osteriacinematografo
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lunedì 6 febbraio 2012
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eccellente spy story
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Gran Bretagna, anni 70. Il capo dei servizi segreti, Control (un azzeccatissimo John Hurt), invia l’agente Prideaux (Mark Strong) in Ungheria: la missione fallisce, Prideaux viene ucciso, e Control è costretto a lasciare il Circus; con lui, se ne va anche George Smiley (uno straordinario Gary Oldman), suo stretto collaboratore. Poco dopo Control muore, e Smiley viene riassunto segretamente dal sottosegretario al governo per indagare sulla possibile presenza di una talpa russa ai vertici dei servizi segreti, vertici che -nel contesto- sono il Soldato, lo Stagnaio, il Sarto, il Povero (il titolo originale riporta infatti tali nomignoli in luogo dell’ennesima storpiatura dei traduttori nostrani).
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Gran Bretagna, anni 70. Il capo dei servizi segreti, Control (un azzeccatissimo John Hurt), invia l’agente Prideaux (Mark Strong) in Ungheria: la missione fallisce, Prideaux viene ucciso, e Control è costretto a lasciare il Circus; con lui, se ne va anche George Smiley (uno straordinario Gary Oldman), suo stretto collaboratore. Poco dopo Control muore, e Smiley viene riassunto segretamente dal sottosegretario al governo per indagare sulla possibile presenza di una talpa russa ai vertici dei servizi segreti, vertici che -nel contesto- sono il Soldato, lo Stagnaio, il Sarto, il Povero (il titolo originale riporta infatti tali nomignoli in luogo dell’ennesima storpiatura dei traduttori nostrani).
Su questa base, lo svedese Tomas Alfredson (già autore di “Lasciami entrare”) sviluppa una raffinata spy story, che ricalca saggiamente il modo di fare cinema degli anni in cui la storia è ambientata. Il film è una ragnatela le cui maglie vanno via via stringendosi e aggrovigliando attorno ai potenziali infiltrati, la cui architettura sottile e intricata sorprende senza mai annoiare, nonostante l’assenza di inseguimenti, colluttazioni, e di quei movimenti che spesso caratterizzano le opere del genere.
Il piano temporale è sfalsato, e il presente lascia spesso campo a numerosi flashback ricchi di indizi e particolari, utili a svelare le personalità degli individui coinvolti, le piccole crepe, le gelosie, gli innamoramenti più o meno reali, gli equilibri sempre sottili in un mondo di eterni e poliedrici sospetti.
La fotografia è spettacolare, i colori cupi ma intensi accompagnano ogni ambiente, interno ed esterno, senza la minima sbavatura, senza mai eccedere, e la tensione cresce in una scala di gradini minuti e costanti, grazie a una storia solida e intrigante (il romanzo da cui è tratto il film è di John Le Carrè, un tempo agente segreto del Secret Intelligence Service), a protagonisti eccellenti, a matrioskas che rivelano altre matrioskas che a loro volta possono contenere indizi veri o specchietti per le allodole, inganni e doppi giochi d’ogni sorta, finchè non viene disvelato il “seme”, il ragno, il tessitore ultimo, a sua volta monitorato in un meccanismo perverso e senza soluzione di continuità strutturale.
Merita una menzione speciale il compassatissimo agente Smiley, che domina la scena dall’inizio alla fine, rivelando gradualmente i suoi numerosi legami sommersi, la sistematica capacità di reperire fonti utili, lo sguardo attento su ogni minimo dettaglio, l’attenzione per le parole profuse o ascoltate. Gary Oldman ne interpreta ogni respiro e fornisce una prova indimenticabile (che per certi versi ricorda quella di Toni Servillo ne “Il divo”), si muove lentamente sulla scena, come un felino esperto e sornione, interpretando un agente sui generis, che si districa con calma ed eleganza in ogni situazione, forte dell’autorità derivata dall’antica miscela di conoscenza e potere; possiede un quadro preciso dei rapporti che regolano quel mondo, e ciò gli fornisce una visione chiara dell’insieme, talmente chiara che quasi sorge il dubbio che sia lui stesso la scatola cinese in cui affonda lo sguardo con gelida e distaccata intensità.
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moghi
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lunedì 6 febbraio 2012
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eccellente spy story dal sapore antico
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Grande film di spionaggio ambientato ai tempi della sordida Guerra Fredda. Personaggi cesellati, atmosfera ed ottime interpretazioni fanno di questo film un must nel suo genere. Chi si aspettava: inseguimenti, azioni assurde a sfinire, situazioni inverosimili e personaggi da videogioco può tranquillamente evitare di comprendere un film evoluto come La Talpa e dedicarsi al contemporaneo Missione Impossibile (la cui vera missione è quella di trovare il fantasma di cervello di chi lo guardato fino alla fine). C'è ben poco da aggiungere, grandissimo Gary OLDMAN in un ruolo che gli calza a pennello.
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carli64
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giovedì 2 febbraio 2012
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una talpa senza 3d
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Colpisce il divario tra la tecnologia del terzo millennio e quella di appena quarant’anni fa. Spie che chiamano da cabine telefoniche, e capi che rispondono da telefoni con fili. La rivisitazione perfetta di un mondo che non esiste più. Una trama complicatissima, che passa però in secondo piano rispetto ad un’operazione nostalgia per un passato, forse più autentico del nostro presente, dove le prove ci cercano tutta una notte sfogliando faldoni di carta. Attori stratosferici ed un regista da tenere sotto stretto controllo.
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carli64
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giovedì 2 febbraio 2012
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una talpa senza 3d
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Colpisce il divario tra la tecnologia del terzo millennio e quella di appena quarant’anni fa. Spie che chiamano da cabine telefoniche, e capi che rispondono da telefoni con fili. La rivisitazione perfetta di un mondo che non esiste più. Una trama complicatissima, che passa però in secondo piano rispetto ad un’operazione nostalgia per un passato, forse più autentico del nostro presente, dove le prove ci cercano tutta una notte sfogliando faldoni di carta. Attori stratosferici ed un regista da tenere sotto stretto controllo.
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tiamaster
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giovedì 2 febbraio 2012
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lento,noioso...ma magnifico
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Si,è vero che la talpa è un film lento.si,è vero che la talpa concilia il sonno...ma è un film magnifico.Se si vuole analizzare la talpa in tutti i suoi aspetti si parte dalla sceneggiatura:lenta,intricatissima,e proprio per questo romantica e bellissima,nominata agli oscar.Poi gli interpreti,che con silenzi,sguardi e poche parole riescono a descrivere da soli la guerra fredda,bravissimi in particolare il mitico jon hurt,gary oldman (grandissima interpretazione) e un colin firth sempre piu' bravo.L'incredibile bravura registica di Tomas Alfredson,la cura minuzziosa nei costumi e nelle scenografie rendono la talpa,sicuramente un film pesante,ma magnifico,elegante,romantico e stupendo,un opera non facile ma molto bella.
[+] lento, noioso e...basta !
(di stronziocobalto)
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immanuel
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lunedì 30 gennaio 2012
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l'archetipo della spy stories
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Il plot del film si muove sulla linea apparentemente decifrabile (all'inizio) di un laitmotiv delle spy stories, la caccia attorno alla "gola profonda", al delatore, all'informatore clandestino, alla classica "talpa", annidata nei gangli dell'intelligence anglossassone, nel cuore di tenebra dell'M16, nelle stanze alte di un palazzo gotico di un quartiere loninese, il Circus. L'esordiente Alfredson scolpisce una storia di rara lucentezza e spessore (distillato dell'opera omonima dello scrittore e ex agente segreto Le Carré), disegnata sui tratti tesi e impenetrabili del viso dell'agido antieroe Smiley, impeccabilmente e grandiosamente interpretato dallo ieratico Gary Oldman.
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Il plot del film si muove sulla linea apparentemente decifrabile (all'inizio) di un laitmotiv delle spy stories, la caccia attorno alla "gola profonda", al delatore, all'informatore clandestino, alla classica "talpa", annidata nei gangli dell'intelligence anglossassone, nel cuore di tenebra dell'M16, nelle stanze alte di un palazzo gotico di un quartiere loninese, il Circus. L'esordiente Alfredson scolpisce una storia di rara lucentezza e spessore (distillato dell'opera omonima dello scrittore e ex agente segreto Le Carré), disegnata sui tratti tesi e impenetrabili del viso dell'agido antieroe Smiley, impeccabilmente e grandiosamente interpretato dallo ieratico Gary Oldman. E così ciò che colpisce e affascina di questa pellicola sono la qualità delle scenografie, la brillantezza dei costumi e dei particolari, l'aritmetica della regia, puntuale, consumata in ogni dettaglio. Ne discendono una geometria e un'ordine che conferiscono pathos e al tempo stesso realismo e pregnanza all'intera costruzione. Il cineasta svedese ha avuto la capacità. come pochi altri ce l'hanno, di calare lo spettatore negli scenari cupi e sotteranei della guerra di spionaggio durante gli anni della cortina di ferro, che fu poi la vera guerra "fredda", combattuta a colpi di dossieraggio criminale, facendo ricorso a delatori, agenti in incognito e spie insospettabili, segnata dagli omicidi silenziosi, da storie di delitti irrisolvibili, da eventi fumosi, trame occulte, atti proditori, segreti inconfessabili, assurde sparizioni. Alfredson ha ritenuto di non dover fare della pedagogia fine a sè stessa. Ha evitato, alla maniera di Stone, di squadernare, di rivelare apertamente i singli eventi di una trama fitta e all'apparenza incomprensibile. Perché il segreto dell'opera sta proprio nella sua impenetrabilità, nella sua enigmaticità, impersonata nella freddezza e nell'impassiblità marmoree di Smiley, impreziosita da continui cambi di scena, frequenti chiariscuri, inanellando situazioni sconnesse e quasi giustapposte senza costrutto. Dalla patria di Stig Larsson, padre della trilogia Millennium, capace di mostrarci il volto tetro di una nazione che tutti ritenevamo arcadica -come un po' tutto il mondo scandinavo, luogo ameno e irenico- e da un regista promettente come Alfredson non poteva che trasudare il palpito misterico che è possibile rivivere lungo l'intera messa in scena del film. Opera artistica di diafana e rilucente tetraggine. Archetipo delle spy stories.
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martino scarpa
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lunedì 30 gennaio 2012
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favoloso
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Straordinario film, dalle atmosfere noir, immerso in un clima grigio, da cui si giova anche la fotografia, impeccabile e stile anni '70. Il protagonista (che in realtà è un coprotagonista) Gary Oldman è favoloso: misterioso, freddo, lucido ed impenetrabile dona un alone di mistero a tutta la pellicola. Da non perdere.
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petri
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domenica 29 gennaio 2012
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non si capisce nulla.
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Un film che non si riesce a seguire.
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lorpy
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domenica 29 gennaio 2012
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che sonno..
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Non so la trama, ho cercato di vederlo tre volte e tutte e tre mi sono addormentato. Gary Oldman dirà cinque battute in tutto il film, onestamente una noia mortale
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lorpy
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domenica 29 gennaio 2012
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che sonno..
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Non so la trama, ho cercato di vederlo tre volte e tutte e tremi sono addormentato. Gary Oldman dirà cinque battute in tutto il film, onestamente una noia mortale
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