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livio costarella
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mercoledì 9 febbraio 2011
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biutiful, adagio assai.
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Scavare nel dolore per esorcizzarlo. Guardarlo e toccarlo. Adagio e assai. Forse è lì il senso ultimo di tutte le cose, che si contorcono a dismisura per ritrovare, a un certo punto, un senso infinito di pace. «Perché dolore è più dolor, se tace», direbbe Giovanni Pascoli. E allora c’è poco da nascondere, ci ricorda Alejandro Gonzalez Inarritu: meglio scorgere in faccia la miseria imperante, capiremo meglio chi siamo.
Così Barcellona non è solo il top della movida turistica europea del momento, ma una città imbarcata nei suoi drammi quotidiani multietnici. Tuttavia la vita è “Biutiful”, come sogna una bambina di 10 anni che nel suo disegno falsa sinistramente la giusta scrittura dell’aggettivo inglese.
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Scavare nel dolore per esorcizzarlo. Guardarlo e toccarlo. Adagio e assai. Forse è lì il senso ultimo di tutte le cose, che si contorcono a dismisura per ritrovare, a un certo punto, un senso infinito di pace. «Perché dolore è più dolor, se tace», direbbe Giovanni Pascoli. E allora c’è poco da nascondere, ci ricorda Alejandro Gonzalez Inarritu: meglio scorgere in faccia la miseria imperante, capiremo meglio chi siamo.
Così Barcellona non è solo il top della movida turistica europea del momento, ma una città imbarcata nei suoi drammi quotidiani multietnici. Tuttavia la vita è “Biutiful”, come sogna una bambina di 10 anni che nel suo disegno falsa sinistramente la giusta scrittura dell’aggettivo inglese.
Il talentuosissimo Inarritu non delude neanche stavolta. E anche se “Biutiful” non lascia scampo, se non nel bellissimo e poetico finale, c’è una potenza visiva straordinaria che tiene incollati 2 ore 20 minuti alla sedia: è l’immenso Javier Bardem, che nei panni del morente Uxbal, invita a soffrire con e per lui.
Soffre anche la camera di Inarritu, impossibilitata a star ferma su un cavalletto, ma costante nel tremolare accanto al suo eroe pieno di metastasi. Sporco affarista o tenero padre di famiglia? Cinico o impaurito da una vita che lo sta per lasciare? Eppure lui il rumore del mare e delle onde lo conosce.
La metafora di “Biutiful” è più profonda di quanto si pensi: nella profondità del mare si agitano le paure inconsce di Uxbal e sembra quasi di rivedere tutta la società odierna alla deriva, di uomini privati di una dignità e di un posto decente in cui dormire. Ma quanto più è forte l’angoscia e sono irte le spine dei cuori dei protagonisti, tanto più sarà dolce il senso del riscatto, che solo la morte può dare.
Lo svela il bianco marmoreo della foresta innevata, contraltare finale della putrida oscurità che pervade il film, zeppa di neon e sapori ormai irriconoscibili. Ma c’è un altro contraltare forte, magico e rivelatore: il contrasto musicale. La chitarra di Gustavo Santaolalla (compositore immancabile nei film di Inarritu) ha una presenza fortissima e accompagna meravigliosamente, nelle distorsioni sonore, quelle visive e fisiche di Uxbal. Il riscatto è il dolcissimo “Adagio assai”, dal Concerto in sol di Ravel per pianoforte e orchestra, che interviene in due momenti. Nel primo suggerisce la “pietas” estrema per i cinesi soffocati e nel finale lascia attoniti e rapiti, con quell’assolo del piano che sfocia in una delle più belle entrate orchestrali della storia della musica.
Ravel ultimò il brano nel 1931 e sappiamo con certezza che gli era stata diagnosticata una malattia cerebrale che nel giro di dieci anni l’avrebbe portato alla morte. Eppure il compositore francese scrisse una delle pagine più belle di sempre, il testamento di un’anima sublimata nell’arte. Così Uxbal “mette a posto le cose”, prima della sua dipartita terrena.
E poi il finale - come già detto - rubato ai Coen. Chi non ricorda il sogno di “Non è un paese per vecchi” dello sceriffo Tommy Lee Jones? Suo padre lo aveva superato con una fiaccola per accendere un fuoco da qualche parte in mezzo al buio e al freddo. Forse da qualche parte, in mezzo a tutto il buio e il freddo che ci circonda, c'è ancora una speranza, una luce che ci aspetta? Uxbal ritrova il padre nella foresta incantata, gli sorride nell’ascoltare i suoi versi che riecheggiano il mare. E termina con una domanda: «Cosa c’è lì?». La quiete, risponde Ravel.
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fabio2
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martedì 8 febbraio 2011
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bardem e il suo requiem
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Inarritu, c'introduce con la struggente storia di Uxbal, in una Barcellona lontana dalle guide turistiche. Non la movida della Catalogna ma la triste realtà delle favelas spagnole, le lacrime dei "vu cumprà" la schiavitù dei cinesi. Al centro di questo microcosmo, Bardem si guarda attorno, consapevole del suo tragico destino. Il film per me è un De profundis non solo del protagonista ma della società odierna. In poco più di 2 ore vengono concentrati i mali degli anni 2000: cocaina, povertà, prostituzione, sfruttamento della manodopera. Bardem dopo Mare Dentro e Non è un paese per vecchi ci offre una grande interpretazione di umanità e dignità di fronte alla morte. L'abbraccio con la figlia è una delle scene più struggenti degli ultimi anni ove si vede la paura della morte imminente ed il q
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Inarritu, c'introduce con la struggente storia di Uxbal, in una Barcellona lontana dalle guide turistiche. Non la movida della Catalogna ma la triste realtà delle favelas spagnole, le lacrime dei "vu cumprà" la schiavitù dei cinesi. Al centro di questo microcosmo, Bardem si guarda attorno, consapevole del suo tragico destino. Il film per me è un De profundis non solo del protagonista ma della società odierna. In poco più di 2 ore vengono concentrati i mali degli anni 2000: cocaina, povertà, prostituzione, sfruttamento della manodopera. Bardem dopo Mare Dentro e Non è un paese per vecchi ci offre una grande interpretazione di umanità e dignità di fronte alla morte. L'abbraccio con la figlia è una delle scene più struggenti degli ultimi anni ove si vede la paura della morte imminente ed il quesito "che ne sarà dei miei figli?"
Da rivedere in lingua originale!!
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elzada
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lunedì 7 febbraio 2011
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non è molto biutiful...
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...che in tutto il Veneto ci siano solo 5 sale che lo proiettano, ed è molto oribol che nella mia Verona, che oltre ad avere molti bei cinema in centro ha due super mega colossi-multisala in provincia,non sia uscito. Spero nella settimana prossima. Scusate lo sfogo...
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pipay
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lunedì 7 febbraio 2011
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ma una bombola di gas non uccide...
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Un solo appunto. La morte dei venticinque cinesi che dormono in uno stanzone, causata dal malfunzionamento di una delle due stufe a gas. Ma non mi risulta che il gas contenuto nelle bombole sia altamente nocivo; al più può dare stordimento e mal di testa. Fare un'ecatombe in poche ore è cosa impossibile, anche perché questa gente sfruttata, non è che la lascino dormire in pace per sette o otto ore. Dopo cinque o sei ore arriva la sveglia per riprendere una dura giornata di lavoro. Errore o forzatura di sceneggiatura, quindi. Ma, visto l'alto livello di questo film, su questo errore ci passiamo sopra.
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pipay
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lunedì 7 febbraio 2011
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stupendo. ma doloroso da stordire.
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Il film è un viaggio nel cuore infranto e straziato di una città: Barcellona. Ed è anche un viaggio doloroso attorno alla figura del protagonista, condannato da un male incurabile. Si apre dinanzi allo spettatore il baratro di un panorama desolante e senza via di uscite, fatto di atroce degrado, di malattia, di dolore, di droga, di sfruttamento e di prostituzione. E purtroppo questo baratro riflette perfettamente la realtà dei nostri giorni: la realtà degli emarginati, dei clandestini, dei profughi, degli stranieri che provano qualsiasi espediente per sopravvivere. Non c'è redenzione né speranza per nessuno. Forse solo qualche timido sorriso di un bimbo, qualche sguardo innocente, ci regalano esili sprazzi di luce.
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Il film è un viaggio nel cuore infranto e straziato di una città: Barcellona. Ed è anche un viaggio doloroso attorno alla figura del protagonista, condannato da un male incurabile. Si apre dinanzi allo spettatore il baratro di un panorama desolante e senza via di uscite, fatto di atroce degrado, di malattia, di dolore, di droga, di sfruttamento e di prostituzione. E purtroppo questo baratro riflette perfettamente la realtà dei nostri giorni: la realtà degli emarginati, dei clandestini, dei profughi, degli stranieri che provano qualsiasi espediente per sopravvivere. Non c'è redenzione né speranza per nessuno. Forse solo qualche timido sorriso di un bimbo, qualche sguardo innocente, ci regalano esili sprazzi di luce. Il film sfiora il capolavoro, ma è talmente triste che lascia disorientati e storditi.
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lapepa
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lunedì 7 febbraio 2011
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si e no
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Bel film ma non ottimo come i precedenti. Magistrale interpretazione di Bardem, che rappresenta la forza del film.
Chi conosce bene il regista s'aspetta l'originalità della sceneggiatura, protagonisti border-line, la lotta ncessante contro la morte, ma Biutiful solo in parte è fedele alla linea. Nuova scelta del regista, ma che pecca di deja vu, soprattutto quando il film esce quasi in contemporanea con Hereafter, che tratta lo stesso tema dell'aldilà e per di più con la tecnica ad incastro, tipica dei precedenti lavori di Inarritu.
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renato volpone
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lunedì 7 febbraio 2011
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la consapevolezza della morte
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La morte, pesante, ci accompagna per tutta la durata del film, e lo fa portandoci a spasso attraverso una realtà cruda fatta di sofferenza, di fame, di povertà. Questo lato di Barcellona a noi sconosciuto è il lato nascosto, ma vivo e palpitante, di ogni città, di ogni metropoli, dove l'ostentazione della ricchezza nasconde la sofferenza di chi arranca per sopravvivere, e ineluttabile arriva la morte, fortemente sentita, fortemente presente, non celata dall'ipocrisia della società moderna. Il protagonista ha il dono di poter comunicare con i defunti, ma questo non lo esime dalla paura della morte che gli è stata annunciata per un cancro.
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La morte, pesante, ci accompagna per tutta la durata del film, e lo fa portandoci a spasso attraverso una realtà cruda fatta di sofferenza, di fame, di povertà. Questo lato di Barcellona a noi sconosciuto è il lato nascosto, ma vivo e palpitante, di ogni città, di ogni metropoli, dove l'ostentazione della ricchezza nasconde la sofferenza di chi arranca per sopravvivere, e ineluttabile arriva la morte, fortemente sentita, fortemente presente, non celata dall'ipocrisia della società moderna. Il protagonista ha il dono di poter comunicare con i defunti, ma questo non lo esime dalla paura della morte che gli è stata annunciata per un cancro. Si vive il senso di privazione e di sofferenza dei figli che lo vedranno morire, ma anche i bambini muoiono ci racconta il regista: la morte è di tutti. Mirabili le interpretazioni di tutti gli attori
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theconformist
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lunedì 7 febbraio 2011
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degrado e poesia
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Al suo quarto film - dopo l'esordio folgorante di "Amoresperros", e i due film di produzione americana "21 grammi" e "Babel" - il messicano Alejandro Gonzalez Inarritu si separa dallo sceneggiatore "a incastro" Guillermo Arriaga e sbarca in Spagna.
Esplorando una Barcellona meticcia, fatta di vicoli bui e disagio sociale, il regista ci immerge nel mondo di Uxbal: due figli a carico, un'ex moglie bipolare e la misteriosa capacità di parlare con i defunti. Per vivere corrompe la polizia e sfrutta la manodopera cinese e africana, ma tenta di dare un'educazione diversa a propri figli, e li redarguisce se mangiano con le mani.
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Al suo quarto film - dopo l'esordio folgorante di "Amoresperros", e i due film di produzione americana "21 grammi" e "Babel" - il messicano Alejandro Gonzalez Inarritu si separa dallo sceneggiatore "a incastro" Guillermo Arriaga e sbarca in Spagna.
Esplorando una Barcellona meticcia, fatta di vicoli bui e disagio sociale, il regista ci immerge nel mondo di Uxbal: due figli a carico, un'ex moglie bipolare e la misteriosa capacità di parlare con i defunti. Per vivere corrompe la polizia e sfrutta la manodopera cinese e africana, ma tenta di dare un'educazione diversa a propri figli, e li redarguisce se mangiano con le mani. Quando scopre che un cancro lo sta divorando inizia il proprio cammino di redenzione, perseguitato da presagi morte (gufi, falene e stormi d'uccelli) e morti bianche.
La fotografia scura e contrastata di Prieto disegna una Barcellona corrosa, allo stremo delle forze, intossicata dai fumi delle ciminiere, in cui una morale corrotta e individualista non lascia speranze in un futuro migliore. Biutiful è un film controverso come il suo protagonista, che rischia spesso di sprofondare a causa della molteplicità dei temi trattati, e di perdersi nell'oscurità di un dramma senza uscita. Lo sorreggono uno strepitoso Bardem - intenso e struggente - ed una regia d'autore, che usa in maniera appropriata la spesso abusata camera a mano per distorcere la percezione dello spettatore e distillare momenti di laica religiosità. Qualcuno dirà che Inarritu è un regista che si compiace del dolore inferto ai suoi personaggi: non è così, anche se alcuni degli eccessi presenti nel film potrebbero portare a pensarlo.
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algernon
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domenica 6 febbraio 2011
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l'universo non paga l'affitto
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bellissimo film, drammatica immersione nel degrado dei quartieri poveri di Barcellona, dove lo sfruttamento e l'emarginazione sono la regola e dove Uxbal conduce la sua vita di espedienti. in tale contesto, i problemi non vengono mai da soli, perciò non ci stupiamo se Uxbal è pure malato di cancro e separato dalla moglie maniaco-depressiva e gravato dalla cura dei figli. eppure il personaggio è molto umano in questo compito difficile e il suo rapporto coi figli è uno degli aspetti più belli del film. "non ti devi occupare dei tuoi figli, l'Universo si occupa di loro" gli dice una amica, cui Uxbal risponde: "ma l'Universo non paga l'affitto". bellissima l'interpretazione di Javier Bardem, ottima la regia, belle le riprese con la camera a mano, bella la fotografia con colori soprasaturi.
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bellissimo film, drammatica immersione nel degrado dei quartieri poveri di Barcellona, dove lo sfruttamento e l'emarginazione sono la regola e dove Uxbal conduce la sua vita di espedienti. in tale contesto, i problemi non vengono mai da soli, perciò non ci stupiamo se Uxbal è pure malato di cancro e separato dalla moglie maniaco-depressiva e gravato dalla cura dei figli. eppure il personaggio è molto umano in questo compito difficile e il suo rapporto coi figli è uno degli aspetti più belli del film. "non ti devi occupare dei tuoi figli, l'Universo si occupa di loro" gli dice una amica, cui Uxbal risponde: "ma l'Universo non paga l'affitto". bellissima l'interpretazione di Javier Bardem, ottima la regia, belle le riprese con la camera a mano, bella la fotografia con colori soprasaturi. da non perdere.
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lorenzo l.
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domenica 6 febbraio 2011
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fenomenale
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Finalmente un film che sia un film. Attore fenomenale, sceneggiatura idem. Forse il più bel film recente che ho visto, anche migliore di Hereafter di Clint Eastwood (che amo). Davvero bello, in tutti gli aspetti. clap clap
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