sylya
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lunedì 28 gennaio 2013
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un film psicologico senza psicologia
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Tirare le somme di questo film è stato come dover tirare le somme di due metà. Se da una parte ha un'ottima colonna sonora, una buona idea di base, degli splendidi costumi, un'interessante ambientazione ed un incipit che promette relativamente bene, dall'altra trovo che la sua realizzazione sia la causa di quello che definirei il flop di Sucker Punch. Non vogliamo parlare di tutta la prima metà del film, in cui i combattimenti, di dieci minuti ciascuno, sono talmente insignificanti dal punto di vista della trama -sarebbero bastati un paio di minuti a combattimento, e non questo americanissimo sbandierare quanto siamo diventati bravi con gli effetti speciali e quanto siano carine le donne combattenti in minigonna- che si potrebbe andare tranquillamente a fare altro in giro per casa, durante il loro svolgimento, tornare poco prima dell'ultima scena e comprendere di non essersi persi niente.
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Tirare le somme di questo film è stato come dover tirare le somme di due metà. Se da una parte ha un'ottima colonna sonora, una buona idea di base, degli splendidi costumi, un'interessante ambientazione ed un incipit che promette relativamente bene, dall'altra trovo che la sua realizzazione sia la causa di quello che definirei il flop di Sucker Punch. Non vogliamo parlare di tutta la prima metà del film, in cui i combattimenti, di dieci minuti ciascuno, sono talmente insignificanti dal punto di vista della trama -sarebbero bastati un paio di minuti a combattimento, e non questo americanissimo sbandierare quanto siamo diventati bravi con gli effetti speciali e quanto siano carine le donne combattenti in minigonna- che si potrebbe andare tranquillamente a fare altro in giro per casa, durante il loro svolgimento, tornare poco prima dell'ultima scena e comprendere di non essersi persi niente. Non vogliamo parlare della ripetitività degli stessi combattimenti (divertenti, per chi ama i film d'azione. Noiosi per chi, come me, si aspettava un film con un minimo di psicologia)..Non vogliamo parlare di come il film utilizzi un'idea psicologica come quella de "la realtà è quella che ci costruiamo noi" solo per avere una giustificazione per mostrare una serie di scene fini a se stesse, lasciando alla vera e propria trama giusto la prima e l'ultima parte, per altro abbastanza scontata. Non vogliamo parlare del fatto che i personaggi siano così piatti da necessitare una giustificazione da parte della stessa voce della protagonista "non sono io la protagonista di questo film". Non vogliamo parlare di come l'idea di base del film, o quella che si presume esserlo, sia stata stracciata e calpestata dal mero virtuosismo dello stesso regista dell'Alba dei Morti viventi -remake- e di 300..cosa che spiega molte cose, visto che anche gli altri due film meriterebbero proprio le stesse critiche. Un'ottima realizzazione estetica per un film che onestamente non lascia nulla..a meno che non si abbia una fervida immaginazione e vi si leggano significati che però nel film probabilmente sono solo una coincidenza. Coincidenza che gli ha fruttato qualche soldo in più ai botteghini, di sicuro, ma che non permetterà a Sucker Punch di restare impresso nella storia del cinemae. La trama non la fanno gli spettatori.
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mark23
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lunedì 28 marzo 2011
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debole nei contenuti ed esagerato esteticamente!
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La storia racconta di una ragazzina di nome Baby Doll incolpata dell'uccisione della sorella dal malvagio patrigno e rinchiusa da questi in un istituto mentale.
A rischio di sevizie e lobotomizzazione da parte di inservienti corrotti Baby Doll si rifuggia in un mondo fantastico creato dalla sua mente per sfuggire alla sua realtà da incubo e nel contempo architettare un piano di fuga. Il manicomio diventa così un club in cui le pazienti sono ballerine costrette alla prostituzione e dove Baby Doll riesce a incantare i clienti con straordinarie danze, ognuna delle quali a loro volta equivalgono ad un altro mondo di fantasia.
Nel suo film più personale, perchè completamente ideato da lui stesso e non tratto da un fumetto come "Watcheman" o "300", Zack Snyder si lascia andare senza porsi dei limiti partorendo così la sua opera meno riuscita.
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La storia racconta di una ragazzina di nome Baby Doll incolpata dell'uccisione della sorella dal malvagio patrigno e rinchiusa da questi in un istituto mentale.
A rischio di sevizie e lobotomizzazione da parte di inservienti corrotti Baby Doll si rifuggia in un mondo fantastico creato dalla sua mente per sfuggire alla sua realtà da incubo e nel contempo architettare un piano di fuga. Il manicomio diventa così un club in cui le pazienti sono ballerine costrette alla prostituzione e dove Baby Doll riesce a incantare i clienti con straordinarie danze, ognuna delle quali a loro volta equivalgono ad un altro mondo di fantasia.
Nel suo film più personale, perchè completamente ideato da lui stesso e non tratto da un fumetto come "Watcheman" o "300", Zack Snyder si lascia andare senza porsi dei limiti partorendo così la sua opera meno riuscita.
I primi dieci minuti sono assolutamente perfetti, abbiamo una notevolissima dimostrazione delle capacità artistico visive del regista igrazie ad una lunga sequenza priva di dialoghi dove fanno da padrone le immagini e una cover di "Sweet Dreams". Sequenza dalla fotografia cupa e suggestiva, ricca di scelte stilistiche e trovate originali; qui Snyder si lascia andare a virtuosismi a dir poco efficaci.
Peccato che dopo questa parte introduttiva la mano di Snyder si lasci andare esageratamente, perdendo quel senso della misura presente in quei primi 10 minuti, inseguendo chissà quali ambiziosi obbiettivi e finendo con strafare clamorosamente."Sucker Punch" si presenta così come una "inutile" accozzaglia di roba: tra citazioni, omaggi, fusioni di generi, sexy ragazze uscite da manga giapponesi, mescolando videogame a fumetti, Kill Bill a Moulin Rouge e chi più ne ha più ne metta. Tutte cose che vanno ad ammassarsi l'una sull'altra arrivando a soffocare un film tanto sfarzoso a livello estetico quanto debole nei contenuti. Intento ad agghindare in maniera confusionaria la "superficie" della sua creatura Snyder trascura infatti la sfera emotiva ma soprattutto evidenzia la fiacchezza di una sceneggiatura che sembra non sapere che strada prendere, che evita di approfondire certe tematiche o di dare spessore ai personaggi puntando invece all'azione e allo spettacolo, una sceneggiatura dove a volte sembra assente un nesso logico tra le diverse scene e che procede in maniera stanca e forzata verso un finale non banale ma frettoloso nella sua costruzione e per questo incapace di colpire a dovere.
Anche la colonna sonora per quanto sia bella il più delle volte è invasiva, dà l'impressione di assistere a un lungo montaggio di videoclip. Zack Snyder eccede anche nelle scene d'azione frenetiche e martellanti, troppo presenti, troppo monotone, difficili da seguire, per questo poco coinvolgenti e dunque nella loro abbondanza portatrici di noia. L'azione schiaccia i dialoghi, vediamo le protagoniste imbracciare fucili e sparare a ripetizione senza mai proferire mezza parola, alle prese con le missioni belliche nei diversi mondi paralleli creati dalla immaginazione di Baby Doll che si succedono come i livelli di un videogame sparattutto.
Così facendo Sucker Punch si riduce quasi esclusivamente ad un misero stratagemma commerciale studiato a tavolino per attirare più spettatori possibili.
Sulla carta le potenzialità di questo progetto erano altissime, Zack Snyder a causa di troppa foga nel voler dimostrare il suo talento registico e forse anche con un pò troppa presunzione ha affondato il tutto. Un peccato.
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storyteller
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venerdì 25 marzo 2011
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una mattanza calcolata
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Snyder ama gli eccessi visivi. Se lo spettatore si prende la briga di assecondarlo, poca importanza hanno l'effettiva qualità della sceneggiatura, la recitazione traballante, la povertà di fondo del soggetto, le ambizioni psicanalitiche. Il film si fa apprezzare perché ubriaca poco a poco, ma tenendo desta l'attenzione. C'è chi grida al capolavoro, e chi - come il sottoscritto - accantona la sistematica progressione narrativa e si gode quel che ne rimane (come con i mandarini cinesi: è più buona la buccia della polpa).
Non stona definire Sucker Punch una versione "minorata" di Inception, dove alla profondità dell'intreccio si sostituisce una parata di cacofoniche sequenze d'azione che rivisitano (solo graficamente, qui non si tratta di scavare ma di esibire) i generi e sottogeneri più famosi dell'industria dell'intrattenimento: steampunk, fantasy, cyberpunk, anime, videogames.
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Snyder ama gli eccessi visivi. Se lo spettatore si prende la briga di assecondarlo, poca importanza hanno l'effettiva qualità della sceneggiatura, la recitazione traballante, la povertà di fondo del soggetto, le ambizioni psicanalitiche. Il film si fa apprezzare perché ubriaca poco a poco, ma tenendo desta l'attenzione. C'è chi grida al capolavoro, e chi - come il sottoscritto - accantona la sistematica progressione narrativa e si gode quel che ne rimane (come con i mandarini cinesi: è più buona la buccia della polpa).
Non stona definire Sucker Punch una versione "minorata" di Inception, dove alla profondità dell'intreccio si sostituisce una parata di cacofoniche sequenze d'azione che rivisitano (solo graficamente, qui non si tratta di scavare ma di esibire) i generi e sottogeneri più famosi dell'industria dell'intrattenimento: steampunk, fantasy, cyberpunk, anime, videogames.
A volte la messinscena stanca (l'assalto alla fortezza del drago), a volte spiazza (in positivo): Baby Doll che affronta tre giganteschi tengu sulle note di Bjork non è cosa da poco.
Se si trattasse di un gigantesco video musicale, l'opera di Snyder varrebbe quattro stelle; ma è un film, e si salva per miracolo dal ridicolo involontario riscattando in piccola parte i presupposti iniziali con una conclusione studiata a tavolino.
Brave Jena Malone e Carla Gugino.
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slowfilm.splinder.com
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sabato 9 aprile 2011
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sucker punch
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Come un tuffo nell’immaginario (anche erotico) di Marilyn Manson. Con tutto quello che implica in termini di riciclaggio e cattiveria plastificata. È il tratto costante di Sucker Punch, che più nel dettaglio prende da videogame, manga come Sailor Moon, favole come Alice nel Paese delle Meraviglie (con tanto di attraversamento dello specchio), clip musicali, psicodrammi e tant’altro. Mescola il tutto con la beata strafottenza di Snyder e ne esce qualcosa che con ogni probabilità o non si ama o non si odia (ho sempre desiderato usare al contrario questa terribile frase fatta). Ricomincio dall’inizio.
Sucker Punch parte con l’ennesima rivisitazione di Sweet Dreams (dicevamo, mr. Marilyn), cantata dalla protagonista Emily Browning.
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Come un tuffo nell’immaginario (anche erotico) di Marilyn Manson. Con tutto quello che implica in termini di riciclaggio e cattiveria plastificata. È il tratto costante di Sucker Punch, che più nel dettaglio prende da videogame, manga come Sailor Moon, favole come Alice nel Paese delle Meraviglie (con tanto di attraversamento dello specchio), clip musicali, psicodrammi e tant’altro. Mescola il tutto con la beata strafottenza di Snyder e ne esce qualcosa che con ogni probabilità o non si ama o non si odia (ho sempre desiderato usare al contrario questa terribile frase fatta). Ricomincio dall’inizio.
Sucker Punch parte con l’ennesima rivisitazione di Sweet Dreams (dicevamo, mr. Marilyn), cantata dalla protagonista Emily Browning. Se in Watchmen l’incipit era la cosa più riuscita e scorreva sull’immensa The Times They Are a-Changin’, qui il regista lascia subito intendere che non andrà per il sottile (cioè, ci andrà ancora meno del solito), fa partire la resistibile cover e si abbandona ai suoi cinque minuti di ralenti con grandangoli, colori digitali, punti di vista artificiali, tutto. Il resto del film ripropone questo "tutto" acustico e visivo in lunghe scene puramente action, ognuna dotata di un pompatissimo tema musicale (quasi tutte cover, in accordo con la natura del cinema patchwork e citazionista) secondo quella progressione per tappe e livelli che ultimamente aveva già adottato Scott Pilgrim. Queste scene autosufficienti si alternano con i frammenti che tirano avanti la narrazione, in una versione più semplice e meno chiacchierata dell’inscatolamento di realtà di Inception. Su un canovaccio tutto sommato terribilmente triste quanto previsto e prevedibile si innestano scontri di enormi samurai, zombie nazisti, draghi e altre bestie, con le nostre eroine pallide in gonnellina, treccine e pose plastiche. Nella reiterata carneficina quel che spicca è l’assoluta mancanza di sangue, essendo fatte le varie creature di luce, di vapore, di qualsiasi cosa non sia rosso e rischi di portare la censura a limitare la diffusione del film: un espediente sempre più diffuso e sempre più irritante.
Sucker Punch, concludendo, si lascia ammirare nei suoi eccessi pirotecnici e coreografici, tanto trash e spudorati da assumere un certo fascino e una propria riconoscibilità; resta il fatto che i fuochi d’artificio dopo un po' annoiano, e in mancanza di un controller il film finisce col giocare solo per se stesso.
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arsy91
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domenica 3 aprile 2011
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nazisti zombie a vapore... serve altro ?
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Un famoso personaggio di youtube (Yotobi) nelle sue recensioni usa classificare alcuni film come: So Bad is So Goood !
Che è esattamente quello che è questo film.
Talmente caotico, insensato, paradossale, contro ogni logica e coerenza da essere spettacolare.
Una ventata di aria fresca a un cinema che vuole stupire con effetti speciali ma non riesce più a tirare fuori trame originali e si riduce a riproporre i soliti menù di personaggi e ruoli.
Ma un senso alla fine c'è, potrebbe dire qualcuno. Vero ma non centra niente. E' chiaro come l'idea di una morale venga abbozzata all'inizio e carlonescamente chiusa alla fine ma il film VUOLE rivolgere l'attenzione ad altro. O, meglio, vuole che non serva attenzione.
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Un famoso personaggio di youtube (Yotobi) nelle sue recensioni usa classificare alcuni film come: So Bad is So Goood !
Che è esattamente quello che è questo film.
Talmente caotico, insensato, paradossale, contro ogni logica e coerenza da essere spettacolare.
Una ventata di aria fresca a un cinema che vuole stupire con effetti speciali ma non riesce più a tirare fuori trame originali e si riduce a riproporre i soliti menù di personaggi e ruoli.
Ma un senso alla fine c'è, potrebbe dire qualcuno. Vero ma non centra niente. E' chiaro come l'idea di una morale venga abbozzata all'inizio e carlonescamente chiusa alla fine ma il film VUOLE rivolgere l'attenzione ad altro. O, meglio, vuole che non serva attenzione. Tutte le spettacolari scene d'azione inserite sono sconnesse e distanti dalla trama principale e questo permette allo spettatore di godersi ogni acrobazia ai limiti della fisica, combattimento in slow-motion, esplosione computerizzata e scenario fanta-apocalittico senza un mal di testa per collegare ogni cosa.
Abbandonare l'idea di coerenza, questo vuole dire il film. A volte bisogna solo chiudere gli occhi, sognare senza preoccuparsi di niente e poi riaprirli, per migliorarsi la giornata.
Inutile contestare cosa ci facciano robot in una Parigi apocalittica attaccata da dei nazisti zombificati che funzionano a vapore. Vedere, rilassarsi e ridere. Criticare è inutile, anche il sogno nel sogno nel sogno potrebbe far pensare a una copia di Inception di C. Nolan, niente di più distante.
Personalmente ritengo che il regista si sia ispirato a "Il miracolo segreto", capitolo del libro Finzioni di Jorge Luis Borges, dove il protagonista, scrittore, sta per essere sottoposto a pena capitale per fucilazione e non ha ancora finito il suo libro. Dio gli concede quindi il miracolo di fermare il tempo un istante prima che la pallottola lo colpisca, in questo modo lo scrittore ha 2 anni per concluderlo e alla fine l'esecuzione riprende. Stessa cosa per Sucker Punch, con una piccola differenza, ma non voglio rovinare il finale.
Conclusione: Da vedere, ma non da soli, con gli amici per poi parlarne appena fuori dalla sala: citare, ridere e, per una volta, non doversi chiedere nemmeno una volta, seriamente, "perchè ?".
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roytoxicboy
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domenica 27 marzo 2011
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bello... bello... quindi?
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Un film che si fonda su una regia virtuosistica capace di proporre movimenti di camera vertiginosi e una messa in scena di ambientazioni immaginifiche che traggono a piene mani ispirazione dall'immaginario manga. Così si viene coinvolti in una folle corsa anche divertente, ma trascorsa l'ora e mezzo canonica, mentre scorrono i titoli di coda, si rimane seduti a chiedersi: "Quindi?". Perchè la pecca più grande del film è l'assenza di una vera storia e di personaggi che possano davvero coinvolgere lo spettatore. Fatta salva la sequenza iniziale che racconta l'antefatto con grande efficacia, senza bisogno di dialoghi, il film prosegue con una serie di episodi autoconclusivi che, pur cambiando ambientazione, fondamentalmente sono tutti uguali.
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Un film che si fonda su una regia virtuosistica capace di proporre movimenti di camera vertiginosi e una messa in scena di ambientazioni immaginifiche che traggono a piene mani ispirazione dall'immaginario manga. Così si viene coinvolti in una folle corsa anche divertente, ma trascorsa l'ora e mezzo canonica, mentre scorrono i titoli di coda, si rimane seduti a chiedersi: "Quindi?". Perchè la pecca più grande del film è l'assenza di una vera storia e di personaggi che possano davvero coinvolgere lo spettatore. Fatta salva la sequenza iniziale che racconta l'antefatto con grande efficacia, senza bisogno di dialoghi, il film prosegue con una serie di episodi autoconclusivi che, pur cambiando ambientazione, fondamentalmente sono tutti uguali. Una continua battaglia fra spari, colpi di spada, salti mortali che permettono di spiare le mutandine delle protagoniste. E al millionesimo proiettile si inizia ad averne abbastanza.
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mar.ck
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venerdì 1 aprile 2011
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il video-game di snyder
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I film di Snyder possono piacere o non piacere, ma la cosa che li accomuna è che spiazzano e destano attenzione su chi li guada, per grafica, potenza, l'azione esagerata e violenta e quelle splendide musiche che si amalgano così perfettamente con l'azione. Sucker Punch è il suo film più pazzo e coraggioso che ha fatto.
Zack Snyder ha descritto il film come «la cosa più folle che abbia mai scritto» e un «Alice nel Paese delle Meraviglie con le mitragliatrici»(ed è proprio così). Dal punto di vista tecnico il film è uno spettacolo per gli occhi: pura arte. Snyder dipinge la sua Baby Doll rendendola un'eroina ribelle forte e coraggiosa, ma capace di sentimenti ed emozioni.
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I film di Snyder possono piacere o non piacere, ma la cosa che li accomuna è che spiazzano e destano attenzione su chi li guada, per grafica, potenza, l'azione esagerata e violenta e quelle splendide musiche che si amalgano così perfettamente con l'azione. Sucker Punch è il suo film più pazzo e coraggioso che ha fatto.
Zack Snyder ha descritto il film come «la cosa più folle che abbia mai scritto» e un «Alice nel Paese delle Meraviglie con le mitragliatrici»(ed è proprio così). Dal punto di vista tecnico il film è uno spettacolo per gli occhi: pura arte. Snyder dipinge la sua Baby Doll rendendola un'eroina ribelle forte e coraggiosa, ma capace di sentimenti ed emozioni. Il finale è tutto una sorpresa! Non è certo il capolavoro che prima o poi Snyder farà perchè è il più innovativo e coraggioso regista che ci sia, ma è "UN VIDEO-GAME CON COLONNE SONORE", proprio per questo un film spettacolare.
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alexpark
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martedì 5 aprile 2011
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snyder ritorna con un'idea originale e eclettica
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Dopo il grande successo di 300 e Watchmen che ci lasciarono sorpresi per il talento di questo regista non così noto come ora,Snyder dirige il primo film sorto da un'idea tutta sua e non presa da altre "fonti" come era successo con i film precedenti.La trama è molto originale e sorprendente degna del regista.Baby Doll è l'adolescente protagonista che dopo la morte della madre viene accusata di aver ucciso sua sorella e quindi mandata in un istituto per malati mentali.Le prime vicende si svolgono in questa prima realtà effettivamente vera mentre il resto del film si snoda in due realtà "immaginarie" generate dall'astuta mente di Baby Doll.
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Dopo il grande successo di 300 e Watchmen che ci lasciarono sorpresi per il talento di questo regista non così noto come ora,Snyder dirige il primo film sorto da un'idea tutta sua e non presa da altre "fonti" come era successo con i film precedenti.La trama è molto originale e sorprendente degna del regista.Baby Doll è l'adolescente protagonista che dopo la morte della madre viene accusata di aver ucciso sua sorella e quindi mandata in un istituto per malati mentali.Le prime vicende si svolgono in questa prima realtà effettivamente vera mentre il resto del film si snoda in due realtà "immaginarie" generate dall'astuta mente di Baby Doll.Dopo essere arrivata nel manicomio Baby Doll immagina una seconda realtà dove lei e le sue nuove compagne di viaggio fanno parte di un gruppo di ballo in un bordello.Questa in verità è solo una realtà "di transito" poichè per raggiungere la terza realtà,ovvero una serie di mondi totalmente inventati così come le creature al loro interno,Baby Doll dovrà danzare in questo bordello.Ma tutto è funzionale perchè le danze di Baby Doll permetteranno a queste cinque favolose ragazze di trasformarsi in cinque perfette macchine da guerra nei più disparati campi da guerra(terza realtà) per riuscire a recuperare cinque oggetti,l'unica speranza per uscire da quell'istituto.La trama può apparire complicata ma quando tutti i fotogrammi scoreranno sotto i vostri occhi,tutto sarà una magia,una fusione tra azione allo stato puro e fantasy.L'ardua prova del regista sembra riuscita a dispetto degli incassi e anche il cast non delude completamente anche se la recitazione così come la sceneggiatura potevano essere più curate.Insomma ottima vittoria per uno Snyder sempre più all'altezza dei suoi compiti.
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xelar
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domenica 10 aprile 2011
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il minestrone è servito
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Oggi è fin troppo facile vedere un film "fuori dalle righe" e gridare al capolavoro. Per questo credo che, in certi casi, sia necessario tirare un po' il freno. Sucker Punch è senza dubbio un'opera potente e visionaria ma fortemente disorientata e disorientante. Stiamo vedendo un film e dobbiamo comunque muoverci dentro alcuni parametri. Zack Snyder sogna di mondi dentro ad altri mondi, parla di psicoanalisi, stravolge il mito di Alice, unisce la poetica del videogame (con tanto di boss di fine livello) a quella del cinema e alla fine mescola tutto nella sua minestra. E alla fine? Alla fine si godono i primi dieci "eccezionali" minuti della pellicola e gli ultimi cinque.
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Oggi è fin troppo facile vedere un film "fuori dalle righe" e gridare al capolavoro. Per questo credo che, in certi casi, sia necessario tirare un po' il freno. Sucker Punch è senza dubbio un'opera potente e visionaria ma fortemente disorientata e disorientante. Stiamo vedendo un film e dobbiamo comunque muoverci dentro alcuni parametri. Zack Snyder sogna di mondi dentro ad altri mondi, parla di psicoanalisi, stravolge il mito di Alice, unisce la poetica del videogame (con tanto di boss di fine livello) a quella del cinema e alla fine mescola tutto nella sua minestra. E alla fine? Alla fine si godono i primi dieci "eccezionali" minuti della pellicola e gli ultimi cinque. In mezzo si assiste ad una serie di eventi che si muovono tre Kill Bill e Mortal Kombat; dei quali resta ben poco nella memoria dello spettatore se non la voglia di prendere un joypad ecollegarsi allo schermo del cinema. Vedere Sucker Punch mi ha riportato ai primi anni '90, quando andavo in sala giochi e guardavo i ragazzi più grandi che giocavano e io stavo lì a guardare in attesa del mio turno. Con questo non critico il tentativo di Snyder di far entrare nel cinema tutto quel background di videogames e fumetti che sarà comunque sempre più presente nelle pellicole del futuro, ma altresì non credo che sia questa la strada per dar vita ad una buona fusione dei media. In sostanza Sucker Punch è un ottimo videogames ma un mediocre film.
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