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eziorix
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domenica 7 ottobre 2012
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una tragedia
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Pessimo film sotto tutti gli aspetti.Si salvano un paio di attori,per il resto è davvero una tragedia,Raz Degan nei panni del talebano incazzoso è veramente ridicolo,gli scontri a fuoco sembrano fatti dai bambini dell'asilo che giocano a cowboy contro gli indiani. I costumi poi... appena usciti dalla tintoria,tutti nuovi lavati e stirati.Il paesello dove si fa più duro lo scontro armato sembra uscito da un catalogo di viaggi per famigliole. Ma dico,il regista lo ha fatto un giro in mezzo alle montagne dell'Afghanistan... giusto così per farsene un idea di come sia effettivamente laggiù la faccenda?!? Per concludere,mancava la ciliegina sulla torta,una bella camminata a 6000 metri in mezzo alla neve e pure con tormenta e feriti vari.
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Pessimo film sotto tutti gli aspetti.Si salvano un paio di attori,per il resto è davvero una tragedia,Raz Degan nei panni del talebano incazzoso è veramente ridicolo,gli scontri a fuoco sembrano fatti dai bambini dell'asilo che giocano a cowboy contro gli indiani. I costumi poi... appena usciti dalla tintoria,tutti nuovi lavati e stirati.Il paesello dove si fa più duro lo scontro armato sembra uscito da un catalogo di viaggi per famigliole. Ma dico,il regista lo ha fatto un giro in mezzo alle montagne dell'Afghanistan... giusto così per farsene un idea di come sia effettivamente laggiù la faccenda?!? Per concludere,mancava la ciliegina sulla torta,una bella camminata a 6000 metri in mezzo alla neve e pure con tormenta e feriti vari. A quelle altitudini se il tempo è brutto il termometro scende anche a meno40 e senza equippaggiamento adeguato si muore in poche ore. Non è un film che punta certamente sulla credibilità,ma cavolo,con un minimo di sforzo si poteva fare di più.
Scusa regista,non necessariamente dovevi andare in Afghanistan per carità!Bastava ti fossi fatto imprestare da qualcuno una copia di Restrepo,ti saresti fatto un'idea migliore di come stanno le cose sul confine tra Pakistan e Afghanistan.Ritenta sarai più fortunato.
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preva
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venerdì 8 giugno 2012
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davvero toccante
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Pensavo che fosse il classico film "sparatutto", invece mi sono ricreduto!
Il film è davvero toccante, non punta tanto alle scene d'azione (che non mancano) ma al comportamento delle persone, ai valori di ogniuno. Mi sembrava di essere con loro a camminare nelle montagne, sentivo la fatica, le sofferenze, i turbamenti che assillavano tutti i componenti del gruppo di salvataggio.
Guardatelo perché davvero è così toccante che vi sembrerà di entrare anche voi dentro al film.
Consiglio la visione però ad un pubblico adulto, perché ci sono molte scene cruente e macabre.
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donni romani
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venerdì 18 maggio 2012
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emozioni e guerra in afghanistan
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Film atipico per la cinematografia francese "Special Forces - Liberate l'ostaggio" è un film fondamentalmente d'azione e di guerra ma venato di approfondimenti psicologici e di coloriture sociali che lo differenziano dai tanti film di genere. Elsa, giornalista francese in Afghanistan per intervistare le coraggiose donne che lottano contro i pregiudizi e l'arretratezza culturale dei talebani, viene sequestrata con il suo assistente afghano da un capo talebano. Le autorità francesi inviano quindi le forze speciali per liberare gli ostaggi, ma l'operazione si complica quando i militari perdono il contatto radio con gli elicotteri e insieme agli ostaggi dovranno affrontare una marcia di più di dieci giorni sulle montagne afghane inseguiti dai talebani.
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Film atipico per la cinematografia francese "Special Forces - Liberate l'ostaggio" è un film fondamentalmente d'azione e di guerra ma venato di approfondimenti psicologici e di coloriture sociali che lo differenziano dai tanti film di genere. Elsa, giornalista francese in Afghanistan per intervistare le coraggiose donne che lottano contro i pregiudizi e l'arretratezza culturale dei talebani, viene sequestrata con il suo assistente afghano da un capo talebano. Le autorità francesi inviano quindi le forze speciali per liberare gli ostaggi, ma l'operazione si complica quando i militari perdono il contatto radio con gli elicotteri e insieme agli ostaggi dovranno affrontare una marcia di più di dieci giorni sulle montagne afghane inseguiti dai talebani. La natura spettacolare del film è dichiarata e infatti le scene di incursione, di scontri e di appostamenti sono girati con la giusta tensione, ma le velleità di Rybojad, in origine regista di documentari, sono ben altre e lo dimostra fin dalle prime scene, quando sceglie di presentarci i protagonisti nelle loro case, con mogli e figli, per dar loro dei profili caratteriali al di là del ruolo. Ce li presenta un po' guasconi - non sono forse gli eredi degli spericolati moschettieri? - che mentre rispondono al fuoco nemico non mancano di gridare "amo questo lavoro" ma anche capaci di legami profondi e sinceri nei confronti dei compagni, e capaci di rischiare la propria vita per salvare una giornalista che nei suoi articoli era stata decisamente critica verso l'impegno militare francese in Afghanistan. Il rapporto fra Elsa e i vari componenti della Squadra Speciale è decisamente la parte più riuscita del film, il confronto prima imbarazzato, poi man mano sempre più viscerale e sincero fra esseri umani che escono dai propri ruoli per calarsi nella scomoda posizione di uomini e donne in lotta per la sopravvivenza sa dare spessore ad una pellicola che facilmente rischiava di scadere nel genere sparatorie senza sosta. Detto questo i difetti ci sono, soprattutto nella rappresentazione dei talebani, appiattiti nella loro crudeltà concentrata nello sguardo truce di Raz Degan (paradossale che un israeliano cresciuto nei kibbutz sia il simbolo dell'islamismo più estremo), ma il respiro cinematografico del film c'è tutto, i tempi scenici sono quelli di tanto cinema americano di genere, ma senza esagerazioni machiste o posizioni estreme. Sicuramente certi eccessi di enfasi e di retorica potevano essere maggiormente sfumati ma l'obiettivo di far riflettere sull'insensatezza di ogni guerra, sul coraggio di uomini che guardano la morte in faccia ogni giorno e su un popolo, quello afghano, che solo grazie a donne coraggiose come Elsa ritrova voce e dignità. Due scene su tutte: la prima si svolge dopo la morte di uno dei componenti della squadra, quando un suo compagno chiede all'assistente afghano di Elsa di recitare una preghiera nella sua lingua, accomunando le fedi nel dolore. L'altra si svolge durante la sepoltura di un altro militare francese, e di svolge in silenzio, con due contadini afghani che si avvicinano e partecipano alla cerimonia deponendo una pietra sulla tomba improvvisata. Ecco, in questa capacità di guardare oltre gli spari e le ideologie, sta il valore principale della pellicola di Rybojad che tra pallottole e ferite mortali riesce anche a trovare lo spazio stretto per un bacio, un fiore nel deserto arido di una guerra infinita.
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il poeta marylory
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lunedì 14 maggio 2012
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un film cruento...
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É la storia di una giornalista che diventa protagonista di un film cruento.
Dal Kossovo alla Francia, al Pakistan e per finire in Afganistan nasce l'amore, la speranza che tutto cambi, e non più guerre, ma gente libera in una società libera...
Consigliabile
Lorenzo Pontiggia il Poeta
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vervain
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domenica 13 maggio 2012
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ti entra nelle ossa
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Innanzitutto una cosa: è il primo film sulle forze speciali che ci mostra sì azione, ma anche tutte le difficoltà (pratiche ed emotive)dei componenti della squadra speciale e i coinvolgimenti (e sconvolgimenti) psicologici di soldati, ostaggi, abitanti del luogo, comandanti... insomma, di tutti i protagonisti della storia. Lontano mille miglia dal celebrazione del militarismo fine a sè stesso, vicinissimo alla difficilissima realtà in cui ci si trova catapultati perchè non si riesce a chiudere gli occhi, non si riesce a dire "si arrangino"... Qui si vedono soldati francesi e uomini pakistani che mettono insieme le pietre per la tomba di un soldato francese, che è appena stato ammazzato dai talebani.
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Innanzitutto una cosa: è il primo film sulle forze speciali che ci mostra sì azione, ma anche tutte le difficoltà (pratiche ed emotive)dei componenti della squadra speciale e i coinvolgimenti (e sconvolgimenti) psicologici di soldati, ostaggi, abitanti del luogo, comandanti... insomma, di tutti i protagonisti della storia. Lontano mille miglia dal celebrazione del militarismo fine a sè stesso, vicinissimo alla difficilissima realtà in cui ci si trova catapultati perchè non si riesce a chiudere gli occhi, non si riesce a dire "si arrangino"... Qui si vedono soldati francesi e uomini pakistani che mettono insieme le pietre per la tomba di un soldato francese, che è appena stato ammazzato dai talebani... Mi emoziono ancora mentre scrivo. Consigliatissimo a tutti, andate a vederlo e non ve ne pentirete.
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luciano46
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domenica 13 maggio 2012
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ottimo film
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Non vedendo recensioni ero indeciso se andare. Poi visto che l'alternativa era quello del vampiro con Deep ho deciso di vedere questo film. Bellissimo, emozionante, fatto benissimo insomma uno dei più bei film visti in questo periodo. Forse il più bello. Tra l'altro la sala era piena. La storia è densa di emozioni , le scene sono bellissime. Consiglio a tutti di vederlo è molto più bello ed interessante di qualsiasi film stiano proiettando in questo fine settimana.
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sebapeppe
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lunedì 9 gennaio 2012
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grande film da vedere
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ho visto il film in lingua originale, francese, e non conoscendo la lingua non ho capito nessun dialogo, ma il film si riesce a seguire comunque, dato che non ha una trama molto intrecciata. conosco il contesto del film e questo mi ha spinto a vederlo, e devo dire che mi è piaciuto molto, gli attori sono molto bravi, le scene di guerriglia sono fatte bene e non si annonia a seguirlo; pèro avrei il piacere il vederlo in italiano cosi da apprezzarlo meglio, e non capisco perchè non si stato distribuito in italia, non solo in sala ma neanche in homevideo, nonostante il ricco cast di attori internazionali...
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