Un'estate da giganti |
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Un film di Bouli Lanners.
Con Zacharie Chasseriaud, Martin Nissen, Paul Bartel (II), Karim Leklou, Didier Toupy.
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Titolo originale Les Géants.
Drammatico,
durata 85 min.
- Francia, Belgio, Lussemburgo 2011.
- Minerva Pictures Group
uscita mercoledì 31 ottobre 2012.
MYMONETRO
Un'estate da giganti
valutazione media:
2,87
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Into the road (of life)di Giulio VivoliFeedback: 2837 | altri commenti e recensioni di Giulio Vivoli |
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domenica 4 novembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film e' una storia di formazione adolescenziale che ricorda il filone franco belga d'impegno sociale dei fratelli Dardenne e l' ambientazione dell'ultimo loro Il Ragazzo con la Bicicletta. Abbandonati nella casa di campagna per le vacanze estive da una mamma assente e presa da se' stessa, due fratelli di 13 e 16 anni sperimentano insieme ad un amico loro vicino di casa i rischi della vita indipendente a contatto con le insidie di una natura e di un'umanita' ostili, che li portano a fuggire dalla vita civile fino a staccarsene definitivamente. Il percorso dei ragazzi passera' per le scoperte e le sperimentazioni proibite e trasgressive, come fumare erba,scappare inseguiti dalla polizia, rubare ai vicini, trovare rifugio in altre ville vuote e affittare quella del nonno defunto a un pericoloso coltivatore di erba chiamato Toro, ma anche per esperienze dure come le intimidazioni di uno spacciatore e le botte di un vicino violento. Non basta il soccorso di un'amorevole donna che li raccoglie seminudi e li accudisce in casa sua come una prumurosa Fata Turchina, a salvarli dal destino di inevitabile perdizione. L'atmosfera del film e' sospesa tra il gusto per l'avventura e il senso della trasgressione tipica di ragazzi lasciati soli e costretti a confronarsi con il mondo per sopravvivere senza avere la maturita' e l'esperienza sufficiente per affrontarlo, ma la forza e la resistenza naturale per patire la fame, il freddo e le durezze della vita. Al punto da recidere nel finale Into the Wild qualsiasi legame con il mondo civilizzato che li sfrutta senza pieta' e ogni contatto con la madre assente e ipocrita. Un regista alle prime esperienze di grande schermo si dimostra gia' capace di raccontare una storia dura e ingenua,realistica e e di alto valore simbolico, con splendide vedute paesaggistiche e personaggi credibili anche nella loro malvagita' surreale. I tre ragazzi recitano in presa diretta come se non avessero una telecamera addosso. Sconsigliata la visione ai figli trascurati dai genitori, potrebbero sviluppare insani sensi di emulazione!
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