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fede81
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sabato 21 maggio 2011
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non regge il confronto
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Per chi ha visto Giù al Nord, la sensazione è quella di una brutta copia, manca il tocco di genio che caratterizza l'originale. Poi la napoletanità non è a tutti simpatica ed è piuttosto scontata...rischia di essere un'arma a doppio taglio. Nota positiva: la Lodovini è straordinariamente bella e sexy. Piccolo cammeo di Dany Boon, giusto per farci sentire la sua mancanza.
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camillo
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lunedì 13 dicembre 2010
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omaggio al sud
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Questo film narra la storia del direttore delle poste Alberto che si ritrova trasferito al sud Italia,più precisamente a Castellabate,vicino Napoli.La notizia traumatizza lui e la sua famiglia.Antonio viene imbambolato da diversi amici che gli dicono che al sud c'è guerra,fame e colera.Alberto dovrà però rivedere le sue idee riguardo il sud Italia.Il film è molto divertente nella sua semplicità,battute esilaranti ed eventi anche un po strambi sono la giusta miscela per divertire tutta la famiglia.Spero che Alessandro Siani e Claudio Bisio continuino a far film insieme,sono molto bravi e ho l'impressione che si sia formata una nuova coppia comica.
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pulpiccion.blogspot.com
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domenica 3 ottobre 2010
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benvenuti al sud, e il pregiudizio diventa comico
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Che non avesse grandi pretese lo si era capito sin dal trailer. La conferma arriva guardando il film, che non vuol essere più di quello che è. Una bella commedia.
Remake ufficiale di Giù al Nord, con tanto di piccolo cameo del protagonista Dany Boom, Benvenuti al Sud ripropone le stesse tematiche e la stessa struttura del successo francese.
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Che non avesse grandi pretese lo si era capito sin dal trailer. La conferma arriva guardando il film, che non vuol essere più di quello che è. Una bella commedia.
Remake ufficiale di Giù al Nord, con tanto di piccolo cameo del protagonista Dany Boom, Benvenuti al Sud ripropone le stesse tematiche e la stessa struttura del successo francese. Con la differenza che, questa volta, nulla si perde nella traduzione e il gioco dei dialetti, base della comicità del film, riesce alla perfezione. Le gag e i tempi comici sono magistralmente gestiti dai due attori protagonisti, Claudio Bisio e Alessandro Siani. L'etera lotta tra Nord e Sud, con i pregiudizi e gli stereotipi che già ci fa tanto sorridere nella realtà, qui fa ridere, e molto.
Bisio, pur senza perdere la dolcezza e la lieve malinconia che ne caratterizzano lo sguardo, fa il comico puro, eccellendo. La Finocchiaro, nella magistrale interpretazione di moglie polentona e assurdamente nevrotica, si alterna alla Lodovini, che si conferma attrice capace e fiera rappresentante della donna mediterranea. Il cast nell'insieme funziona, i personaggi fortemente caratterizzati conferiscono alla pellicola un'allure quasi teatrale.
La trama, pur essendo semplice e già vista, risulta scorrevole e le due ore scivolano velocemente, tra una risata e l'altra.
La capacità di questo film sta nel trattare la tematica della differenza in modo sufficientemente leggero da non risultare pretenzioso ma senza sfociare nella mera commedia degli equivoci, all'italiana. Ci sono anche due belle storie d'amore, diverse per età e provenienza geografica dei protagonisti, che inteneriscono e divertono allo stesso tempo. Insomma, non manca proprio niente. La fotografia è bella e ricca, i dialoghi sono ben strutturati e la trama è arricchita da un pizzico di romanticismo.
Si esce dal cinema sapendo di non aver sprecato due ore della propria vita. Il che, visti i tempi, è già un gran bel successo.
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sixy89
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sabato 11 dicembre 2010
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un pò meglio dei soliti film italiani
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Non è un gran che in generale, ma ti strappa qualche sorriso. Molto migliore della stragrande maggioranza dei film italiani che si buttano sempre e comunque sui drammi familiari,storie d'amore o cinepanettoni ricavandone delle porcate inclassificabili.
Questo film è fatto abbastanza bene, trama un pò scontata e banale ma nonostante ciò è piacevole e il film scorre bene tra una risata e un momento di rflessione.
Nonostante il grosso incasso è un film dal quale potete aspettarvi poco, ma è adatto ad una serata tranquilla.
Voto:6
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chiarialessandro
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domenica 17 ottobre 2010
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dietro l'apparenza.
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Classico esempio di commedia brillante annegata in una quasi ininterrotta serie di risate dietro le quali si celano elementi nascosti immediatamente sotto il pelo dell’acqua; per riportarli in superficie basta la voglia di immergere la mano: nevrosi, ossessioni, giudizi, pregiudizi, stereotipi, verità, bugie, abitudini, eccessi, caricature. Se volete solamente trascorrere due ore spensierate, fermatevi pure alla prima lettura; se vi piace approfondire, non avete da fare nient’altro che immergere la mano subito sotto la superficie e tirare su (mi raccomando, non fraintendetemi: non voglio dire con questo che sia un film “superficiale”, anzi è proprio il contrario). Sono convinto che sarà un’ottima pesca.
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Classico esempio di commedia brillante annegata in una quasi ininterrotta serie di risate dietro le quali si celano elementi nascosti immediatamente sotto il pelo dell’acqua; per riportarli in superficie basta la voglia di immergere la mano: nevrosi, ossessioni, giudizi, pregiudizi, stereotipi, verità, bugie, abitudini, eccessi, caricature. Se volete solamente trascorrere due ore spensierate, fermatevi pure alla prima lettura; se vi piace approfondire, non avete da fare nient’altro che immergere la mano subito sotto la superficie e tirare su (mi raccomando, non fraintendetemi: non voglio dire con questo che sia un film “superficiale”, anzi è proprio il contrario). Sono convinto che sarà un’ottima pesca. Memorabile il cast: Bisio è come una lampadina di ultima generazione: prima di sprigionare tutta la sua potenza luminosa bisogna attendere qualche attimo, ma poi ….; la Finocchiaro è centratissima nel suo stare sospesa tra mare e cielo; la Ludovini è una che, quando la guardi, ti fa aprire il cuore. Tutti gli altri (anche quelli che hanno particine brevissime) saranno chiamati comprimari, caratteristi o macchiette ma sono interpreti a tutto tondo che regalano alla pellicola una completezza difficilmente ritrovabile in altre opere.
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aristoteles
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mercoledì 23 settembre 2015
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al sud di nessun nord
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Premetto che commento tralasciando accuratamente il fatto che sia un'idea altrui e un remake,altrimenti dovrei abbassarne il voto.
E' una commedia abbastanza divertente,semplice e priva di volgarità,il che per i livelli a cui,purtroppo,ci stanno abituando in Italia,mi sembra già abbastanza per consigliarne la visione.
A parte qualche eccesso poco convincente tipo : il tentativo iniziale di Bisio per spacciarsi per disabile,una Finocchiaro troppo apprensiva (comunque brava nella parte) e la scena dela falsa Castellabate,mi sono fatto parecchie risate.
Siani convince e forse questo rimane (sugli schermi) la sua migliore interpretazione,perchè io l'ho visto dal vivo e lì veramente riesce a conquistare e a intrattenere la gente.
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Premetto che commento tralasciando accuratamente il fatto che sia un'idea altrui e un remake,altrimenti dovrei abbassarne il voto.
E' una commedia abbastanza divertente,semplice e priva di volgarità,il che per i livelli a cui,purtroppo,ci stanno abituando in Italia,mi sembra già abbastanza per consigliarne la visione.
A parte qualche eccesso poco convincente tipo : il tentativo iniziale di Bisio per spacciarsi per disabile,una Finocchiaro troppo apprensiva (comunque brava nella parte) e la scena dela falsa Castellabate,mi sono fatto parecchie risate.
Siani convince e forse questo rimane (sugli schermi) la sua migliore interpretazione,perchè io l'ho visto dal vivo e lì veramente riesce a conquistare e a intrattenere la gente.
Tornando al film,racconta,con simpatia,tante piccole abitudini e differenze della quotidianità tra nord e sud.
Ma in fondo ci svela che siamo tutti uguali e che ,in particolare, lo sono le persone buone e semplici,che sono in grado di vivere ovunque e con chiunque.
Bravissimi tutti gli attori.
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g. romagna
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lunedì 27 dicembre 2010
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benvenuti al sud
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Alberto Colombo, direttore di un ufficio postale dell'hinterland milanese, si finge handicappato per ottenere un posto in una filiale di Milano. Il suo piano è quantomai maldestro, e, appena viene svelato, si prepara per lui una punizione esemplare: trasferimento coatto a Castellabate, in provincia di Napoli, per ben due anni. Inizialmente il trauma è grande, e sono gli stereotipi sulla popolazione meridionale a dettare le sue mosse nel nuovo luogo di lavoro. La moglie (Angela Finocchiaro), che non lo ha seguito, segue con grande trasporto le sue vicissitudini, ed anche la stabilità del rapporto ne risente positivamente. Alberto però si adegua molto molto in fretta al nuovo ambiente, grazie alla collaborazione dei nuovi colleghi, e si innamora presto di Castellabate, così come il postino Mattia Volpe (Alessandro Siani) è innamorato di Maria (Valentina Lodovini), impiegata allo sportello postale.
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Alberto Colombo, direttore di un ufficio postale dell'hinterland milanese, si finge handicappato per ottenere un posto in una filiale di Milano. Il suo piano è quantomai maldestro, e, appena viene svelato, si prepara per lui una punizione esemplare: trasferimento coatto a Castellabate, in provincia di Napoli, per ben due anni. Inizialmente il trauma è grande, e sono gli stereotipi sulla popolazione meridionale a dettare le sue mosse nel nuovo luogo di lavoro. La moglie (Angela Finocchiaro), che non lo ha seguito, segue con grande trasporto le sue vicissitudini, ed anche la stabilità del rapporto ne risente positivamente. Alberto però si adegua molto molto in fretta al nuovo ambiente, grazie alla collaborazione dei nuovi colleghi, e si innamora presto di Castellabate, così come il postino Mattia Volpe (Alessandro Siani) è innamorato di Maria (Valentina Lodovini), impiegata allo sportello postale. Alla moglie Alberto continua però a raccontare di una realtà che rasenta il farsesco, fra criminali incalliti e popolazione civile più simile a scimmie che ad umani. Quando ella annuncia la volontà di venirlo a trovare, urge trovare una soluzione capace di tenere in piedi il teatrino: è la chiave di volta per risolvere una questione che non può continuare su tali toni e, allo stesso tempo, trovare una soluzione per Mattia nei confronti di Valentina. Ad un certo punto però i due anni scadono... Il film parte in maniera raffazzonata, frettolosa e pure un po' maldestra (anche se significativo è il fatto che il trasferimento punitivo avvenga a seguito di un'azione considerabile dallo stesso protagonista come frutto di quella mentalità meridionale che tanto depreca), ma si riprende significativamente strada facendo, lasciando spazio ad una sceneggiatura briosa e che, seppur in leggerezza, riesce a sorridere garbatamente sugli stereotipi e sulle abitudini che contraddistinguono il nostro sud. La parte "settentrionale" della pellicola è trattata con un taglio sin troppo macchiettistico che, ai fini della sceneggiatura, parodizza oltremisura quel razzismo che pervade certe aree del settentrione. Non scordiamoci però che stiamo parlando di una commedia. In questo senso ci troviamo di fronte ad un lavoro degnissimo, con un cast di qualità, e che risponde pienamente a tutti i requisiti che fanno di una commedia una gradevole commedia. Tre stelle per la simpatia, diciamo così.
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guido
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venerdì 22 ottobre 2010
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una commedia reale-surreale
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Una gradevolissima commedia, poco italiana nella sua italianità. Trovate riuscite e paradossali, un'istrionica confusione di volti, situazioni, e un sottofondo 'etico' alla faccia di quel fossile di Bossi! Bravi gli interpreti, tra cui voglio ricordare la fresca sensualità di Valentina Lodovini e la bravura di Nunzia Schiano, finalmente una 'faccia' non sterotipata. Tutti gli altri riescono con semplicità ad immergersi in questo film festoso e intelligente. Mi sono particolarmente divertito al finto sequestro, sembrava un film nel film.
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il15agosto70
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mercoledì 2 febbraio 2011
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remake inutile.
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Sinceramente deluso dal film e per un semplice motivo: ho visto a breve distanza prima l'originale e poi il remake ed è stato come vedere due volte lo stesso film. Stesse scene, stesse frasi, stesso tutto. Per fare un parallelo con la musica è stato come ascoltare due canzoni identiche in cui non è cambiato nemmeno l'arrangiamento. Gli attori incastonati in remake nemmeno liberi di esprimere il proprio estro la propria diversità perchè il film deve essere uguale al primo. Non c'era necessità di fare un remake del genere (Giu al nord è del 2007 non del 1957) ed anzi il dubbio che questo funzioni solo perchè l'originale aveva una buona base è forte.
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Sinceramente deluso dal film e per un semplice motivo: ho visto a breve distanza prima l'originale e poi il remake ed è stato come vedere due volte lo stesso film. Stesse scene, stesse frasi, stesso tutto. Per fare un parallelo con la musica è stato come ascoltare due canzoni identiche in cui non è cambiato nemmeno l'arrangiamento. Gli attori incastonati in remake nemmeno liberi di esprimere il proprio estro la propria diversità perchè il film deve essere uguale al primo. Non c'era necessità di fare un remake del genere (Giu al nord è del 2007 non del 1957) ed anzi il dubbio che questo funzioni solo perchè l'originale aveva una buona base è forte.
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aratos
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domenica 21 agosto 2011
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il "giu al nord" italiano
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Si è tanto discusso del motivo per cui un film del genere, remake fedelissimo dell'originale francese, molto bello, di Dany Boon (di soli 3 anni prima), avesse senso di esistere. Ebbene, io ho visto entrambi i film a non troppa distanza l'uno dall'altro, e ovviamente l'impressione di rivedere due volte lo stesso film, da una parte, l'ho avuta.
Ci sono però, a mio avviso, tre motivi per cui questo film vale la pena di esser visto:
Il primo è l'ambientazione, inutile dire che affascinanti come il nostro Sud ci sono pochi posti al mondo, e sicuramente non si tratta dei paesi a Nord della Francia (che diventavano il luogo del trasferimento in "Giu al Nord").
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Si è tanto discusso del motivo per cui un film del genere, remake fedelissimo dell'originale francese, molto bello, di Dany Boon (di soli 3 anni prima), avesse senso di esistere. Ebbene, io ho visto entrambi i film a non troppa distanza l'uno dall'altro, e ovviamente l'impressione di rivedere due volte lo stesso film, da una parte, l'ho avuta.
Ci sono però, a mio avviso, tre motivi per cui questo film vale la pena di esser visto:
Il primo è l'ambientazione, inutile dire che affascinanti come il nostro Sud ci sono pochi posti al mondo, e sicuramente non si tratta dei paesi a Nord della Francia (che diventavano il luogo del trasferimento in "Giu al Nord").
Il secondo è il dialetto napoletano, enormemente più d'impatto e più coinvolgente che non la sorta di "traduzione dialettale" del francese nordista del primo film.
Il terzo è l'interpretazione magistrale e impareggiabile della Finocchiaro, di gran lunga più brava della parallela Zoè Fèlix nel ruolo della moglie imparanoiata e fissata. Per il resto, il film è naturalmente di minor spessore rispetto all'originale, inclusa la recitazione di Claudio Bisio, bravo e simpatico come sempre, ma assolutamente mai come Kad Mèrad, il protagonista del film francese.
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