|
|
astromelia
|
domenica 27 febbraio 2011
|
n.c.
|
|
|
|
NON CREDO SIA UN FILM SU CUI POTER DARE UN GIUDIZIO,esula dalla stessa parola film,e forse c'è bisogno di rivederlo,ammiro bardem da sempre ma non credo sia il miglior film da lui interpretato,mi rimane negli occhi MAREDENTRO, Inarritu scava dentro l'anima in ogni suo film,pesantemente,lo spettatore diventa parte integrante e testimone delle vicende narrate , costringendolo a scontrarsi con il male di vivere...
|
|
|
[+] lascia un commento a astromelia »
[ - ] lascia un commento a astromelia »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
simone dato
|
venerdì 25 febbraio 2011
|
i diversi punti di vista di inarritu
|
|
|
|
In questo film asciutto, scevro da sentimentalismi (e forse proprio per questo di un'efficacia dirompente e disarmante) e "strizzate d'occhio" allo spettatore, Inarritu ci racconta una Barcellona ben lontana da quella da cartolina che ci mostrò Woody Allen poco tempo addietro (e che per altro, è quella tipica che un po' ovunque identifica la città catalana) in "Vicky, Cristina e Barcelona".
Il raffronto con il lavoro precedente del regista newyorkese viene spontaneo non solo per l'ambientazione, ma anche perchè lo stesso attore, il bravissimo Javier Bardem, lì interpretava l'istrionico Juan Antonio, circondato e desiderato da 3 donne bellissime (su tutte, la splendida Rebecca Hall, ma questo è un parere del tutto personale), qui assume le vesti dello sfortunato Uxbal, uomo rassegnato tanto alla vita quanto alla morte, che si muove nella parte più degradata della città, sbarcando il lunario con piccoli traffici e gestendo venditori abusivi, e che deve anche far fronte ad una situazione familiare precaria, una moglie con disturbi psichici da cui si sta separando, e due figli abbandonati più o meno a loro stessi.
[+]
In questo film asciutto, scevro da sentimentalismi (e forse proprio per questo di un'efficacia dirompente e disarmante) e "strizzate d'occhio" allo spettatore, Inarritu ci racconta una Barcellona ben lontana da quella da cartolina che ci mostrò Woody Allen poco tempo addietro (e che per altro, è quella tipica che un po' ovunque identifica la città catalana) in "Vicky, Cristina e Barcelona".
Il raffronto con il lavoro precedente del regista newyorkese viene spontaneo non solo per l'ambientazione, ma anche perchè lo stesso attore, il bravissimo Javier Bardem, lì interpretava l'istrionico Juan Antonio, circondato e desiderato da 3 donne bellissime (su tutte, la splendida Rebecca Hall, ma questo è un parere del tutto personale), qui assume le vesti dello sfortunato Uxbal, uomo rassegnato tanto alla vita quanto alla morte, che si muove nella parte più degradata della città, sbarcando il lunario con piccoli traffici e gestendo venditori abusivi, e che deve anche far fronte ad una situazione familiare precaria, una moglie con disturbi psichici da cui si sta separando, e due figli abbandonati più o meno a loro stessi.
Ma la Barcellona di Inarritu, come detto, non è più quella di Gaudì, sel modernismo, dei locali alla moda o dei viali dello shopping, bensì è quella decadente, degradata, popolare senza esserlo.
Mescolando tali e tanti ingredienti, la morte, il degrado, la precarietà, la malattia, l'assenza di futuro, è solitamente molto facile che il risultato finale sia un lavoro incompiuto, in cui il sentimentalismo, la voglia di trascinare lo spettatore dietro a un'idea, siano predominanti: non è questo il caso del film di Inarritu.
Il regista messicano riesce, sfornando per ciò un quasi capolavoro, a darci una fotografia nuda e cruda della realtà, o meglio di una delle tante realtà, pur conferendo, alla narrazione così come a tutti i personaggi, veridicità e senso di sè.
Detto in altre parole, un'anima.
Interessante, poi, vedere questo film in paragone con quello di un grande vecchio di Hollywood come Clint Eastwood, ed il suo recente "Hereafter".
In entrambi viene trattato il tema del fine vita, ed in entrambi si tocca l'argomento della sensorialità (nel film di Eastwood questo è proprio il tema predominante, a differenza di quanto avviene nel film di Inarritu). Ebbene, anche in questo caso "vince", se così si può dire forzando un po', Inarritu, che riesce ad essere al contempo più profondo e meno didascalico.
L'interpretazione di Bardem, poi, è magistrale, e ricorda un po', senza sfigurare di fronte a cotanto riferimento, quella di Sean Penn in "21 Grams".
Molto più a suo agio in un ruolo come questo rispetto a quello del latin lover farfallone di "Vicky, Cristina e Barcelona", l'attore spagnolo dà il meglio di sè, muovendosi con realismo e dignità nei panni di un uomo, nè santo nè eroe, che nel momento in cui capisce che il suo tempo sta per scadere decide, come gli viene suggerito in una scena del film da un'amica sensitiva, di mettere le cose a posto.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a simone dato »
[ - ] lascia un commento a simone dato »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
davide belloni
|
giovedì 24 febbraio 2011
|
l'artista inarritu e l'evoluzione del suo stile
|
|
|
|
I grandi artisti, nell'accezione di 'cretaori di opere che provocano una reazione emotiva nel fruitore', raramente si sono cristallizzati su di un unico filone stilistico, ma hanno intrapeso vari percorsi, mutazioni e trasformazioni che hanno forgiato la loro ricerca all'insegna dell'evoluzione continua, e di conseguenza, della sorpresa. Io considero Inarritu un' artista della macchina da presa, che in Biutiful ha varcato la soglia della sua prima trasformazione (ricordiamo che questo è solo il suo quarto film). In ogni suo film precedente la storia era stata smembrata e riproposta allo spettatore in sequenze cronologiche totalmente non consequenziali, provocando effetti di sorpresa continua, dimostrando grande abilità tecnica ed una mano sartoriale nel cucire finali rivelatori e pregnanti di emozioni.
[+]
I grandi artisti, nell'accezione di 'cretaori di opere che provocano una reazione emotiva nel fruitore', raramente si sono cristallizzati su di un unico filone stilistico, ma hanno intrapeso vari percorsi, mutazioni e trasformazioni che hanno forgiato la loro ricerca all'insegna dell'evoluzione continua, e di conseguenza, della sorpresa. Io considero Inarritu un' artista della macchina da presa, che in Biutiful ha varcato la soglia della sua prima trasformazione (ricordiamo che questo è solo il suo quarto film). In ogni suo film precedente la storia era stata smembrata e riproposta allo spettatore in sequenze cronologiche totalmente non consequenziali, provocando effetti di sorpresa continua, dimostrando grande abilità tecnica ed una mano sartoriale nel cucire finali rivelatori e pregnanti di emozioni. Nonostante i sentimenti molto spesso violenti, corrosivi, estremi che saturavano l'atmosfera dei suoi film, credo che quella tecnica cinematografica andasse a discapito proprio di una rappresentazione puntuale degli stati d'animo. Ora che con Biutiful la storia si fa più cronologicamente lineare, possiamo assaporare tutto il gusto acre del degrado civile e morale che regna tra le vie della Barcellona dimenticata dai tour operators, in cui un Javier Bardem (che apparentemente ha risorse infinite, riuscendo sempre ad aggiungere prove notevoli ad interpretazioni memorabili) cresce due figli gestendo una rete di venditori ambulanti e lavoro nero con 'imprenditori' cinesi, mentre lotta contro un cancro che lo divora dall'esterno, così come il cancro del degrado lo divora dall'esterno. Il rapporto con la moglie disturbata mentalmente e con il fratello sono affrontati con tatto ma allo stesso tempo ci viene presentata ogni serie di particolari scabrosi e degradanti. L'apnea che deriva da questo film toglie il fiato anche per molto tempo dopo l'immersione e ci lascia in eredità un regista che speriamo abbia ancora nuove 'sorprese evolutive' da offrirci, ed un Bardem oggettivamente da Oscar.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a davide belloni »
[ - ] lascia un commento a davide belloni »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
protus74
|
mercoledì 23 febbraio 2011
|
l'europa dei clandestini (messicani compresi)
|
|
|
|
Esco da un cinema nord americano, nel freddo della sera, impressioni a caldo del film di Inarritu. Il cinema d'evasione di qualità non esiste più, il film di denuncia sottende una responsabilità sociale che oggi appare sempre più delegata ad un social system lontano dalla vita di tutti i giorni. Inarritu evidentemene non la pensa così e confeziona un film dai toni disperati e visionari dove morte, emarginazione, patologia e muffa si mescolano violentemente con un tentativo di spiritualità e misticismo propri della metropoli multiculturale.
Inarritu ha la facoltà di non narrare, ma mostrare i cupi scenari in cui ambienta le sue vicende. In una Barcellona che rimane sullo sfondo, viscerale e scrostata da come appare nelle sequenze lucide e registicamente abili del suo film.
[+]
Esco da un cinema nord americano, nel freddo della sera, impressioni a caldo del film di Inarritu. Il cinema d'evasione di qualità non esiste più, il film di denuncia sottende una responsabilità sociale che oggi appare sempre più delegata ad un social system lontano dalla vita di tutti i giorni. Inarritu evidentemene non la pensa così e confeziona un film dai toni disperati e visionari dove morte, emarginazione, patologia e muffa si mescolano violentemente con un tentativo di spiritualità e misticismo propri della metropoli multiculturale.
Inarritu ha la facoltà di non narrare, ma mostrare i cupi scenari in cui ambienta le sue vicende. In una Barcellona che rimane sullo sfondo, viscerale e scrostata da come appare nelle sequenze lucide e registicamente abili del suo film. Fa freddo a Barcellona e non è solo un freddo metereologico, ma un feddo di senso, di vita, dimagma di umanità informe dove la responsabilità dell'accollarsi il "prossimo" diventa peso, massa, impotenza, morte. C'è un anelito alla verità, come sembra suggerire il dialogo allusivo dell'inizio, una distinzione tra quello che si dice e quello che si crede, sottile, identitaria. Il dipanarsi della vicenda non assolve, ma problematizza questa frattura tra il dire ed il credere, gettando luci ed ombre intense e spesso putrescenti su percorsi labili e tesi alla possibilità più che alla certezza. Ed in questo dramma di proporzioni globali, sembra quasi irreale la gioia di un compleanno o la serenità effimera di una carezza,di un gesto. Uxbal, Javier Bardem, si inabissa nel tentativo di gestire la vita del mondo clandestino e della sua famiglia amata in un bipolarismo tra superficie e tenebra, sconfinando nel territorio dei morti ed aggrappandosi alla vita, come può, come sa fare un uomo senza padre.
ed è al proprio padre che Inarritu, forse nel film più lacerante, proprio perchè intimo, dedica questa pellicola, che lo riconferma regista della sofferenza ed ineffabile cercatore dell'indicibile.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a protus74 »
[ - ] lascia un commento a protus74 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
nalipa
|
domenica 20 febbraio 2011
|
tutte le lodi a bardem
|
|
|
|
Al quale darei anche più di 5 stelle!
E un Attore straordinario, non si cala in una parte ...diventa semplicemente il personaggio...incredibile!
La vicenda, una drammaticità quasi horror, é purtroppo molto attuale....a tratti il film mi é parso un po' ingarbugliato.
Inarritu mette molti elementi: la malavita, lo sfruttamento, la malattia mentale e la malattia fisica, le facoltà extrasensoriali, le dinamiche famigliari e il rapporto genitori figli.......forse troppi!
Appena esce il DVD lo rivedo perché non mi ha convinta del tutto.
|
|
|
[+] lascia un commento a nalipa »
[ - ] lascia un commento a nalipa »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
seiza
|
giovedì 17 febbraio 2011
|
vibrante
|
|
|
|
Un capolavoro. Crudo,duro,triste ma con un profondo messaggio di speranza.Ti coinvolge e sconvolge emotivamente, ti fa vibrare. Fotografia sublime. Bardem da oscar.Nella mia città, come in molte altre,non era in programmazione ed ho fatto piu di 100 km per gustarmelo al cinema, ma ne è valsa la pena.
|
|
|
[+] lascia un commento a seiza »
[ - ] lascia un commento a seiza »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
basketkk
|
giovedì 17 febbraio 2011
|
ottimo film
|
|
|
|
Film dramatico, comovente e toccante, un lancio di messaggi degli affari sporchi che rovinano l'anima della gente.
Film forte che si propone questo obiettivo, lanciando un forte appelo al Umanità sempre messa in disparte!!
Ottima interpretazione di un attore a 5 stelle.
|
|
|
[+] lascia un commento a basketkk »
[ - ] lascia un commento a basketkk »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
elzada
|
giovedì 17 febbraio 2011
|
scossone emotivo
|
|
|
|
Riesce a farti vibrare ogni cellula del corpo.
Superlativo.
|
|
|
[+] lascia un commento a elzada »
[ - ] lascia un commento a elzada »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
boffese
|
martedì 15 febbraio 2011
|
biutiful bardem
|
|
|
|
IL NUOVO FILM DI ALEJANDRO GONZALEZ INARRITU , E' UN PUGNO NELLO STOMACO DELLO SPETTATORE , UN DRAMMA CHE EMOZIONA , MA NON DA' SCAMPO.
LA STORIA E' QUELLA DI UXBAL, PADRE DI DUE FIGLI , LAVORATORE ILLEGALE E MALATO .
DOPO LA "TRILOGIA DEL CASO " , IL REGISTA MESSICANO SCOVA NEI MEANDRI DI UNA BARCELLONA MAI VISTA , TUTTO LE MALATTIE DI QUESTO MONDO.
IMMAGINE DOPO IMMAGINE , SI E' RISUCCHIATI NEL PIU' TOTALE DEGRADO FISICO E PSICHICO DI TUTTI I PERSONAGGI DELLA STORIA.
BIUTIFUL SI SORREGGE SU UN OTTIMA REGIA E FOTOGRAFIA , MA E' CARENTE NELLA SCENEGGIATURA.
LA MANCANZA DELLO SCRITTORE ARRIAGA C'E' E SI VEDE, ANCHE SE FORTUNATAMENTE I DIALOGHI SONO RIDOTTI ALL'OSSO, IN MODO DA MASCHERARE UN PO' QUESTO DEFICIT.
[+]
IL NUOVO FILM DI ALEJANDRO GONZALEZ INARRITU , E' UN PUGNO NELLO STOMACO DELLO SPETTATORE , UN DRAMMA CHE EMOZIONA , MA NON DA' SCAMPO.
LA STORIA E' QUELLA DI UXBAL, PADRE DI DUE FIGLI , LAVORATORE ILLEGALE E MALATO .
DOPO LA "TRILOGIA DEL CASO " , IL REGISTA MESSICANO SCOVA NEI MEANDRI DI UNA BARCELLONA MAI VISTA , TUTTO LE MALATTIE DI QUESTO MONDO.
IMMAGINE DOPO IMMAGINE , SI E' RISUCCHIATI NEL PIU' TOTALE DEGRADO FISICO E PSICHICO DI TUTTI I PERSONAGGI DELLA STORIA.
BIUTIFUL SI SORREGGE SU UN OTTIMA REGIA E FOTOGRAFIA , MA E' CARENTE NELLA SCENEGGIATURA.
LA MANCANZA DELLO SCRITTORE ARRIAGA C'E' E SI VEDE, ANCHE SE FORTUNATAMENTE I DIALOGHI SONO RIDOTTI ALL'OSSO, IN MODO DA MASCHERARE UN PO' QUESTO DEFICIT.
INARRITU , FA' IL SUO E REGALA LE CHIAVI DELLA PELLICOLA AD UN BARDEM SUPERLATIVO.
L'ATTORE SPAGNOLO GIUSTAMENTE PREMIATO A CANNES, E' IL PUNTO CARDINE DELLA STORIA E RIESCE A REGALARCI UNA PERFORMANCE DI LIVELLI ALTISSIMI , ALLA PARI SOLO DEL SUO RAMON SAMPEDRO DI MARE DENTRO.
E' UNA PELLICOLA DI UNA NEGATIVITA' NOTEVOLE , IN CUI DI "BIUTIFUL" C'E' SOLO IL FILM.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a boffese »
[ - ] lascia un commento a boffese »
|
|
d'accordo? |
|
|
|