matteo calvesi
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domenica 15 aprile 2012
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gradevole sorpresa
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Dolce, soave e spiritosa risulta la opera prima di Laura Morante. Il titolo racchiude in maniera più che perfetta la “zuccherina ironia” del film, il quale scorre in maniera gradevole e leggiadra ma senza mai strabiliare, guidati tra le vie parigine per mano delle dolci musiche di Piovani.
L’opera cerca un antidoto, una formula magica, che liberi la mente di ognuno di noi dalla paura di cadere nella “routine” di coppia e dall’improvviso ripudio dei difetti dell’altro, che fino a quel momento avevamo sempre sopportato. Amanda ( alias Laura Morante) si nasconde dalle sue nevrosi e dall’androfobia che la perseguita rifugiandosi in Antonie (alias Pascal Elbé ), quello che crede esser l’amico gay che ogni donna sogna; questa relazione risulta l’unica ancora di salvezza che possa curare il suo disprezzo nei confronti delle “tecniche seduttorie” maldestre del tanto odiato altro sesso.
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Dolce, soave e spiritosa risulta la opera prima di Laura Morante. Il titolo racchiude in maniera più che perfetta la “zuccherina ironia” del film, il quale scorre in maniera gradevole e leggiadra ma senza mai strabiliare, guidati tra le vie parigine per mano delle dolci musiche di Piovani.
L’opera cerca un antidoto, una formula magica, che liberi la mente di ognuno di noi dalla paura di cadere nella “routine” di coppia e dall’improvviso ripudio dei difetti dell’altro, che fino a quel momento avevamo sempre sopportato. Amanda ( alias Laura Morante) si nasconde dalle sue nevrosi e dall’androfobia che la perseguita rifugiandosi in Antonie (alias Pascal Elbé ), quello che crede esser l’amico gay che ogni donna sogna; questa relazione risulta l’unica ancora di salvezza che possa curare il suo disprezzo nei confronti delle “tecniche seduttorie” maldestre del tanto odiato altro sesso. In questo caso non c’è nulla da seguire, nessun manuale del “buon seduttore” dovrà esser applicato, ma vi è solamente una deliziosa, ma apparente, amicizia tra uomo e donna. Quando Amanda si accorgerà del profondo equivoco sarà troppo tardi per mostrare il suo “scudo” nei confronti degli uomini, e quindi di Antonie, perché ne sarà già innamorata..
La prima pellicola da regista di Laura Morante potrebbe sembrare apparentemente nulla di nuovo, qualcosa di già visto, che strizza l’occhio ad altre commedie degli equivoci come quelle di Allen, in realtà questo è vero ma solo in parte; questo valore aggiunto che il film possiede , metaforico e autoironico allo stesso tempo, gli permette di non “scivolare” mai nella melassa e ciò diviene palese agli occhi dello spettatore nella splendida scena finale..
Matteo Calvesi
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(di stefania campagnuolo)
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archipic
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martedì 5 giugno 2012
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una ciliegina... poco dolce
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Non mi ha lasciato granchè l'esordio alla regia della Morante; la storia di per sè non annoia, anzi il parallelismo tra realtà e teoria psicoanalitica è sfizioso. Ma alla lunga la cosa un pò stanca. Troppo forzato il continuo tira e molla dei protagonisti, troppo forzata la loro caratterizzazione (un minimo di raziocinio in più mi sarebbe stato gradito). Anche il doppiaggio della Morante non mi ha convinto... mi ha dato l'impressione che abbia recitato due volte, il che ha appesantito un pò il suo personaggio. Non mi è piaciuto granchè, ma non mi sento nemmeno di condannarlo del tutto; come opera prima, a mio giudizio, ci può stare.
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Non mi ha lasciato granchè l'esordio alla regia della Morante; la storia di per sè non annoia, anzi il parallelismo tra realtà e teoria psicoanalitica è sfizioso. Ma alla lunga la cosa un pò stanca. Troppo forzato il continuo tira e molla dei protagonisti, troppo forzata la loro caratterizzazione (un minimo di raziocinio in più mi sarebbe stato gradito). Anche il doppiaggio della Morante non mi ha convinto... mi ha dato l'impressione che abbia recitato due volte, il che ha appesantito un pò il suo personaggio. Non mi è piaciuto granchè, ma non mi sento nemmeno di condannarlo del tutto; come opera prima, a mio giudizio, ci può stare.
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ninoraffa
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mercoledì 19 luglio 2017
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la caduta secondo morante
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E se nel Paradiso terrestre le cose fossero andate diversamente?
Se Eva avesse dato ad Adamo intatto il frutto fatale pensando di consumarlo insieme (magari le ricordava l’albero sotto il quale si erano conosciuti) e lui, invece, con quell’aria un po’ tonta, l’avesse ingoiato tutto in un boccone, quasi senza accorgersene? A quel punto lei l’ha piantato, lui non ha capito neppure perché, e per reciproca ripicca hanno mandato all’aria il Paradiso. Nessun serpente, nessun Angelo con la spada fiammeggiante, più o meno questa la caduta dell’uomo (e della donna) secondo Laura Morante. Caduta libera che ci siamo procurati da soli e prosegue da millenni: dove lui vede cose e fatti semplici e puntuali – ciliegie, fiori, mani e piatti da lavare.
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E se nel Paradiso terrestre le cose fossero andate diversamente?
Se Eva avesse dato ad Adamo intatto il frutto fatale pensando di consumarlo insieme (magari le ricordava l’albero sotto il quale si erano conosciuti) e lui, invece, con quell’aria un po’ tonta, l’avesse ingoiato tutto in un boccone, quasi senza accorgersene? A quel punto lei l’ha piantato, lui non ha capito neppure perché, e per reciproca ripicca hanno mandato all’aria il Paradiso. Nessun serpente, nessun Angelo con la spada fiammeggiante, più o meno questa la caduta dell’uomo (e della donna) secondo Laura Morante. Caduta libera che ci siamo procurati da soli e prosegue da millenni: dove lui vede cose e fatti semplici e puntuali – ciliegie, fiori, mani e piatti da lavare... – lei scorge interi universi morali fatti (disfatti o misfatti) di affetto, rispetto, pensieri, attenzioni, emozioni, senza i quali la vita non merita di essere vissuta. Tra questi due abissi passerebbe l’arte raffinata e impervia dello stare bene – e possibilmente crescere – insieme.
Parigi. Amanda e Bertrand stanno cercando una casa dove andare a vivere insieme; in realtà è solo lui a impegnarsi ed è chiaro che sono avviati a lasciarsi, in fondo senza troppi reciproci rimpianti. Opera prima di Laura Morante regista, Ciliegine parte da una situazione classica per cedere forse troppo al mestiere della commedia e dei suoi espedienti non sempre originali; in primis l’androfobia di lei che in qualche modo sminuisce la possibile universalità della premessa. Amanda è nevrotica, ipercritica e prevenuta oltre ogni ragione sugli uomini: personaggio autoironico nelle intenzioni, ma così convinto e insistito da scadere nel tipico ritratto misogino della bisbetica, in una farsa assolutoria per il pacifico Bertrand tartassato dalle sue paturnie. Riequilibrando le ragioni – cioè i torti – tra i sessi, un’Amanda meno maltrattata dagli autori avrebbe meritato almeno una logica nella sua follia: magari l’attenuante generica di un’isteria da accumulo contratta durante la sequenza d’incidenti maschili capitati nella sua vita sentimentale di donna non giovanissima.
Poi c’è la supposta omosessualità del nuovo lui, incontrato per caso a una festa di Capodanno. Antoine – introverso, in realtà etero e in corso di regolare separazione – s’innamora di Amanda ricambiato, ma solo perché lei lo ritiene sessualmente disinteressato in virtù delle suddette equivocate inclinazioni. Secondo il cliché alleniano lui ogni settimana va a sdraiarsi dallo psicanalista, lei a sua insaputa è seguita da un altro strizzacervelli, nelle vesti del marito di un’amica pressoché onnisciente nel leggerle la mente; non mancano altri amici e colleghi a favorire la loro liaison con volenterose messe in scena.
Alla fine tutto si chiarisce, Antoine supera la timidezza, Amanda l’androfobia e si mettono insieme. Eppure… oltre ogni isteria ed equivoco ritorna la regola generale: la combinazione di due approdati non di passaggio tra le stesse lenzuola è un equilibrio molto precario. Basta un piccolo strappo, uno strattone, un gesto involontario nel sonno – metafora dell’altro sonno della ragione – perché l’instabile composto precipiti verso l’esplosione. Come in un thriller, gli occhi improvvisamente sbarrati di Amanda nel buio dell’ultima inquadratura stanno a ricordarcelo.
La morale, ammesso che ne serva una. Curiamo rapporti e valori umani che sono ricchezza e insieme vulnerabilità: ciò a cui teniamo è inseparabile dalla delusione e dalla perdita. Le cose piacciono perché fanno paura o fanno paura perché piacciono? si chiede – ci chiede – Morante. L’amore adrenalinico da godere carpe diem? Oppure senso del limite – rispetto, timore e attenzione – nel praticare chi ci piace, consapevoli della reciproca fallibilità e della congiura delle circostanze? Nessuna risposta definitiva.
Riguardo alla ciliegina da cui siamo partiti, se quel giorno nell’Eden lui fosse stato più attento e lei meno permalosa ci avremmo guadagnato tutti. Almeno su questo donne e uomini potremmo essere d’accordo…
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filippo catani
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venerdì 3 maggio 2013
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commedia sentimentale elegante e piacevole
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Parigi. Una donna che lavora nel settore letterario non riesce a vivere serenamente le sue relazioni con gli uomini. Anche l'ultimo uomo che le sta accanto non la soddisfa affatto. La sera dell'ultimo dell'anno però la donna rimarrà affascinata da un uomo che lei erroneamente crede che sia gay.
Esordio alla regia per la bravissima Laura Morante che è anche la protagonista del film nonchè una delle nostre migliori attrici per bravura e versatilità nei ruoli (in carriera infatti è passata con successo attraverso vari generi dalla commedia al dramma). Questo film è molto chic ma si fa apprezzare per la sua ironia e leggerezza all'interno di una vicenda che si disvela in una durata brevissima.
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Parigi. Una donna che lavora nel settore letterario non riesce a vivere serenamente le sue relazioni con gli uomini. Anche l'ultimo uomo che le sta accanto non la soddisfa affatto. La sera dell'ultimo dell'anno però la donna rimarrà affascinata da un uomo che lei erroneamente crede che sia gay.
Esordio alla regia per la bravissima Laura Morante che è anche la protagonista del film nonchè una delle nostre migliori attrici per bravura e versatilità nei ruoli (in carriera infatti è passata con successo attraverso vari generi dalla commedia al dramma). Questo film è molto chic ma si fa apprezzare per la sua ironia e leggerezza all'interno di una vicenda che si disvela in una durata brevissima. Per quanto lo spettatore sia più che certo di come andranno ad evolversi le vicende, la sceneggiatura resta comunque apprezzabile per merito degli interpreti e di questo gustoso equivoco che permette di mettere a confronto una donna impegnata ma nevrotica e iperesigente con un uomo tormentato appena uscito sofferente da un matrimonio. Commedia romantica che si mescola con un po' di ironia fanno da ciliegine a un più che discreto film di genere.
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derriev
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mercoledì 23 maggio 2012
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una ciliegia saporita
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Un film a metà strada tra Allen e "Un cuore in inverno", che la Morante scrive a quattro mani con un collaboratore (mi sfugge il nome, scusate...).
Una commedia con un ritmo incalzante che riesce ad impreziosire un tema "vecchio come il cucco": un uomo che si finge omosessuale davanti ad una donna innamorata persa di lui.
Il merito della storia è quello di saper dilatare l'idea con divagazioni che sono tutte funzionali alla stessa: l'amica condidente, l'amico gay che trama (ma in positivo) alle spalle, i lunghi silenzi dello smarrito protagonista, le metafore dell'analista, le discussioni puerili di lei con l'ormai ex compagno.
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Un film a metà strada tra Allen e "Un cuore in inverno", che la Morante scrive a quattro mani con un collaboratore (mi sfugge il nome, scusate...).
Una commedia con un ritmo incalzante che riesce ad impreziosire un tema "vecchio come il cucco": un uomo che si finge omosessuale davanti ad una donna innamorata persa di lui.
Il merito della storia è quello di saper dilatare l'idea con divagazioni che sono tutte funzionali alla stessa: l'amica condidente, l'amico gay che trama (ma in positivo) alle spalle, i lunghi silenzi dello smarrito protagonista, le metafore dell'analista, le discussioni puerili di lei con l'ormai ex compagno... il tutto poi condito da intelligenti soluzioni registiche, come effetti sonori diegetici ad accentuare i momenti chiave, o brevissime sequenze espilcative, quasi delle clip nel fim.
Un film intelligente e spassoso, che Allen dovrebbe vedere per capire come si può ancora fare una commedia dei sentimenti, e per dimenticare "To Rome with love"...
Unico neo, la dizione davvero strana che Laura Morante continua a portarsi dietro... Mah!...
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(di sorella luna)
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amici del cinema (a milano)
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martedì 1 maggio 2012
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un classico gioco degli equivoci
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Laura Morante per questa sua prima regia (girato e prodotto in Francia) ha deciso di seguire alcune tematiche molto cara al cinema transalpino, ovvero la capacità di trattare con il sorriso (anche amaro a volte) della commedia temi come l'amore, i rapporti uomo donna, l'amicizia, il senso della vita.
Questo film mi ricorda molto "Emotivi Anonimi" e non e' un caso se come trait d'union e' presente la stessa attrice Isabelle Carre'.
"Ciliegine" e' un film gradevole, non volgare, classico nelle inquadrature (tante dissolvenze) con qualche momento acuto e efficace anche a livello registico (il finale ad esempio).
La storia purtroppo parte da un pretesto (un classico anche questo gioco degli equivoci) che poi viene dilatato a dismisura durante tutto il resto del film mostrando un po' il fiato corto e generando a volte, almeno in me, un po' di tedio.
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Laura Morante per questa sua prima regia (girato e prodotto in Francia) ha deciso di seguire alcune tematiche molto cara al cinema transalpino, ovvero la capacità di trattare con il sorriso (anche amaro a volte) della commedia temi come l'amore, i rapporti uomo donna, l'amicizia, il senso della vita.
Questo film mi ricorda molto "Emotivi Anonimi" e non e' un caso se come trait d'union e' presente la stessa attrice Isabelle Carre'.
"Ciliegine" e' un film gradevole, non volgare, classico nelle inquadrature (tante dissolvenze) con qualche momento acuto e efficace anche a livello registico (il finale ad esempio).
La storia purtroppo parte da un pretesto (un classico anche questo gioco degli equivoci) che poi viene dilatato a dismisura durante tutto il resto del film mostrando un po' il fiato corto e generando a volte, almeno in me, un po' di tedio. Forse la Morante (che tratteggia come sempre un prototipo di donna nevrotica) avrebbe dovuto rivolgersi a qualche sceneggiatore piu' capace.
In ogni caso se volete passare qualche ora in rilassatezza, magari discutendo con il vostro partner dei rapporti uomo-donna, soprattutto dei piccoli momenti quotidiani che li compongono, beh questo e' il film giusto da scegliere.
Una curiosità, il titolo francese "La Cerise sur le gâteau" (la ciligina sulla torta) rende secondo me meglio di quello italiano il significato del film. Sia per indicare appunto la ciliegina che l'ex compagno della Morante ruba dal dolce durante la cena di anniversario che il tocco finale che consente la perfezione del rapporto e della vita.
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catia p.
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domenica 10 giugno 2012
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che goduria queste ciliegine
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Davvero godibile è questo CILIEGINE, prima fatica da regista della nostra Laura Morante che sceglie di cimentarsi con la difficile arte della commedia.
La piacevole sorpesa che molti citano non è solo nella gradevolezza del film, ma anche nello scoprire (d'improvviso) una sceneggiatrice e regista oltre che attrice, capace di calibrare i toni su tre diversi fronti contemporaneamente, mantenendosi in equilibrio e senza scivoloni.
Regge il ritmo la sceneggiatura, divertente nei punti giusti, che regala una buona dose di sorrisi a una commedia degli equivoci classica senza essere del tutto scontata.
Regge il ritmo registico, con l'evidente capacità della Morante di dirigere bene i suoi colleghi francesi, tutti decisamente in parte e a loro agio.
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Davvero godibile è questo CILIEGINE, prima fatica da regista della nostra Laura Morante che sceglie di cimentarsi con la difficile arte della commedia.
La piacevole sorpesa che molti citano non è solo nella gradevolezza del film, ma anche nello scoprire (d'improvviso) una sceneggiatrice e regista oltre che attrice, capace di calibrare i toni su tre diversi fronti contemporaneamente, mantenendosi in equilibrio e senza scivoloni.
Regge il ritmo la sceneggiatura, divertente nei punti giusti, che regala una buona dose di sorrisi a una commedia degli equivoci classica senza essere del tutto scontata.
Regge il ritmo registico, con l'evidente capacità della Morante di dirigere bene i suoi colleghi francesi, tutti decisamente in parte e a loro agio.
Regge la Morante protagonista, credibile nel personaggio che si è ricavata di donna continuamente insoddisfatta delle sue relazioni poiché alla ricerca dell'uomo perfetto e incapace di tollerare la minima imperfezione nei suoi partner.
Promossa dunque e con buona media l'attrice di casa nostra alla sua prima prova dietro la macchina da presa.
Brava Laura, continua così.
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ultimoboyscout
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sabato 2 febbraio 2013
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colpo di fulmine?
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Chi può comprendere e accettare una società dove i personaggi non hanno contatti con la realtà e la vita vera al punto da scegliere o scartare appartamenti di gran lusso solo per un semplice capriccio, sicuramente apprezzerà l'esordio alla regia di Laura Morante. Ambientato a Parigi, ricorda le commedie più pesanti e logorroiche di Woody Allen, mettendo in scena personaggi che danno decisamente da pensare, soprattutto alle donne, e le cui evoluzioni psicologiche fanno procedere la commedia su binari leggeri, spigliati e soprattutto eleganti, verso un finale che è la cosa migliore del film. La Morante ha coraggio da vendere mettendosi in gioco con grande generosità e fortissima autoironia, dando verità alla sua Amanda, così nevrotica e androfobica.
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Chi può comprendere e accettare una società dove i personaggi non hanno contatti con la realtà e la vita vera al punto da scegliere o scartare appartamenti di gran lusso solo per un semplice capriccio, sicuramente apprezzerà l'esordio alla regia di Laura Morante. Ambientato a Parigi, ricorda le commedie più pesanti e logorroiche di Woody Allen, mettendo in scena personaggi che danno decisamente da pensare, soprattutto alle donne, e le cui evoluzioni psicologiche fanno procedere la commedia su binari leggeri, spigliati e soprattutto eleganti, verso un finale che è la cosa migliore del film. La Morante ha coraggio da vendere mettendosi in gioco con grande generosità e fortissima autoironia, dando verità alla sua Amanda, così nevrotica e androfobica. Amanda ha sempre avuto rapporti problematici con gli uomini, li giudica malissimo, dei farabutti bugiardi e traditori e del tutto inaffidabili. Incontra Antoine, lei lo giudica gay e quindi innocuo ma per farla ricredere avrà bisogno di un aiutino. Servirà a far scattare la scintilla? Film appena accettabile, per lunghi tratti si trascina ma la Morante lo tiene a galla, grazie ad una interpretazione adatta, intensa ma delicata, molto convincente e anche a una regia che davvero non t'aspetti. Più fragile, invece, la sceneggiatura. I tanti silenzi sono riempiti dalle musiche stupende di Nicola Piovani, ma di tanta meraviglia se ne abusa e a volte stona. Anche perchè non basta una colonna sonora, seppur stupenda e d'autore, a fare un film credibile.
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gabriella
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venerdì 31 agosto 2012
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una primizia leggermente acerba
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Echi alleniani e scorci morettiani nell'opera prima di Laura MOrante, ambientata in una Parigi invernale.Amanda è una donna irrisolta e insoddisfatta ( il suo viso nervoso ben si presta al ruolo) che trascina un ormai patetico fidanzamento ( relazione), con un uomo che non sopporta più, a dire il vero non sopporta l'intero genere maschile, finchè a una festa di Capodanno conosce Antoine, che per un malinteso scambia per gay, decide così che l'unico uomo affidabile per una donna è un omosessuale, per l'appunto. Iniziano così una serie di situazioni tra il comico e il romantico, si perchè Amanda finisce per innamorarsi di Antoine, così come lui lo è di lei, solo che quest'ultimo decide di restare nel gioco dell'equivoco su consiglio del marito psicanalista della migliore amica della donna, convinto che solo in questo modo troverà il coraggio di far uscire i suoi reali sentimenti.
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Echi alleniani e scorci morettiani nell'opera prima di Laura MOrante, ambientata in una Parigi invernale.Amanda è una donna irrisolta e insoddisfatta ( il suo viso nervoso ben si presta al ruolo) che trascina un ormai patetico fidanzamento ( relazione), con un uomo che non sopporta più, a dire il vero non sopporta l'intero genere maschile, finchè a una festa di Capodanno conosce Antoine, che per un malinteso scambia per gay, decide così che l'unico uomo affidabile per una donna è un omosessuale, per l'appunto. Iniziano così una serie di situazioni tra il comico e il romantico, si perchè Amanda finisce per innamorarsi di Antoine, così come lui lo è di lei, solo che quest'ultimo decide di restare nel gioco dell'equivoco su consiglio del marito psicanalista della migliore amica della donna, convinto che solo in questo modo troverà il coraggio di far uscire i suoi reali sentimenti. Così andiamo a spasso con questa donna per Parigi, frequentiamo parchi, supermercati, ristoranti, sale cinematografiche, veniamo a conoscenza anche dei suoi gusti in materia ( Il grande Lebonski), osserviamo le sue fughe, le sue nevrosi, la sua logorroica generosità, perchè Amanda sogna di essere una donna diversa, più trattabile, più malleabile, "Quello che dice il babbo è sempre ben fatto", confida ad Antoine citando la favola di Andersen, ma non è così e la scena finale la rivela in tutta la sua collerica natura e forse a ragione, stavolta.. gli occhi fiammeggianti al buio della stanza sono più eloquenti di qualsiasi parola. Una ciliegina indigesta anche stavolta, verrebbe da dire "Continuiamo a farci del male", tanto per citare uno dei suoi maestri"; forse era davvero meglio se Antoine fosse stato davvero gay.
In conclusione un film piacevole, gradevole, senza colpi di coda, ma raffinato con un tocco femminile che riesce a coprire le lacune di sceneggiatura.
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maria
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giovedì 31 maggio 2012
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mix mal riuscito
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Tra cinema francese di alto e basso livello, Nanni Moretti e Woody Allen, Laura Morante si è persa. Avrebbe dovuto avere più fiducia in se stessa e nell'ispirazione femminile che pure afferma di sostenere(sia nel film che in altre occasioni); invece si è barcamenata tra citazioni dei suoi maestri maschi e collaborazioni dei suoi compagni attuali e precedenti, e ha rovinato un'idea che poteva essere carina, anche se non originale.La protagonista è interessante, nella sua tenerezza e idea di perfezione che maschera dietro un carattere insopportabile e una serie di ossessioni; la fragilità del coprotagonista è commovente; gli ambienti sono ben rappresentati;ma la sceneggiatura è inesistente e la rappresentazione spesso convenzionale e pretenziosa.
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Tra cinema francese di alto e basso livello, Nanni Moretti e Woody Allen, Laura Morante si è persa. Avrebbe dovuto avere più fiducia in se stessa e nell'ispirazione femminile che pure afferma di sostenere(sia nel film che in altre occasioni); invece si è barcamenata tra citazioni dei suoi maestri maschi e collaborazioni dei suoi compagni attuali e precedenti, e ha rovinato un'idea che poteva essere carina, anche se non originale.La protagonista è interessante, nella sua tenerezza e idea di perfezione che maschera dietro un carattere insopportabile e una serie di ossessioni; la fragilità del coprotagonista è commovente; gli ambienti sono ben rappresentati;ma la sceneggiatura è inesistente e la rappresentazione spesso convenzionale e pretenziosa. Ritengo siano da salvare la prima e l'ultima scena,la colonna sonora e in parte la fotografia, soprattutto degli interni.Forse per un'opera prima è sufficiente.Auguro a Laura Morante prove migliori, più consapevoli e meno ansiose, nonchè nuovi ruoli interessanti come attrice...sotto la guida di altri, perchè qui ha lavorato meglio sugli altri attori che su se stessa!
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[+] ritengo che.....
(di francesco2)
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