giacomogabrielli
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lunedì 21 febbraio 2011
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extreme noiosity. *
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Inenarrabile schifezza tristemente diretta dal regista dei THE GRUDGE (sia di quelli giapponesi che dei remake americani). Una sceneggiatura al limite del narcolettico, imbarazzante, ripetitiva e autoparodistica, con scene che vengono riproposte all'infinito con l'intento di tenere lo spettatore incollato alla poltrona, ma che in alcuni casi hanno ottenuto l'effetto contrario: la gente in sala s'è azata e se n'è andata. Altro problema: è la solita storia da "horror" giapponese: la vendetta, il rancore e altri elementi trattati in maniera pessima in questo "horror" -si fa per dire- dai risvolti terribilmente romantici. Un film piatto e che non farebbe paura nemmeno a un bambino dell'asilo.
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Inenarrabile schifezza tristemente diretta dal regista dei THE GRUDGE (sia di quelli giapponesi che dei remake americani). Una sceneggiatura al limite del narcolettico, imbarazzante, ripetitiva e autoparodistica, con scene che vengono riproposte all'infinito con l'intento di tenere lo spettatore incollato alla poltrona, ma che in alcuni casi hanno ottenuto l'effetto contrario: la gente in sala s'è azata e se n'è andata. Altro problema: è la solita storia da "horror" giapponese: la vendetta, il rancore e altri elementi trattati in maniera pessima in questo "horror" -si fa per dire- dai risvolti terribilmente romantici. Un film piatto e che non farebbe paura nemmeno a un bambino dell'asilo. Lento, noiso, girato come una fiction, recitato male e senza un minimo di spaventi e violenze di alcun genere. Il 3D non è efficace, ma addirittura fastidioso. Le immagini sono poco curate e la fotografia è televisiva -a tratti ricorda alcuni degli episodi della serie "Piccoli Brivdi"-. Un potenziale horror estremo e iper-violento che nel momento in cui la scenografia e l'audio creano tensione, improvvisamente... non succede nulla. La delusione cresce minuto per minuto e diviene sempre maggiore, per un film che è un THE PARK venuto -ancor più- male. Dunque da evitare, soprattutto perchè per dormire non è necessario pagare 10 Euro, ma basta restare a casa. EXTREME NOIOSITY *
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[+] non c'è limite al peggio
(di david ross)
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viola96
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domenica 28 agosto 2011
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la morte del j-horror
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Potremmo semplicemente descrivere l'ultima opera di Takashi Shimizu come uno psycho-horror trascendentale e onirico.Peccato che di trascendentale non ci sia nemmeno l'ombra e che Shimizu sembri aver perso il suo tocco magico,che lo ha portato a realizzare film come "Ju-On".Partendo in maniera adeguatamente sfacciata e seguendo le ferree regole dell'horror nipponico,Shimizu intriga senza riuscire mai ad appassionare.Attenzione,quando si parla(molte volte impropriamente) di J-Horror come ghost stories alla "Ringu",ci si aspetta un'analisi oltre che del contesto orrorifico anche delle selezioni culturali,antropologiche e reali della vicenda narrata.Non c'è un vero e proprio territorio di confine in "The Shock Labyrinth Extreme 3D",si viene catapultati in modo diretto nel sogno,senza neanche venire avvertiti.
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Potremmo semplicemente descrivere l'ultima opera di Takashi Shimizu come uno psycho-horror trascendentale e onirico.Peccato che di trascendentale non ci sia nemmeno l'ombra e che Shimizu sembri aver perso il suo tocco magico,che lo ha portato a realizzare film come "Ju-On".Partendo in maniera adeguatamente sfacciata e seguendo le ferree regole dell'horror nipponico,Shimizu intriga senza riuscire mai ad appassionare.Attenzione,quando si parla(molte volte impropriamente) di J-Horror come ghost stories alla "Ringu",ci si aspetta un'analisi oltre che del contesto orrorifico anche delle selezioni culturali,antropologiche e reali della vicenda narrata.Non c'è un vero e proprio territorio di confine in "The Shock Labyrinth Extreme 3D",si viene catapultati in modo diretto nel sogno,senza neanche venire avvertiti.E se Shimizu vuole che la macchina da presa giri ineluttabilmente intorno alla figura di un personaggio mistico e quanto mai misterioso,come la protagonista,fallisce miseramente,nel suo tentativo pleonastico di riportare alla luce eventi nascosti e impossibili per natura.Non è Nakata,Shimizu e ci mancherebbe.Non ha il suo tocco,nè la sua classe,nè la sua grinta.Parte da un manipolo di ragazzi per costruire un horror fuori dagli schemi e purtroppo,per gli amanti del cinema orientale,troppo sui generis.Perchè se è vero che il J-Horror parla di reincarnazioni di fantasmi,spiritelli che infestano case e ammazzano persone in stile "Poltergeist",il cinema di Shimizu non può terrorizzare l'acuto cinefilo,no.I fantasmi sono nella sua testa:Fantasmi fatti di un cinema meccanico che gira a vuoto,tra carrelli veloci usati il più possibile,scenografie che fanno invidia al Miike di "Izo" e un tentativo di penetrare sotto la pelle degli spettatori,quanto mai fugace.La trama potrebbe promettere bene:Un giovane al ritorno nella sua città riceve la visita di una sua amica creduta morta.Radunando un gruppo di amici rimetterà piede,per svelare il mistero,in un vecchio parco-giochi abbandonato e nel suo personale labirinto.Si perde spesso Shimizu,nella sua voglia di ostentare la realtà,nel suo ripetersi stabilmente(così come con Ju-On) fino alla nausea,nel suo ciclico ritirarsi lasciando spazio alla noia.Ci sono ampi sprazzi di horror nella vicenda,ma passano in secondo piano a causa di una sceneggiatura fugace,che non possiede la viltà di rendere reale il sogno e la morte."The Shock Labyrint Extreme 3D" segna forse la morte del J-Horror e dei suoi sottoposti.E Shimizu,che tanto bravo è stato e che tanto ancora può dare,non bastano interminabili dialoghi da vero psico-dramma,personaggi stressanti e asfissianti bambole che rotolano per le scale per creare brividi alcuni.E forse la pioggia che tenta di ricreare è un puro omaggio a Kurosawa e al suo cinema.Shimizu va verso le fobie e le paure ancestrale con la stessa voglia di divertire dell'inizio della carriera.Ma se è vero che gli anni passano,ciò che resta è solo il fugace ricordo di qualcosa di buono oltre un labirinto di sfrenata noia e sbadigli ripetuti.
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