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michela papavassiliou
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giovedì 26 aprile 2012
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un segno indelebile chiamato sud
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Claudio Bisio e' il protagonista di questa esilarante pellicola che mette a confronto Nord e Sud di una terra unificata sotto il nome di Italia ma policroma per stereotipi realta' e storia. Cosi un direttore delle poste di Usmate, paesino tra le nebbie lombarde, con moglie una divertente Finocchiaro, e figlio, puo' avere come massima ambizione quella di un trasferimento lavorativo a Milano. Qui sarebbe possibile offrire nuove opportunita' anche al ragazzino che diversamente, rimanendo a vivere in provincia, avrebbe un futuro mediocre assicurato. Ma non sempre le cose vanno come uno spera ed il posto tanto agognato viene dato ad un disabile, favorito dalla sua condizione svantaggiata.
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Claudio Bisio e' il protagonista di questa esilarante pellicola che mette a confronto Nord e Sud di una terra unificata sotto il nome di Italia ma policroma per stereotipi realta' e storia. Cosi un direttore delle poste di Usmate, paesino tra le nebbie lombarde, con moglie una divertente Finocchiaro, e figlio, puo' avere come massima ambizione quella di un trasferimento lavorativo a Milano. Qui sarebbe possibile offrire nuove opportunita' anche al ragazzino che diversamente, rimanendo a vivere in provincia, avrebbe un futuro mediocre assicurato. Ma non sempre le cose vanno come uno spera ed il posto tanto agognato viene dato ad un disabile, favorito dalla sua condizione svantaggiata. Alberto non ha il coraggio di dirlo alla moglie, che appresa infine la triste notizia si infuriera' con lui. Disperato l'uomo escogitera' una falsa invalidita' permanente per aggiudicarsi un altro posto vacante, venendo platealmente scoperto e trasferito per punizione al Sud, in un paesino della Campania affacciato sul mare. Partito alla volta del nuovo lavoro da direttore trovera', aldila' delle sue aspettative preconcette di degrado e violenza, un luogo accogliente, civile e ricco di fascino. A dargli il benvenuto il giovane Mattia alle sue dipendenze, impersonato da un bravo Alessandro Siani. Alberto in poco tempo diventera' amico dei suoi collaboratori, apprezzandone la semplicita' e bonta' d'animo e passando da burbero capo nordico a fedele compagno d'avventura. Nei suoi rientri a casa durante i fine settimana non confessa alla moglie, quanto sia in realta' gradevole la vita al Sud e millanta una vita di fatiche e pericoli dipingendosi, agli occhi della preoccupata consorte, come un eroe. Ma si sa, le bugie hanno le gambe corte, la donna decidera' di raggiungere il marito schiacciata dall'apprensione e grazie all'aiuto di una divertente messa in scena ad opera di tutto il paese che reggera' il suo gioco, Alberto riuscira' a farla franca solo fino a che la moglie non scoprira' tutto. Lieto fine assicurato per questa commedia a'italiana. Grazie all'aiuto del protagonista, Mattia, riuscira' a sposare la bella Maria. Dopo due anni di permanenza al Sud, Alberto otterra' infine il posto a suo tempo tanto desiderato a Milano. Ma i limoncelli, un tempo dilatato e senza stress da iperlavoro, i caffe' e le partite di calcio a cui non si riesce a dir di no, valori di solidarieta' umana e semplici piaceri quotidiani avranno lasciato nel nordico ed ex inflessibile direttore delle poste un segno indelebile chiamato Sud. Michela Papavassiliou
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g_andrini
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lunedì 28 febbraio 2011
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film leggero
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Pieno di ironia e sarcasmo. La situazione del Sud, e più in generale, è disastrosa. Bravo Bisio, che recita un personaggio "sulle nuvole". Buona interpretazione di tutti, con una bella fotografia. Bellissima la scena sul finale del lancio dei fuochi d'artificio.
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renato c.
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giovedì 25 giugno 2015
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simpatica commedia
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Simpatica commedia contro i preconcetti. Il protagonista milanese che va al sud, pieno di pregiudizi, ma che poi si ambienta abbastanza presto; dopo il tran-tran iniziale, incomincia a scoprire gli animi e la solidarietà dei dipendenti-colleghi; si affeziona e vanno a passare le serate in buone trattorie casalinghe in allegra compagnia! E fu così che i colleghi diventano amici ed anche un po'compagni di baldorie. I problemi vengono fuori quando la moglie lo vuole raggiungere, perchè egli non le aveva detto com'era relmente l'ambiente, ma l'aveva lasciata nei suoi pregiudizi. Ed è così che i colleghi-amici inscenano rappresentazione per far credere alla moglie, quando arriva che le cose erano come lei pensava! Quasi subito però la verità viene a galla ma le cose si sistemano; Bisio fa anche
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Simpatica commedia contro i preconcetti. Il protagonista milanese che va al sud, pieno di pregiudizi, ma che poi si ambienta abbastanza presto; dopo il tran-tran iniziale, incomincia a scoprire gli animi e la solidarietà dei dipendenti-colleghi; si affeziona e vanno a passare le serate in buone trattorie casalinghe in allegra compagnia! E fu così che i colleghi diventano amici ed anche un po'compagni di baldorie. I problemi vengono fuori quando la moglie lo vuole raggiungere, perchè egli non le aveva detto com'era relmente l'ambiente, ma l'aveva lasciata nei suoi pregiudizi. Ed è così che i colleghi-amici inscenano rappresentazione per far credere alla moglie, quando arriva che le cose erano come lei pensava! Quasi subito però la verità viene a galla ma le cose si sistemano; Bisio fa anche da "cupido" tra Mattia e Maria e tutto termina con felice happy-end!
Ogni popolo, ogni regione ha i suoi pregi ed i suoi difetti! E questo film fa apprezzare come la popolazione del meridione abbia un forte senso sia dell'amicizia, che dell'ospitalità e della solidarietà! Ed alla fine, quando Bisio torna a Milano, si avvera quanto gli aveva predetto Mattia al suo arrivo al Sud: "Voi del Nord quando dovete trasferirvi al Sud pingete due volte: quando arrivate e quando dovete ripartire!"
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floyd80
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venerdì 6 novembre 2015
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tiè!
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Pellicola carina che parla di stereotipi italiani smentendoli in parte.
Bisio come sempre "giganteggia" e Siani come sempre "Troiseggia".
Si ride spesso ed è un film non volgare...una rarità nel cinema nostrano.
Certo il buonismo regna in ogni scena ma ci si diverte.
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Pellicola carina che parla di stereotipi italiani smentendoli in parte.
Bisio come sempre "giganteggia" e Siani come sempre "Troiseggia".
Si ride spesso ed è un film non volgare...una rarità nel cinema nostrano.
Certo il buonismo regna in ogni scena ma ci si diverte.
Quando metti un milanese e un napoletano in un film c'è poco da fare, il cinema italiano ne è testimone. Alla faccia di Bossi e tutti i leghisti.
Tiè.
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francesco giuliano
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giovedì 28 ottobre 2010
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la conoscenza unisce!
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Una copia conforme del film francese “Giù al nord” è quel che riguarda la linea conduttrice di "Benvenuti al sud", che però presenta connotati adattati alla realtà italiana, dove vengono messi in risalto e alla berlina i luoghi comuni che contrappongono i “polentoni” ai “terroni”. Stereotipi questi che vengono sgonfiati e smontati non appena si istaurano tra gli uni, i settentrionali, e gli altri, i meridionali, dei veri e sinceri rapporti umani.
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Una copia conforme del film francese “Giù al nord” è quel che riguarda la linea conduttrice di "Benvenuti al sud", che però presenta connotati adattati alla realtà italiana, dove vengono messi in risalto e alla berlina i luoghi comuni che contrappongono i “polentoni” ai “terroni”. Stereotipi questi che vengono sgonfiati e smontati non appena si istaurano tra gli uni, i settentrionali, e gli altri, i meridionali, dei veri e sinceri rapporti umani. Si racconta, infatti in questo film, di un direttore postale (Claudio Bisio) trasferito, per aver prodotto un ‘istanza falsa, dal nord al sud, ovvero dalla Lombardia a Castellabate, un borgo nel parco del Cilento, che per la sua posizione e straordinaria bellezza fa parte del patrimonio dell’UNESCO. Un borgo adagiato su un cocuzzolo che domina uno stupendo mare meraviglioso con tramonti da favola, dove si vive una vita tranquilla, rilassante, flessibile perché adattata alle esigenze degli abitanti, e dove si conduce un modo di vivere dai rapporti umanamente sinceri e spontanei, lontana dalla vita frenetica, opprimente, basata su comportamenti convenzionali e ipocriti, e ingabbiata in un sistema di regole che non lascia “spazi di manovra” e la rendono falsamente umana. Una vita estranea dunque a quell’esistenza programmata nei minimi particolari e rigorosa che si svolge in una città settentrionale, come Milano, dove il nostro direttore ambisce di essere trasferito, in seguito alle insistenze della moglie (Angela Finocchiaro) la quale desidera abitare in una città grande per il “bene” dell’unico figlio e per avvicinarsi ai suoi genitori. Questo film di Luca Miniero fa ridere, e fa ridere molto, ma al tempo stesso fa anche riflettere lo spettatore sulla situazione socio-politica italiana, e che fa meditare sull’ultracentenaria diatriba tra la gente del nord e quella del sud, per la quale è “l'una contro l'altra armata” più per presa posizione e per retaggio storico che per effettiva conoscenza dei genuini valori umani che le distinguono. Bravi gli attori e splendida Valentina Lodovini con i suoi occhi sempre sorridenti anche se la regia manifesta un po' di sofferenza nel secondo tempo. (Francesco Giuliano)
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gabriele lugli
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lunedì 28 luglio 2025
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commedia ironica e pungente
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Remake diretto da Luca Miniero basata sulla commedia francese "Giù al nord".
Il film racconta la storia di Alberto, impiegato statale che dopo essersi finto disabile per ottenere un lavoro a Milano, sarà trasferito in un ufficio postale di Castellabate, paese in provincia di Salerno.
Durante la sua permanenza al Sud, dovrà adattarsi alle abitudini locali, lasciandosi pregiudizi alle spalle.
Dunque la storia si basa sull'ironia degli stereotipi nei confronti dei meridionali, ritratti come primitivi e meschini dai milanesi altolocati che si autoconvincono del contrario non appena entrano a contatto con la cultura del sud italia, che li colpisce e li affascina.
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Remake diretto da Luca Miniero basata sulla commedia francese "Giù al nord".
Il film racconta la storia di Alberto, impiegato statale che dopo essersi finto disabile per ottenere un lavoro a Milano, sarà trasferito in un ufficio postale di Castellabate, paese in provincia di Salerno.
Durante la sua permanenza al Sud, dovrà adattarsi alle abitudini locali, lasciandosi pregiudizi alle spalle.
Dunque la storia si basa sull'ironia degli stereotipi nei confronti dei meridionali, ritratti come primitivi e meschini dai milanesi altolocati che si autoconvincono del contrario non appena entrano a contatto con la cultura del sud italia, che li colpisce e li affascina.
Il film è senz'altro simpatico e ritrae alla perfezione i luoghi comuni provocatori e taglienti senza risultare troppo offensivo.
Un cast azzeccato rende l'intreccio spassoso e gradevole, sebbene nella sceneggiatura ci sia più ironia fine a se stessa che profondità intelletuale e questo rende la commedia leggera e sicuramente piacevole da guardare in famiglia, ma niente di più.
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pensionoman
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giovedì 24 marzo 2011
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un film per andare oltre...
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film originale, non nella storia o nella comicità, pure apprezzabili, ma nel come esprime e sa toccare certi sentimenti
certe corde sepolte molto in profondità che uniscono tutti gli uomini, al nord e al sud, una volta superati i luoghi comuni e i pregiudizi
tipici di ogni cultura di appartenenza...
in questo senso diverte, commuove e fa riflettere, e così ci si diverte e si sta bene per un paio d'ore sperando che con l'impegno e gli affetti
si possano risolvere i problemi e le diversità...
e poi, certo che il sud non è un luogo idilliaco ma è un bel vivere ed è giusto diffonderlo e farlo sapere...
non dimenticate che i problemi esistono dappertutto, l'eden è solo un'aspirazione ma certo il sud è quanto di più vicino ad un locus amoenus
pur con tutti suoi problemi.
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film originale, non nella storia o nella comicità, pure apprezzabili, ma nel come esprime e sa toccare certi sentimenti
certe corde sepolte molto in profondità che uniscono tutti gli uomini, al nord e al sud, una volta superati i luoghi comuni e i pregiudizi
tipici di ogni cultura di appartenenza...
in questo senso diverte, commuove e fa riflettere, e così ci si diverte e si sta bene per un paio d'ore sperando che con l'impegno e gli affetti
si possano risolvere i problemi e le diversità...
e poi, certo che il sud non è un luogo idilliaco ma è un bel vivere ed è giusto diffonderlo e farlo sapere...
non dimenticate che i problemi esistono dappertutto, l'eden è solo un'aspirazione ma certo il sud è quanto di più vicino ad un locus amoenus
pur con tutti suoi problemi...
un saluto a tutti e sempre buona visione
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great steven
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mercoledì 16 ottobre 2013
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il direttore d'un ufficio postale scopre il sud.
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BENVENUTI AL SUD (IT, 2010) di LUCA MINIERO con CLAUDIO BISIO – ANGELA FINOCCHIARO – ALESSANDRO SIANI – VALENTINA LODOVINI – NANDO PAONE – GIACOMO RIZZO – TECO CELIO – RICCARDO ZINNA § Alberto Colombo dirige un ufficio postale in Brianza, è sposato, ha un figlio di 8 anni e una vita soddisfacente a sufficienza, ma la moglie Silvia non si accontenta e lo spinge al trasferimento a Milano. Allora lui, poiché preceduto in graduatoria da un disabile, decide di fingere a sua volta un'invalidità per ottenerlo, ma viene scoperto e, per punizione, è catapultato a Castellabate, comune in provincia di Salerno, nel "profondo" Sud che lui immagina popolato dalla camorra, dal caldo opprimente, dai rifiuti per strada e da gente poltrona che parla un dialetto pressoché incomprensibile.
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BENVENUTI AL SUD (IT, 2010) di LUCA MINIERO con CLAUDIO BISIO – ANGELA FINOCCHIARO – ALESSANDRO SIANI – VALENTINA LODOVINI – NANDO PAONE – GIACOMO RIZZO – TECO CELIO – RICCARDO ZINNA § Alberto Colombo dirige un ufficio postale in Brianza, è sposato, ha un figlio di 8 anni e una vita soddisfacente a sufficienza, ma la moglie Silvia non si accontenta e lo spinge al trasferimento a Milano. Allora lui, poiché preceduto in graduatoria da un disabile, decide di fingere a sua volta un'invalidità per ottenerlo, ma viene scoperto e, per punizione, è catapultato a Castellabate, comune in provincia di Salerno, nel "profondo" Sud che lui immagina popolato dalla camorra, dal caldo opprimente, dai rifiuti per strada e da gente poltrona che parla un dialetto pressoché incomprensibile. Con le lacrime agli occhi e un giubbotto antiproiettili, parte afflitto verso il nuovo posto di lavoro, e a sorpresa ha modo di verificare personalmente che nessuno dei luoghi comuni narrati al Nord è vero: grazie all'umanità del portalettere Mattia Volpe e degli altri colleghi, Alberto capisce che si può vivere bene anche al Sud, ma il bello sarà convincerne Silvia. Rifacimento della commedia francese Giù al Nord (2008), diretta da Dany Boon, che qui compare in un cammeo nella parte di un cliente alla filiale. Benvenuti al Sud ne ricalca fedelmente molti dialoghi e chiaramente anche la contrapposizione degli stereotipi caratterizzanti le due diverse zone del paese, e questi ultimi interessano una buona quantità di categorie: dall’alimentazione (la mozzarella di bufala contro il gorgonzola) al modo di rivolgersi (il "voi" contro il "lei"), passando naturalmente per l’enorme disuguaglianza dei dialetti che all’inizio crea non poche incomprensioni, ma non mi dilungo troppo con gli esempi, perché basta guardare il film e se ne trovano a decine. Al di là comunque dei pregiudizi che man mano vengono abbattuti e fanno spazio a sentimenti più amichevoli e confidenziali, quest’ultima fatica di L. Miniero (che ne ha sviluppato anche il soggetto) si presenta come un'analisi sufficientemente accurata e per nulla esecrabile delle abitudini del nostro popolo, che messe insieme definiscono con chiarezza una parte preponderante del nostro carattere, indipendentemente dalla provenienza regionale. Un'unica nota di rammarico sarebbe purtroppo che le idee per raccontarlo dobbiamo prenderle in prestito dall’estero.
Commedia; giudizio personale: 8 (buono)
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franco cesario
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martedì 1 febbraio 2011
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benvenuta commedia
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"Benvenuti al Sud" ovvero una commedia per l'Italia che cambia, che si interroga, che (a volte) regredisce.
Luca Miniero, regista napoletano (che spesso lavora in coppia con il Genovese di "Immaturi") evidentemente sente molto il tema, scottante ed attuale, dello strisciante razzismo nei confronti della sua terra e cerca di parlarne ed esorcizzarlo in salsa partenopea.
Sicuramente ne viene fuori un lavoro piacevole e ben recitato, soprattutto dall'emergente Siani, anche se a tratti leggermente scontato (tranne la scena del wild village, davvero elilarante) e qua e là lento.
Ben riuscita, invece, la paradossale ed esagerata stupidità della cecità xenofoba, un pò alla Monty Python, riscontrabile nel giubbotto anti-proiettile di Bisio in trasferta nel "profondo sud", nel maldestro tentativo di gabbare le Poste fingendosi invalido ed anche nella battuta della poliziotta che paragona il meridione al Kosovo.
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"Benvenuti al Sud" ovvero una commedia per l'Italia che cambia, che si interroga, che (a volte) regredisce.
Luca Miniero, regista napoletano (che spesso lavora in coppia con il Genovese di "Immaturi") evidentemente sente molto il tema, scottante ed attuale, dello strisciante razzismo nei confronti della sua terra e cerca di parlarne ed esorcizzarlo in salsa partenopea.
Sicuramente ne viene fuori un lavoro piacevole e ben recitato, soprattutto dall'emergente Siani, anche se a tratti leggermente scontato (tranne la scena del wild village, davvero elilarante) e qua e là lento.
Ben riuscita, invece, la paradossale ed esagerata stupidità della cecità xenofoba, un pò alla Monty Python, riscontrabile nel giubbotto anti-proiettile di Bisio in trasferta nel "profondo sud", nel maldestro tentativo di gabbare le Poste fingendosi invalido ed anche nella battuta della poliziotta che paragona il meridione al Kosovo.
Ne viene fuori, oltre alla indiscutibile bellezza di larga parte del nostro Paese a sud di Roma, anche la vera natura dei cossiddetti terùn, amabili, ospitali, generosi, passionali, sempre e comunque allegri.
Forse Miniero esagera quando dipinge un quadro troppo da favola e perfetto per qualsiasi posto del mondo, ma l'intento è nobile e se ne capiscono le motivazioni.
Sinceramente commovente e spassosa la parte in cui il direttore Bisio, finalmente disinvolto e libero dal paraocchi lumbard, effettua il giro per la consegna della posta insieme a Siani e, disinibito anche dall'alcool che immancabilmente gli viene offerto in ogni dimora (fatto verissimo e riscontrabile da chiunque abbia viaggiato al sud) urla a scuarciagola "Io amo il Sud!".
Un film che non cambia nulla ma che collabora al tentativo, finora maldestro e non riuscito, di unificare un popolo che tale non si sente e che è troppo preso dalle sue beghe per capire che l'unica direzione, per un futuro migliore, è quella da percorrere insieme, e non divisi.
In quest'ottica ben vengano 10, 100, 1000 "Benventui al Sud". Franco Cesario sinonimomacontrario.splinder.com
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billyjo3
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giovedì 29 novembre 2012
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sequel gradevole, ma non eccelso
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Un anno dopo le disavventure del direttore delle poste Alberto Colombo in terra campana, è il suo amico/collega Mattia Volpe a ricevere la notizia dell'imminente trasferimento a Milano. I problemi di adattamento e uno stile di vita profondamente diverso saranno solo l'inizio di una serie di tragicomici problemi che la coppia dovrà affrontare nella loro nuova convivenza insieme. Dopo l'exploit al botteghino della scorsa stagione non ci si poteva non aspettare un ritorno in sala della sfavillante coppia Siani-Bisio a ruoli invertiti. Ad una prima visione il sequel appare abbastanza riuscito: mantiene le aspettative e non delude chi aveva apprezzato la carica comica del primo episodio.
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Un anno dopo le disavventure del direttore delle poste Alberto Colombo in terra campana, è il suo amico/collega Mattia Volpe a ricevere la notizia dell'imminente trasferimento a Milano. I problemi di adattamento e uno stile di vita profondamente diverso saranno solo l'inizio di una serie di tragicomici problemi che la coppia dovrà affrontare nella loro nuova convivenza insieme. Dopo l'exploit al botteghino della scorsa stagione non ci si poteva non aspettare un ritorno in sala della sfavillante coppia Siani-Bisio a ruoli invertiti. Ad una prima visione il sequel appare abbastanza riuscito: mantiene le aspettative e non delude chi aveva apprezzato la carica comica del primo episodio. Sin dalle prime battute il ritmo è sostanzialmente gradevole e la sceneggiatura riesce nell'impresa di non essere (seppur con qualche imperfezione) del tutto ripetitiva, e a conservare una certa brillantezza nell'impianto narrativo. Alessandro Siani e Claudio Bisio, ormai collaudati. duettano quasi a memoria, e le loro profonde differenze comiche risultano ancora una volta convincenti. I clichè ed i luoghi comuni sulle differenze regionali abbondano copiosamente, ma a conti fatti non si sconfina mai nel cattivo gusto e si mantiene sempre un certo decoro nella scelta del linguaggio e delle espressioni. Ciò che fa storcere un po' il naso è un po' di sostanziale apatia nel non voler sconfinare troppo in territori inesplorati ma, al contrario, la volontà di restare su binari già ampiamente conosciuti, sottraendo ad essi un po' di smalto soprattutto nella (al contrario del precedente) limitata presenza di comprimari all'altezza. Tutto il peso del film è retto qui dalla sola coppia Siani-Bisio, che onestamente, davvero più di questo non potevano fare. Il loro merito è soprattutto quello di non annoiare mai, ma di creare sempre situazioni abbastanza piacevoli anche nei tempi morti e nei momenti di appannamento narrativo. All'altezza sicuramente del primo capitolo, ma non di più...e sinceramente sarebbe stato anche chiedere troppo.
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