne in amore

di Natalia Aspesi La Repubblica

Lei dice di non sapere se ancora le piacerà, lui le chiede, vuoi riprovare, lei ci riflette poi sorride, sì, perché no? Dopo, lei pare radiosa, lui dice adesso ho da fare, quando vuoi chiamami, io sono disponibile. Pare che l’amore oggi sia così, pratico e casuale, tra persone tanto diverse da non potere andare oltre i loro corpi, per un momento perduti insieme. Nel film Ruggine e ossa del sessantenne francese Jacques Audiard, in concorso ieri e già visibile in tutta la Francia, i corpi sconnessi sono quelli di un buttafuori, pugile per fame in sanguinosi incontri clandestini in mezzo a spettatori maschi inferociti, e di una ragazza, istruttrice acquatica di orche marine qui, al Marineland di Antibes, che nel suo bizzarro lavoro ha perso ambedue le gambe dal ginocchio in giù (s’immagina mangiate da una delle sue allieve acquatiche, cui comunque resta affezionata, tanto che la va a trovare). Le anime che non s’incontrano sono quella di Ali, uomo solo che non sa decifrare affetti e sentimenti né esprimerli a parole, squattrinato, sperduto, padre insicuro di un angelico piccino biondo di 5 anni; e quella di Stéphanie, una giovane donna bella e sensibile, che affronta con coraggio la sua menomazione, il suo isolamento, i primi passi con una protesi di bastoni d’acciaio, che lei non nasconde e la gente guarda sgomenta. Anche in altri film in concorso ieri c’è questa disparità amorosa, in cui l’uomo e la donna sono separati dall’età o dal denaro, dalla cultura o dalla razza, ed è lei quella che ha il meglio, mentre lui è più o meno un servizio sessuale. Certe ciccione ultracinquantenni in vacanza in Kenia pagano ragazzi neri ridenti dalla pelle «che sa di noce di cocco» nel film del crudelissimo regista austriaco Ulrich Seidl. E persino nell’Egitto infuocato dalla rivolta contro il dittatore Mubarak, nel film Dopo la battaglia, la protagonista è una ragazza che lavora in pubblicità, ha preteso il divorzio, è laica, politicizzata, incita le donne col velo a chiedere libertà, ed è attratta da un virilissimo beduino padre di famiglia, che col suo cavallo ha partecipato a pagamento alle violenze di piazza Tahrir contro i manifestanti, per miseria servo deferente di un orribile gangster. Jacques Audiard ama gli esclusi, i luoghi miserandi, le anime inquiete, i vinti: già si è cimentato con l’amore tra un piccolo criminale e una sorda in Sulle tue labbra, nel 2009 ha vinto qui il Gran Premio della giuria con Un profeta, luogo il carcere, protagonista un giovane arabo innocente che dietro le sbarre diventa assassino. Definisce Ruggine e ossa, impensierendo i suoi ammiratori, «un melodramma espressionista», ma li rianima descrivendolo come «una storia di ricostruzione e riconciliazione conlavita e anche con l’amore». Le immagini del film si accavallano veloci e ondeggianti su gente ai margini: di colore, arabi, magrebini, imbroglioni, commessi che portano a casa la merce scaduta e per questo vengono licenziati, gente spaventata, incattivita, anche affamata, tra cui splende la grazia aristocratica, chiara e gentile del piccolo figlio di Ali. I due protagonisti sono molto bravi: la ragazza amputata è Marion Cotillard, nel 2007 sotterrata dai premi e dal successo come Edith Piaf in La vie en rose, qui con quel viso qualsiasi che sa esprimere ogni pensiero ed emozione, e geniale nella bella scena in cui, sul balcone di casa, in carrozzella, ripete i gesti solenni con cui istruiva le orche marine. Matthias Schoenaerts, fiammingo di 34 anni, di capelli e carnagione rosei, del genere sofferto di massima moda cioè alla Michael Fassbender, è la nuova star lanciata da questo 65° FestivaI; nel film si chiama Ali, quindi l’han fatto scuro di capelli rasati e di pelle, con torace muscoloso sempre nudo, sia negli incontri di pugilato che in quelli carnali. Come si usa ormai nei film a caccia di spettatori, anche questo dopo tanta violenza e disperazione, ha un lieto fine. Audiard si è ispirato, come molti dei registi presenti quest’anno, all’opera di uno scrittore, nel suo caso del canadese Craig Davidson, che col titolo Ruggine e ossa (pubblicato da Einaudi) riunisce tre suoi racconti durissimi sul pugilato. In nessuno c’è la storia d’amore dei due protagonisti del film, perché ognuno di loro fa parte di un diverso racconto.
daLa Repubblica, 18 maggio 2012


di Natalia Aspesi, 18 maggio 2012

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