pacharan
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venerdì 28 dicembre 2012
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soliti idioti. dov'è il trucco?
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La critica stronca il film senza appello ma il miracolo degli incassi si ripete. Stigmatizzare il tutto con l'ignoranza e la grossolanità di una certa (abbondante) frangia del pubblico italiano che ama circondarsi e cibarsi di "mondezza" è, probabilmente, fin troppo riduttivo.
Ma Biggio e Mandelli sono due sprovveduti, due geni o, semplicemente, due "monnezzari"?
Queste sono un po' le parole che appaiono di più tra i commenti lasciati in rete agli sketch che hanno reso la coppia comica famosissima nell'Italia post democristiana e non ancora salva dal berlusconismo.
Di certo non sono geni ma la loro più che decennale esperienza sul piccolo schermo, la loro imperante presenza sul web e la totale libertà lasciatagli dalla rete MTV mostra che non sono certo degli sprovveduti.
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La critica stronca il film senza appello ma il miracolo degli incassi si ripete. Stigmatizzare il tutto con l'ignoranza e la grossolanità di una certa (abbondante) frangia del pubblico italiano che ama circondarsi e cibarsi di "mondezza" è, probabilmente, fin troppo riduttivo.
Ma Biggio e Mandelli sono due sprovveduti, due geni o, semplicemente, due "monnezzari"?
Queste sono un po' le parole che appaiono di più tra i commenti lasciati in rete agli sketch che hanno reso la coppia comica famosissima nell'Italia post democristiana e non ancora salva dal berlusconismo.
Di certo non sono geni ma la loro più che decennale esperienza sul piccolo schermo, la loro imperante presenza sul web e la totale libertà lasciatagli dalla rete MTV mostra che non sono certo degli sprovveduti. Il loro stile fa leva costantemente sulla demenzialità estrema, quello che viene definito TOILET HUMOR nel civilissimo e modernissimo Regno Unito e dal quale i Soliti Idioti, così come il regista Lando (che in Inghilterra ha lavorato per anni), hanno tratto a piene mani.
La super demenzialità se da un lato rappresenta la morte del cinema, come mostrato ed affermato dagli stessi protagonisti del film, dall'altro dà anche la possibilità di esprimersi in assoluta libertà, senza le fastidiose costrizioni imposte dai "poteri forti", per esempio.
Ecco, quindi, apparire tra le macerie della lingua italiana, ridotta a brandelli, la prima parodia del presidente Monti (Teocoli) che guardacaso nel film si chiama Pelosi, proprio come il ragazzo accusato di aver ucciso Pasolini, il padre del cinema italiano moderno. Così come le mazzate (parlare di "stiletto" non piacerebbe a Ruggero De Ceglie) date alla società borghese con tutte le sue ipocrisie.
A questo bisogna aggiungere, poi, le numerosissime citazioni, più o meno colte, che spaziano da Kubrick a Monicelli ed ecco che ci sono elementi sufficienti per mettere in scena una nuova querelle.
Per quanto mi riguarda il modo migliore per comprendere i Soliti Idioti sta nel non dar loro troppa importanza. Probabilmente il salto al grande schermo è stato un azzardo perchè la loro vera forza stava nella velocità di sketch sparati a raffica. Resta un po' di rammarico per non aver ritrovato nel film personaggi azzeccati, quanto scomodi, come quello della ministra. E' pur sempre una soddisfazione veder rappresentato il conflitto generazionale finalmente dal punto di vista dei giovani. In quale altro modo spiegare, altrimenti, il successo di Father and Son (Ruggero e Gianluca)?
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giammy cinematografico
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venerdì 28 dicembre 2012
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tra cinepanettone eambizione, film dal fiato corto
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Questa seconda fatica cinematografica dei soliti idioti ha avuto maggiore aspettativa rispetto alla prima. Alcuni hanno preso come un sollievo che sia uscito a natale. Pensando di trovare al posto dei due soliti cinepanettoni un opera di maggior livello. E invece ci e andata male. Ammettiamolo. Questo secondo film fa meno ridere del primo. Le gag come al solito non mancano, alcune sono irresistibili (il paraguru, i tamarri, perla Madonna, il babbo natale) ma la struttura del film e molto più squinternata e prevedibile persino delle serie tv di MTV. Insomma una formula d'appeal dal fiato corto che come quelle degli altri comici (zalone, Aldo, Giovanni e Giacomo) al secondo lavoro ha riscontrato molti intoppi e problemi di ripetivita.
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Questa seconda fatica cinematografica dei soliti idioti ha avuto maggiore aspettativa rispetto alla prima. Alcuni hanno preso come un sollievo che sia uscito a natale. Pensando di trovare al posto dei due soliti cinepanettoni un opera di maggior livello. E invece ci e andata male. Ammettiamolo. Questo secondo film fa meno ridere del primo. Le gag come al solito non mancano, alcune sono irresistibili (il paraguru, i tamarri, perla Madonna, il babbo natale) ma la struttura del film e molto più squinternata e prevedibile persino delle serie tv di MTV. Insomma una formula d'appeal dal fiato corto che come quelle degli altri comici (zalone, Aldo, Giovanni e Giacomo) al secondo lavoro ha riscontrato molti intoppi e problemi di ripetivita. Se il primo film infatti (che almeno al punto di vista cinematografico non era affatto un capolavoro) tentava la trasgressione verbale con canovacci tanto scurrili quanto satirici e geniali come quelli degli omosessuali o del "sono subito da lei" o del dare figlio de na mignotta a chi non fuma canne qui quella bella formula svanisce moltissimo. Quella che sembrava l'unica veste comica davvero originale della comicità italiana degli ultimi trent'anni, qui ha perso il 50% della sua verve trasgressivo e impietosa. Forse la voglia di incassare, di rendersi più fruibili anche alle famiglie nel periodo delle festività, di evitare passi falsi che possano compromettere il futuro lavorativo (dal momento che viviamo in un paese dove la chiesa decide quanto un genio debba vivere ed espandere la sua arte malvista dalla casta ecclesiastica) ha fatto male al secondo film di soliti idioti, che abbandonata la vena pungente del precedente film, si abbandona ad una formula da cinepanettone telefonata e più edulcorata, forse imposta dal produttore Valsecchi. Detto così "i due soliti idioti" e riuscito solo a meta. Come l'interpretazione stessa dei personaggi che se su MTV dimostravano una vena creativa esplosiva qui e molto più da "revival". Persino le canzoni, piatto forte del primo film, qui sono Molto più piatte ed annacquate. E rimane il dubbio sul risultato definitivo di questi due grandi giullari dei giorni nostri. Che la bramosia di arricchirsi li riduca come tanti? D'altronde lo fa sospettare il titolo provvisorio "I solti idioti a new York" . Che sia il tracollo definitivo artisticamente parlando della coppia. Se andiamo avanti così forse si.
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tonysamperi
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venerdì 4 gennaio 2013
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dalla padella, nella brace.
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“I due soliti idioti” segue le orme del prequel “I soliti idioti”, mantenendo il
formato strutturale, che inserisce i diversi sketch comici dell’omonimo show di
MTV all’interno della trama principale.
Personalmente non ho trovato particolarmente brillante nemmeno il primo
episodio, ma una giusta critica va mossa nei confronti del sequel, che nel concreto
è risultato anche inferiore al film precedente. Infatti questa pellicola,
probabilmente anche a causa dell’uscita in concomitanza del natale, ha destato
parecchia aspettativa, ma alla fine non è stata in grado di soddisfarla.
La serie di gag non sempre riesce a suscitare la risata, dato che la comicità già di
per sé un po’ demenziale si articola su un tappeto di esagerata volgarità.
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“I due soliti idioti” segue le orme del prequel “I soliti idioti”, mantenendo il
formato strutturale, che inserisce i diversi sketch comici dell’omonimo show di
MTV all’interno della trama principale.
Personalmente non ho trovato particolarmente brillante nemmeno il primo
episodio, ma una giusta critica va mossa nei confronti del sequel, che nel concreto
è risultato anche inferiore al film precedente. Infatti questa pellicola,
probabilmente anche a causa dell’uscita in concomitanza del natale, ha destato
parecchia aspettativa, ma alla fine non è stata in grado di soddisfarla.
La serie di gag non sempre riesce a suscitare la risata, dato che la comicità già di
per sé un po’ demenziale si articola su un tappeto di esagerata volgarità.
Così l’intento di rappresentare il conflitto padre/figlio ed alcuni dei vizi italiani (come l’evasione fiscale) non
riesce, la sceneggiatura risulta abbastanza scarna e confusionaria, abbattendo il punto di forza degli sketch
televisivi: la velocità. Tuttavia si lascia spazio ad una prima parodia di Mario Monti (Teocoli) e ad alcuni
riferimenti come “Karate Kid” e “Arancia Meccanica”, anche se inserire riferimenti così colti in un film che
colto proprio non è, genera a mio avviso un potente ossimoro.
In definitiva si avvera un po’ l’autoironia dei due “coatti” milanesi che preferiscono un buon film in
streaming sul cellulare, al film in sala.
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ultimoboyscout
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lunedì 16 settembre 2013
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più idioti che mai!
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Si riparte più o meno da dove li avevamo lasciati e visto l'incasso del primo era impossibile non replicare, anzi sforzi e sorprese si sono pure moltiplicati. C'è stata l'introduzione di nuovi personaggi, ma i protagonisti indiscussi sono sempre loro, Ruggero DeCeglie e il figlio Gianluca, catapultati da MTV sul grande schermo per la seconda volta in un corto circuito di gag, trash e siparietti con il loro carretto di personaggi tra il demenziale e il surreale. Ruggero e Gianluca sono alle prese, manco a dirlo, con la crisi economica e per mantenere il titolo di "Re del wurstel" il coattissimo genitore è costretto a chiedere aiuto al padre di Fabiana, un rigidissimo Teo Teocoli, tremendamente somigliante nelle movenze e negli atteggiamenti a Mario Monti.
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Si riparte più o meno da dove li avevamo lasciati e visto l'incasso del primo era impossibile non replicare, anzi sforzi e sorprese si sono pure moltiplicati. C'è stata l'introduzione di nuovi personaggi, ma i protagonisti indiscussi sono sempre loro, Ruggero DeCeglie e il figlio Gianluca, catapultati da MTV sul grande schermo per la seconda volta in un corto circuito di gag, trash e siparietti con il loro carretto di personaggi tra il demenziale e il surreale. Ruggero e Gianluca sono alle prese, manco a dirlo, con la crisi economica e per mantenere il titolo di "Re del wurstel" il coattissimo genitore è costretto a chiedere aiuto al padre di Fabiana, un rigidissimo Teo Teocoli, tremendamente somigliante nelle movenze e negli atteggiamenti a Mario Monti. L'idiozia comanda, le gag sono in quantità minore rispetto al precedente capitolo ma c'è un minimo di filo logico in più e una migliore qualità generale oltre alla filosofia che in questo paese non si salva proprio nessuno. L'Italia viene presa in giro in lungo e in largo con le sue follie e le sue tante idiosincrasie, lo sguardo con cui la si guarda è attuale, la struttura è lineare e da al film una parvenza da film molto più che rispetto al primo episodio. Per le generazioni più giovani Biggio e Mandelli sono vere e assolute icone di una moderna cultura pop e nerd, per altri (la maggior parte) due mediocri attoruncoli decisamente sopravvalutati. Probabilmente la verità sta nel mezzo, quel che è certo è che incassano e quindi funzionano, nonostante la satira sia spesso facile e scomposta.
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parpignol
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martedì 2 febbraio 2016
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migliore del precedente
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Questo prodotto è stato molto migliore del precedente. Biggio e Mandelli sono maturati e hanno compreso gli errori del primo, che erano, fondamentalmente, legati ad alcuni personaggi e alcune scenette che non facevano ridere, come ad esempio la coppia di "omosessuali" canterini e la coppia di altezzosi borghesi vestiti tutto il tempo da tennisti della Domenica. Ne "I 2 soliti idioti" si focalizza soprattutto su Ruggero esul figlio, ma stavolta centrando quello che credo fosse l'obiettivo più importante: far smettere al pubblico (specie più giovane) di identificare in Ruggero "l'eroe buono e invincibile", meritevole di ammirazione, e finalmente relegarlo nel ruolo di antieroe.
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Questo prodotto è stato molto migliore del precedente. Biggio e Mandelli sono maturati e hanno compreso gli errori del primo, che erano, fondamentalmente, legati ad alcuni personaggi e alcune scenette che non facevano ridere, come ad esempio la coppia di "omosessuali" canterini e la coppia di altezzosi borghesi vestiti tutto il tempo da tennisti della Domenica. Ne "I 2 soliti idioti" si focalizza soprattutto su Ruggero esul figlio, ma stavolta centrando quello che credo fosse l'obiettivo più importante: far smettere al pubblico (specie più giovane) di identificare in Ruggero "l'eroe buono e invincibile", meritevole di ammirazione, e finalmente relegarlo nel ruolo di antieroe. Le critiche che si erano giustamente mosse al primo film, infatti, lamentavano come Ruggero uscisse vittorioso, come quel personaggio becero, volgare, insensibile e cinico, alla fine della fiera l'avesse sempre vinta e sembrasse divenire quasi un modello da seguire nei teenagers borgatari. In questo sequel, Ruggero finalmente si trova a fare i conti con la vita, cosa che chiunque delinque prima o poi deve (o dovrebbe) fare: ha la Guardia di Finanza alle calcagna che gli chiude tutti gli esercizi commerciali per via delle sue macroevasioni fiscali, e ha un figlio che, finalmente sposato con la donna che ama, lo rinnega e lo caccia di casa come un cane. Così Ruggero, dopo una notte passata a dormire all'adiaccio come un barbone reietto, ricomincia a giocare sporco cercando di recuperare subdolamente i soldi che gli servono per evitare la bancarotta e lavarsi la coscienza (se mai ne abbia una). Da questo punto di vista, la trama e il messaggio sono riuscitissimi, e anche gli interventi di alcuni easter egg (tipo "i pirati della strada" che a me personalmente hanno fatto sbottare a ridere) si sono davvero rivelati spassosi. Ciò che delude del film è, però, il finale: del tutto surreale e non in linea con l'evoluzione dei fatti, sembra messo lì tanto per trovare un'escamotage conclusivo (e questo ricorda anche lo sgradevole fattore "terremoto" del primo film), e soprattutto sembra inserito per lasciare la possibilità di un seguito ad una trama che però è palese a tutti aver già esaurito ogni spunto possibile e immaginabile. Ecco la grande colpa di quest'ultimo lavoro di Biggio e Mandelli: il non saper o non voler riconoscere quando un'idea è ormai arrivata, finita, spolpata. Forse in nome del dio denaro o dell'ambizione si cerca sempre di lasciare aperto uno spiraglio ad un seguito che porti qualche nuovo euro nelle casse di regista e addetti ai lavori, ma questo è sbagliato. Lo stesso madornale errore di fare un film già pensando ad un seguito, sarà fatto da Biggio e Mandelli proprio con "la solita commedia - inferno", che sarà un flop di proporzioni inaudite. Umiltà, semplicità, competenza e idee nuove; questo servirebbe a questa coppia di comici che hanno dimostrato di non essere così "idioti", se ci si mettono d'impegno.
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stavanger
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domenica 6 gennaio 2013
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film riuscitissimo
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film riuscitissimo, ben scritto, con tempi comici perfetti, e situazioni esilaranti.
Chi dice che il cinema comico italiano è morto, deve ricredersi vedendo questo film, che alla bravura degli attori aggiunge anche una bella prova registica.
Davvero un buon prodotto, magari se ne facessero sempre così.
[+] ma sei...ciucco?!
(di cliff68)
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[+] ma abbiamo visto lo stesso film??????
(di acciaio73)
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[+] ben detto!
(di ita_sharkl)
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[+] dai è uno scherzo....
(di stefano bruzzone)
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