amyblue
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martedì 1 ottobre 2013
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il demone degli stereotipi
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Due stelle, 'prodotto appena corretto' , mai definizione fu più adeguata. Niene di nuovo sul fronte occidentale, se pur con qualche soluzione indovinata (la storia del mulo, il prete/necroforo spretato, la ragazza madre, l'esorcisa posseduto), Il Rito lascia il tempo che trova e raggiunge la folta schiera dei film demoniaci senza arte ne' parte. Hopkins, eccellente interpree spesso sopravvalutato, qui fa la parte del leone mentre il resto del cast sta a guardare. Quello che più colpisce qui non sono le trovate visive francamente mediocri, tantomeno uno script che non fa acqua semplicemente perchè banale e canonico, bensì l'ambientazione palesemente ricostruita secondo tutti gli stereotipi del caso, ovviamene made in USA; d'accordo che ci troviamo a Roma e non a Bolzano, passi pure il traffico ingestibile in quei luoghi ma, siamo seri: davvero nel resto del mondo sono tenuti a credere che gli itaiani siano una masnada di supersiziosi con tratti mediorientali (basta girarci intorno, scelgono interpreti eccessivamente olivastri e corvini solo per marcare il territorio da buoni 'wasp') che vivono in stamberghette del secolo scorso, con stufe a gas/carbone per scaldarsi e che si curano in ospedali fatiscenti dai muri lerci? E' un ritratto impietoso e (spesso) gratuito.
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Due stelle, 'prodotto appena corretto' , mai definizione fu più adeguata. Niene di nuovo sul fronte occidentale, se pur con qualche soluzione indovinata (la storia del mulo, il prete/necroforo spretato, la ragazza madre, l'esorcisa posseduto), Il Rito lascia il tempo che trova e raggiunge la folta schiera dei film demoniaci senza arte ne' parte. Hopkins, eccellente interpree spesso sopravvalutato, qui fa la parte del leone mentre il resto del cast sta a guardare. Quello che più colpisce qui non sono le trovate visive francamente mediocri, tantomeno uno script che non fa acqua semplicemente perchè banale e canonico, bensì l'ambientazione palesemente ricostruita secondo tutti gli stereotipi del caso, ovviamene made in USA; d'accordo che ci troviamo a Roma e non a Bolzano, passi pure il traffico ingestibile in quei luoghi ma, siamo seri: davvero nel resto del mondo sono tenuti a credere che gli itaiani siano una masnada di supersiziosi con tratti mediorientali (basta girarci intorno, scelgono interpreti eccessivamente olivastri e corvini solo per marcare il territorio da buoni 'wasp') che vivono in stamberghette del secolo scorso, con stufe a gas/carbone per scaldarsi e che si curano in ospedali fatiscenti dai muri lerci? E' un ritratto impietoso e (spesso) gratuito.Che questi filmetti commerciali si girino a Washington quindi, chi da l'autorizzazione a questi spot calunniosi? La serietà e la capacità di un cineasta passa anche da qui, rappresentari il 'setting' senza ricorrere a forzature facili. Per divano e pop corn, comunque, può andar bene.
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st7no
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giovedì 13 luglio 2017
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tanto perplesso
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ho messo 3 stelle perche' spinto da una strana generosita' che nel mondo del cinema di solito non mi appartiene. Forse il titolo mi distrae e mi fa essere piu' buono..
Dopo l' esorcista, ho visto di tutto ma tra quello e tutto il seguito c'e' un autentico abissoooooooooooooooooooo.
idee, immagini, qualcosa di carino c'e', il prete che assorbe cosi tanto male da cadere anche lui nella stessa demoniaca possessione.... di Baal... tornato di moda, tanto ormai compare spesso con un certo ragionevole dubbio.... ce ne sono cosi tanti di demoni se vogliamo che insomma un po di fantasia, tra l' altro per chi si interessa di esorcismi, sapra' che e' uno di quei demoni che meno si riconosce nellle possessioni.
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ho messo 3 stelle perche' spinto da una strana generosita' che nel mondo del cinema di solito non mi appartiene. Forse il titolo mi distrae e mi fa essere piu' buono..
Dopo l' esorcista, ho visto di tutto ma tra quello e tutto il seguito c'e' un autentico abissoooooooooooooooooooo.
idee, immagini, qualcosa di carino c'e', il prete che assorbe cosi tanto male da cadere anche lui nella stessa demoniaca possessione.... di Baal... tornato di moda, tanto ormai compare spesso con un certo ragionevole dubbio.... ce ne sono cosi tanti di demoni se vogliamo che insomma un po di fantasia, tra l' altro per chi si interessa di esorcismi, sapra' che e' uno di quei demoni che meno si riconosce nellle possessioni. Comunque insomma, c'e' di peggio quindi tra un respiro e un altro, ci sono delle scene carine, ben fatte e descritte. Un po troppo altalenante ecco.... a tratti la tensione si sente ma tra una suspance e l' altra diciamo che l adrenalina scende ed e' difficilino farla risalire pero' dai, tra le tante porcherie, questo regge bene. La scena dei chiodi sputati, oserei dire, davvero molto bella e originale.
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marbus
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venerdì 22 giugno 2012
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o rito cu tutt a mano
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Il diavolo probabilmente.... nei film holliwodiani , o vomita zuppa di piselli o veste Prada . Qui però il punto di focalizzazione si sposta dalla possessione demoniaca vera e propria ai dubbi del giovane che vuol farsi prete senza possedere ( appunto) la giusta dose di fede o convinzione. Ma viene incastrato dalle alte sfere della lobby talare e praticamente costretto a prendere "lezioni private" di esorcismo dallo scalcagnato veterano Hopkins che vive a Roma in una stamberga piena di gatti ed ha una borsa piena di ranocchi. Neanche vedendo una ragzzina incinta che si contorce, cambia voce e vomita chiodi , il giovane si convince dell'effettiva esistenza del demonio.
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Il diavolo probabilmente.... nei film holliwodiani , o vomita zuppa di piselli o veste Prada . Qui però il punto di focalizzazione si sposta dalla possessione demoniaca vera e propria ai dubbi del giovane che vuol farsi prete senza possedere ( appunto) la giusta dose di fede o convinzione. Ma viene incastrato dalle alte sfere della lobby talare e praticamente costretto a prendere "lezioni private" di esorcismo dallo scalcagnato veterano Hopkins che vive a Roma in una stamberga piena di gatti ed ha una borsa piena di ranocchi. Neanche vedendo una ragzzina incinta che si contorce, cambia voce e vomita chiodi , il giovane si convince dell'effettiva esistenza del demonio. Neanche vedendo un bambino con il torace pieno di morsi infertigli in sogno da un mulo con gli occhi rossi. E sopratutto neanche sentendo la Cucinotta che recita bene la sua unica battuta ( Padre, grazie per tutto quello che sta facendo per noi). Hopkins ce la mette tutta per convincerlo dell'esistenza del male ma il ragazzo, non avendo fede in Dio (probabilmente avendo visto la madre morire da piccolo) non può nenache credere nel suo opposto. Ed è su questo scetticismo che fa leva tutto il film , fino al finale in cui sarà prorpio il ragazzo a doversela vedere con lo stesso suo mentore posseduto dal demonio ( e sembra di vedere Hannibal Lecter) . Il film, tocca alcuni topoi del racconto cinematografico , i dubbi esistenziali dell'uomo di fede che deve scavare dentro di se , il male radicato nella vita quotidiana, il rapporto tra allievo e maestro, ma lo fa - grazie anche al mestiere del regista Hafstrom - in un modo non scontato. E la paura , a volte autentica, non viene tanto dal visto quanto dal nascosto. Al film nulla toglie e nulla mette la presenza di Giampiero Ingrassia e Cecilia Dazzi - in brevissimi camei ospedalieri - che evidentemente si trovavano li per caso. Per quelli che credono di non credere.
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martalari
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lunedì 28 marzo 2011
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imperdibile
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IL RITO" IMPERDIBILE !!!
Certo da Sir Anthony Hopkins ci aspettavamo un'interpretazione
convincente e cosi' e' stato.
Da Hannibal Lecter ad esorcista ne Il rito sono passati tanti anni (20
!) e molti film, alcuni sbagliati ma stavolta l'attore mostra il suo
talento irraggiungibile per molti.
Basta vedere come si muove, la sua espressione nell'accogliere il
giovane ragazzo incredulo da introdurre alle pratiche dell'esorcismo.
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IL RITO" IMPERDIBILE !!!
Certo da Sir Anthony Hopkins ci aspettavamo un'interpretazione
convincente e cosi' e' stato.
Da Hannibal Lecter ad esorcista ne Il rito sono passati tanti anni (20
!) e molti film, alcuni sbagliati ma stavolta l'attore mostra il suo
talento irraggiungibile per molti.
Basta vedere come si muove, la sua espressione nell'accogliere il
giovane ragazzo incredulo da introdurre alle pratiche dell'esorcismo.
Hopkins qui da il meglio di se come non faceva da qualche anno.
Il casting e' perfetto, sia quello americano che quello italiano.
Alla faccia di tutte le attrici che pensano che l'unico modo per farsi
notare sia andare ad Hollywood, come succede sempre più spesso
Hollywood ha scelto una ragazza italiana da noi, Marta Gastini.
Tra gli altri italiani s'intravede anche qualche altro attore che fa
qualche figurazione speciale come la cucinotta (parla in una scena e
in un altro paio compare), ingrassia (voce diversa), altre che non
parlano...
Veramente interessante la faccia del giovane aspirante prete Colin
O'Donoghue, perfetto Ciarán Hinds il prete che insegna ai futuri
esorcisti alcuni dettagli della loro futura attività.
Facce perfette e non troppo utilizzate.
Il film decolla subito, girato benissimo riesce subito a farti entrare
nel mistero e nella storia, anche per chi non ama il genere. Non ci
saranno scene fortissime pero' oltre a saltare in un paio in altre un
po' di brividi li proverete.
Perfetta poi la musica e la fotografia. Ottima la regia, sapientemente
scelte le angolazioni di ripresa non scontate ne' sprecate.
Anche i dialoghi aiutano molto,credibili anche grazie a Sir Hopkins...
Credere o non credere...questa..la storia..
Film inquietante senza violenza e senza sangue...
Ma una certezza c'e', che Il rito nonostante un finale un po'
affrettato e' un film veramente imperdibile.
Voto 7 1/2
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time_traveler
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domenica 25 settembre 2011
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chiaramente religioso
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Quando il giovane seminarista Michael Kovak manifesta di voler abbandonare la vita religiosa, viene inviato a Città del Vaticano. Nella Santa Sede il giovane, scettico inquanto a esorcismo, viene preparato affinché assista a degli esorcismi e diventi a sua volta in grado di praticare il rito. Affiancato dal vecchio Padre Lucas, Michael si renderà conto che il demonio esiste, e che il non credere nella sua esistenza,non renderà il giovane immune dai quei maligni poteri. Il rito ha, e lo si avverte da subito, una chiara impronta religiosa: percui, ci si scordi de L'esorcista, dell'esorcismo di Emily Rose e di qualunque altra pellicola affine. Il lavoro del regista Hafstrom è volto non tanto alla pratica dell'esorcismo in sé per sé, ma punta più a portare delle riflessioni.
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Quando il giovane seminarista Michael Kovak manifesta di voler abbandonare la vita religiosa, viene inviato a Città del Vaticano. Nella Santa Sede il giovane, scettico inquanto a esorcismo, viene preparato affinché assista a degli esorcismi e diventi a sua volta in grado di praticare il rito. Affiancato dal vecchio Padre Lucas, Michael si renderà conto che il demonio esiste, e che il non credere nella sua esistenza,non renderà il giovane immune dai quei maligni poteri. Il rito ha, e lo si avverte da subito, una chiara impronta religiosa: percui, ci si scordi de L'esorcista, dell'esorcismo di Emily Rose e di qualunque altra pellicola affine. Il lavoro del regista Hafstrom è volto non tanto alla pratica dell'esorcismo in sé per sé, ma punta più a portare delle riflessioni. Non eccede in nulla, non un film memorabile, non un film scadente. Si posiziona a perfezione a metà strada da un drammatico e un horror. Nessun'aspettativa per questo film, questa è la prerogativa da fissarsi a mente prima di guardarlo.
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elgatoloco
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venerdì 1 dicembre 2017
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the rite film significativo
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"The Rite"(2011)di Mikael Hafstroem, con qualche fosco tono bergmaniano consono alla nordicità dell'autore, è un film che, partendo dal saggio di Matt Baglio che tratta un tema analogo, ci racconta di esorcisti(uno quasi"involontario", all'inizio)in maniera per nulla"appariscente"-spettacolare, ossia nulla in comune con"THe Exorcist"di Willaim Friedkin(non avevo letto se non in parte il classico letterario di WIlliam Peter Blatty)... Film intimo, dove l'horror non manca, ma è soprattutto dato da intermezzi interiori più che da quanto appare in maniera appariscente. Anthony Hopkins è l'esorcista .guida, mentre Colin O'Donoghue è un"allievo"esptremamente tomentato proprio abi imo, ossia nella sua scelta di fede.
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"The Rite"(2011)di Mikael Hafstroem, con qualche fosco tono bergmaniano consono alla nordicità dell'autore, è un film che, partendo dal saggio di Matt Baglio che tratta un tema analogo, ci racconta di esorcisti(uno quasi"involontario", all'inizio)in maniera per nulla"appariscente"-spettacolare, ossia nulla in comune con"THe Exorcist"di Willaim Friedkin(non avevo letto se non in parte il classico letterario di WIlliam Peter Blatty)... Film intimo, dove l'horror non manca, ma è soprattutto dato da intermezzi interiori più che da quanto appare in maniera appariscente. Anthony Hopkins è l'esorcista .guida, mentre Colin O'Donoghue è un"allievo"esptremamente tomentato proprio abi imo, ossia nella sua scelta di fede.vocazione, che poi, però ritroova la(sua) via, ma senza alcuna enfasi apologetica, né da parte del regista né dagli autori di dialoghi e sceneggiatura... Naturalmente qualche effetto"particolare" non manca, ma la scelta è fondata sulla volontà di spaventare con juicio, diciamo così, facendo riflettere su quanto si vede e si sente(anche la colonna sonora è adatta, senza fughe in avanti particolari, senza"bruciature"che indulgano alla spettacolarità, appunto, o magari all'esibizione, se non all'esibiozionismo(con Hopkins, già"Hannibal the Cannibal", sarebbe stato facile giocare sull'esagerazione). Brave anche Alice Braga e , nel ruolo dell'indemoniata, Marta Gastini, mentre la partecipazione speciale della Cucinotta non appare particolamente rilevante e neppure-direi-"evidente". Da vedere, eventualmente, con una certa calma, senza troppa fretta, facendo anche attenzione ai dialoghi, qui più"importanti"di quanto non lo siano in genere in altri film, di "genere"(questo sarebbe difficile etichettarlo) e non . El Gato
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renato volpone
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giovedì 24 marzo 2011
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lezioni di esorcismo
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Un ragazzo americano travolto da una vita famigliare non usuale, abita con il padre in una casa dove lavorano come tanato-esteti preparando i cadaveri per i funerali, decide di entrare in seminario. Non contento di questa scelta viene costretto, per non pagare una cifra elevata per il rimborso degli studi effettuati, ad iscriversi ad un corso per esorcisti. La scena si trasferisce a roma dove affronterà padre Lukas (Hopkins)prima come guida esorcista e poi come indemoniato. La sceneggiatura, di un certo interesse, non viene però sviluppata con una trama avvincente e i vari accadimenti, anche se vengono collegati tra di loro, non sono legati da un filo logico. Tutto ciò rallenta la narrazione e non si sviluppa mai un vero colpo di scena.
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Un ragazzo americano travolto da una vita famigliare non usuale, abita con il padre in una casa dove lavorano come tanato-esteti preparando i cadaveri per i funerali, decide di entrare in seminario. Non contento di questa scelta viene costretto, per non pagare una cifra elevata per il rimborso degli studi effettuati, ad iscriversi ad un corso per esorcisti. La scena si trasferisce a roma dove affronterà padre Lukas (Hopkins)prima come guida esorcista e poi come indemoniato. La sceneggiatura, di un certo interesse, non viene però sviluppata con una trama avvincente e i vari accadimenti, anche se vengono collegati tra di loro, non sono legati da un filo logico. Tutto ciò rallenta la narrazione e non si sviluppa mai un vero colpo di scena. Il film nel complesso è gradevole anche per la bravura di Hopkins, ma niente di più
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zahira
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lunedì 14 marzo 2011
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il futuro prete scettico
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Il film e'costruito abbastanza bene,non e'la solita storia di esorcismi con effetti speciali,si incentra sulla figura del giovane futuro prete scettico,che non sente ancora la fede...ottima l'interpretazione di Hopkins indemoniato,abbastanza scontato e banale il finale.
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pinodeluca
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giovedì 17 marzo 2011
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il rito - niente di nuovo, solo e sempre hopkins
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Se qualcuno credeva di assistere a mirabilie horror o triller ad alta tensione, rimane deluso da una pellicola per molti versi
legata alla sola presenza "inquietante" di Hopkins, alla sua performance istrionesca e sempre suggestiva.
Che poi il tema delle presenze demoniache sia attuale e sotto costante "attenzione" da parte della
Santa Sede cattolica romana, non stupisce in questi anni di depressione economica mondiale senza alcuna
luce all'orizzonte. Se anche il protagonista principale (e con lui dunque il regista) non fa che ripetere che non
sa bene a cosa credere esattamente e che solo la "carne martoriata dalle unghie" del dubbio lo costringe a
combattere il male nella ricerca della verità, il tema è alquanto antico e logoro.
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Se qualcuno credeva di assistere a mirabilie horror o triller ad alta tensione, rimane deluso da una pellicola per molti versi
legata alla sola presenza "inquietante" di Hopkins, alla sua performance istrionesca e sempre suggestiva.
Che poi il tema delle presenze demoniache sia attuale e sotto costante "attenzione" da parte della
Santa Sede cattolica romana, non stupisce in questi anni di depressione economica mondiale senza alcuna
luce all'orizzonte. Se anche il protagonista principale (e con lui dunque il regista) non fa che ripetere che non
sa bene a cosa credere esattamente e che solo la "carne martoriata dalle unghie" del dubbio lo costringe a
combattere il male nella ricerca della verità, il tema è alquanto antico e logoro. Il sottile filo tra psicanalisi e
trionfo del male è pure male accennato: sembra che talune personalità e profili di salute mentale possono
essere "male interpretati" o discrezionalmente e soggettivamente definiti: ombre che non giovano
assolutamente alla dignità di talune branche medico-scientifiche.
Pacchiana è la rappresentazione dell'entità diabolica sotto forma di animali dalle pupille incandescenti o di
chiodi di ferro vomitati a iosa; e se non fosse per alcuni sfondi di una Roma sempre accattivante (oltre che
nel confine Vaticano) fin nei suoi colli e sobborghi più pittorescamente luridi e infestati dai gatti, la
sceneggiatura si ridurrebbe a sogno onirico perfettamente riproducibile in qualche metro quadrato di studio
di ripresa.
In conclusione: perchè la Cucinotta si è infilata in una simile produzione senza profferire parola? Per vedere
recitare il protagonista Hopkins, il sempre "malefico" Hauer o perchè colpita dal fatto che un esperto esorcista (secondo quanto recitano le didascalie finali) vive nei pressi di Firenze?
Belle e brave Braga e Gastini; quest'ultima nella sua drammatica interpretazione fa intravedere potenzialità espressive di alta classe.
Ultima annotazione: era proprio necessario riferire che il film si riferisce a fatti realmente accaduti?
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rasputin87
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giovedì 17 marzo 2011
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titolo azzeccato
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Amanti dell'esorcismo e derivati astenetevi. Di tutto ciò non c'è traccia nella pellicola, anzi forse no. Il rito in questione riguarda anthony hopkins, che mediante questo riesce quasi a distruggere metodicamente in un paio, o forse più, di anni quanto di buono era riuscito a fare nella propria vita e nella storia della cinematografia. Per carità il film impaurisce, e non poco se si riesce (magari) a pensare che per realizzarlo sono stati spesi addirittura dei soldi, quando sarebbe bastato un semplice documentario sul vaticano per far restare lo spettatore con la mandibola storta. Un momento bassissimo per il cinema, un (ormai non più) momento terribile per mr.hopkins, ma una soddisfazione immensa per questo pseudo-sito che dimostra in tutto il suo splendore la capacità di forviare gli utenti usando un metro di giudizio basato sulla pura e semplice demenza.
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Amanti dell'esorcismo e derivati astenetevi. Di tutto ciò non c'è traccia nella pellicola, anzi forse no. Il rito in questione riguarda anthony hopkins, che mediante questo riesce quasi a distruggere metodicamente in un paio, o forse più, di anni quanto di buono era riuscito a fare nella propria vita e nella storia della cinematografia. Per carità il film impaurisce, e non poco se si riesce (magari) a pensare che per realizzarlo sono stati spesi addirittura dei soldi, quando sarebbe bastato un semplice documentario sul vaticano per far restare lo spettatore con la mandibola storta. Un momento bassissimo per il cinema, un (ormai non più) momento terribile per mr.hopkins, ma una soddisfazione immensa per questo pseudo-sito che dimostra in tutto il suo splendore la capacità di forviare gli utenti usando un metro di giudizio basato sulla pura e semplice demenza. Una metafora azzeccata sui problemi del mondo contemporaneo sarebbe la seguente: "Troppi cani all'osso". A buon intenditor.
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