angelo bottiroli - giornalista
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sabato 18 gennaio 2014
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buon film sugli effetti dei social networks
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Degli attori di medio livello, non tanto famosi, possono dar vita ad un buon film? La risposta ovviamente è sì e “Disconnect” ne è una prova.
Opera prima del regista americano Henry Alex Rubin che si cimenta con un lungometraggio dopo molti spot pubblicitari per marchi famosi come Adidas , Volvo , Samsung e Coca Cola, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival e fuori concorso alla 69esima Mostra del Cinema di Venezia, nel 2012.
A rendere originale “Disconnect” è soprattutto la trama, basata su tre storie parallele raccontante in contemporanea che nulla hanno in comune tra di loro se non l’uso degli attuali mezzi di comunicazione (pc, tablet, smartphone) e uno dei personaggi che in qualche modo è legato in maniera molto labile due delle tre storie.
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Degli attori di medio livello, non tanto famosi, possono dar vita ad un buon film? La risposta ovviamente è sì e “Disconnect” ne è una prova.
Opera prima del regista americano Henry Alex Rubin che si cimenta con un lungometraggio dopo molti spot pubblicitari per marchi famosi come Adidas , Volvo , Samsung e Coca Cola, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival e fuori concorso alla 69esima Mostra del Cinema di Venezia, nel 2012.
A rendere originale “Disconnect” è soprattutto la trama, basata su tre storie parallele raccontante in contemporanea che nulla hanno in comune tra di loro se non l’uso degli attuali mezzi di comunicazione (pc, tablet, smartphone) e uno dei personaggi che in qualche modo è legato in maniera molto labile due delle tre storie.
Nella prima ad esempio, uno dei soci della televisione che vede per protagonista una giovane giornalista e un ragazzo minorenne che vende sesso su internet a sua volta è il padre di uno dei due ragazzi protagonista della seconda storia e a sua volta, il padre del secondo ragazzo è un poliziotto che aiuta i due protagonisti delle terza storia.
Le tre storie proseguono in modo simultaneo e parallelamente per tutto il film fino al finale.
Gli attori, se escludiamo il bravo Jason Bateman (Io sono tu, Come ammazzare il capo e vivere felici, cambio vita, Paul e Hancock), come detto non sono di prima grandezza. Troviamo Hope Davis (Real Steel e i due presidenti) moglie di Bateman nel film, l’ottima Paula Patton (Cani sciolti, Protocollo fantasma, Deja vu e Hitch), Frank Grillo (Zero Dark Thirty), Andrea Riseborough (Doppio gioco, Oblivion e Non lasciarmi) e tre giovani attori che non citiamo il nome per non tediare oltre il lettore.
Tutti i protagonisti del film però, recitano alla grande il ruolo che sono chiamati ad interpretare, certo le parti non sono di estrema difficoltà perché ambientato ai nostri giorni, tuttavia nessuna sbavatura, tentennamento o recitazioni che si notano sforzate o costruite.
La trama, come detto, è il filo conduttore del film ed è incalzante e con ricchi colpi di scena. Pochi effetti speciali, ma il film è sicuramente da vedere.
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il passatore
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domenica 12 gennaio 2014
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internet strumento della malvagità umana
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Il soggetto “Internet” non è più una novità da un pezzo, ma Disconnect lo affronta in modo nuovo, angosciante, raccontando tre storie parallele in cui la Rete, o per ingenuità, malvagità o perdita di contatto con la realtà, gioca drammaticamente col destino delle persone qualunque.
C’è Internet, strumento messo in mano a persone che non possono valutarne la pericolosità, ma c’è anche la società in cui, semplicisticamente, “più ci si collega (wifi), meno si comunica (umanamente)”.
Prese singolarmente, le tre storie sono forse un po’ scontate; ma il crescendo che ne accompagna lo sviluppo è coinvolgente e l’attenzione a particolari (come personaggi minori o momenti di dialogo molto riusciti) arricchisce il soggetto.
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Il soggetto “Internet” non è più una novità da un pezzo, ma Disconnect lo affronta in modo nuovo, angosciante, raccontando tre storie parallele in cui la Rete, o per ingenuità, malvagità o perdita di contatto con la realtà, gioca drammaticamente col destino delle persone qualunque.
C’è Internet, strumento messo in mano a persone che non possono valutarne la pericolosità, ma c’è anche la società in cui, semplicisticamente, “più ci si collega (wifi), meno si comunica (umanamente)”.
Prese singolarmente, le tre storie sono forse un po’ scontate; ma il crescendo che ne accompagna lo sviluppo è coinvolgente e l’attenzione a particolari (come personaggi minori o momenti di dialogo molto riusciti) arricchisce il soggetto.
I pregi della pellicola sono molti: attori poco noti che interpretano perfettamente personaggi della vita di ogni giorno; tanti personaggi, tutti ben delineati, assolutamente credibili; ritmo incalzante nonostante il continuo alternarsi delle tre vicende. Screenplayer e regista le hanno azzeccate tutte; la scelta del cast ha brillantemente completato l’opera.
Allora un film da vedere? Qui viene il punto dolente: la vicenda è talmente drammatica, realistica, amara e coinvolgente da turbare lo spettatore, quasi da pregiudicare la godibilità di una buona opera cinematografica. Diciamo che in queste occasioni si rivalutano i film a lieto fine!
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annix
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giovedì 23 gennaio 2014
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l'insidioso volto del web
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Il film fotografa alcune storie imperniate sull'uso e l'abuso dei social network, in particolar modo sui pericoli ed i rischi che si celano dietro lo schermo, le storie descritte sono ovviamente portate ad estreme conseguenze, assolutamente verosimili, anzi spesso citate nelle pagine di cronaca, tutte hanno come comune denominatore una grande solitudine, una difficoltà a relazionarsi con gli altri o l'incapacità di superare un dolore o un evento traumatico. I social sono spesso croce e delizia, a tratti demonizzati, ma in qualche modo diventano un surrogato della realtà, suppliscono ad un forte bisogno di ascolto, conforto, sfogo, protagonismo che spesso genitori, compagni, amici non riescono ad offrire all'individuo in questa società invasa e pervasa dai media.
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Il film fotografa alcune storie imperniate sull'uso e l'abuso dei social network, in particolar modo sui pericoli ed i rischi che si celano dietro lo schermo, le storie descritte sono ovviamente portate ad estreme conseguenze, assolutamente verosimili, anzi spesso citate nelle pagine di cronaca, tutte hanno come comune denominatore una grande solitudine, una difficoltà a relazionarsi con gli altri o l'incapacità di superare un dolore o un evento traumatico. I social sono spesso croce e delizia, a tratti demonizzati, ma in qualche modo diventano un surrogato della realtà, suppliscono ad un forte bisogno di ascolto, conforto, sfogo, protagonismo che spesso genitori, compagni, amici non riescono ad offrire all'individuo in questa società invasa e pervasa dai media. Il film non è assolutamente introspettivo, anzi è quasi documentaristico per il taglio della regia, i dialoghi sono piuttosto realistici, non è stilisticamente, né contenutisticamente un'opera di gran pregio, però è ben interpretato e mette in luce un fenomeno che è sempre più insito nella nostra quotidianità ed è inquietante e preoccupante soprattutto per ciò che riguarda il mondo degli adolescenti e delle persone più vulnerabili.
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flyanto
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mercoledì 15 gennaio 2014
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quanto l'uso eccessivo dei sistemi informatici por
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Film in cui si raccontano, attraverso tre spaccati di vita di alcuni personaggi, le conseguenze che avvengono in seguito all'uso particolare dei mezzi informatici, ora così diffusi e per la maggior parte delle persone ormai altamente indispensabili. Pertanto viene presentato il caso in cui due adolescenti si divertono a prendere in giro pesantemente un loro coetaneo con le tragiche conseguenze che ne derivano, il ricorso ad un sito di sostegno su Internet che una giovane donna fa, in seguito alla morte prematura del proprio figlio ed il distacco psicologico che lei percepisce da parte del marito, e il mondo della pornografia vissuto e, purtroppo, sempre di più frequentato da moltissimi minorenni che una giovane giornalista scopre realizzando un servizio d'informazione d'assalto.
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Film in cui si raccontano, attraverso tre spaccati di vita di alcuni personaggi, le conseguenze che avvengono in seguito all'uso particolare dei mezzi informatici, ora così diffusi e per la maggior parte delle persone ormai altamente indispensabili. Pertanto viene presentato il caso in cui due adolescenti si divertono a prendere in giro pesantemente un loro coetaneo con le tragiche conseguenze che ne derivano, il ricorso ad un sito di sostegno su Internet che una giovane donna fa, in seguito alla morte prematura del proprio figlio ed il distacco psicologico che lei percepisce da parte del marito, e il mondo della pornografia vissuto e, purtroppo, sempre di più frequentato da moltissimi minorenni che una giovane giornalista scopre realizzando un servizio d'informazione d'assalto.
Questa pellicola girata dal regista Henry Rubin presenta in maniera chiara ed esplicita quanto sia dannoso l' uso smodato dei sistemi informatici che ormai sono diventati parte integrante della vita di ciascun individuo, fortemente a scapito dei diretti rapporti interpersonali. La critica che il regista porta avanti non consiste tanto in un suo atto d'accusa in sè, quanto maggiormente in una dolorosa constatazione di come vi sia il rischio sempre più incombente e dilagante di annullare qualsiasi tipo di comunicazione diretta tra gli esseri umani. E soprattutto ciò costituisce un danno maggiore per le giovani generazioni, praticamente nate e cresciute con l'avvento e la propagazione sempre più dilagante dei sistemi informatici, che non sono mai state abituate ad una comunicazione diretta e che, forse, non avvezze a dei rapporti umanamente parlando più calorosi, non ne sentono, ahimè, nemmeno la mancanza.
Il film complessivamente risulta ben strutturato nel suo impianto narrativo ben scandito e diviso nelle sue tre parti rappresentanti le tre vicende e porta senza alcun dubbio lo spettatore a varie riflessioni sul tipo di nuova realtà che sempre di più si sta affermando a livello virtuale e sulla conseguente solitudine individuale verso cui si va nicontro. Giusto per prenderne le dovute distanze...
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maurizio meres
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venerdì 10 gennaio 2014
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che cosa è il web?
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Film strutturalmente scarso ,le storie che si intrecciano pur essendo reali non fanno decollare il film essendo piatte e scontate ,interpretazioni discrete,regia opaca paragonare questo film a
Crash e' assurdo sotto ogni punto di vista in quel caso i personaggi erano alla ricerca di una loro identità non strumentalizzata .Viceversa ritengo che nella sceneggiatura emerge uno spunto di riflessione su quello che oggi è il web ,la solitudine che attanaglia i vari personaggi e' forse la parte più triste ma la più reale ,rivedere il passato pur avendo un buon ricordo può diventare pericoloso emotivamente ricordate la scena finale del film The social network bellissima e crudele al tempo stesso "lui che rivede lei" nascondersi dietro un monitor per far del male soprattutto falsità e' sicuramente la realtà che oggi per molti è diventata uno scopo di vita , il bullismo web non è altro che l' ennesimo fallimento sociale e culturale di società assente .
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Film strutturalmente scarso ,le storie che si intrecciano pur essendo reali non fanno decollare il film essendo piatte e scontate ,interpretazioni discrete,regia opaca paragonare questo film a
Crash e' assurdo sotto ogni punto di vista in quel caso i personaggi erano alla ricerca di una loro identità non strumentalizzata .Viceversa ritengo che nella sceneggiatura emerge uno spunto di riflessione su quello che oggi è il web ,la solitudine che attanaglia i vari personaggi e' forse la parte più triste ma la più reale ,rivedere il passato pur avendo un buon ricordo può diventare pericoloso emotivamente ricordate la scena finale del film The social network bellissima e crudele al tempo stesso "lui che rivede lei" nascondersi dietro un monitor per far del male soprattutto falsità e' sicuramente la realtà che oggi per molti è diventata uno scopo di vita , il bullismo web non è altro che l' ennesimo fallimento sociale e culturale di società assente .Ma è anche vero che il web ci permette di dialogare e confrontarci come in questo momento ,di rendere la vita meno complicata usando tutti i servizi resi disponibili, di far sentire nei limiti attraverso i social network i nostri pensieri e sensazioni di dire la nostra nei vari forum senza nasconderci dietro i vari pseudonimi ,andare indietro nel tempo con facili sentimentalismi diventerebbe solo patetico questa è l'attualità della vita .
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amory
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venerdì 10 gennaio 2014
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se avete visto crash nn vedetelo
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Beh nn voglio scoraggiare nessuno.
Chi ha fatto questo film crede che all'accademy siano stupidi.
Costruito x prendere oscar ma troppo esasperante per farlo.
Quei rallenty quello scivolare troppo nel dramma senza piu riprendersi e senza via d'uscita.....reale, è quello che succede nella realtà.... ma troppo voluto.
Stilisticamente troppo elaborato e copia troppo crash....
Gli attori tutti sopra il loro standard.
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