hobbit-in-the-hole
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domenica 6 novembre 2011
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tenta di far tutto, ma non conclude niente...
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Non saprei proprio che dire...da un lato questa trasposizione del romanzo di Dumas, con le sue promesse di azione & umorismo, mi incuriosiva, ma dall'altro sentivo che l'esagerata espressione che Orlando Bloom ostentava nella locandina voleva suggerirmi che c'era qualcosa che non andava nell'ultimo film diretto da Anderson. L'idea in sè non era male, comunque, anche se di certo Anderson non è stato il primo ad averla. Lo "Sherlock Holmes" di Ritchie, con la sua rilettura moderna del personaggio di Arthur Conan Doyle, mi era piaciuto molto, così come il mix di humor e azione del primo "Pirati dei Caraibi" mi aveva divertito qualche annetto fa.
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Non saprei proprio che dire...da un lato questa trasposizione del romanzo di Dumas, con le sue promesse di azione & umorismo, mi incuriosiva, ma dall'altro sentivo che l'esagerata espressione che Orlando Bloom ostentava nella locandina voleva suggerirmi che c'era qualcosa che non andava nell'ultimo film diretto da Anderson. L'idea in sè non era male, comunque, anche se di certo Anderson non è stato il primo ad averla. Lo "Sherlock Holmes" di Ritchie, con la sua rilettura moderna del personaggio di Arthur Conan Doyle, mi era piaciuto molto, così come il mix di humor e azione del primo "Pirati dei Caraibi" mi aveva divertito qualche annetto fa. Allora cosa non è andato con "I tre moschettieri"?
Forse la risposta si trova nella strana sensazione di "collage esagerato" che ho avuto durante tutta la visione. Questi moschettieri sembravano un mix di agenti segreti, ninja, delusi difensori della corona, ribelli mancati e occasionalmente spadaccini. Capisco il tentativo di rivedere il loro ruolo, però così ci son veramente troppe cose! Mi è sembrato che il regista avesse cercato di farli diventare "un pò tutto" perchè nemmeno lui aveva idea di dove andare a parare con questi poveretti, che infatti dopo le varie presentazioni sono relegati in sordina per lasciare spazio solo a D'Artagnan, un insipido Logan Lerman che (non) ci delizia (ma non ci fa neanche ridere) con i suoi pessimi tentativi di abbordaggio. Certo, non che gli altri personaggi del film si salvino! Il duca di Buckingham è una macchietta senza spessore, un "cattivo mancato" ; Til Schweiger mi è sembrato fuori parte nel ruolo di Cagliostro, mentre per quanto riguarda Christoph Waltz...ho la sensazione che con lui volessero ricreare una versione seicentesca di Hans Landa: se è così mi spiace davvero molto per lui, perchè un'interpretazione a mio parere perfetta in "Bastardi senza gloria" rischia di incastrarlo a tempo indeterminato nel ruolo del "perfido burattinaio", parte sempre interessante, ma che alla lunga, soprattutto se messa in scena sempre dallo stesso attore, rischia di stancare lo spettatore. Che dire poi della "femme fatale"? Milla Jovovich, che interpreta Milady, fa in questo caso ne più ne meno quello che il suo ruolo richiedeva: interpretare la classica donna sensuale, pericolosa e doppiogiochista. Non esattamente originale, ma questo forse glielo si può perdonare, perchè credo che in una rilettura del genere Milady sarebbe diventata inevitabilmente una sorta di spia internazionale esperta in arti marziali.
Non mi dilungo troppo sul resto: le scene d'azione erano sì spettacolari (buona l'idea delle aeronavi), però non credo che questo basti a risollevare il tutto, soprattutto se dietro c'è stato un pessimo uso del 3D, che per tutta la durata della visione non si è "fatto sentire" minimamente.
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anonimaa
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venerdì 4 novembre 2011
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"tutti per uno, uno per tutti!"
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Il film è esattamente ciò che ci si aspetta: una pellicola d'azione e buoni sentimenti.Gli attori sono più che discreti anche quello che interpreta D'Artagnan, contrariamente ad ogni previsioni, già visto in "Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo". Alcune scene fanno ridere e in generale il film è ideale per chi vuole vedere una classica "Americanata" anche se il regista è inglese e il film è di produzione tedesca! Se è un film che vi interessa, è assolutamente da vedere al cinema perchè sul piccolo schermo perderebbe ogni suo punto di forza.
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quieromirar
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giovedì 3 novembre 2011
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quattro spade spuntate
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Una sorta di guerriero ninja uccide il suo avversario emergendo inesorabilmente dall’acqua; una fanciulla compie acrobazie sorprendenti tra i fili di una rete di protezione; gli eroi di turno piombano su di un veliero volante con buona pace di qualsiasi legge fisica. Il nuovo videogioco in circolazione? No, l’ultima fatica di Paul Anderson, inno spregiudicato alla contaminazione dei generi. Il celeberrimo romanzo di Dumas diventa il fragile pretesto per un lungometraggio che mira pressoché esclusivamente all’effetto eclatante, alla scena che sorprenda e affascini. Spaziando tra James Bond e una costruzione dell’immagine che riecheggia quella già utilizzata in “300”, “I tre moschettieri” vuole essere un costoso album dei ricordi per il cinefilo, un invito a farsi trascinare dal gioco di assonanze e citazioni.
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Una sorta di guerriero ninja uccide il suo avversario emergendo inesorabilmente dall’acqua; una fanciulla compie acrobazie sorprendenti tra i fili di una rete di protezione; gli eroi di turno piombano su di un veliero volante con buona pace di qualsiasi legge fisica. Il nuovo videogioco in circolazione? No, l’ultima fatica di Paul Anderson, inno spregiudicato alla contaminazione dei generi. Il celeberrimo romanzo di Dumas diventa il fragile pretesto per un lungometraggio che mira pressoché esclusivamente all’effetto eclatante, alla scena che sorprenda e affascini. Spaziando tra James Bond e una costruzione dell’immagine che riecheggia quella già utilizzata in “300”, “I tre moschettieri” vuole essere un costoso album dei ricordi per il cinefilo, un invito a farsi trascinare dal gioco di assonanze e citazioni. La stessa centralità di D’artagnan nell’economia del racconto –o per meglio dire, dell’assemblamento di immagini- non si giustifica soltanto con il suo ruolo di protagonista. È motore degli avvenimenti allo stesso modo con cui il giocatore usa la consolle per mutare lo scenario o il livello di difficoltà. Tale scelta comporta di conseguenza che i nessi logici non vengano rispettati perché considerati superflui, come avviene nel momento in cui i compagni salvano il giovane nella torre di Londra: l’azione mette del tutto in ombra il suo stesso scopo, ovvero il recupero del gioiello. Anche la cattura di Milady diventa un pezzo di bravura che potrebbe tranquillamente bastare a se stesso, senza badare eccessivamente alla continuità della narrazione. Il dettaglio dunque prevale sull’insieme, ma i momenti di raccordo risultano una stanca parentesi tra un’impresa e l’altra. Nelle fasi di vita a corte, nei momenti in cui una psicologia sembrerebbe prendere corpo (ma l’illusione dura poco), negli intermezzi sentimentali il ritmo si allenta e gli elementi della scena appaiono giustapposti, senza confluire in una comune logica rappresentativa. Si procede per accumulo: tutto ciò che precorre o segue l’inquadratura rocambolesca risulta così un riempitivo ed è la sceneggiatura a soffrirne. Il gioco allora si fa sterile, perché disancorare la parte dal tutto può essere seducente, ma percepire il vuoto pneumatico della visione non si addice a chi ama veramente il cinema.
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alsith
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mercoledì 2 novembre 2011
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un altro titolo evergreen
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Il classico di Dumas, ha sempre ispirato i registi di tutti il mondo, con arrangiamenti e trasposizioni, non sempre conformi alla storia originale.
Sulla scia del successo di Scherlock Holmes, si è provata la trasposizione futuristica..ed il tentativo non è stato neanche male..il cast fatto di attori bravi ed esperti aiuta a dare profondità ai dialoghi e le scene (i complimenti vanno anche ai nostri doppiatori che sono veramente tra i migliori)..
Non mi è piaciuta la scelta di D'Artagnan. capisco il lato guascone ed impavido del personaggio, ma la scelta di un attore così giovane pecca un po'..ed alla fine, anche la storia, trita e ritrita, non aiuta a dare qualcosa di originale ed innovativo.
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Il classico di Dumas, ha sempre ispirato i registi di tutti il mondo, con arrangiamenti e trasposizioni, non sempre conformi alla storia originale.
Sulla scia del successo di Scherlock Holmes, si è provata la trasposizione futuristica..ed il tentativo non è stato neanche male..il cast fatto di attori bravi ed esperti aiuta a dare profondità ai dialoghi e le scene (i complimenti vanno anche ai nostri doppiatori che sono veramente tra i migliori)..
Non mi è piaciuta la scelta di D'Artagnan. capisco il lato guascone ed impavido del personaggio, ma la scelta di un attore così giovane pecca un po'..ed alla fine, anche la storia, trita e ritrita, non aiuta a dare qualcosa di originale ed innovativo..quindi resta solo la chiave futuristica, ma non basta..si poteva e doveva fare di più
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fiffner
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giovedì 27 ottobre 2011
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da vedere nonostante il baby-d'artagnan
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Un piacevole film d’azione ed effetti speciali, con tre stravaganti supereroi. E dico tre non a caso, perché in effetti il titolo,i TRE moschettieri, rispecchia la realtà di questa godibile pellicola che vale la pena guardare. Personaggi ben delineati e carichi di spessore, sia i buoni che i cattivi; uomini sicuri dall’alto della loro maturità, assolutamente azzeccati nella scelta degli attori perfettamente in sintonia coi loro panni, affiancati -purtroppo- da questo..questo..non trovo le parole..cosino. Questo ‘bimbetto’ imberbe che guardando il trailer avevo scambiato per una ragazza travestita, che neanche si impegna più di tanto per stare al passo coi suoi ben più degni coprotagonisti. Insomma, Luke Evans, Milla Jovovich, Mad Mikkelsen, Ray Stevenson, Matthew MacFadyen,Orlando Bloom, Christoph Waltz, e chi più ne ha più ne metta, anche troppo bravi per la sceneggiatura dai dialoghi risicati, e poi.
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Un piacevole film d’azione ed effetti speciali, con tre stravaganti supereroi. E dico tre non a caso, perché in effetti il titolo,i TRE moschettieri, rispecchia la realtà di questa godibile pellicola che vale la pena guardare. Personaggi ben delineati e carichi di spessore, sia i buoni che i cattivi; uomini sicuri dall’alto della loro maturità, assolutamente azzeccati nella scelta degli attori perfettamente in sintonia coi loro panni, affiancati -purtroppo- da questo..questo..non trovo le parole..cosino. Questo ‘bimbetto’ imberbe che guardando il trailer avevo scambiato per una ragazza travestita, che neanche si impegna più di tanto per stare al passo coi suoi ben più degni coprotagonisti. Insomma, Luke Evans, Milla Jovovich, Mad Mikkelsen, Ray Stevenson, Matthew MacFadyen,Orlando Bloom, Christoph Waltz, e chi più ne ha più ne metta, anche troppo bravi per la sceneggiatura dai dialoghi risicati, e poi..questo logan lerman (scritto piccolo apposta) dall’alto (un tappetto tra spilungoni, forse il regista doveva tentare qualche trucco prospettico) dei suoi 19 anni portati talmente bene che ne dimostra 15 al massimo. E se pensate che le cose più improbabili del film siano le navi-mongolfiera che sfidano le leggi della fisica, o rimanere indenni dopo un salto d’alta quota (oh già ma è atterrata sull’acqua), è perché non avete ancora visto lerman con le extentions cotonate come mia nonna, che fa lo spavaldo, il seduttore (se non fosse tragico farebbe davvero ridere), e il combattente provetto (talmente improbabile che quando sferra i colpi si vedono gli sforzi degli stuntmen nel cercare invano di essere credibili, almeno loro), il tutto con la solita, medesima, invariabile espressione, persino durante le prestazioni atletiche -pessimo attore ma ha un futuro nel pocker-. Ora, non dico un Gene Kelly, sarebbe chiedere davvero troppo, ma visto che la performance recitativa evidentemente al regista non interessava, non potevano magari metterci un caratterista, qualcuno un po’ più 'uomo', invece di un poco più che adolescente insulso, inetto e di certo erroneamente convinto di valere qualcosa. D’altra parte le nuove generazioni di giovani attori..diciamocelo..talvolta hanno la stessa varietà espressiva di una carpa, forse perché in effetti ne hanno anche lo stesso spessore emotivo. Dove sono i bei tempi quando una appena quattordicenne Linda Blair dava ‘corpo’ all’indemoniata de L’Esorcista, o quando il giovanissimo (13 anni) Christian Bale interpretava il bambino-sopravvissuto di un campo di internamento giapponese ne L’Impero del Sole, o Danny Lloyd che forte dei suoi ben 7 anni faceva addirittura parlare con voce diversa il suo indice posseduto in Shining. Adesso invece abbiamo attori come questo lerman o come quelli di Twilight, che come films sono pure carini e sono carini anche loro, carini.. sì.. ma insomma, siamo qualche miliardo a questo mondo, sarà pure possibile trovare qualcuno altrettanto carino che sappia anche recitare un tantino, poco-poco. Fra tutti e tre t.lautner, k.stewart e r.pattinson fanno a gara a chi riesce a muovere meno muscoli facciali, anche se credo vinca per una buona spanna la stewart con l’interminabile sequenza di assoluta e reiterata immobilità nella scena del passaggio del tempo in New Moon, secondo film della saga.
Vorrei concludere con un appello a tutti i registi di Hollywood: vi prego ogni tanto stupiteci e scritturate un ragazzetto che, miracolo, sappia pure recitare, così, anche solo per spiazzarci ;)
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spike
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mercoledì 26 ottobre 2011
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lasciate perdere
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Un film che scimmiotta tanti altri ma che non trova una sua identità. Lasciate perdere.
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alex2044
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mercoledì 26 ottobre 2011
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un occasione persa
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Qualche buona trovata visiva ma nulla di più. Il 3D aolutamente inutile. Un film che incuriosisce ma non decolla mai. Gli attori non particolarmente convinti e quindi non convincenti .
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ettoregna
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mercoledì 26 ottobre 2011
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i tre moschettieri in chiave pop
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Rivisitazione ricca di azione e battute ironiche in puro stile action movie americano sulla linea (il paragone forse è un pò affrettato) delle avventure dei pirati dei caraibi. Paul W.S. Anderson ci racconta le vicende dei 3 moschettieri ormai non più giovanissimi e senza un vero obbiettivo da perseguire, a loro si aggiunge un giovane spadaccino di nome d'artagnan che subito entrerà nelle grazie del re. I personaggi sono descritti in chiave pop: la cattivissima Milady, Milla Jovovich, spia super sexy in grado di combattere come un uomo ma dotata anche di un'astuzia che solo una donna può avere, il re con il pallino della moda e il duce di Buckingham intepretato (questa volta nelle panni di un cattivo) da Orlando Bloom in stile rokkettaro che pare essersi ispirato per il ruolo a david bowie.
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Rivisitazione ricca di azione e battute ironiche in puro stile action movie americano sulla linea (il paragone forse è un pò affrettato) delle avventure dei pirati dei caraibi. Paul W.S. Anderson ci racconta le vicende dei 3 moschettieri ormai non più giovanissimi e senza un vero obbiettivo da perseguire, a loro si aggiunge un giovane spadaccino di nome d'artagnan che subito entrerà nelle grazie del re. I personaggi sono descritti in chiave pop: la cattivissima Milady, Milla Jovovich, spia super sexy in grado di combattere come un uomo ma dotata anche di un'astuzia che solo una donna può avere, il re con il pallino della moda e il duce di Buckingham intepretato (questa volta nelle panni di un cattivo) da Orlando Bloom in stile rokkettaro che pare essersi ispirato per il ruolo a david bowie. I tre moschettieri resta un film piacevole e spensierato, gradito sopratutto a chi ama l'azione. Ottimi gli effetti speciali, i costumi e le ambientazioni, molte ricreate appunto con la computer grafica.
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beataffe
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lunedì 24 ottobre 2011
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giustamente rivisitato
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Divertente e con i giusti colpi di scena, anche se potrebbe essere un po' prevedibile.
Ottima come sempre l'interpretazione di Orlando Bloom!
Certamente la vera storia non ha il "lieto fine" ma, piuttosto che una delusione, questo film riesce comunque ad infonderti il buon umore.
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fradrumsplayer
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domenica 23 ottobre 2011
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i moschettieri tornano alle stelle
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Gran bel film, ottimo 3D scene ben congegnate battute divertenti e ottimi scontri ... l'ambientazione è suggestiva e il film prende e riesce nel suo complesso... una bella riadattazione per un film davvero piacevole
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